In una calda giornata d’estate mentre sorseggi dalla bottiglia d’acqua vorrei poter essere una goccia, scappata nell’istante in cui sorseggi, scivolando via ed intraprendendo un viaggio verso l’ignoto, che parte dalle tue carnose labbra attraversando le tue guance che sembrano un deserti, per poi giungere sul tuo collo dove la velocità della mia spedizione, giunge ai limiti dell’impossibile.
Potrei così scorgere i tuoi seni che mi offrono di più: i tuo capezzoli, inturgiditi dal mio rapido cammino sul tuo collo.
Ma il fantastico viaggio non è non è ancor finito quando, all’orizzonte, scopro che per me, forse, è la fine!
Scorgo un buco che potrebbe far finire la mia disperata corsa.
Ma la tua dolce danza al ritmo di una musica dolce mi fà oltrepassare lo strapiombo quel piccolo buco che ci mantiene in vita per i primi nove mesi della nostra esistenza.
Così la mia interminabile spedizione continua ma non per vie facili come speravo:
lontano scorgo una fitta foresta, e nel frattempo, pensando a quali insidie potrei trovare il mio olfatto prova un odore forte, pungente ma piacevole.
Il profumo della tua rosa mi ha frastornato, e mentre cerco di riprendere i sensi, mi accorgo di essere in mezzo al tuo morbido e dolce pube.
Mi lascio accarezzare dai tuoi lisci e bruni peli mi lascio cullare dal movimento seguito alla tua sublime danza.
Ma ora riprendo i mie sensi e capisco che il piacevole viaggio non potrà ormai durare più a lungo.
Però in un batter d’occhio mi ritrovo su di una collina, anzi un monte: il monte di Venere.
Costantemente accarezzato dalla tua morbida pelle, penso ormai al peggio; ma la danza ti ha stancato e ti sdrai sul lettino per continuare a fare ciò che prima eri intenta: lasciarti accarezzare dal dolce calor del sole.
Io pero lentamente mi avvicino ad un’insenatura; ma vi è un ostacolo che non posso superare, se non fosse dovuto all’aiuto delle tue dita.
Eccitata da non so cosa con l’indice ed il medio allarghi le labbra della tua carnosa vagina, mostrandomi in tutto lo splendore il tuo liscio clitoride quasi sapendo del mio arrivo.
Scivolo cosi velocemente e dolcemente eccitandoti più di ogni cosa al mondo.
Ora però, ho capito che il mio cammino è giunto alla fine e dovrò morire.
Ora penso solo agl’istanti più belli della mia vita.
Quando penso ad una morte dolce, ecco che il mio angelo custode si avvicina e mi dice:
“La tua è stata una vita assai dura e sarai giudicato nel bene! “.
Ormai è finita.
Ed ecco che quello che mi disse si avvera.
Nessuna morte e miglior dell’incontro per me, Goccia, che col tuo dolce liquido espulso dopo un frenetico orgasmo. FINE