Sono una donna di 35 anni “felicemente” sposata ad un mio coetaneo. Dico “felicemente” anche se da un anno a questa parte la mia vita sessuale è purtroppo rovinosamente precipitata ad un livello che non avrei mai sognato di raggiungere. Nel narrare il perchè di questo userò nomi di fantasia dal momento che mio marito è assolutamente all’ignaro di tutto quanto sto per narrare.
Circa un anno fa, come dicevo, la mia vita ha subìto una drastica svolta per quanto riguarda la sfera sessuale. Fino ad allora avevo avuto rapporti soltanto con mio marito Paolo. Noi due ci eravamo conosciuti al Liceo e nonostante avessi all’epoca numerosi corteggiatori (chi mi conosce mi giudica non bellissima ma molto attraente) non avevo all’epoca occhi che per quello che giudicavo allora il ragazzo più carino che avessi mai conosciuto (tuttora Paolo è considerato da tutte le mie amiche un bellissimo uomo: alto 1, 78 occhi verdi su di un viso dai tratti perfetti e fisico assolutamente proporzionato). Non esitai nemmeno un momento, quindi, quando egli mi invitò ad uscire con lui e fu la stessa sera (di ben 19 anni fa) che ci fidanzammo. Da allora il mio amore per Paolo non è mai calato di intensità; tutto quanto avevo mai immaginato si potesse ottenere dal sesso pensavo di avere ottenuto dai rapporti con mio marito. Paolo non mi ha mai costretto a subire nessuna pratica sessuale e devo confessare che è riuscito solo con molta pazienza, dopo diversi anni ad avere un rapporto orale. Nonostante, infatti non sia per principio contraria ad averne, provavo purtroppo una fortissima repulsione al contatto del pene con la mia bocca tanto da provocarmi forti conati di vomito. All’inizio mi sforzavo molto nel tentativo di vincere questa mia repulsione, ma ogni volta che ci tentavo era la stessa storia. Per una sorta di autopunizione, poi, proibivo anche a Paolo di leccarmela nonostante impazzissi soltanto all’idea. Fu poi lui a convincermi a non insistere ed ad accettare perlomeno che lo facesse lui e volta dopo volta sono riuscita a non provare più disgusto ed a praticare anche il sesso orale piú frequentemente. Dopo di allora ogni volta che facevamo sesso era per me qualcosa di veramente stupendo: ero ancora un po’ inibita a prenderlo in bocca ma lo accettavo come un atto d’amore nei suoi confronti e quindi non mi pesava più. Paolo era (ed è tuttora) dolcissimo nell’atto sessuale e mi faceva sentire talmente grata nei suoi confronti che una volta, in occasione del suo compleanno, decisi di avere un rapporto anale solo per fargli piacere. Pochi giorni prima, infatti, Paolo aveva affittato una videocassetta del film di Tinto Brass “Così fan tutte” e rimasi veramente molto sorpresa nel vedere che le scene di sesso anale lo avevano eccitato a tal punto che dovette di corsa cambiarsi gli slip perché esageratamente bagnati. Così, prendendo spunto dal film, gli feci trovare sul comodino una bottiglina di olio di vaselina ed indossai un perizoma talmente ridotto che non ci fu bisogno di toglierlo. Devo dire che se le premesse erano buone lo svolgimento fu disastroso. Se infatti tutta la preparazione aveva eccitato anche me (devo confessare di essere anche in parte venuta quando Paolo iniziò col leccarmi golosamente l’ano per poi massaggiarmelo dolcemente con le dita unte) appena mi penetrò sentii un dolore talmente lancinante che piansi dal dolore. Paolo ne rimase anch’egli turbato e da allora non abbiamo più provato a farlo. Tutto quanto da me finora detto sulla nostra vita sessuale spero abbia reso l’idea che anche non essendo essa particolarmente “pepata” era assolutamente appagante e divertente.
Poi, un maledetto giorno, Paolo mi telefona dall’ufficio e mi chiede di portargli la mia macchina dal momento che la sua era andata in panne ed era necessario che lui andasse a fare un giro dei suoi clienti . Presi allora la mia utilitaria e lo raggiunsi. Arrivata al suo ufficio, Paolo era ad aspettarmi all’ingresso in compagnia di un uomo al quale inizialmente non prestai assolutamente attenzione. Scesa dalla macchina, Paolo mi salutò e voltandosi verso quella persona ci presentò. Il signor Giovanni (lo chiameremo così) era la personificazione di tutto ciò che una donna può trovare detestabile in un uomo. Pochi capelli unti e disordinati su di un viso dai tratti molto marcati, occhi piccoli, sguardo da perfetto mandrillo, sorriso mellifluo che scopriva denti giallastri ed irregolari, statura medio-bassa con pancia non eccessiva ma comunque visibile, abbigliamento trasandato aspetto globale di scarsa pulizia. Rimasi perciò veramente senza parole quando Paolo mi disse che il signor Giovanni (suo cliente) si era offerto di riaccompagnarmi a casa dal momento che la sua non meglio precisata ditta era ad un passo dalla nostra abitazione. A malincuore dovetti accettare (la zona era pessimamente servita dai mezzi pubblici ed un “no grazie, chiamo un taxi! ” sarebbe stato estremamente scortese) e salutato Paolo mi diressi verso l’auto del sig. Giovanni. Entrati in macchina non potei fare a meno di sentire il forte odore di sudore che emanava quell’uomo. “Di male in peggio! ” osservai tra me e me: non bastava la vista sgradevole, mi sarebbe toccata anche la puzza. Devo dire però che quello stesso odore di sudore che tanto mi aveva disturbata all’inizio stava piano piano avendo uno strano effetto eccitante su di me. Non rendendomi conto iniziai a volgere lo sguardo, che fino ad allora avevo tenuto ostinatamente avanti, verso le sue mani poggiate sul volante. In effetti, se è vero che Madre Natura qualcosa di buono ce lo regala sempre, al sig. Giovanni aveva fornito se non altro delle mani forti ed estremamente virili. Non potei fare a meno di notare che anche l’avambraccio era ben costruito con muscoli ben delineati ed una ordinata peluria nera che compensava la non proprio fluente capigliatura. Evidentemente il sig. Giovanni dovette notare qualcosa, perché proprio in quel momento egli si rivolse a me dicendomi:
– Sa, era una occasione che proprio non potevo lasciarmi sfuggire!
– … Mi scusi, ma… cosa.. ?
– Quella di conoscerla! … Dicevo: non potevo lasciarmi scappare l’occasione di conoscerla. Sa, tra i clienti di suo marito girava voce che Lei fosse una gran bella…… signora!
Se voleva essere un complimento quella pausa rese il tutto estremamente volgare. Feci per lasciar cadere la conversazione ma dopo un po’ il tizio riprese:
– Guardi che una donna come Lei non dovrebbe offendersi se qualcuno le fa un complimento. Vede, un uomo non può non notare la sua bellezza e lo stesso uomo dopo non può far finta che niente sia successo… Guardi non pensi che mi riferisca a d un uomo in particolare, perfino un “signorino” come il suo maritino farebbe così non pensa?
Se ero disposta ad ignorare le farneticanti idee di quell’essere i termini “signorino” e “maritino” riferiti a Paolo mi fecero imbestialire.
– Mi dispiace contraddirla ma è mia ferma opinione che non tutti gli uomini siano ad un livello basso come il suo ed il mio “maritino”, come lo chiama lei, ne è un esempio!
– Ehi, calma! Non volevo mica offendere! Io volevo semplicemente dire che una gran bella… donna come lei ha bisogno, anche se non se ne rende conto, anche se forse non lo ammetterà mai, di un vero uomo vicino che la faccia… insomma mi sono spiegato?
Quasi non potevo credere alle mie orecchie: un uomo che conoscevo da non più di 10minuti, per di piú un cliente di mio marito, stava per farmi delle sgraziate avances sessuali?
– Senta, basta adesso! Mi faccia scendere immediatamente!
E quello come se nemmeno avessi parlato:
– Sa, signora molto spesso una donna può rimanere sorpresa da quanto gli uomini possano essere diversi, non solo psicologicamente, mi spiego?
No, proprio, mi rifiutavo di capire quanto stavo sentendo.
– … Intendo… una donna conosce il suo uomo e pensa che tutti gli altri siano uguali, due orecchie un naso, due braccia. Oddio, sí! Le braccia le abbiamo tutti ma non tutti le hanno della stessa … lunghezza… mi spiego?
Ero talmente scioccata che non risposi e lui dovette intendere il mio atteggiamento come un invito a proseguire per cui senza staccare al mano destra dal volante portò la sinistra alla patta dei pantaloni e dopo avere abbassato la cerniera tirò fuori il pene. La situazione era assolutamente assurda ma confesso che non riuscii a non guardare e ciò che vidi mi sbalordì. Come ho già detto avevo sempre e soltanto fatto sesso solo con mio marito e devo riconoscere che mai mi era passato per la testa che potessero esistere peni di quella dimensione. Lo spessore non era eccessivamente più ampio di quello di Paolo ma la lunghezza… Mio Dio, era quasi il doppio di quello di mio marito in erezione, e considerato che quella mostruosità era ancora flaccida immaginai che potesse raggiungere i 30cm. Tranquillamente! Ero talmente ipnotizzata su quella visione che quasi avevo dimenticato che fosse attaccato a quell’essere, il quale riprese:
– Non abbia timore, guardi pure! Anzi se vuole, poco più avanti c’è una traversa assolutamente isolata.
Ormai ero completamente in trance e non risposi, cosi dopo poco imboccò la stradina e si fermò. Il pene oramai si stava erigendo anche se rimaneva all’apparenza ancora morbido e, confesso che mi venne l’acquolina in bocca, cosa della quale fui assolutamente sorpresa.
– Su signora, non abbia timore!
E detto questo mi passò la mano sulla nuca ed energicamente mi piegò verso quel paletto di carne. Arrivata a pochi centimetri dal glande sentii un forte odore non proprio piacevole (le iniziali opinioni sulla scarsa pulizia non erano sbagliate) ed ebbi un forte senso di disgusto, così feci per ritrarmi ma la presa dell’uomo diventò più energica e mi costrinse a riabbassare la testa. Come mi era già successo appena entrata in macchina, quella che pochi istanti prima mi era sembrata una puzza nauseabonda si tramutò in un odore talmente eccitante che fui contenta che il pene non era ancora duro quando spalancai le labbra ricevendone il glande per provare il piacere di sentirlo crescere in bocca. In quel momento avrei voluto che il tempo si fermasse tanto godei nel ricevere quel forte sapore selvatico nella mia bocca e mi eccitai talmente tanto che il solo sentire che quella eccezionale appendice aveva raggiunto il suo grado di massima erezione addirittura alzandomi al testa fin quasi al petto dell’uomo, che venni più volte consecutivamente ed i miei spasmi fecero eruttare al quel mostruoso cazzo un fiume di calda sborra che tentai senza successo di ingoiare tutto.
Volevo sentirmi in colpa per quello che avevo appena fatto. Mio marito aveva penato tanto per riuscire ad ottenere un pompino ed uno sconosciuto mi aveva fatto godere solo a leccarglielo. Ero ancora tremante per l’intenso piacere ed avevo lo sperma di quell’uomo (quello che non ero riuscita ad ingoiare) sulle labbra, tra i capelli e sul collo. All’improvviso provai un imbarazzo che dovette essere evidente perché il sig. Giovanni aggiunse:
– E brava la signora, fa prima la sostenuta, poi mi basta solo tirare fuori il cazzo per farla precipitare ad ingoiarlo e, cosa più bella, alla fine arrossisce!
Avrei voluto protestare, prenderlo a schiaffi, urlargli il mio disprezzo, ma mi rendevo conto che era tutto semplicemente vero, cosi rimasi zitta!
Il sig. Giovanni allora prese di tasca una banconota da 50. 000 lire ci scrisse su qualcosa e me la gettò in grembo aggiungendo:
– Non la sto pagando come una puttana, le sto lasciando il mio numero di cellulare perché so già che lei mi cercherà. Lo tenga in borsa e suo marito non si insospettirà vedendo un numero su di una banconota.
In realtà mi sentivo molto peggio di una puttana, provavo pena per me stessa e per mio marito, ma raccolsi la banconota!
Dopo aver raggiunto la mia abitazione non feci altro che pensare a ciò che era successo e confesso di essermi eccitata più volte nuovamente. Quando poi la stessa sera Paolo mi richiamò dicendomi che avrebbe dovuto restare fuori fino all’indomani mattina non potei fare a meno di pensare alla banconota nella mia borsa. Dopo innumerevoli tentennamenti presi coraggio e chiamai il sig. Giovanni, il quale nonostante quanto avesse con sicurezza affermato in macchina, si dimostrò non poco sorpreso nel sentirmi (soprattutto così presto), poi mi disse che mi avrebbe raggiunta a casa. A queste parole provai del vero e proprio panico (i vicini avrebbero visto o capito qualcosa? Paolo sarebbe inaspettatamente rientrato? ) ma Giovanni non mi diede il tempo di protestare e riabbassò. Dopo una mezz’ora suonò il citofono ed aprii senza rispondere nel terrore che qualche vicino si trovasse nei paraggi.
Al suo bussare alla porta ebbi l’impulso di non aprire ma ormai ero troppo eccitata ed ero andata troppo avanti nel gioco per ritirarmi! Fui semplicemente terrorizzata quando insieme al sig. Giovanni vidi entrare in casa un altro uomo. Al mio impallidire Giovanni proruppe in una risata e disse:
– Hai visto? Sembra proprio una santarellina. Ed è proprio questo che crede suo marito, ma devi vederla come succhia!
Poi si rivolse a me e disse:
– Non temere non l’avrei portato se non fosse stato alla tua altezza!
Senza altri preamboli i due uomini si abbassarono le cerniere dei pantaloni e mostrarono i loro membri. Quello di Giovanni sembrava ancora più grosso di prima, interamente flaccido. Quello dello sconosciuto era invece già duro e lucido di liquido dall’eccitazione.
– Dai, inginocchiati, non farlo più aspettare! Questo quasi veniva già nell’ascensore!
Che troia ero diventata! Non aspettai nemmeno un attimo per piegarmi con la bocca a pochi centimetri di distanza da quel nuovo “ospite”. Lo circondai con le dita della mia mano destra e mi fermai un’attimo a guardarlo. Non era molto grosso se riferito allo standard di Giovanni ma era duro come una pietra e pensai che avrebbe vinto il primo premio in una gara di bellezza per cazzi. Mi sorpresi ad immaginarmi giudice di una tale gara e mi eccitai al tipo di prove che avrebbero dovuto esserci in un tale concorso! Avvicinai la lingua alla cappella e subito sentii il gusto salato del liquido trasparente che la ricopriva: allora roteai la lingua attorno ingoiando avidamente quei succhi mentre tendevo il braccio sinistro a cercare il cazzo di Giovanni. Se Paolo mi avesse vista! Anni di tentativi per farmi fare un paio di calate di testa a volta ed ora ero inginocchiata davanti a due estranei alternando avidamente succhiate, morsi, slinguate ai loro due cazzi. Addirittura pregai che non arrivassero subito e mi dessero il tempo di soddisfare quella che ormai era una vera e proprio smania golosa! Ne sentivo il profumo, ne assaporavo i liquidi, esploravo con la lingua ogni rilievo, affondavo la testa sui due cazzi fino a farmeli arrivare in gola e quasi a soffocare! All’improvviso il secondo uomo si staccò e si allontanò. Concentrai le mie attenzioni su Giovanni ed iniziai a masturbarmi con la mano libera. Dopo qualche secondo lo sconosciuto tornò completamente nudo e col cazzo ancora duro. Allora Giovanni mi allontanò, mi fece alzare e mi disse:
– Basta, adesso girati!
Oramai non pensavo nemmeno più di fare qualcosa di diverso da quello che mi diceva Giovanni, ed ubbidii. Mi trovai di fronte all’altro che mi fece abbassare la testa sul suo cazzo mantenendo le gambe dritte. Così mi trovai a porgere il mio culo a Giovanni il quale infilò subito il suo enorme cazzo nella mia figa ultra bagnata. Venni immediatamente ed il pensiero che stavo leccando il cazzo di un perfetto sconosciuto e che un’altra persona che conoscevo appena da mezza giornata stava per depositare il suo seme in un posto che solo mio marito conosceva fino a stamattina, mi fece provare un orgasmo multiplo che letteralmente iniziò a farmi tremare tutta ed addirittura persi il controllo della vescica ed urinai.
Ero ancora intontita quando Giovanni disse:
– Adesso sei pronta!
Provai paura quando sentii il cazzo di Giovanni premere sul mio ano e provai ad alzare la testa per fermarlo ma l’altro uomo mi afferrò per i capelli e letteralmente affondò il suo cazzo nella mia gola. Non credevo potesse essere possibile ingoiare un cazzo così lungo. Lo sentivo quasi in petto e sentii mancarmi il fiato poi pensai a quando feci una gastroscopia ed il dottore mi diceva di respirare con il naso per sconfiggere il senso di soffocamento e così proseguii accompagnando i suoi movimenti e sentendolo scivolare nella mia gola. Giovanni nel frattempo continuava a strofinare la punta del suo cazzo sul mio ano senza forzare e dopo un po’ mi accorsi che facevo di tutto anch’io per “allargarmi” il più possibile. Poi all’improvviso sentii il mostro aprirsi un varco ed un improvviso senso di freddo accompagnò uno schiocco che segnava la rottura del mio sfintere. Di nuovo il senso di soffocamento e di nuovo mi sentii pensare: “Respira col naso! “. Nel frattempo Giovanni scivolava nelle mie viscere penetrando così in profondità che assurdamente immaginai fosse diventato il doppio della sua pur esagerata lunghezza. Poi il tempo si fermò e non saprei dire quanto tempo passò in quella posizione prima che entrambi godessero con una sincronia perfetta depositando entrambi il loro sperma in qualche molto all’interno del mio corpo.
Crollai sul pavimento e Giovanni si inginocchiò appoggiandomi il cazzo in faccia e mi disse:
– Non la spendere quella banconota, ho tanti amici da presentarti.
Da quel giorno ho continuato ad incontrare Giovanni ed altre persone con una frequenza perlomeno bisettimanale, ma non l’ho più fatto a casa mia. Le banconote adesso sono tre. FINE
