Da un luogo di delizie, amica Sonia,
nudo sotto un olivo ti scrivo.
Le ragazzine passano scuotendo
le punte dei capezzoli
sulle tonde mammelle – e i fianchi
non disturbati dall’interruzione
di stoffa di mutande
lasciano piena tutta l’armonia
fresca di forme. Che meraviglia!
In tanti modi mi eccita una donna:
con geometrie di reggicalze
s’incornicia la vulva nella stanza
sott’ombra, o nel mattino
si liscia i seni davanti allo specchio,
o libera un’asola in più
alla blusa in ufficio o allontana
ginocchio da ginocchio quando sta
seduta su un gradino: tutto vale
quando è segnale: dal breve sorriso
nascosto a labbra chiuse nello sguardo
del forse, fino al chiaro di due dita
che frugano altre labbra fra le cosce
già sparse sull’alcova nei minuti
che apparecchiano il coito.
In tanti modi mi eccita una donna.
Però questa ninfale verità
di adolescenti nude fra la spiaggia
assolata e il rifugio del bosco
è qualcosa di più: è la sorpresa
di un rifarsi di vita. Sono belle
queste ragazze!
Dura un istante: poi c’è la matura
età che non capisco – e poi la morte.
Pure, questo giardino di delizie
ha uguale eternità, amica Sonia,
che quello pensile di Babilonia,
le piramidi o le altre baggianate
che stupiscono l’uomo:
o tutto passa in nulla
o tutto misteriosamente resta. FINE