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La Vigilessa

Mi trovavo a Milano per un concorso ed ero ospitato a casa di mio zio.
C’era una festa rionale ed incuriositi io e mio zio eravamo andati a vedere le maschere.
Ad un certo punto mentre stavamo camminando, notammo un posto di blocco della polizia municipale e vidi mio zio avvicinarsi alla macchina: conosceva la vigilessa e me la presentò.
Rosaria, questo era il suo nome, era stupenda, bionda, occhi cerulei, una bellissima bocca con un rossetto rosso fiammante, altissima all’incirca 1. 80, aveva delle gambe lunghe ed affusolate, dei seni duri e prosperosi che sembrava volessero bucare la giacca, ed indossava il solito completo dei vigili (gonna, camicia, cravatta e giacca).
Non riuscivo a distoglierle gli occhi da dosso e penso che lei se ne accorse.
La salutammo e ce ne andammo.
Chiesi a mio zio se Rosaria fosse fidanzata, ma lui mi freddò dicendomi che era addirittura sposata e madre di due bambini; al ché pensai che sarebbe stata la protagonista di qualche mio sogno erotico.
Tuttavia, non riuscivo a distogliere il pensiero da lei, addirittura nel pomeriggio mi tirai una sega pensando a lei.
Il giorno dopo uscii, questa volta da solo, per andare a fare qualche compera.
All’improvviso mi sento chiamare e non posso credere ai miei occhi:
“è Rosaria”.
Mi fermo a salutarla ed incominciamo a discorrere del più e del meno. Lei mi dice che non ha molta fretta, tanto i bambini li ha lasciati alla baby-sitter e quindi la invito al bar.
Ci sediamo e lei mi fa le solite domande di routine, poi all’improvviso mi chiede se ho la ragazza ed io rispondo di sì, anche se in questo periodo c’è un po’ di burrasca tra di noi.
Ad un certo punto accavalla le gambe e noto che indossa un paio di mutandine di pizzo bianco e quasi svengo per l’eccitazione.
Il tempo vola, non ce ne accorgiamo e vista l’ora lei deve andare.
Pago il conto e la accompagno a prendere la macchina.
Lei pretende di accompagnarmi a casa, mentre stiamo in auto, lei mi fa:
“Hai impegni per stasera? “, alla mia risposta negativa, lei
“Stasera non posso uscire, mio ma rito è fuori per lavoro, la mia baby-sitter non c’è ed io mi annoio a restare in casa da sola.
Ti va di farmi compagnia?
Ti preparerò anche la cena”.
Non posso rifiutare una serata così allettante, la sua sola presenza mi inebria ed accetto la proposta.
Quando ci salutiamo mi dice di non dire dell’appuntamento allo zio.
La sera, mi ritrovo davanti alla sua porta con un mazzo di fiori.
Busso il campanello e dopo un po’ me la ritrovo sull’uscio più stupenda che mai ed indossa una tuta felpata e da come le ballonzolano i seni non indossa il reggiseno.
Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e togliendomi i fiori dalle mani ringraziandomi.
La cena è già pronta e ci accomodiamo a tavola uno di fronte all’altro ed io le chiedo dove siano i suoi figli e lei mi dice che sono passati i nonni e li hanno portati a casa loro.
Noto che nella cena lei ha abbondato con spezie ed aromi vari e già pregusto, forse soprattutto spero, in un finale a sorpresa.
Dopo la cena la aiuto a lavare i piatti e più di una volta, le struscio addosso la patta dura.
Ci accomodiamo sul divano, lei prima si sdraia appoggiando la testa sulle mie gambe, poi si rialza e mi chiede di farle un massaggio.
La incomincio a massaggiare, lei chiude gli occhi e geme, poi mentre sembra in estasi la massaggio sempre più giù fino ad incontrare il suo seno sodo e turgido.
A questo punto le infilo la mano sotto la felpa, le incomincio a titillare le aureole ed i capezzoli e lei sembra come ipnotizzata.
Quando sono in procinto di cacciare il mio uccello dalla patta, lei si rialza di scatto e, scura in viso, mi dice
“Vado a mettermi qualcosa di più comodo”.
Ormai pensando, di aver affrettato i tempi e di aver fatto una brutta figura, mi rassegno all’idea di dovermene andare, quando la vedo entrare; indossa la divisa di quando la incontrai la prima volta e mi dice:
“L’altra volta, ho notato come mi guardavi con la divisa, l’ho indossata per te, ma tu devi farmi godere come una porca”.
Mi avvicino a lei ed incomincio ad accarezzarla sulla divisa, le pastrugno il seno ed il culo alto e sodo, e ci baciamo molto profondamente, la sua lingua sembra un frullatore, mi lecca dappertutto, mi leva la cravatta e quasi mi soffoca. Io le sollevo la gonna e le abbasso le mutandine e le sfrego l’uccello in mezzo alle gambe senza penetrarla.
Lei si dimena e geme come indemoniata, continua a bacia
rmi ed a leccarmi su tutto il corpo(io sono ormai nudo).
Le tolgo la giacca, la cravatta, la gonna e la camicetta.
Anche lei ormai è nuda, è bellissima ha una pelle bianchissima, ha una grande fica con una peluria bionda, i seni sono più belli di quanto non avessi immaginato ed il culo è sensazionale.
La bacio e l’abbraccio appassionatamente e lei mi dice che non ha mai tradito il marito, ma dal primo giorno che mi ha visto ha desiderato farsi scopare da me.
Lei si inginocchia e incomincia a spompinarmi, non è molto esperta però è lei che è una bomba e dopo un po’ mi fa venire come un torrente in piena.
Lo sperma le impiastriccia i capelli, il viso, il seno. Io lo raccolgo con le dita e glielo offro da bere e lei per niente schifata se lo ingoia estasiata.
A questo punto è il suo turno e le infilo la testa tra le belle cosce e comincio a slinguazzarle la fica che è un mare caldo di umori.
Non mi fermo, lei geme ed urla fino ad avere un orgasmo travolgente che quasi mi intimorisce.
A questo punto ci rechiamo in camera da letto e con lei distesa sulla schiena, mentre mi fa una spagnola con i suoi seni enormi, la faccio lavorare anche di lingua e basta poco che il cazzo ritorni di nuovo alle sue dimensioni amatorie.
A questo punto la faccio posizionare alla pecorina e glielo infilo nella sua fica grondante e la stantuffo, come mai avevo fatto con un’altra donna, aggrappandomi ai suoi seni meravigliosi.
Lei come al solito geme e questa volta arriva all’orgasmo prima di me, un orgasmo ancor più travolgente di quello precedente.
A questo punto prende lei l’iniziativa, estrae dal cassetto un barattolo, penso, di vaselina, mi unge il pene e si lubrifica lo sfintere, poi mi fa adagiare sulla schiena e mi dice
“Non l’ho mai preso in culo e voglio essere io a guidare la musica”.
Pian, pianino si fa inculare dal mio uccello fin quando non le arriva dentro per metà, a questo punto io con un colpo secco e deciso glielo infilo tutto in culo senza che lei abbia il tempo di rendersene conto e giratala a faccia in giù la stantuffo senza pietà, mentre lei piange dal dolore.
Sto per fermarmi, quando lei incomincia a sditalinarsi ed a urlare
“Spaccami in due – Fottimi in culo, ti prego – Voglio che tu mi riempia di sborra il culo – Che cazzone, che hai !! “.
Ormai anche io alla frutta, non ce la faccio più a trattenermi e le sborro tutto in culo con lei che ha un sussulto quando sente il seme caldo riempirla.
Alla fine estasiati, ci mettiamo a dormire nudi ed abbracciati come due freschi sposi alla prima notte di nozze.
L’indomani mattina lei mi porta la colazione a letto, accompagnata da un lunghissimo ed appassionatissimo bacio.
Mi rivesto perché quella stessa mattina devo ritornare a Napoli, non prima però di aver fatto di nuovo l’amore con lei e di averle sborrato tutto il mio amore anche nella fica. FINE

About A luci rosse

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