Antonio Mancini era nel suo ufficio, all’ultimo piano di un grattacielo nel cuore di Roma. Entro pochi minuti sarebbe arrivato il suo amico di vecchia data e collega Lucio Festoni. Era prevista per il giorno una importante riunione del comitato direttivo della società, ma Antonio non riusciva a trattenersi dal pregustare quello che sarebbe avvenuto dopo.
“Eh già, sono stato fortunato, a essere contattato dall’Organizzazione”, si ripetè per l’ennesima volta.
Tutto era iniziato due anni prima, quando dopo un congresso, alla porta della sua camera d’albergo qualcuno aveva bussato. Egli, stanco, ma incuriosito, visto che a Milano dov’era non conosceva nessuno, si era alzato per aprire.
Figuriamoci come era rimasto dopo aver visto le due donne che avevano bussato. La prima era una donna con i capelli neri, sui quaranta, acconciatura con la coda dietro alla testa, fin sul collo, impreziosita da un fermaglio d’argento, aria distinta, quasi imperiosa, vestita con un completo nero. La seconda, invece era una ragazza più giovane, bionda, sui venticinque anni, viso pulito, da ragazza per bene, dai seni pesanti, contenuti in una camicetta bianca, e una gonna stretta ma lunga, che inguainava due gambe altrettanto lunghe. La mora aveva parlato per prima.
“Buonasera. Lei non mi conosce, ma io la conosco di vista. Sappiamo che occupa un posto importante in una grande azienda, e sappiamo che è anche una persona che sa godersi la vita. Se ci fa entrare ne potrà sapere di più. ” Il duello fra la curiosità e la prudenza fu brevissimo, e la seconda ne uscì sconfitta.
“Prego, entrate pure. Mi scusi, ma come fa a sapere tanto di me? “. La mora rispose
“La nostra organizzazione va avanti per raccomandazioni personali. Una sua conoscenza ci ha detto che lei poteva essere interessato ai nostri servizi. ”
“Che genere di servizi fornite? E perché mi avete contattato in questa maniera così misteriosa? ”
“Vede, signor Mancini, noi offriamo personale specializzato a giovani e brillanti esecutivi con il gusto per la vita”. Antonio, perplesso, chiese
“Che centra il gusto della vita? E qual è la specializzazione del personale che offrite? ” Sorridendo la donna dai capelli neri schioccò le dita. La bionda si alzò e fece un giro della stanza, camminando come una modella su una passerella. L’altra riprese
“Vede signor Mancini? Noi offriamo segretarie e collaboratrici ai nostri clienti, in cambio di un pagamento per aver fatto da intermediari. ”
“Eh? E c’è bisogno di tutta questa segretezza per un’agenzia di collocamento? Cos’è, un nuovo modo per farsi pubblicità? ”
“Aspetti, non ho finito. Le ragazze che noi presentiamo sono molto qualificate, sanno usare un PC, stenografare, parlo tutte almeno due lingue, ma soprattutto, sono tutte molto belle, come può vedere da Elisa, questa ragazza, e inoltre sono tutte amanti del sesso. A loro piace essere dominate, sentirsi usate.
Se non sono competenti, non sono belle o non hanno questa preferenza a proposito di sesso, noi le scartiamo, le indirizziamo ad un’altra agenzia, una comune. Se invece presentano i requisiti adatti ci premuriamo di far sì che trovino una sistemazione che sia loro gradita, dove possano mettere a frutto tutte le loro doti. Noi pensiamo che lei potrebbe apprezzare i nostri servigi.
Elisa è una delle nostre ragazze migliori. Perché non l’assume come segretaria in prova per una settimana? Poi, se non sarà soddisfatto (ma non è mai successo) la potrà rimandare da noi. Per ora, questo è il mio biglietto da visita, e perché no, eccole una dimostrazione dei talenti di Elisa. ”
Schioccò le dita, e subito la bionda si inginocchiò ai piedi di Antonio, ancora seduto sul letto, in vestaglia, con la quale iniziò ad armeggiare. In pochissimo tempo riuscì ad estrarre il cazzo già duro dai pantaloni del pigiama, e dopo aver deposto un bacio sulla punta, iniziò a inghiottire il glande, e a succhiarlo. Ad Antonio sfuggì un gemito.
Elisa prese ad ingoiare tutto il cazzo, facendoselo urtare il fondo della gola, mentre con una mano se lo infilava in gola con l’altra massaggiava le palle. Dopo alcuni su e giù molto lenti, quasi esplorativi, Elisa prese un ritmo più veloce, che ebbe presto ragione delle resistenze di Antonio, il quale si trovò quasi subito al limite della resistenza. Allora Elisa rallentò il ritmo, divenne più delicata, e così l’orgasmo fu evitato. Dopo pochi minuti, però il pompaggio si intensificò di nuovo, portando Antonio ancora una volta sul punto di venite.
Questa volta, invece, la bionda non smise, ma anzi iniziò a succhiare con maggior forza, finche le guance non si incurvarono. Questa vista fece andare Antonio oltre il punto di non ritorno, e questi iniziò a schizzare sperma nella bocca della bionda, che lo inghiottì quasi tutto, tranne l’ultimo schizzo che si fece arrivare sul mento. La bionda lo prese col dito, che poi infilò in bocca. La donna dai capelli neri esclamò
“Arrivederci, signor Mancini, se è interessato può chiamarci al numero sul biglietto”. Poi le due donne uscirono. Antonio rimase sul letto, incredulo di quello che gli era appena successo.
Ovviamente, il lunedì seguente aveva subito telefonato, ed assunto Elisa come segretaria in prova. Ma questa si era comportata per tutta la settimana come una perfetta segretaria, senza però mai uscire col comportamento dall’ambito lavorativo, e comportandosi come una perfetta segretaria. Antonio aveva addirittura pensato di essersi sognato il pompino in albergo, finché la sera di venerdì, appena prima della chiusura dell’ufficio, Elisa si era presentata nella sua stanza ed aveva detto
“Signore, perché durante questa settimana non mi ha mai usato? Non le piaccio forse? ” Allora Antonio aveva capito che l’iniziativa doveva essere sua, con quella donna.
“Beh, non so se mi piaci, devo decidere. Intanto apriti la camicetta, e rincalzati la gonna sulle anche”.
“Si, signore”. Elisa aveva immediatamente esposto la sua biancheria intima all’ispezione di Antonio. Questi, ormai capito il ruolo da interpretare, nonostante trovasse la biancheria di pizzo nero di Elisa eccitantissima sulla pelle chiara i capelli biondi, aveva esclamato
“In ginocchio, e aprimi la patta”. Appena la bionda si era messa ai suoi piedi, e aveva tirato giù la zip dei suoi pantaloni, Antonio le aveva subito ordinato di prepararlo. Elisa aveva allora catturato nella bocca il membro di Antonio, ma questi, dopo appena una decina di pompate, aveva interrotto la fellatio, ordinandole di chinarsi sulla scrivania.
Elisa, fattasi spazio sulla scrivania rovesciando a terra relazioni, pro memoria ed altro, aveva subito obbedito. Antonio le era andato dietro, e, abbassatele le mutandine, le aveva schiaffeggiato un paio di volte le natiche bianche. Dopo, le aveva puntato il cazzo tra le labbra della fica, e presala per i fianchi, l’aveva penetrata con un colpo solo. Lei aveva guaito, di piacere, venato di dolore per la brusca entrata. Allora Antonio aveva iniziato a fotterla, con colpi forti e profondi, facendola gemere.
Dopo alcuni colpi, le sue mani erano volate sui seni della ragazza, che aveva estratto dalle coppe del reggiseno e preso a massaggiare. Elisa, scopata a fondo da quella verga che le rovistava la fica fino alla matrice, eccitata dalla manipolazione delle tette, schiacciata sotto il peso di Antonio sulla scrivania, dominata, aveva quasi subito iniziato a decollare verso l’orgasmo, e dopo pochi colpi, ne era stata travolta. Antonio però aveva proseguito imperterrito la scopata, e presto l’eccitazione della ragazza aveva iniziato a risalire. Elisa aveva iniziato ad emettere degli oh, oh, ohh che avevano aumentato il piacere di Antonio, e questi, pizzicandole i
capezzoli, aveva aumentato il ritmo, iniziando a sentire gli spasmi precursori dell’orgasmo.
Quando aveva sentito di stare per venire, Antonio si era fermato, tenendo Elisa per i fianchi, e le aveva eiaculato tutto il suo succo nelle profondità della fica setosa. Dopo aveva sfilato il membro dalla vagina, si era ricomposto, aveva dato una pacca sul culo di Elisa, ancora piegata sulla scrivania, ed era andato via.
Da quel giorno Antonio aveva goduto molte volte di Elisa (non che questa non gradisse il trattamento riservatole), in molti modi. Ma oggi era un giorno speciale. Dopo la riunione, Antonio aveva progettato, insieme a Lucio, di sodomizzare per la prima volta le rispettive segretarie. Lucio infatti era l’amico che l’aveva raccomandato a quella strana società, l’Organizzazione, e anche lui aveva assunto una segretaria, una splendida ragazza con i capelli neri, i fianchi non tanto larghi, i seni puntuti, non opulenti ma nemmeno piccoli, un visetto grazioso, di nome Alessandra.
Nessuno dei due aveva mai inculato la sua segretaria, e avevano deciso di farlo oggi, insieme. Le sue riflessioni furono interrotte dalla chiamata di Elisa, che annunciava l’arrivo proprio di Lucio. Antonio, in pochi minuti fu pronto, e insieme andarono alla riunione dell’esecutivo della loro azienda. La riunione non fu particolarmente interessante, né d’altra parte Antonio vi prestò molta attenzione, ma comunque finì verso le 21, ed Antonio e Lucio si recarono immediatamente a casa di quest’ultimo. Là li aspettavano, già nude, Elisa ed Alessandra.
Appena Antonio e Lucio entrarono, furono accolti dalle segretarie, indossanti solo reggicalze, che si gettarono subito ai loro piedi, e simultaneamente iniziarono a pomparli. I due uomini, in piedi, appoggiati con la schiena alla porta, accarezzarono i capelli delle loro donne, e queste continuarono il pompino fino ad ingoiare i fiotti di sperma che uscirono dalle verghe. Allora Lucio, che conduceva il gioco, ordinò alle donne di preparasi l’un l’altra. Elisa salì con le ginocchia su un divano, e appoggiò il busto sulla spalliera, e Alessandra, dietro di lei, iniziò a passare la lingua nel solco, iniziando dalla vulva, e finendo sull’ano, che ben presto fu cosparso di saliva. Allora Antonio sostituì Alessandra, e con un colpo deciso le conficcò il membro, che guardando lo spettacolo si era risvegliato, nella vagina.
Elisa contrasse le mani sulla spalliera del divano. Antonio, eccitatissimo, sfilo la verga gocciolante degli umori di Elisa dalla sua figa, e ne appoggiò la punta sulla rosellina. Poi iniziò a spingere costantemente, in maniera lenta ma continua. All’inizio provò dolore, ma poi l’ano di Elisa cedette e la cappella fu dentro. Antonio, tenendola ferma per i fianchi, finì di fare sua Elisa, immergendole la verga nell’intestino, fermandosi solo quando le palle urtarono la sua vagina.
Fermo, a gustare la sensazione di quella carne soda che fasciava come in un guanto il suo membro, Antonio si accorse che Elisa rantolava sommessamente, e allora, infoiato, iniziò a possederla, facendole scorrere il cazzo nel culo. Elisa ora gemeva forte, quasi urlando, e stringeva spasmodica la spalliera del divano. Antonio estrasse il cazzo dal suo ano, e poi lo riinfilò, ma dopo un paio di colpi lo tolse di nuovo, e dopo la ripenetrò, e così via, ogni due tre colpi l’inizio di una nuova esaltante inculata. Elisa, ormai senza controllo, faceva volteggiare due dita sul suo clitoride, e presto fu in preda ad un orgasmo sconvolgente.
Quando venne, le contrazioni del suo ano fecero sentire ad Antonio la sensazione di una mano che gli stringesse l’uccello, ed egli, senza poter resistere, scarico una frustata di sperma bollente nel culo della sua segretaria.
Accasciato sulla sua schiena, si girò a guardare e vide che in quel momento Lucio stava sborrando nel culo della sua, a quattro zampe sul pavimento.
“Un giorno dovrò proporgli di fare cambio per una sera”, pensò Antonio. FINE