L’uno aveva scosso la vita dell’altra come per isvellerla dalle infine radici. Spasimando avevano sentito l’acutezza dei denti nei loro baci crudeli.
– Ti amo.
– Tu mi turbi. A un tratto la furia mi prende….
– è come un odio…
– No, no, non dire!
– Tu mi scrolli e mi schianti come se tu volessi finirmi…
– Tu m’accechi. Non so più nulla.
– Che ti turba? Che vedi tu in me?
– Non so, non so che sia.
– Io lo so.
– Non ti tormentare! Ti amo. Questo é l’amore…
– Che mi condanna. Bisogna ch’io ne muoia. Dammi ancora il nome che tu mi davi!
– Sei mia; ti posseggo; non ti perderò.
– Mi perderai.
– Ma perchè? Non comprendo. Che demenza è la tua? Il mio desiderio ti offende? Ma tu, non mi desideri tu forse? Non sei presa dalla stessa furia di possedermi e d’esser posseduta? I tuoi denti battevano, prima che io ti toccassi…
Insofferente, egli la bruciava… FINE