La storia che vi voglio raccontare è successa circa due mesi fa.
È la storia mia e della mia ragazza, Laura e delle nostre esperienze sessuali.
Laura ed Io ci siamo conosciuti in un campeggio quest’estate ed a quel tempo, non avremmo mai pensato che saremmo arrivati a questo punto.
Ci presentò un amico comune:
“Lei è Laura, lui è Michele. ”
Mi è subito piaciuta: quello che mi ha colpito maggiormente di lei è il suo splendido corpo: bionda, un viso stupendo, due tette da capogiro ed un culetto tondo e sodo.
Nei giorni di campeggio che ci restavano da trascorrere insieme, siamo stati molto insieme, noi tre, ma tra me e lei c’era un rapporto di semplice amicizia, secondo lei, ma io ero veramente cotto e non vedevo l’ora di… approfondire la conoscenza.
Una sera (questo l’ho saputo dopo), io ero andato a comprare delle cartoline e Laura e Marco, il nostro amico erano in spiaggia.
•Ti sei accorta che ti sbava dietro da quando vi ho presentati ?
•Sì, ma non vorrei rovinare tutto con una mossa sbagliata…
•Ma và, scommetto che lui ci starebbe subito, è talmente cotto!
•Vedremo…
Quella sera era stata organizzata una festa, tra noi giovani del campeggio: luci e musica a pallettone: un casino che bastava mezzo!
A me non piace molto ballare e così ero lì, in disparte, appoggiato alla consolle di Marco, che si era improvvisato DJ e stavo parlando, anzi urlando, con lui del più e del meno, quando… è arrivata lei: top blu, che conteneva a stento tutto quel ben di Dio ed una minigonna da urlo, lunga al massimo 15 centimetri!!!
Sono rimasto paralizzato!
Non riuscivo a parlare, nemmeno quando lei mi ha chiesto:
“Come sto? ”
Ho mormorato uno stentato
“BBBe.. ne”, non riuscivo a dirle di più.
Mi convinse a ballare, mi scatenai come non ho mai fatto, per fare bella figura, e ci riuscii!
Ad un certo punto chiesi a Marco di mettere su un lento, perché “questa è la mia sera, amico!! ”
La invitai a ballare, si strinse a me io la abbracciai, cominciammo a ballare..
Non sentivo più la musica, non vedevo nulla: c’era solo lei: potevo sentire le sue tette sode che premevano sul mio petto, mentre lì sotto cominciavo a sentire il mio uccello che si allungava.
Chissà cosa avrebbe detto, se lo avesse sentito!!
Chissà che figura!!! In quel momento finì la musica ed io, agitato come non mai, mi precipitai fuori, per calmarmi un attimo.
Corsi fino alla spiaggia e lì mi buttai sulla sabbia.
Ero lì da un po’ che guardavo le stelle, quando sentii dei passi: era lei!!
Forse si era accorta del mio cazzone che le premeva ..
Feci finta di non accorgermi del suo arrivo e lei si fermò lì, vicino a me.
•Come mai sei uscito?
•Eh, non avevo più voglia di ballare…
•Neanche io, c’è troppo casino!
Si stese vicino a me, allungando la mano avrei potuto toccare la sua, ma non ce la facevo: le mie mani pesavano quintali, non potevo spostarle.
Ad un certo punto lei mi disse:
•Senti, mi sento molto stupida a dire certe cose, ma da quando ci siamo conosciuti, non ho fatto altro che pensare a te..
•Veramente… anch’io… ti sogno, ti guardo…
•Anch’io ti sogno, e nel sogno ti faccio di tutto, tutto quello che ti farei nella realtà…
•Perché, cosa mi faresti?
•Non saprei proprio da dove cominciare… Mi butterei addosso a te, mi struscerei sul tuo corpo, poi mi abbasserei, e…
Cominciava ad ansimare. Io avevo gli occhi chiusi, perché non avrei sopportato la luce per la grande gioia!!
La più gnocca del campeggio che viene dietro a me!!
Aprii gli occhi, e vidi… che si stava accarezzando tra le gambe, e sentii alcuni gemiti…
Eravamo sulla spiaggia, tutti erano alla festa, nessuno ci avrebbe visti: potevo agire indisturbato.
Ma per ovvie ragioni, ci spostammo in una zona della spiaggia che era riparata dagli scogli, per stare tranquilli. Per fortuna, la sabbia lì lasciava posto ai sassolini… ci sdraiammo
Allungai la mano, che si posò sulla sua, quella che era intenta a massaggiarsi…
Misi la mano sotto la sua minigonna… non portava mutandine!!!
Cominciai ad accarezzarla per bene, e lei accompagnava i miei movimenti con gridolini di piacere.
Ad un certo punto mi stancai di far andare la mano, mi abbassai con la testa all’altezza della sua passera e cominciai a leccare con avidità.
Lei si contorceva negli spasimi dell’orgasmo e nel momento culminante fui inondato del suo succo…
•Adesso voglio farti godere io – disse Laura con voce molto sensuale.
Cominciò a spogliarmi, molto lentamente, il che aumentava la mia eccitazione.
Non ci impiegò tanto, perché indossavo solo i boxer da spiaggia e una maglietta.
Quando fui completamente nudo, lei si fermò e con un “Ohhh” di stupore disse:
•Ma che bell’arnese che hai… Me lo presti un pochino?
•Volentieri, usalo come e quanto ti pare!!
Non se lo fece ripetere due volte: si accovacciò e se lo mise in bocca!
Succhiava deliziosamente, la sua bocca era come una ventosa che circondava il mio uccello e che mi faceva godere un mondo!!!
Sentivo che si avvicinava l’orgasmo e si vede che se ne era accorta anche lei, perché lasciò uscire il mio cazzo, appena in tempo per farsi sprizzare in faccia la mia sbora.
Allora cominciò a leccarsi, per raccogliere quello che non le era finito in gola.
Poi, quando ebbe finito, mi disse:
•Non dirmi che sei già stanco? ! Io voglio ancora sesso!!!
•Non preoccuparti – le dissi io – basta che tu dica la parolina magica, e lui ritornerà un palo come prima!
•E qual è la parolina? , mi chiese con voce sensuale.
•Trovala tu…
•È forse: scopami?
•Indovinato
In quel momento il mio cazzo ricominciò ad ingrossarsi, e quando fu grosso abbastanza, lei lo prese ancora in bocca, per farlo diventare più scivoloso.
Non ci sarebbe stato bisogno di questa operazione, perché, mentre lei armeggiava, io le accarezzavo la fichetta, che era già bagnatissima.
Allora lei si alzò (io ero già steso sulla schiena) e tenendomi l’uccello, piegò le ginocchia ed io la impalai!
Sentivo il mio cazzo scivolare piacevolmente nel suo utero…
Una sensazione indescrivibile, molto meglio delle mie passate esperienze…
Aveva la figa come una ventosa: mi succhiava, mi massaggiava, come la sua bocca!
Intanto le avevo tolto il top, che mi aveva fatto immaginare il suo contenuto, e non restai deluso: non portava reggiseno né costume, e mi apparvero così due tette magnifiche.
Non erano grandissime, ma della misura giusta, a “coppa di champagne”, sode e ben fatte.
Cominciai ad accarezzargliele, a palparle, a leccarle, e intanto lei cominciava a mugolare sempre più forte, finché non si inarcò nel piacere dell’orgasmo. In quel momento eiaculai anch’io.
Di nuovo mi ripulì del mio seme, come aveva fatto prima con la sua faccia, e questa visione mi eccitava a tal punto, che ero già in tiro!!
•Ma sei uno stallone! , mi disse Laura
No, sei tu che mi piaci un sacco e mi ecciti di più!
•Allora dimmi: cosa vuoi fare adesso?
•Ma, non saprei, vedi tu… , le dissi con fare malizioso.
Ci allacciammo in un 69 che non finiva più, bevvi tutto il suo succo, le pulii la figa perfettamente, ma continuamente lei era preda di orgasmi e dovevo ricominciare.
Introducevo le dita, prima uno, poi due, poi tre, poi uscivo, le massaggiavo il clitoride, le grandi labbra, finché arrivai al buco del culo.
Dovevo farlo!!!
La presi di sorpresa, poiché era affaccendata attorno alle mie palle, all’asta, al glande, tutta contenta.
La alzai di peso, la feci piegare, appoggiandosi con le mani agli scogli, e le misi il mio cazzo sul buco…
•Non farmi male – mi disse supplicando – sii dolce.
•Non preoccuparti, goderai un mondo e non sentirai nessun dolore.
Comincia a spingere, con delicatezza, ma sentii subito la porcona che accompagnava i miei movimenti con spinte all’indietro, verso di me.
Allora cominciai a spingere più forte e la penetrai.
Cominciai a scoparla nel culo, e nello stesso momento le massaggiavo le tette, la figa, i fianchi.
Anche lei non era inerte: continuando a gemere, si accarezzava le tette, la passera, poi arrivava fino alle mie palle, le stringeva, ci giocava… e mi faceva godere sempre di più!
Sentivo che stavo per venire, quando mi accorsi che anche il suo respiro si era fatto più corto: allora aumentai il ritmo e venni nel suo culetto sodo. In quel momento raggiunse anche lei l’orgasmo.
Ci stendemmo sulla spiaggia, mano nella mano, e ci addormentammo. Mi svegliai dopo un paio di ore: lei dormiva ancora.
La guardai: non mi sembrava vero di essermela scopata!!
Era ormai quasi giunta la mattina, e non era il caso di farci beccare lì in quelle condizioni: allora mi abbassai sulla sua passerina e cominciai a leccargliela per svegliarla.
Si svegliò gemendo e mi inondò la faccia col suo succo, che bevvi fino all’ultima goccia.
Si alzò, si vestì, la presi per mano e la condussi nel mio bungalow, dove continuammo quello che avevamo lasciato in sospeso sulla spiaggia.
Quel giorno non mi hanno visto in spiaggia… FINE