è difficile per me capirlo.
Ho cercato di immaginarmelo.
Come qualcuno, così lontano, mille chilometri o più, possa generare tali sentimenti.
E sento ancora la sofferenza, l’umidità, il gonfiore.
Era una notte di luglio calda, umida, scura, senza luna.
Avevo finito di fare il bagno ed ero scivolata nella mia vecchia T-shirt preferita.
Ho abbassato la luce.
Aspettavo la sua chiamata, sedevo sulla mia poltroncina, una gamba gettata sopra il bracciolo, la testa appoggiata indietro, gli occhi chiusi, quando il telefono ha trillato.
La chiamata è iniziata come le altre.
Dove era ora.
Dove sarebbe stato la settimana prossima.
Abbiamo parlato dei nostri affari e del nostro hobby comune, il computer.
Abbiamo parlato di una sua fotografia che mi aveva spedito.
Ma sembrava ci fosse qualche cosa d’altro che stava arrivando.
Qualche cosa su cui non potevo mettere completamente il mio dito, e poi…
“Ileana. Faresti qualche cosa per me? Una piccola cosa? ”
Una pausa. E prima che potessi rispondere,
“Toccarti il capezzolo mentre parliamo? ”
Sono rimasta sbalordita, come se fossi stata colpita, in 37 anni di vita non mi era mai capitato.
Non da un pugno o da qualche cosa di violento, più che altro un’onda scioccante.
Qualche cosa stava per essere tirato fuori da me.
Qualche cosa che non ero sicura di voler fare uscire.
Non so. Non posso spiegarlo.
Sentivo calore sul mio viso.
Il mio cuore sembrava battere più forte o almeno ero divenuta consapevole del suo battito.
Lo avrei fatto? Avrei risposto?
“Ok. ” Non so dopo quanto tempo è uscita una parola da me.
“E immagina che le mie mani siano sui tuoi seni, li tengano mentre le mie labbra accarezzano il capezzolo come l’orlo di un calice. ”
Una nebbia sembrava essere entrata nella stanza. Una nebbia mistica.
Cominciavo ad esserne avvolta.
Cominciava a chiudere fuori il resto del mondo.
La mia mano ha tremato quando è salita lungo la mia camicia fino alla mammella.
Ho strizzato, ho stretto per un minuto, immaginando che fosse la sua mano, la sua forza che spingeva contro me.
Poi mi sono spostata sul capezzolo già duro, prima l’ho preso tra due dita per sentire la sua risposta e poi ho iniziato una morbida carezza attraverso la stoffa.
“Ok. ” Cosa mi accadeva?
Mi sembrava di sentire le sue labbra su di me, succhiare dolcemente, baciare. I suoi denti carezzavano il mio capezzolo.
Il calore della sua bocca sulla mia mammella.
La mia mano ha raggiunto il retro della sua testa e l’ha tirata a me. Lui era lì e tuttavia… non c’era.
“Ileana? ”
Non potevo rispondere.
“Ileana? ”
La mia mente supplicava, “No, per favore, no. ”
“Ileana? ”
“Sì. ”
“Ora toccati il clitoride. Toccati e sentimi lì. ”
Le mie labbra si sono aperte mentre la lingua le inumidiva.
Le mie dita si sono mosse verso il basso attraverso il mio monte, al cappuccio del mio clitoride.
La mia pelvi mi ha rivelato la sua presenza con un dolore che lentamente ha cominciato a crescere..
La paura ha fatto rabbrividire il mio corpo.
Ma paura di cosa?
Le mie dita hanno pigiato contro il cappuccio e mentre lo facevano tutta la mia micia si è agitata.
Un’umidità vellutata ha cominciato a colare tra le mie labbra, il loro gonfiore non riusciva a trattenerla.
Non poteva vedermi ma la sua presenza mi carezzava.
Sentivo il suo fiato caldo tra le gambe quando ho tirato dolcemente le labbra, massaggiandole una contro l’altra.
Come era possibile che lo stessi facendo?
Stavo perdendo il controllo. Dovevo fermarmi.
“Ok. ”
“Ora sentimi. ”
“Lo faccio. ”
Silenzio… nessuna parola.
Non sapevo cosa dire.
Dovevo fermarmi e pensare a quello che stava accadendo, perché accadeva.
Non c’era niente di male e tuttavia era… irreale… spaventoso.
“Ora devo andare. ”
Non potevo lasciarlo così.
Le mie parole erano un bisbiglio.
“Ma ti dirò una cosa. Stasera, quando andrò a dormire, mi afferrerò una mammella e penserò a questa telefonata. ”
Il mio viso era di fuoco.
“E che è la mia mano? ”
“Sì. ”
“E che c’è il mio cazzo vicino a te, duro, che spinge verso di te? ”
“Ileana? ”
“Ileana? ”
“Sì… lo farò”
“Buonanotte Ileana. Ti chiamerò presto. ”
“Buonanotte. Buon riposo. ”
Ho riattaccato il telefono.
Il mio cuore martellava. Il mio cervello vagava.
Il mio clitoride era in fiamme.
La mia mammella doleva per il mio schiacciare inconscio, mentre la mia mano nuovamente libera entrava sotto la camicia.
Ero coperta di sudore.
Le mie gambe ora erano aperte mentre l’altra mano continuava lentamente a massaggiare ed accarezzare la mia micia, qualche volta fermandosi e prendendola tutta nella mano, pressandola contro di me.
L’umidità ha coperto prima le labbra e poi il dito che dolcemente si muoveva su e giù tra di loro.
La mia vagina piangeva le sue lacrime mentre desiderava le mie dita alla sua apertura e poi… dentro.
Sentivo le creste e la loro gonfia sensibilità.
Non era necessario andare in profondità.
La risposta era dappertutto.
Ho pigiato più forte la mia mammella mentre un dito ha cominciato a muoversi dentro di me.
Cosa sta facendo lui ora? .
Sta guardando la televisione, i piedi appoggiati al tavolino, sta facendosi un drink o si sta lavando i denti, si sta preparando per andare a letto.
O la sua mano si sta muovendo su e giù lungo il suo cazzo, sentendolo diventare duro, immaginando che sia la mia mano o le mie labbra che l’accarezzano?
Gli sembra di sentire i capelli che dalla mia testa spazzolano contro le sue gambe?
I miei capezzoli erano tra le sue labbra?
Le mie dita stavano sentendo il suo gonfio desiderio, carezzando le sue palle mentre i sacchi stanno morbidamente nella mia mano?
I suoi occhi saranno chiusi mentre assaggia i miei umori?
Scoppierà fuori la sua crema, coprendogli l’addome, la mia mano, il mio seno?
La nebbia è dappertutto mentre comprendo di entrare in uno spazio nuovo, uno spazio mistico, uno spazio di sensualità serena.
Quello che cerco sarò mio.
Ora posso prendermi il tempo necessario.
Non c’è alcuna urgenza.
Le mie dita si muovono lentamente facendomi inabissare nei pensieri.
La sensazione nella mia vagina mescola erotismo carnale con dolore ed ambedue con un senso di morbido galleggiamento.
Sono un naufrago alla deriva nel mio bacino, il mio bacino galleggia nella mia mente, sentendo e sperimentando.
Il mio cervello è diventato un organo sessuale.
La mia vagina, il clitoride, le labbra, le dita, i seni, tutto porta là, tutto arriva insieme.
La mia respirazione è ora più profonda, il cuore martella attraverso il mio seno.
E ancora… potrei stare così per sempre.
Un’estasi di sessualità mi ha avvolto.
Lascio che l’orgasmo cominci.
Sento le dita contrarsi.
I miei spasmi eruttano e poi ancora, ancora e ancora.
Le mie mani spingono con più forza.
Ancora di più e poi ancora di più.
Nuoto in un oceano di sensualità, erotismo, lussuria.
Sono nuda e le acque mi bagnano.
La foschia si alza un po’.
Realizzo che sono ancora sulla sedia.
Devo andare a letto.
Devo pensare a quanto è successo.
Ma non ora.
Sembro avere perso il controllo. Inciampo e mi appoggio al muro mentre mi muovo verso la camera da letto.
Tutto a causa di una telefonata.
Mi sdraio tra le lenzuola, la mia mano circonda e stringe leggermente un seno. I miei occhi si chiudono.
Sospiro. Buonanotte. Buon riposo. FINE