Ho conosciuto Fulvia tramite Internet, rispondendo ad un’annuncio su un sito di quelli che forse anche molti di voi frequentano di tanto in tanto. Avevo risposto a molti annunci, più per curiosità che per reale interesse, e la stragrande maggioranza di essi si erano rivelati specchietti per le allodole.
Sino al giorno in cui Fulvia mi contattò, le poche risposte che avevo ricevuto si erano rivelate molto deludenti e così quella sera aprii la sua Email senza particolare interesse.
Dopo aver letto le prime righe, i miei sensi si risvegliarono, era interessante, ben scritta, decisamente eccitante. Fulvia si descriveva come una donna di circa quarant’anni, non particolarmente bella, ma nemmeno brutta, molto interessata al sesso ed alla ricerca di un uomo che sapesse dar corpo ai suoi desideri più nascosti.
Concludeva con una sua foto elettronica , per la verità molto casta e con l’invito a proseguire la nostra conoscenza con una nuova corrispondenza nella quale raccontarci liberamente i nostri ideali di uomo e di donna rispettivamente.
Finito di leggere, mi dedicai all’esame della foto, per altro di ottima qualità. Fulvia vi compariva interamente vestita, sembrava alta ed un poco magra, con belle gambe lunghe ed affusolate, seni un poco piccoli, un viso sottile e capelli rossicci tagliati molto corti.
Il viso senza essere bellissimo era decisamente piacevole con una bella bocca larga e sensuale che m’ispirò subito desideri lascivi. Le risposi d’istinto, accettando con entusiasmo la sua proposta ed incominciando subito a descriverle dettagliatamente che cosa avrei voluto fare con lei. Malgrado la mia fantasia volasse verso le cose più perverse ed eccitanti, mi mantenni calmo esprimendo solo i miei desideri più convenzionali per paura di spaventarla.
Un paio di giorni dopo ricevetti la risposta di Fulvia e dire che ne rimasi piacevolmente choccato è poco. Diceva di essere rimasta un poco delusa, e di sospettare che io mi fossi limitato per “Timidezza”, dava poi libero sfogo alle sue fantasie de iniziava a descrivermi come sognava di essere usata da me, come desiderava essere il mio giocattolo pronto a soddisfare ogni mio desiderio.
La nostra corrispondenza proseguì nelle settimane successive sempre più fitta e rovente e così scoprii la vera Fulvia, ossessionata dal pensiero di uno uomo forte e prepotente, marcatamente masochista e deliziosamente puttana.
Io pur non essendolo per natura per il gusto d’eccitarla, mi tramutai lentamente nel più rude e spietato dei maschi, in uno di quegli uomini che godono nel far soffrire le donne, soprattutto moralmente.
Per gioco le ordinai d’inviarmi nuove foto nelle quali lei fosse abbigliata con gli indumenti tipici del Bondage, o impegnata in solitarie masturbazioni con gli oggetti più impensati, e con mia grande sorpresa Fulvia prese ad obbedire ad ogni mio ordine inviandomi ogni volta le foto come prova della sua obbedienza.
I mesi passarono e la nostra eccitazione crebbe insieme al nostro affiatamento, le avevo imposto di rivolgersi a me chiamandomi “Padrone” ed un giorno lei implorò il suo padrone di concederle un’incontro. Voleva a tutti i costi essere mia, realizzare almeno una volta tutti i giochi perversi che le nostre fantasie avevano inventato nei lunghi mesi di corrispondenza.
Per qualche settimana io tentennai, era stata tutta una finzione, almeno da parte mia, e non mi sentivo in grado di mettere in pratica le nostre fantasie, ma Fulvia non si arrendeva e continuava ad insistere, così alla fine cedetti e lei m’invitò per un lungo week end a casa sua.
Abitava in Liguria ed organizzammo tutto, io mi presi un venerdì di ferie, e la raggiunsi un giovedì sera. Per tutto il viaggio fantasticai sul nostro incontro. Quando arrivai, tremavo dall’eccitazione. Lei abitava in una villetta isolata, sulle pendici della montagna, circondata da un bel giardino con molto verde e mi attendeva sulla porta.
Scesi dalla macchina, era buio lei mi accolse calorosamente e mi condusse in casa per la cena. Di persona era più eccitante che in foto, quando si avvicinò a me per servirmi il secondo, non resistetti alla tentazione di saggiarne le reazioni e le infilai una mano sotto la gonna, scorrendo lungo le lunghe e vellutate coscie sino ad incontrare le mutandine.
La sentii fremere al contatto, ma ritrassi bruscamente la mano ed assunsi un’aria dura e risoluta “Donna” le dissi “Tu sei la mia puttana personale, devi essere sempre pronta a soddisfare ogni mio desiderio, togliti immediatamente le mutandine ed il reggiseno” Sotto lo sferzare della mia voce, lei rabbrividì di piacere, poi abbassò lo sguardo sottomessa “Scusami padrone, non accadrà più” disse e subito si affrettò ad obbedire sfilandosi le mutandine ed il reggiseno.
Continuammo la cena come se nulla fosse accaduto, dopo cena però lei evidentemente si aspettava che io incominciassi a mettere in atto le fantasie delle nostre corrispondenze, ma io non mi sentivo pronto. Avevo si voglia di fare all’amore con lei, ma non me la sentivo di trattarla come le immaginava. Ad un tratto ebbi un lampo di genio, le presi fermamente la testa tra le mani e la fissai intensamente “Fulvia, pensaci bene, sei davvero pronta ad obbedire ad ogni mio comando, non importa cosa io ti chieda di fare ? ” le domandai con voce dura e il suo volto magicamente s’illuminò di un sorriso radioso “Certo mio padrone, tutto quello che vuoi senza limiti, sarò felice di soddisfare ogni tuo desiderio” io annuii poi mi alzai “Allora seguimi” le dissi
Uscimmo di casa e la feci salire in macchina e partimmo, lei era rigida per l’eccitazione ritornai in’autostrada, l’ora era tarda, era buio percorsi alcuni chilometri sino a che non vidi poco più avanti un camion posteggiato per la notte su di una piazzola, frenai ed accostai. Mi rivolsi a Fulvia che mi guardava con aria interrogativa.
“Adesso vedremo se le tue erano solo parole o meno” le dissi “Scendi e raggiungi quel camion, convinci il camionista a seguirti, lo porteremo a casa tua e tu soddisferai tutti i nostri desideri” le dissi con tono imperioso.
Per un attimo un lampo di smarrimento e panico passò negli occhi di Fulvia, ma improvvisamente fu sostituito dall’eccitazione. Aprì la porta e scese incamminandosi verso il camion illuminata dai fari dell’auto. La vidi bussare alla porta, poi discutere con il camionista per lunghi minuti e tornare sola e sconsolata verso l’auto “Non è colpa mia padrone, te lo giuro, quell’uomo non ha voluto io… ” disse con voce tremante “Zitta buona a nulla” le dissi duro e ripartii. Ripetemmo il gioco altre due volte, prima di trovare un camionista che accettasse la proposta.
Quando lei e l’uomo, un tipo basso e piuttosto tarchiato, ritornarono io intimai ad entrambi di salire dietro e riparti per fare ritorno a casa di Fulvia.
L’uomo era un poco impacciato e me ne accorsi guardando allo specchietto. “Mentre viaggiamo puoi baciarla ed accarezzarla come vuoi” gli dissi “Fulvia, mostragli i seni e la ficca” le ordinai e lei remissiva si slacciò la camicetta e si sollevò la corta gonna.
Guidando dovetti più volte riscuotermi concentrandomi sulla guida anziché sbirciare con la coda dell’occhio le mosse dell’uomo che palpava e baciava ogni millimetro della pelle di Fulvia. Finalmente arrivammo a casa e lei ci condusse dentro. “La camera da letto” ordinai e lei ci guidò. “Spogliati e mettiti sul letto” le ordinai trattenendo l’uomo, insieme la guardammo spogliarsi timidamente davanti a noi e gettarsi sul letto “Raggiungila” dissi liberando il camionista.
L’uomo si precipitò verso il letto spogliandosi freneticamente “Stenditi sul letto e Fulvia te lo succhierà a dovere” dissi e lui obbedì, lei mi guardò con sguardo eccitato, poi si chinò ad imboccare il cazzo già eccitato dell’uomo iniziando a succhiarlo, mentre le mani di lui iniziavano ad accarezzarla ovunque.
Mi avvicinai e percepii l’odore forte dell’uomo che da giorni viveva su di un camion, osservai Fulvia e notai le piccole smorfie ed il suo tentativo di respirare lontano dal camionista. La mia mano si appoggiò sulla sua testa e spinsi facendole affondare profondamente il cazzo in gola.
Mi fermai solo quando il suo naso si venne trovare a pochi millimetri dal pube dell’uomo, la trattenni costringendola ad inalare l’odore penetrante di quel pube mal lavato. Inaspettatamente vidi la mano di Fulvia che si portava tra le sue coscie incominciando ad accarezzarsi freneticamente , e mi accorsi che lei godeva di quel trattamento. La rivelazione fece crescere la mia eccitazione.
L’afferrai per i capelli e la costrinsi a sollevare la testa, il cazzo scivolò lentamente fuori dalla sua bocca, “Scendi a succhiargli le palle, e poi giù a leccargli il culo” le intimai e la vidi nuovamente fremere, chiudere gli occhi ed obbedire. Quando la sua lingua s’infilò tra le chiappe pelose del camionista andando a lambire l’ano l’uomo non si trattenne “Amico, parola mia non ho mai trovato una vacca così, sei fortunato” disse “Ti piace il mio culo bella troiona, è sufficientemente saporito, vediamo se lo preferisci così” disse poi ridacchiando e pochi istanti dopo emise un rumoroso e puzzolente peto proprio in faccia a Fulvia.
Lei non si sottrasse, ma continuò a leccare anche con maggior decisone e riconobbi nei fremiti del suo corpo i segni inconfondibili dell’orgasmo che la travolgeva. L’afferrai nuovamente per i corti capelli e la trascinai a scivolare sul corpo grasso del camionista “Adesso fatti scopare” le dissi e lei allungò una mano guidando il pene dell’uomo nella vagina madida d’umori.
Lui affondò in lei con un gemito e prese a stantufare in lei con foga, gettandosi avidamente con la bocca sui piccoli seni di Fulvia, baciandoli e succhiandoli avidamente “Cazzo amico, sentissi com’è bagnata la troia” disse l’uomo con un ruggito. L’uomo era troppo eccitato e mi accorsi che stava per venire “Non venirle dentro, vieni sulla sua faccia” gli intimai e l’uomo non si fece pregare, la rovesciò sul letto e staccatosi da lei prese a masturbarsi freneticamente davanti al suo volto insultandola oscenamente sino a che non se ne venne imbrattandole completamente il viso di sperma.
“Adesso tu rilassati un poco, Fulvia ritornerà tra un poco, così avrai tempo di ricaricarti” dissi all’uomo, feci cenno a Fulvia di seguirmi “Il bagno, dov’è ? ” le domandai e lei me lo indicò, ve la portai e data una rapida occhiata al locale, la fece accovacciare nella vasca “Sei tutta imbrattata, devo darti una lavata” le dissi con un sogghigno, mentre mi slacciavo i pantaloni.
Lei riconobbe la più oscena delle nostre fantasie telematiche, e mi sorrise grata, io estrassi il cazzo semi eccitato e lo diressi verso il suo volto. Mi ci volle non poco sforzo, ma alla fine un potente zampillo d’urina sgorgò dal glande andando a stamparsi sul suo volto, colando sul suo petto, lavandola completamente.
Non avevo ancora completamente finito che già il mio cazzo premeva sulle sue labbra, lei le dischiuse e prese a succhiarmi con una furia e ben presto il mio cazzo si erse completamente eccitato, la feci sollevare ed uscire dalla vasca. La spinsi ad appoggiarsi al vicino lavandino, piegata a novanta gradi con il delizioso culetto ben in vista.
Con decisione le affondai il cazzo nella vagina madida d’umori, e vi stantufai a lungo e profondamente lubrificandolo, poi all’improvviso lo estrassi appuntandoglielo al culo. Riflessa nelle specchio vidi la sua smorfia di dolore, la vidi mordersi le labbra per non urlare, poi la resistenza fu vinta ed io le affondai nell’intestino, afferrandola per i fianchi e prendendo ad incularla con foga selvaggia. Io ero eccitatissimo e non impiegai molto a venire, ma Fulvia venne ancor prima di me il suo orgasmo stava ormai scemando, ma quando i primi copiosi schizzi iniziarono a riempirle il culo, riprese forza facendola gemere ed accasciare semidistrutta, mentre io ancora stantufavo in lei.
Per tutta la notte io ed il camionista continuammo a scoparla ed umiliarla in tutti i modi possibili e Fulvia continuò a goderne immensamente. Solo verso l’alba la lasciai per riportare l’uomo al suo camion e quando ritornai lei dormiva profondamente. Anch’io mi misi a dormire dal momento che il week end era appena iniziato…… FINE