Scendo tranquillamente la scalinata del vecchio municipio. Di solito deserta a quest’ora. Mi piace l’aria frizzante che si respira qui. Di fianco alla scalinata, dove c’è il parco, vedo una figura femminile in posa statica. Mi incuriosisce, magari è una modella, un servizio di moda. Mi avvicino quel che basta per vedere che la modella indossa solo un impermeabile. Di nascosto, tra le frasche, mi metto a guardare. Le pose variano in continuazione, l’impermeabile ora cade sulle spalle, ora scopre un seno, ora una gamba. Non si tratta di foto spinte. Almeno non sembra. Pochi scatti poi un cenno del fotografo e la modella si va a mettere vicino alla grata che una volta era l’ingresso delle segrete.
L’impermeabile scompare, lasciando posto ad un reggicalze ed un reggiseno a balconcino. Sembra in pelle nera ma non ne sono sicuro. Mi sento eccitato ed attento a non far rumore mi avvicino. Non si accorgono di me. Continuano tranquillamente. L’uomo si avvicina e comincia a scattare in primo piano. Lei si toglie un pezzo alla volta tutto l’intimo e lui scatta in continuazione. Senza rendermene conto mi sono avvicinato tanto che ormai possono vedermi. La donna si abbassa e apre i pantaloni dell’uomo. Prende in bocca il suo pene e comincia a leccarlo languidamente.
Lui imperterrito scatta in continuazione. La donna si mette in ginocchio e lui la penetra da dietro. Sempre scattando fotografie. I loro corpi si dimenano e finalmente lui posa a terra la macchina fotografica e si dedica al piacere di lei. Sembrano vicini all’orgasmo che ecco da un cespuglio li vicino uscire un’altra donna. Anche lei semi nuda. Cammina velocemente verso di loro e si unisce all’amplesso.
Ora succhiando il pene di lui ora indugiando con la lingua nella fessura di lei. Non so cosa fare, vorrei avvicinarmi a loro, giocare con loro ma ho paura. Appeso alla mia indecisione mi accorgo che dietro di me, nascosti da un cespuglio, due uomini sono a terra, nel più classico dei 69. Mi impressiona quasi la vista delle bocce maschile avvolte intorno ai loro sessi duri e virili. Ma lo stupore lascia posto alla curiosità. Guardo i due uomini e guardo loro tre. Non riesco più a capire cosa sia più eccitante. Non avevo mai visto un uomo godere di un altro maschio. Le due donne intanto stavano succhiando e leccando il membro indomato del fotografo e lui dall’alto aveva ripreso a fotografare.
Mi sorprende la sua resistenza. Sono parecchi minuti che le bocche e le fessure bagnate delle donne giocano con la sua carne. Sento un gemito di piacere e mi volto verso i due uomini, avvinti come se fossero un corpo solo. Ma il gemito veniva da più in là.. Una signora, di forse cinquant’anni è sdraiata a terra. Il suo Alano, sopra di lei le sta leccando i seni e…. è dentro di lei. Lei agita il bacino mentre il cane lecca i seni. Mi sento circondato. La mia mente persa totalmente. La mia incredulità è all’estremo. Mi abbasso i pantaloni e … al posto del mio amato pene una piccola telecamera, di quelle che usano per gli scherzi in televisione. Appena la tocco, scompare tutto, il buoi.
Cerco di capire. Se metto un dito sull’obiettivo è il buio pesto, la notte profonda. Se tolgo il dito e mi giro vedo i due uomini. Mi giro verso la signora che adesso è in ginocchio con il cane che la prende da dietro. Mi giro verso la grata e le due donne stanno succhiando il pene del fotografo. La mia mente mi ordina di godere. Ma non posso, il mio più intimo amico non c’è. Lo sento. Avverto la sensazione dell’erezione violenta, quel fastidio del pene eretto dentro i pantaloni. Tutto come se lui fosse al suo posto, ma lui non c’è. Ma voglio vedere. Vedere e godere. Mi avvicino alla donna ed il cane scompare. Mi abbasso e le vedo il seno come se fosse sul mio naso. Abbasso lo sguardo e vedo la sua fessura enorme, gigantesca.
Mi metto a correre, giù per il viale. Mi fermo quando anche le gambe non ce la fanno più. Cado a terra stremato, ho solo la forza di abbassare gli occhi e vedo la telecamerina puntata verso il mio viso. Mi arrendo, voglio morire. Mi addormento nell’erba.
“Enrico sveglia…. Sono le otto! ” la voce di mia madre. Allora sono a casa o forse no.
No ho il coraggio di guardare dentro il pigiama. Mi alzo e vado in bagno. Abbasso il pigiama lentamente, senza guardare. Piano con la mano cerco il mio fedele amico. Eccolo, bello e fiero come ogni mattina. Il contatto mi esalta. Comincio piano a masturbarmi e continuo in crescendo liberatorio: Che bello, io e lui ancora uniti, mi piace.
Finalmente lo schizzo di sperma, copioso e denso esce allegro e si deposita nel lavandino. Sono felice. Siamo ancora insieme. Mi guardo allo specchio e mi sorrido. Poi entro in doccia fischiettando.
Però a trent’anni suonati è meglio che la smetta con le seghe e cominci a scopare anch’io…… FINE