Un bacetto imprevisto sulla fica
tenera d’una giovane biondina
tutta spumosa, fa sempre piacere.
Anche se avviene dentro un teatrino
sexy a buon prezzo, un tardo pomeriggio
di pioggia, fra impiegati e pensionati.
Lei, mentre fa il suo show, mi punta il dito
e mi chiama alla scena. Mi presceglie
dal mio posto riposto in terza fila.
Forse perché ci siamo già scambiati
dei bei sorrisi, una certa allegria,
così, come a vedersi in strada o in treno.
Si siede su di me, si fa abbracciare,
lei tutta nuda e io tutto vestito:
è strano, ma è teatro, con applausi.
Poi s’accovaccia con un ritmo gaio
sulla mia faccia, mi sfiora, s’increspa
il solco rosa in un fresco viticcio.
Sembra anche lì un sorriso, è tutta viva,
umida quanto basta, e ha buon odore:
ci stampo un bacio abbastanza entusiasta.
Labbro a diverso labbro, ed è di gioia
la scintilla che scocca, è tutta nostra
per un minuto la combinazione.
E dice: “Grazie”. “Grazie a te”: ritorno
nella platea. Lei apre in panorama
le cosce ai riflettori nel finale.
Si fanno quattro spettacoli al giorno,
prende ogni giorno quattro baci in fica
da quattro sconosciuti, la ragazza.
E molto d’altro prende, certo. Eppure
di ciò che prende non m’importa nulla:
ho in bocca un buon sapore di fanciulla.
Un bacetto volante nel vigore
soffice d’una giovane ragazza
felice di danzare, fa piacere. FINE