Ci guardammo per ore e ore, ridemmo delle nostre gaffes, parlammo ascoltandoci, tacemmo capendoci.
Uscimmo, ci baciammo, ci toccammo, ci odorammo inebriandoci delle nostre stesse anime vitali.
Ci salutammo, convinti di rivederci ma senza avere mai scambiato una parola.
In quelle poche fuggevoli ore provammo cosa è l’amore, l’erotismo di uno sguardo, l’oscenità di una carezza, il lento alternarsi di gesti che per gli astanti significavano nulla ma per noi erano una tempesta di segnali erotici, di confessioni mute.
Ci rivediamo adesso, dopo anni, con la saggezza delle persone mature maturata nelle nostre coscienze, ma con la segreta voglia di continuare a giocare come allora, con gli sguardi, con i corpi, come se in noi, alla vista dell’altro, scattasse una sorta di relai impulsivo che ci fa estraniare dal mondo circostante.
Amore, che bello sarebbe se fossimo nuovamente li adesso, invece che in questo posto dove il tempo si è fermato e la vita non arriva.
Amore che bello sarebbe se fossimo ancora “materia”, oltre che anima.
Che bello sarebbe se il nostro corpo potesse ancora una volta ospitare le nostre vite. FINE