Finalmente a casa! Che serata! … sono appena tornata da una cena a casa di un mio vecchio amico, eravamo in tanti, lui faceva da mangiare e mentre tutti erano in giardino sono andata in cucina a vedere un po’ cosa si poteva assaggiare; da anni cerca di scoparmi invano, la mia sola vicinanza lo faceva agitare, i miei modi un po’ provocanti lo imbarazzavano, confondevano… non capiva… io non sapevo bene cosa inventare… sono di fianco a lui mi appoggio contro di lui come una gattina e sorrido maliziosamente… rubo un pomodorino dall’insalata che sta preparando, glielo metto davanti alla faccia e tenendolo con le dita gli dico
“succhialo… dai bagnalo” lui tira fuori la lingua grossa e rasposa, lo lecca, mi succhia le dita eccitato… tolgo il pomodorino e guardando lui negli occhi senza batter ciglio lo faccio scendere il vegetale tra le cosce, risalgo sotto la gonna sposto con il mignolo il perizoma, lo appoggio all’imbocco della mia fichetta e mmmh con una leggera pressione lo affondo dentro… sussulto gli ansimo in faccia… ha gli occhi esaltati increduli… gli sussurro
” e adesso se lo vuoi cercalo… ” allunga una mano e comincia a palparmi tra le cosce maldestro, sente il mio bagnato affonda un dito gli spingo giù la testa
“con lingua! ” dico appoggio un piede sulla sedia e spalanco le cosce sopra i sui occhi, lui si abbassa tremante affonda la faccia nella mia fica e comincia a leccare bestialmente ansima e succhia lecca lunghi colpi di lingua ruvida, affonda la punta nell’apertura, lo sento frugare, sento i suoi denti sfiorare la pelle delicata mmmh sto grondando lungo le cosce…. le sue labbra sono incollate e succhia aspira diohh vengo non resisto sborro gli sborro in faccia a quel maiale hhh… si tira su la faccia bagnata della mia sborra tra i denti il pomodorino appoggia l’inguine contro la mia fica spalancata e mi stringe aveva il cazzo che gli scoppiava nei pantaloni… ma dei passi oh cazzo la sua fidanzata… è meglio tornare in giardino con gli altri…
Uscì dall’ufficio del suo ragazzo di corsa: era stato un incontro fugace, intenso ed esplosivo, avevano goduto come non mai, ma ora era tardissimo e l’aspettavano al lavoro… prese il primo autobus che passò e si fermò sul fondo… la sua mano scese lungo la gonna stropicciata vi si infilò sotto svelta nessuno la stava guardando… le sue dita sottili scivolarono sulla carne liscia… com’era bagnata! ancora fremente, dilatata, le gambe le tremavano ma non riuscì a resistersi … era così calda, ancora piena dei suoi succhi, sussultò, non ne aveva ancora abbastanza! no … sapeva che il vero godimento sarebbe infatti iniziato adesso … con calma ora poteva ripensare e risentire tutto quello che le era successo, riassaporare il sapore di quegli attimi incredibili dopo che aveva perso il controllo della situazione, dopo che aveva voluto perderlo… lentamente cominciò ad accarezzarsi il clitoride ancora turgido e sensibilissimo ripensando a lui, al suo cazzo, alla segretaria sospettosa che origliava fuori della porta … ma un vociare improvviso la distolse da questi pensieri:
l’autobus che aveva preso al volo ora era fermo in una piazza e cominciava a riempirsi inverosimilmente… oh no! proprio adesso che si stava eccitando ripensando a quel momento … tolse la mano di lì, era pieno di gente adesso e ad ogni frenata era urtata da una massa di corpi che poi ritornavano nella posizione di partenza, …. ma a un tratto sentì un contatto sul fianco più prolungato del solito, si scostò leggermente, urtò un corpo sull’altro lato, ma il contatto proseguiva, insistente, cercò di capire chi si appoggiava ma non riusciva a distinguere chi era alle spalle; capì però che qualcuno la stava toccando apertamente, si sentì irritata, violata, avrebbe voluto girarsi e fulminare il porco quando una frenata più forte delle altre la fece sbattere violentemente contro di lui.
Lui la sorregge gentilmente e con l’occasione le accarezzò il sedere appoggiando il suo ventre contro … sentiva il suo cazzo duro che premeva… una frenata più brusca delle altre le fece spingere il sedere contro di lui … lo sentiva nel solco… sentì una mano che le palpava le cosce, o… no! Si sarebbe accorto delle condizioni in cui si trovava! e come avrebbe potuto negare a quel punto? ! le toccò la fica che era ancora tutta fradicia: era fatta, l’aveva scoperta! con la mano allora toccò il cazzo dell’uomo che le stava dietro, era tozzo e grosso, duro, come avrebbe voluto guardarlo. Lui iniziò a toccarla sotto la gonna, le infilò un dito, lei sussultò, aveva le gambe molli, ma era arrivata alla sua fermata scese al volo dall’autobus… ma ahimè con la coda dell’occhio vide però che lui la seguiva, allora imboccò il portone di una vecchia casa, lì sarebbe stata al sicuro, si fermò dentro in un angolo buio, era deserta, e invece ecco che quello entrò. Non sapeva più che fare, lo vedeva nella penombra vicino a lei, ma lui non perse tempo la afferrò per i fianchi e la girò contro il muro . Era immobilizzata dalla paura e dal desiderio: sentì il suo cazzo caldo contro la pelle delle natiche, lui le allargò, premendo con tutto il peso del corpo la schiacciava contro il muro per farle inarcare la schiena, puntò la rosetta ancora tutta bagnata da prima, e così, in silenzio la penetrò lungamente fino a godere spargendo il suo seme vischioso sulle sue natiche brucianti.
Ieri sera ero a teatro per un concerto, ero tutta sola, nessun altro seduto nel mio palco… la musica inizia potente, mi lascio coinvolgere sono seduta comodamente sulla poltroncina girata al contrario, i gomiti poggiati alla balaustra, la schiena inarcata, le gambe aperte è meraviglioso. Sono così eccitata che la mia mano scende subito in mezzo alle cosce sotto la gonnelina, sposto di lato il perizoma e mi accarezzo dolcemente le labbra, le apro scorrendo in mezzo con la punta del dito, cerco il clitoride, lo stropiccio un po’, poi il mio ditino affonda nella mia fica; piano mi lascio scivolare dalla sedia, rimango aggrappata allo schienale, con il culo che sporge oltre la sedia e la gonna che è risalita fino ai fianchi.
Non mi accorgo che la porta si è aperta e un’ombra scura da dietro mi sta guardando… il culo, le dita che spariscono, emergono fradice per scomparire nuovamente nel mio buchetto del culo… all’improvviso sento un calore dietro di me non faccio in tempo a girarmi e delle mani toccano il mio corpo… ho paura ma sto al gioco, non so chi è, non dice niente, non lo vedo è molto buio… ma la mano scende nello spacco del mio culo, una lunga ruvida e piacevole carezza, dal clitoride al buco del culo, più volte su giù, finché bagnato di succhi e saliva di colpo infila due dita, l’indice il medio, nella mia fica. Sussulto, li spinge a fondo; mi apro, porgo ancor di più il culo, il suo pollice ne approfitta e affonda nel mio buchetto… è grosso e duro come un piccolo cazzo, spinge e stringe con le altre dita, è una morsa tremenda, la muove con forza, sto impazzendo cerco di girarmi dietro di me vedo la sagoma ma non distinguo il suo viso nell’ombra, ma non lo voglio vedere ora, voglio solo sentire il suo cazzo, lo cerco, lo sento, lo sta tenendo con l’altra mano è grosso…. ohhh lo vogliohhh…
Lo struscia sulle mie natiche. Mi allargo le natiche con le mani, sfioro con le dita la punta della cappella che si sta incastrando nel mezzo… sento che si apre lentamente, cede alla pressione e si allarga si apre… con un lento risucchio accompagna l’affondo, si ferma… la cappella è entrata tutta, la sento grossa e dura, ma sta immobile! vuol farmi impazzire… una furia mi prende, lo voglio, spingo il culo verso di lui, tento di riprendere la corsa sulla tua asta durissima, centimetro dopo centimetro la ingoio, smaniando combattuta tra il dolore e il piacere sempre più intenso… ahhhhh è un suo tremendo colpo di reni a finirmi, un colpo secco potente, stretta per le anche, affonda tutto fino alle palle che sbattono contro la mia fica fradicia… Mi manca il respiro, urlo, la sua mano sulla bocca a soffocarmi le urla, i gemiti che si confondono con i fortissimo della partitura. Lecco il suo palmo avidamente, succhio il dito, che mi spinge in gola come un cazzo… e mi pompa… mi pompa il culo fino in fondo nelle viscere, avanti e indietro. Le gambe divaricate, aggrappata alla balaustra del palco, la mia testa sconvolta si affaccia a tratti … il suo cazzo mi sta sondando le viscere con colpi tremendi e dolcissimi, esce lasciando dentro solo lo punta e poi riaffonda di colpo con tutto il peso del corpo… e poi ancora e ancora… il suo cazzo è enorme, un bastone durissimo, lo sento pulsare, fremere impazzito. Mi stringe con forza, due tre pompate più forti delle altre e…. aaaaaggh un getto rovente invade le mie viscere una scarica elettrica tremenda mi attraversa, sborro anch’io, svengo quasi per l’intensità, per qualche istante…. quando riapro gli occhi non c’è più nessuno… scomparso nel buio così come era arrivato… chi sarà mai stato? non ha importanza… l’importante è quello che trovano le mie dita scendendo, toccando il mio buchetto tremendamente dilatato, gonfio, pulsante dal piacere e fradicio… assaggio ummmmh è sapore di sborra… di certo non è stato un sogno…
Era solo per un aperitivo, avevamo detto al telefono, ma ora, in mezzo alla gente, continuo a pensare solo a una cosa:
provocarti in ogni modo per vedere gonfiare i tuoi pantaloni, tanto da non poterlo più nascondere… Ero uscita con un perizoma filiforme sotto la minigonna, che mi tormentava il clitoride per tutto il tempo facendolo tirare, costringendomi a toccarlo per farti leccare il mio dito, con il mio sapore… lascio che la stoffa si stropicci tra le labbra della mia fica e cerco di farti chinare sotto il tavolo per farti vedere casualmente la carne rosea sbordare… voglio torturarti un po’, vedere nel tuo sguardo l’eccitazione salire, diventare imperiosa, la tua mano sfiorare il pacco, di nascosto prima, poi in modo sempre più palese, spudorato.
Sei tu che mi stai provocando ora con una minaccia silenziosa… “se non metti qui la tua mano mi faccio una sega davanti a tutti”… Non chiedo altro.
I miei occhi sono fissi sulla tua patta… muoio dalla voglia di misurarlo tra le mie mani… mi avvicino con una scusa ti sfioro sussulti… la tovaglia mi nasconde agli occhi degli altri, i tuoi sono puntati nei miei. Vedi l’eccitazione tremenda che mi invade, la mia lingua vorrebbe toccarti leccarti infilarsi nella tua bocca, nei tuoi pantaloni, scorre sulle mie labbra umide, devo morderle, stringere i denti per trattenere i gemiti… la mia mano sta stringendo la tua asta sopra la stoffa è durissima… voglio sentirla meglio .. svelta faccio scendere la lampo e m’infilo dentro, cerco la tua pelle liscia e calda.. eccolo lo sento pulsare ora, scendo alle tue palle, me ne riempio la mano, lungo l’asta tiratissima sussulti… voglio sentire tra le dita la tua: è gonfia e grossa ,
umida , scorro intorno seguo il disegno, la consistenza… morbida e…
“pianoh” mi sussurri “o mi fai sborrare” …
“siih ti prego sborra qua in mezzo a tutti voglio sentire il tuo sapore”…
aspetta… Lo tiro fuori dai pantaloni tenendolo sotto la tovaglia e comincio a scorrere su e giù lentamente molto lentamente, che nessuno veda il movimento del mio braccio, ma la pressione delle mie dita, raccolte a fatica ad anello intorno la tua asta, aumenta sempre più vorrei leccarti vorrei ingoiarti vorrei prenderlo a due mani vorrei vorrei… mi devo accontentare… stai per sborrare… siiii mi blocchi il polso alla base del cazzo stringi direzioni il getto stai sborrando… sotto… contro il tavolo… due tre colpi forti furiosi.. i getti sulle mie gambe… per un attimo chiudi gli occhi gemi… non oso guardarmi intorno, non oso guardare di sotto… il tovagliolo presto… che disastro… la mia mano… fradicia … cerco di ripulirmi alla meglio, è meglio andare ora. FINE