Mi chiamo Giorgio ed ho quasi 40 anni, mi piacciono le donne, in particolare quelle tutte femmina, non so se rendo l’idea, quelle meravigliose dee che trasudano sesso da ogni poro, siano esse bellissime o solo normali.
Nella mia vita, ne ho conosciute parecchie, ed ho sempre dato loro una caccia spietata, ma sempre senza farmi stregare da loro. La mia è sempre stata una malattia passeggera, curabile semplicemente raggiungendo l’obiettivo finale di una sana e liberatoria scopata.
Tutta la mia vita è sinora stata basata su questo, ma ora le mie fondamenta sono crollate, dal giorno in cui ho conosciuto Babet. E` accaduto un mese fa, in discoteca. Ero uscito con amici, e la serata era finita in una delle tante discoteche, che durante la settimana per tener alti gli incassi, offrono spettacolini più o meno erotici.
La serata stava concludendosi stancamente, ed io osservavo distrattamente la desolante sfilata di ragazzine insipide che si susseguivano sul palco mostrando i loro corpi senza nascondere il ben che minimo dettaglio, mimando amplessi impossibili qualcuna, più disperata delle altre infilandosi falli mostruosi in ogni possibile apertura.
I ragazzi andavano in visibilio, ma io facevo fatica ad eccitarmi e stavo meditando di lasciare la compagnia ed tornarmene a casa a dormire.
Tutto però cambiò rapidamente quando in scena entrò lei, la splendida Babet. Non so divirvi che cosa mi abbia colpito di più quando il mio sguardo cadde su di lei. Forse il suo corpo statuario, scolpito nell’ebano, forse le sue movenze feline e la grazia naturale con la quale ballava, francamente non so, so solo che all’improvviso mi ritrovai a fissarla eccitato.
Non ero l’unico, dal momento che le urla e gli schiamazzi volgari che poco prima avevano dominato la scena, scemarono quasi immediatamente, per lasciare il posto ad un silenzio carico di tensione rotto solo dalla musica sferzante che accompagnava l’esibizione di Babet.
Il mio sguardo accarezzava quel corpo nero ed ammaliante, sfiorava le sue labbra carnose, i suoi seni floridi e marmorei, scendeva ad accarezzare l’elastica e scattane curva delle natiche, e più giù lungo le lunghe ed affusolate cosce.
In confronto alle ragazze che l’avevano preceduta il suo numero fu da educanda, danzò a lungo nuda sul palco, ma senza ricorrere a pose e gesti osceni, non ne aveva bisogno, il suo corpo emanava tutta la sensualità di cui vi era bisogno ed alla fine il suo fu lo spettacolo più applaudito.
Ma alla fine del numero, io ero stato ormai inesorabilmente stregato, non volevo che gli amici se ne accorgessero e quella sera feci l’indifferente, ma la sera dopo tornai alla discoteca, e feci fuoco e fiamme per riuscire a vederla ed a parlarle.
Naturalmente ci riuscii, oliando a dovere le dovute porte, e l’ebbi al mio tavolo per un drink subito dopo il suo numero, cercai d’ammaliarla con il mio fascino, senza grande successo. Lei era gentile, intrigante, ma rifiutava sistematicamente la mia corte. Ero ormai disperato, senza più risorse, quando lei, mi salutò dicendomi che era stanca e doveva andare a dormire.
Si alzò e inaspettatamente si chinò verso di me per baciarmi su di una guancia. Il suo profumo m’assalì, il mio sguardo si perse nel nero profondo della sua scollatura, e quasi in trance la sentii sussurrare nel mio orecchio “Non ho accettato di venire a cena con te, ma se è scopare che vuoi, è un’altro discorso questo è il mio indirizzo, raggiungimi tra una mezz’ora” e mi lasciò cadere in mano un bigliettino, stando attenta a non farsi notare.
Furono i più lunghi trenta minuti della mia vita quelli che mi separarono dal momento in cui bussai alla sua porta. Lei mi aprì quasi subito ed era stupenda, indossava una vestaglia di seta di un giallo oro tenue, non abbagliante, che contrastava perfettamente con la sua nerissima pelle. Mi fece entrare e mi baciò subito selvaggiamente, le sue labbra carnose e morbide, la sua lingua forte e penetrante mi regalarono un travolgente brivido di piacere.
Mi condusse in camera da letto e mi baciò nuovamente mentre le sue mani iniziavano febbrilmente a spogliarmi, cercai di fare altrettanto, ma lei mi fermò, la lasciai fare e lei continuò sino a che non mi ritrovai di fronte a lei nudo ed eccitato, la sua mano mi accarezzò delicatamente il cazzo, poi mi condusse sul letto e mi fece stendere.
Si allontanò di un passo e con grazia aprì la vestaglia, indossava un completo dello steso colore, con una sottoveste cortissima, che a stento conteneva i suoi meravigliosi seni con una stoffa sottile e trasparente che mi lasciava intravvedere i grossi capezzoli già leggermente induriti.
Lei mise della musica ed iniziò a danzare per me, che presi a masturbarmi mentre la fissavo, le continuò, usando le sue mani per muovere la sottoveste in modo da mostrami in rapidi e fugaci visioni il suo stupendo corpo, il roseo balenare della sua vagina, il nero vello pubico. Era esperta, e sapeva quanto protrarre la deliziosa tortura senza sconfinare nell’insopportabilità.
Ad un tratto si sfilò la sottoveste, mostrandosi orgogliosamente nuda e si mosse verso di me con fare felino, si gettò sul letto avventandosi su di me ed in particolare sul mio cazzo, che scomparve completamente e con facilità nella sua grande bocca. La sua testa per qualche istante si mosse con foga e le sue labbra correvano veloci lungo la mia asta con n ritmico saliscendi, mentre la lingua lavorava instancabile.
Poi si staccò e con altrettanta voracità mi risucchiò le palle in bocca, giocandovi a lungo mentre la mano mi masturbava con energia. Poi all’improvviso mi abbandonò all’apice dell’eccitazione e risalì lungo il mio corpo, mi baciò e poi porse alla mia bocca i suoi fantastici seni.
Sino a quel momento ero stato un giocattolo nelle sue mani, mi ripresi e inizia a dimostrarle quanto valessi come amante. Mentre la mia bocca lavorava sui suoi seni, le mie mani vagavano sul suo corpo, apprezzandone la pelle vellutata, le curve armoniose, la marmorea consistenza nelle belle e giunoniche natiche.
Si spinsero tra le sue cosce, trovarono il clitoride nella folta selva pubica, lo solleticarono abilmente e lei rispose bagnandosi copiosamente. Le mie dita la penetrarono per pochi istanti poi ripresero a giocare con il clitoride e poi nuovamente scivolarono in lei in un gioco ossessivamente ripetuto.
Poi la rovesciai sul letto ed affondai il volto sul suo ventre ed inizia a leccarla e baciarla voracemente, non ero mai stato con una negra, e la sua vagina mi affascinava, con quel suo roseo candore che risaltava con il nero profondo della pelle circostante. Leccavo, baciavo, assaporavo il suo profumo che mi riempiva d’eccitazione, succhiavo il clitoride straordinariamente grande e gonfio. “Il cazzo, dammi il cazzo” gemette lei e io le fui sopra affondando la mia spada di carne nella sua umida fessura.
Sprofondai in lei con facilità ed inizia a stantufare veloce e potente mentre la mia bocca si gettava avida sui suoi seni. Le sue mani mi accarezzavano le natiche, mi attiravano a lei facendomi affondare ancor più profondamente nel suo mentre. Le cosce muscolose, si avvolsero intorno alla mia vita e lei prese ad assecondare con il suo bacino i miei movimenti, trattenendomi ad ogni affondo, strusciando il suo pube contro il mio.
Con forza inaspettata, mi fece roteare sul letto e mi ritrovai steso con lei sopra, bellissima e selvaggia intenta a danzare selvaggiamente sul mio cazzo. Si era sollevata, ed io potevo ammirarla mentre si accarezzava i grossi seni, e si sfregava freneticamente il clitoride. Il mio bianchissimo cazzo spuntava e scompariva tra le sue meravigliose cosce oscenamente aperte.
Ormai non ero più in grado di resistere a lungo, e cercai di accelerare il ritmo, muovendo freneticamente il pube, lei si arrestò, lasciandomi fare, ed i miei colpi la scuotevano facendo sobbalzare le grosse tette. Poi all’improvviso, si staccò e felina si gettò sul mio cazzo affondandoselo in gola. Io continuai ad agitarmi facendo scorrere il cazzo tra quelle morbide labbra sino a che non venni scaricando tutto il piacere a lungo trattenuto e riversando un fiume di sperma nella sua bocca. Lei bevve golosa senza lasciarsene sfuggire neanche una goccia.
Ma non mi fece riposare nemmeno un attimo e continuò a succhiare avidamente, aiutandosi con la mano che mi masturbava con energia per impedirmi di ammosciarmi. Ruotò lentamente su se stessa, portando il suo giunonico culo davanti alla mia faccia. Presi ad accarezzarlo, a palpare le sodissime natiche, le mie mani le divaricarono e lei prese ad agitarsi e davanti ai miei occhi vidi l’elastico sfintere pulsare voglioso.
M’inumidii un dito e saggiai le sue reazioni affondandoglielo nel culo. Lei gemette e si affondò ancor più profondamente il mio cazzo in gola. Il suo culo era elastico ed accogliente e non ebbe difficoltà a ricevere anche il secondo dito che le spinsi dentro.
Ormai ero nuovamente eccitato e riuscivo a pensare solo a quello stupendo culo. Lei mi lesse nel pensiero e smise di succhiarmi, appoggiandosi oscenamente al letto con il petto appoggiato sul lenzuolo ed il culo ben sollevato “Porco, lo so cosa vuoi, cosa aspetti ad incularmi” mi disse ed io non mi feci pregare e con frenesia le appuntai il cazzo allo sfintere e vi affondai senza fatica.
La morbida ma energica stretta dei suo muscoli avvolse il mio cazzo, mentre io la inculavo con foga, sbattendo rumorosamente contro le chiappe d’ebano, lei contraeva e rilassava lo sfintere, massaggiandomi il cazzo come nessuna aveva mai fatto. Io osservavo estasiato il ritmico scorrere del mio arnese tra quelle meravigliose chiappe, poi lei si sollevò e le sue tettone presero ad ondeggiare elastiche nell’aria sotto i mie colpi.
Mi stesi sulla sua schiena e presi a baciarla sul collo mentre le mie mani palpavano le tette con frenesia, strizzandole energicamente i grossi capezzoli. Durai pochi minuti, e me ne venni nuovamente scaricandole nell’intestino un nuovo carico di sperma per poi accasciarmi sul letto esausto.
Rimanemmo distesi ed abbracciati sul letto, lei mi lodò ed incensò, stimolando il mio orgoglio di maschio “Vorrei poter chiavare con te tutti i giorni, sei fantastico” mi disse, poi mentre io mi gongolavo aggiunse “Ma sai io devo essere realista, se voglio restare in Italia e non essere costretta a tornare nel mio paese, debbo assolutamente trovare
qualcuno che si preoccupi di me, che mi dia una sicurezza, il lavoro al night ora c’è, ma domani? ”
Ormai ero talmente stregato da lei che non la lasciai continuare, le feci subito un grosso assegno e da quel giorno per lei sto facendo follie……. FINE