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La lettura del gas

Il suono della sveglia interruppe il suo sonno; Giorgia si stiracchiò, chiuse la suoneria e rimase a pensare.
Ripensò alla sera prima; lei e Luigi avevano fatto l’amore e, come al solito da un paio di mesi a questa parte, nel momento del massimo eccitamento, lui aveva cominciato a dirle frasi del tipo “Allora, troia, ti piacerebbe avere un altro cazzo da trastullare? ” “Pensa se ti sfondassimo in due, non sarebbe eccezionale? ” e via di questo passo.
Doveva ammettere che, dal giorno del loro matrimonio, dieci anni prima, quando lei aveva 25 anni e lui tre di più, quella nuova situazione aveva portato maggiore eccitazione nel loro menage; si eccitava sempre tanto e “sentiva” che anche Luigi era più coinvolto.
Comunque tutto era rimasto circoscritto ai momenti scoperecci.

Da qualche tempo, tuttavia, quella che poteva essere una remota possibilità, stava prendendo una forma più precisa nella sua testa.
“E se lo facessimo davvero? ” si scoprì a pensare “Dopotutto non saremmo i primi né gli ultimi che si mettono in una situazione del genere” e mentre pensava così la sua passera cominciava ad inumidirsi.
Però doveva capire se Luigi sarebbe stato veramente d’accordo o se, invece, quello che diceva in quei momenti era soltanto dettato dal grado di eccitazione raggiunto.

Decise di alzarsi; era sabato per cui potevano fare le cose con calma; andò in cucina e cominciò a preparare la colazione; dopo un quarto d’ora il marito fece il suo ingresso salutandola
“Ciao tesoro, tutto bene? ”
“Sì” rispose Giorgia ancora assorta nei suoi pensieri.
Luigi sentì che c’era qualcosa di strano nella risposta della moglie
“Giorgia, qualcosa non va? ”
Lei si voltò verso di lui e gli disse
“Sediamoci un momento”
Una volta seduti Giorgia decise per l’attacco diretto senza mezzi termini ed incominciò
“Ti è piaciuto ieri sera? ”
“Altrochè, tesoro, specialmente il pompino finale con ingoio; e a te? ”
“Anche a me, amore” fece una pausa e proseguì “e sicuramente ricorderai le cose che ci siamo detti mentre scopavamo”
“Assolutamente sì; ma ti riferisci a qualcosa in particolare? ” domandò Luigi.
“Mi riferisco a quando parli di farlo in tre, coinvolgendo un altro” disse Giorgia d’un fiato.
“E allora? ” s’informò lui con aria sorniona.
Giorgia pensò di capire che forse voleva metterla alla prova per cui decise di muoversi con cautela rimbalzandogli la palla
“Parlavi sul serio? ”
In due mesi era la prima volta che scoprivano le carte su quell’argomento; Luigi soppesò attentamente la domanda e, prima di rispondere, le prese le mani tra le sue baciandogliele
“Penso che ogni tanto un po’ di trasgressione ci voglia in una coppia matura e affiatata; questa potrebbe essere un’opportunità”.
“E questo significa che in un’altra occasione il terzo elemento potrebbe essere una donna? ” chiese Giorgia
“O anche più di una…” sorrise lui sfiorandole la bocca con le labbra.

“Hai capito il puttaniere” pensò Giorgia, sentendosi un po’ puttana anche lei visto che si era bagnata nella fica mentre parlavano della cosa.
“Va bene, Gigi; vada per un trio” e subito aggiunse “però faremo come voglio io; o così o non se ne fa niente. Sei d’accordo? ”
A Luigi non parve vero di aver raggiunto l’intento che si era prefisso per cui aderì senza riserve alla proposta.
Da quel momento Giorgia cominciò a pensare a chi poteva essere il prescelto; non era facile trovarlo; escluse subito persone conosciute perché si sarebbe risaputo subito per cui non rimaneva che uno sconosciuto, ma chi?

Il fato venne in suo aiuto.
Una sera, tornando dal lavoro, trovò un biglietto appiccicato sul vetro del portone del palazzo; c’era scritto che due giorni dopo, nella mattinata, sarebbe passato un incaricato a rilevare i dati del contatore del gas per conto della società fornitrice; Giorgia pensò che quella poteva essere l’occasione giusta per mettere in pratica il trio che avevano progettato.
La sera ne parlò con Luigi
“Allora cosa ne pensi? ” gli chiese.
“Per me va bene, se riuscirai a convincerlo…”
“Per questo non ti preoccupare; piuttosto, dovrai nasconderti nell’armadio in camera da letto e uscirne solo quando ti farò cenno”
“Perché questo? ” s’informò Luigi
“Non vorrai cominciare subito in tre; prima me lo spupazzerò un po’ io e nel frattempo, nell’armadio, potrai farti tutte le seghe che vuoi…” rispose Giorgia con un sorriso.

La mattina fatidica (entrambi avevano preso un giorno di ferie dal lavoro), Giorgia si alzò per tempo; fece una rapida doccia e, ancora in accappatoio, si diresse in cucina. Luigi era già lì ed aveva preparato un’abbondante colazione per entrambi.
“Ciao, come va? ” esordì lui “Nervosa? ”
“Un po’, e tu? ” fece lei di rimando
“Non più di tanto; vuoi fargli usare il preservativo? ”
“No” rispose Giorgia dopo averci pensato un po’ “L’importante è che tu segua le mie indicazioni”
“Ok”.

Finita la colazione, mentre Luigi andava in bagno, Giorgia passò in camera per vestirsi; in effetti doveva mettersi poca roba, giusto per sedurre lo sconosciuto che tra poco avrebbe bussato alla loro porta; optò per delle calze nere molto velate con annesso reggicalze; non mise le mutandine ma indossò un reggiseno a balconcino che esaltava la sua quarta misura; sopra a tutto mise una vestaglietta che arrivava a metà coscia.
Quando Luigi la vide emise un lungo fischio e tentò di abbrancarla ma lei gli sfuggì
“Aha, non è il momento, Gigi” ribadì lei rifugiandosi in cucina.

Alle 9 erano pronti; Luigi aveva creato un spazio nell’armadio in camera ed era pronto a nascondervisi; Giorgia seduta sul divano in salotto dava nervosamente un’occhiata ad una rivista e, ogni tanto, si toccava la passera che era costantemente bagnata.
Alle dieci suonò il campanello facendo trasalire entrambi; Luigi si fiondò nell’armadio mentre Giorgia andava ad aprire.
Si trovò davanti un ragazzo di trent’anni circa non molto alto ma piuttosto muscoloso a giudicare da quello che fuoriusciva dalla maglietta indossata in quella calda giornata di luglio.
“Salve” esordì il ragazzo senza mostrare apparentemente sorpresa per il succinto abbigliamento di Giorgia “devo verificare i dati del contatore del gas, questo è il mio distintivo” “Venga avanti” disse lei ammiccando con un leggero sorriso e lo condusse sul terrazzo dove erano posizionati il contatore e la caldaia.

Dal suo nascondiglio Luigi non poteva vedere niente; sentiva giusto le voci soffocate da altri rumori. I minuti passavano e nulla accadeva; ad un certo punto, non sentendo più niente, decise di lasciare il suo nascondiglio e si diresse con passo felpato verso il salone.
La porta della stanza era accostata; aprì uno spiraglio e ci mise un occhio; Giorgia, senza la vestaglia, era in ginocchio davanti al ragazzo del gas che era seduto sul divano e, ad occhi chiusi, si stava beando del goloso pompino che la donna gli stava facendo; Luigi poteva sentire distintamente i risucchi che la bocca di Giorgia provocavano sul pene dell’uomo.
“Che troia” pensò Luigi “certo non deve esserle stato difficile convincerlo”
Mentre Giorgia continuava a spompinare il ragazzo, Luigi dovette tirarsi fuori il cazzo che si era ben gonfiato negli slip e cominciare a menarselo; gli bastarono pochi movimenti per sborrare sul pavimento dell’ingresso.

Il pompino andava avanti da alcuni minuti quando Giorgia aumentò il ritmo delle pompate e il ragazzo si decise a venirle in bocca; la donna bevve tutto quanto ripulendo ben bene l’uccello che aveva ciucciato fino a quel momento. Senza toglierlo dalla bocca attese che il ragazzo si rilassasse e ricominciò a succhiare; in poco tempo il cazzo ritornò vispo e arzillo; a questo punto si rialzò, lo prese in mano e rivolgendosi al ragazzo disse “Vieni Giacomo, andiamo di là”.
Luigi si precipitò nel suo nascondiglio; mentre Giorgia passava nell’ingresso notò le inequivocabili macchie lasciate dal marito sul pavimento e un sorriso le si dipinse sul volto; arrivati in camera si sdraiò sul letto e inumidito sapientemente un dito se lo cominciò a passare sulla fica; Giacomo si levò maglietta, pantaloni e mutande e si avvicinò con la bocca alla passera di Giorgia sostituendo la sua lingua al dito di lei; la leccava per benino insistendo sul clitoride che, come un piccolo cazzo, emergeva prepotente dalla fica di Giorgia.

Luigi, nell’armadio, vedeva bene la scena e, di nuovo, si stava massaggiando l’uccello; Giorgia mostrava di gradire le leccate di Giacomo con frequenti mugolii e gridolini; ad un certo punto, il ragazzo si rialzò e, puntato il cazzo sulla fica della donna, cominciò ad affondare in lei che con le gambe bene aperte lo incitava a sfondarla; una volta tutto dentro, Giacomo cominciò un lento andirivieni che lo portava ad uscire quasi del tutto e a riaffondare completamente in Giorgia fino a farle sbattere le palle sulla fica. Luigi stava ormai per riesplodere; la moglie era in estasi per le pompate del ragazzo che non disdegnava di ciucciarle le tette dopo aver sollevato il reggiseno.
Giorgia ormai non capiva più niente; sentiva montare l’orgasmo fin dal profondo del suo essere mentre assecondava le spinte di Giacomo quando finalmente, urlando, venne inarcando la schiena per aderire meglio al suo amante; nello stesso momento, Luigi, nell’armadio, non resse oltre e anche lui venne sborrando copiosi getti di sperma.

Giorgia si riscosse dal languore del suo orgasmo e ordinò a Giacomo, che ancora non era venuto, di sdraiarsi a sua volta; lei gli montò sopra dandogli le spalle e s’impalò sul suo cazzo a smorzacandela cominciando a fare un po’ di su e giù; nel frattempo guardava lo spiraglio dell’armadio dal quale il marito stava seguendo la scena e questa consapevolezza la faceva bagnare sempre di più; Luigi dal canto suo aveva di nuovo l’uccello in tiro e aveva ripreso a massaggiarselo.

Dopo un po’ Giorgia si levò il cazzo di Giacomo dalla fica e, spostandosi in avanti, se lo puntò al buco del culo; rilassando i muscoli dello sfintere e approfittando dell’abbondanza di liquidi che c’era da quelle parti, cominciò ad abbassarsi su quella nerchia, lentamente, assaporando quel palo che la riempiva; ci mise un po’ ma alla fine l’aveva tutto dentro; fatto questo si mise, anche qui, a fare su e giù dapprima piano, poi con sempre maggior intensità.

Ad un certo punto fece un cenno a Luigi che uscì dall’armadio e salì sul letto; Giacomo, che era sotto Giorgia, sentì un’altra presenza e preso dal panico tentò di togliersi da quella posizione ma la donna lo rassicurò.
“Stai tranquillo, Giacomo, continua così, è mio marito e siamo d’accordo”
Giorgia con le mani si aprì la passera.
“Infilamelo, Gigi” ordinò al marito che non se lo fece ripetere due volte e penetrò in Giorgia.

Ora erano in due dentro Giorgia; dovevano coordinare i movimenti per andare a tempo e dopo qualche impasse riuscirono a trovare un buon affiatamento.
Mentre i due maschi la pompavano, Giorgia era quasi in estasi per le sensazioni che le davano quei due cazzi che la riempivano completamente; si scoprì a pensare che se ne avesse avuti altri non si sarebbe tirata indietro e questo pensiero l’accompagnò mentre nella sua testa e nella sua fica esplodeva uno squassante orgasmo che le fece urlare un prolungato “Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì…”.

Anche Luigi era al limite e decise di venire dentro Giorgia mentre la baciava sulla bocca; a quel punto anche Giacomo non resse più e si svuotò nelle viscere di Giorgia urlando anche lui. Poi si sfilarono dalla donna e tutti e tre si accasciarono sul letto.

Giacomo non era ancora sicuro che tutto fosse a posto per cui si alzò, s’infilò rapidamente i vestiti e si avviò alla porta prima che succedesse qualcosa di spiacevole dopo quella splendida cavalcata; Giorgia e Luigi sentirono la porta d’ingresso che si chiudeva.

Mentre Giorgia raccoglieva con le dita la sborra che le colava dalla fica e dal culo e se la portava alla bocca, il marito le chiese
“Come l’hai convinto? ”
“Beh, non è stato difficile. Quando eravamo sul terrazzo, si è dovuto accovacciare per leggere il contatore, così ho lasciato che dalla vestaglia non completamente chiusa s’intravvedesse il mio pelo e il reggicalze all’altezza del suo viso; quando si è rialzato aveva già un bel pacco gonfio; rientrati in cucina ho fatto finta che mi fosse caduta una cosa e mi sono piegata a novanta gradi facendogli vedere per bene culo e fica.
A quel punto ho sentito che mi si appoggiava dietro, così mi sono rialzata e ci siamo baciati; gli ho detto di stare tranquillo, che potevamo spassarcela per un po’ visto che ero sola in casa e siamo finiti sul divano del salone dove tu ci hai trovato, segaiolo…” e gli strizzò l’occhio.
“Ok, troietta; però la prossima volta il gioco lo condurrò io” sentenziò Luigi.
“Vedremo…” disse Giorgia mentre si alzava dal letto per andare in bagno “…vedremo…”. FINE

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