Era matura, una collega che aveva diversi anni più di me.
Eravamo entrambi in quell’aula giudiziale per attendere l’inizio del processo che ci vedeva contrapposti. Nessuno era arrivato e nessuno dava segno di arrivare! La situazione era strana: due difensori in un processo in attesa di inizio, che aspettano magari pensando ad altro.
L’ora si era fatta tarda ormai e l’avvocatessa mi si avvicinò chiedendomi se avevo ancora intenzione di attendere qualcuno che forse non sarebbe più venuto. In un primo momento non diedi troppo peso alla sua domanda, ma scrutando il suo sguardo intuii quello che aveva in mente. La seguii docilmente. Arrivammo presso l’ascensore che avrebbe dovuto portarci a piano terra. La cabina era spaziosa, di quelle utilizzate per lo spostamento dei carrelli. Lei era una splendida donna, che mi fece da subito cadere in trappola! Si chiuse alle spalle la porta spingendomi, poi, verso il fondo dell’ascensore; contemporaneamente schiacciò il pulsante che bloccava la cabina, chiudendoci dentro. Rabbiosa, estrasse velocemente il mio pene dai pantaloni ed iniziò a maneggiarlo. Si chinò e lo fece entrare tutto nella sua splendida, vorace e peccaminosa bocca.
Lo succhiò… sembrava volesse mangiarmelo! M’invitò poi a spogliarla, incitandomi ad iniziare l’opera. E l’opera iniziò, anche perchè mi aveva eccitato gli istinti all’inverosimile. L’ancorai ad uno spigolo, la sollevai sulle braccia dirigendo, poi, il mio arnese verso la sua fica spalancata ed ipnotica.
Lo spinsi dentro fino al limite, poi iniziai a stantuffarla a più non posso. La sentivo gemere di piacere e ciò mi rendeva ancor più animalesco. Dopo un po’ di questa robusta ginnastica la misi a quattro zampe, puntando al suo sedere sodo.
Posizionai la mia arma e spinsi. Ebbi una scossa pazzesca! La scopavo da dietro e tutto ciò mi arrapava ulteriormente, mi sentivo una specie di animale. Ci diedi dentro per un bel po’, poi ripassai alla fica… Quando fui vicino al limite volli perfezionare l’opera. Mi diressi alla bocca, schizzandole poi dappertutto sul viso.
Lei succhiò gli ultimi residui di forza del mio pene fino a rendermi esausto. Era stata una grande prova per noi.
Dovevamo ritornare alla realtà, ma l’avremmo fatto con più gusto consapevoli di poterci rincontrare di nuovo da qualche parte! FINE
