Quella sera fu il rombo di una moto di grossa cilindrata ad interrompere il suo sonno pomeridiano. Guardò l’orologio sul comodino, gli occhi appena socchiusi pronti a tornare a chiudersi per concedere una breve proroga al riposo; erano le 18. 38 e, soprattutto mancavano appena 52 minuti all’appuntamento di lavoro con l’Ing. Blasi. Di malavoglia Dario lasciò il letto caldo ed entrò nella doccia per rinfrescarsi e recuperare pienamente la forma fisica e mentale necessaria per trattare con l’ingegnere di lì a poco. Scelse dall’armadio un abito di foggia sportiva, pensando di poter dimostrare la propria personalità mostrandosi immune dalle convenzioni, gettò la cravatta sul letto con una smorfia di superiore indifferenza e, presa la ventiquattrore e le chiavi di casa, aprì l’uscio che erano già le 19. 10. Mentre stava per catapultarsi sulle scale, con la coda dell’occhio vide aprirsi la porta della vicina di casa ed uscirne un uomo. Esitò e per un attimo rischiò di inciampare e di compromettere il suo aspetto e forse anche l’appuntamento per lui così importante. Mentre scendeva, potè udire la voce di Stefania Corsini che salutava cordialmente l’uomo e, un attimo dopo la porta dell’ascensore che si chiudeva con il solito tonfo sordo. Durante il tragitto in auto non riusciva a togliersi dalla mente le domande che gli affollavano il cervello: chi era quell’uomo, e soprattutto, chi era davvero la sua vicina di casa? Fin da quando si era stabilita nell’appartamento di fronte al suo, Stefania Corsini era stata dapprima l’argomento piccante delle donne del palazzo, compresa sua moglie, e quindi un provocante mistero per lui stesso. Stefania, 35 anni, mora, occhi verdi, viveva sola con una figlia di 18 e si diceva fosse separata dal marito da molti anni. Non era una donna di straordinaria bellezza, almeno nel senso estetico comune, ma sprigionava una sensualità ed un fascino che erano comparabili solo alla sua estrema riservatezza; non si intratteneva mai con gli altri vicini e, passando, si limitava ad un sorriso sincero accompagnato da un saluto di circostanza. Sua figlia Daniela, al contrario, era la protagonista dei sogni inquieti e bagnati di tutti gli adolescenti del palazzo, e non solo; alta circa un metro e settantacinque centimetri, occhi e capelli castani, un seno sodo, due gambe snelle e tornite, mostrate con consapevole compiacimento, Daniela era tanto estroversa e travolgente quanto provocante nel suo abbigliamento. La loro casa era frequentata da uomini, giovani e meno giovani, sconosciuti agli inquilini del palazzo e si facevano commenti imbarazzati su come le due donne intrattenessero i loro ospiti. Lo stesso Dario, dapprima immune ai pettegolezzi, era stato colpito dal comportamento di Stefania e della figlia fino al punto di ritrovarsi spesso la sera a trattenersi sul terrazzo spiando le ombre muoversi dietro le tende illuminate della loro camera da letto. Quella sera l’incontro con l’Ing. Blasi fu un fallimento: con la mente altrove non riusci a convincerlo della bontà del suo progetto e si rassegnò al fatto che l’incarico per il lancio pubblicitario della nuova linea di elettrodomestici fosse assegnato ad un suo concorrente. Dario era un grafico pubblicitario e sapeva bene come il lavoro doveva conquistarselo giorno dopo giorno. Tornando a casa malediceva sé stesso e Stefania Corsini per l’insuccesso riportato. Allo stesso tempo, ciò gli fece tornare alla mente il pensiero delle due donne ed il turbamento che provava sempre più frequentemente. Dario era sposato con Laura, una hostess dell’Alitalia che era spesso assente a causa del suo lavoro. Il loro era un matrimonio felice ed entrambi si consideravano di larghe vedute; entrambi sapevano di non poter giurare sulla fedeltà dell’altro ma questo non pregiudicava il loro rapporto e, al contrario, era fonte di giocose ripicche che si concludevano con travolgenti amplessi. Dario, a 32 anni, non poteva dirsi alle prime armi con l’altro sesso sebbene serbasse il desiderio di cedere ad alcune perversioni di cui non aveva mai parlato alla moglie e che restavano padrone dei suoi sogni e dei suoi desideri inespressi. Erano le 22. 45 quando varcò la soglia del portone di casa sua. Giunto dinanzi all’ascensore si trovò davanti Daniela, come sempre bellissima e provocante in un cortissimo abito nero di ciniglia che lasciava scoperte le cosce, avvolte in un paio di calze nere velate, fino al ginocchio da dove partivano un paio di stivali con il tacco alto. Stavolta, a differenza del solito, aveva il viso imbronciato, il che a Dario sembrò accentuare il suo fascino.
“Ciao! Sembri del mio stesso umore stasera” dissi con un forzato sorriso.
“Ciao. Il mio ragazzo mi ha mollata dieci minuti fa e sono incazzata nera! ” rispose. Dario non riusciva a capire come si potesse mollare una fica di quella portata e concluse che i giovani erano fatti così.
“Cosa vuoi farci, non tutti sanno apprezzare la bellezza… ” buttai lì senza quasi rendermene conto. Negli occhi di Daniela si accese una luce, piccola ma visibile.
“Se a tua moglie non dispiace puoi venire a bere qualcosa a casa mia, così possiamo raccontarci le nostre sventure quotidiane” propose con un sorriso sincero.
“Laura starà fuori ancora due giorni” rispose Dario, “vengo volentieri, se non do disturbo a tua madre si intende! “.
“Mia madre tornerà tardi stasera, e poi a lei fa piacere avere compagnia in casa”. Dario pensò divertito che quest’ultimo particolare l’aveva notato e seguì la ragazza che apriva la porta di casa. Daniela si sfilò il cappottino mentre recandosi in cucina invitava Dario ad accomodarsi sul divano del salotto.
“Preparo qualcosa da bere. Va bene una crema di whisky? ” domandò.
“Se non è troppo gradirei un bel caffè” rispose lui con un pizzico di studiata ed eccessiva confidenza. Qualche minuto dopo si presentò con un vassoio in mano, un whisky ed un caffè. Dario restò di sasso: era praticamente nuda, con indosso un accappatoio indossato frettolosamente che si apriva sul petto lasciando intravedere la generosità del suo seno. Lei notò evidentemente subito l’imbarazzo e l’eccitazione di Dario. Quello che fece dopo mandò del tutto a farsi fottere le remore di Dario: sorrise maliziosamente, posò il vassoio sul tavolino, si girò e si avviò verso il corridoio lasciandosi cadere alle spalle l’accappatoio e restando completamente nuda. Superato il primo attimo di stordimento, Dario si alzò e la seguì. La vide entrare in bagno e quindi nella doccia. Non seppe resistere oltre. Spogliatosi in fretta e furia entrò a sua volta nella doccia con il sesso in superba erezione. L’acqua calda lavò via ogni residua inibizione e Dario strinse a se Daniela, la baciò con avidità e le sue mani esploraronoogni parte del giovane corpo della ragazza. Daniela gemette quando la sua mano raggiunse il pube e carezzò contemporaneamente con delicatezza e vigore la clitoride. Dario, gli occhi chiusi, non poteva vedere ma avvertiva con esattezza le vibrazioni di piacere e le contrazioni dei muscoli del corpo di Daniela.
“Sei fantastico… mmh… mi sono accorta come mi guardi quando mi incontri, ora… ooh! … ora puoi farmi quello che desideri… “. Daniela, facendo scorrere la mano sul petto di lui e più giù, si chinò e prese in bocca il suo cazzo ormai paonazzo per l’incredibile erezione che l’inattesa esperienza aveva provocato.
“Oh si, così mi fai impazzire… ” disse, mentre la ragazza lavorava abilmente con la bocca, succhiando con forza e alternando carezze irresistibili con la lingua e le labbra, soffermandosi con maestria sul turgido glande e sulle sensibilissime terminazioni nervose ai margini dello stesso. Egli non sapeva capacitarsi della piega inaspettata che aveva preso quella serata e del comportamento della ragazza, ma era letteralmente travolto dall’onda del piacere che aveva scatenato in lui le voglie più perverse, i desideri che mai aveva osato confidare alla moglie, la brama di esperienze sempre sognate e mai vissute. Così, sotto l’acqua, un fremito annunciò l’imminente orgasmo; Daniela avvertì la vibrazione ma non smise di giocare con la bocca finchè un abbondante fiotto di sperma non le investì il volto, lavato subito via dall’acqua scrosciante. Lei si rialzò e le loro bocche si unirono di nuovo, le lingue che frenetiche si cercavano, e Dario potè avvertire il sapore acre del suo liquido nella bocca di lei. Il getto d’acqua s’interruppe e Dario aprì gli occhi: davanti a lui c’era una ragazza di 18 anni che, sorridente e maliziosa, gli aveva fatto provare sensazioni quasi dimenticate, il fascino irresistibile del peccato, la liberazione dei sensi da ogni freno. Daniela uscì dalla doccia lasciandolo ancora inebetito. Superata la prima esitazione, uscì anch’egli e la cercò invano in camera da letto. Dov’era, si chiese, poi la luce accesa in cucina richiamò la sua attenzione. La trovò distesa sul tavolo di ciliegio, ancora nuda e a gambe divaricate, che si carezzava la fica con un cetriolo gigantesco mentre fissava Dario sull’uscio.
“Oh, cazzo! ” esclamò lui con un filo di voce, mentre Daniela si ficcò l’ortaggio nella fica gemendo. Dario le tolse la mano dal cetriolo e continuò a masturbarla. Daniela lo avvicinò a sé e prese di nuovo il cazzo tra le labbra carnose, provocandogli una nuova erezione.
“Scopami, ti prego! ” gemette la ragazza dopo aver sentito crescere nella sua bocca il desiderio di Dario. In un attimo il cetriolo lasciò il posto al suo cazzo e l’abbraccio caldo e bagnato della fica di Daniela gli fece di nuovo perdere il controllo. Prese allora a stantuffare con forza tenendola stretta sui fianchi, ed il cigolio del legno che oscillava aumentò ancora la sua eccitazione.
“Voglio il culo! ” quasi gridò, dimentico dell’ora tarda che comportava il rischio di farsi sentire dai vicini.
“Si! Oh, si! L’hai sempre desiderato, vero? ” rispose Daniela,
“Dai, l’ho sempre desiderato anch’io… “. Dario aveva già infilato il pollice nello stretto passaggio per favorire il rilassamento dei muscoli della ragazza. Puntò il glande contro il culo di Daniela mentre insisteva con la mano sulla clitoride, spinse con delicatezza fino ad entrare completamente godendo anche del piacere di lei, poi iniziò a muoversi, dapprima lentamente poi sempre più forte. Con sua moglie non aveva mai avuto rapporti anali, non glieli aveva mai chiesti, ed il culetto sodo della ragazza gli fece pensare che se doveva esserci una prima volta dopo tanti anni, quello era il massimo. Daniela seguiva il suo movimento e si masturbava con le dita mugolando di piacere. Era davvero irresistibile, al diavolo l’Ing. Blasi!!! Lei venne con un gridolino mentre i movimenti del bacino si facevano irregolari e frenetici. Dario sentiva montare il piacere nel ventre e per la seconda volta in pochi minuti stava per sborrare.
“Vienimi in bocca… ” disse lei in un fiato. Dario, ormai sull’orlo dell’orgasmo estrasse il cazzo e lo avvicinò al viso di Daniela che, rapidamente, lo prese in bocca proprio nel momento in cui lui stava venendo. Tenendo gli occhi fissi su Dario, quasi a volerne gustare fino in fondo il piacere, ingoiò il suo sperma con avidità. Alla fine sorrise e Dario notò che una goccia di sperma le colava al lato della bocca. Lei, quasi leggendogli negli occhi, si pulì con un dito e lo succhiò con compiacimento.
“Mmh, buono davvero… ” disse in un sospiro e la schiena di Dario fu attraversata da un ultimo brivido di piacere. Dario si rivestì con le poche forze che quella ragazza le aveva lasciato, mentre lei indossava un morbido pigiama rosa in evidente contrasto con la sua travolgente sensualità e perversione.
“Devo andare, si è fatto tardi. Grazie per la splendida serata… ci vediamo… ” disse lui recuperando il senso delle cose e gettando uno sguardo al Breil che aveva al polso. Lei lo salutò con un ultimo bacio sulle labbra e, senza parlare ma sorridendo maliziosamente, lo accompagnò alla porta e dopo un semplice
“Ciao, sei stato fantastico… ” la richiuse alle sue spalle. Dario estrasse le chiavi di casa dalla tasca del cappotto e faticò un poco a trovare il buco della serratura. La cosa lo divertì e sorridendo entrò in casa richiudendo la porta. Mentre era fermo con le spalle appoggiate all’uscio, assaporando ancora il piacere di un’esperienza tanto inattesa quanto sconvolgente, udì il rumore della porta dell’ascensore che si apriva e si girò per guardare dallo spioncino. Era Stefania, affascinante come sempre, che rincasava. Era passata da dodici minuti la mezzanotte. Quando stava per chiudere la porta di casa, ebbe la sensazione che Stefania lo fissasse per un attimo con un indefinibile sorriso, quasi sapesse che Dario la stava guardando. Non è possibile, si disse, la luce in casa è spenta. Non indugiò oltre in queste congetture ed il ricordo ancora fresco del sesso con Daniela ebbe il sopravvento. FINE