Finalmente arrivo il giorno in cui Lino avrebbe fatto conoscere la sua fidanzata ai genitori.
Carmela molto emozionata, entro in casa subito dietro il suo fidanzato.
La signora tilde le venne incontro sorridendo, abbracciandola esclamò
-, finalmente ti conosciamo . -il padre di Lino il signor Mario la guardo e ciò che vide le piacque molto.
Carmela indossava una gonna sopra il ginocchio, e una camicetta bianca molto aderente . altezza media un fisico magro e le tettine PICCOLE ma molto attraenti la facevano sembrare ancora più giovane dei suoi 22 anni. il non più giovane uomo ebbe una discreta erezione, che stupì anche lui. la fidanzata del figlio appena conosciuta aveva qualcosa che l eccitava forse quell’aria da brava ragazza che mostrava, quell’atteggiamento, però poteva ingannare suo figlio non certo lui, vecchio puttaniere. sapeva riconoscere una porca quando se la trovava di fronte.
intanto a Carmela non era sfuggito l effetto che aveva avuto sull’attempato uomo. gratificata le strinse la mano guardando la patta gonfia dei pantaloni, poi sorridendo lo guardo negli occhi.
dopo un po’ di chiacchiere e convenevoli si sedettero a tavola, Carmela aveva la signora tilde di fronte il fidanzato a destra e il signor Mario seduto alla sua sinistra. la cena filo piacevole tra chiacchiere e progetti sul futuro della giovane coppia . FINITA la cena, Lino si offri di aiutare la madre a riordinare
appena i due finirono di sparecchiare rimasero in cucina A PULIRE E SISTEMARE LE STOVIGLIE
LASCIANDOLI soli nella sala da pranzo. Mario non perse tempo e saggiò la reazione di Carmela mettendole una mano sul ginocchio, ricevendo in cambio un sorriso; incoraggiato sali con la mano lungo la coscia, sotto la gonna, in silenzio guardo in faccia la ragazza, che con un fil di voce le chiese di continuare, udendo quella parola perse ogni freno, il palmo della mano aperto corse sulla figa coperta solo dalle mutandine che trovò zuppe di umori, un gemito profondo usci roco dalla gola della ragazza facendo salire se possibile ancora di più la sua eccitazione. il cazzo duro all’inverosimile deformava il cavallo dei pantaloni . quasi incredula Carmela poso la mano su quel montarozzo di carne lo strinse, intanto Mario aveva scostato le mutandine e infilato due dita nella sorca calda e scivolosa,
. seduti sulle rispettive sedie uno verso l altro i due si toccavano reciprocamente senza nessun ritegno.
-tiralo fuori -le sussurrò Carmela. Mario non se lo fece ripetere due volte sfilò le dita dalla figa gli umori della donna eccitata le brillavano su tutta la mano, abbasso la lampo e tiro fuori il cazzo Carmela rimase a bocca aperta, aveva davanti un obelisco un monumento di carne dura, il padre del suo uomo era un maledetto super dotato. la sua mano quasi avesse una volontà propria prese a fare su e giù lungo l asta prima piano piano poi sempre più velocemente le carezze si trasformarono presto in uno osceno pippone che scaravento l uomo al settimo cielo
-se continui cosi mi fai venire -disse, per tutta risposta Carmela strinse di più la presa l uomo sborrò trattenendo a stendo un grido, il bianco
nettare schizzò in aria una parte dei quali colpi Carmela in faccia e sulla camicetta . all’improvviso udirono le voci di madre e figlio che si avvicinavano, di corsa presero i tovaglioli sul tavolo, Mario se lo mise a coprire sul cazzo, Carmela si puli la mano non senza una punta di rammarico avrebbe preferito leccare quella calda crema, poi con tranquillità si puli le poche goccie che gli erano arrivate in viso. lino e la madre entrarono nella sala sorridendo e ignari di tutto, tilde aveva in mano un vassoio con il caffe fumante . appena finito di sorseggiare il caffè Lino disse
-papà, perché non ci fai assaggiare quella famosa grappa di cui parli tanto-il sangue di Mario si gelo . non poteva alzarsi aveva ancora il pisello sgocciolante fuori dai pantaloni coperto solo dal tovagliolo-
– e nella credenza, prendilo tu io o mangiato troppo non ce la faccio a muovermi-
-riusci a dire-
-eh caro papà credo che tu stia invecchiando–le rispose Lino alzandosi per andare verso la credenza.
– chiedilo a quella troia della tua fidanzata se sono vecchio, cornuto -pensò tra se Mario. intanto Carmela notò che tilde la stava fissando temendo che avesse capito tutto cominciò ad agitarsi poi tilde le indicò un punto sulla camicia esclamando
– cara ti sei macchiata.. -,
-dove? -domandò
-a si e vero- velocemente prese il tovagliolo gia imbrattato di sperma e si ripuli anche la camicia, la sborra viscida lasciò un alone scuro sul tessuto bianco della camicetta.
-vado un attimo in bagno – disse alzandosi, le mutandine che erano rimaste scostate scivolarono al loro posto assorbendo in parte gli umori che continuavano a ruscellare fuori DALLa FIGA infiammata, arrivata in bagno si appoggio con il culo sul lavandino la sua mano corse alla figa si masturbò con ardore venne subito mordendosi le labbra, l’orgasmo la calmo si inumidi il viso puli con acqua calda la camicietta, mentre si asciugava ripensò a quello che era successo, non si sentiva in colpa anzi non vedeva l ora di poter rimanere ancora una volta sola con il signor Mario di sentirsi quel muostroso cazzo piantato in figa. rientro in sala da pranzo, padre e figlio si gustavano la grappa .
–assaggia questa grappa, amore senti come scalda- le disse Lino
-sono gia abbastanza calda -penso carmela -prese il bicchiere, sorseggio il liquore,
-e veramente buona signor Mario -disse all uomo che aveva appena fatto sborrare.
-grazie la distilla un mio amico cha a una tenuta fuori citta-le rispose. finito di bere Lino si alzo per rimettere la bottiglia nella credenza, appena il giovane si girò di spalle suo padre velocemente si infilo l uccello nei pantaloni sotto gli occhi di Carmela che lo guardava divertita.
-dovè sua moglie? -si informo la troia,
-in cucina, e fissata con l ordine in casa, deve essere sempre, tutto perfettamente sistemato. -disse Mario con un sospiro. finita la serata i due giovani fidanzati, fecero per salutare quando tilde si ricordò di aver preparato un pacchetto con un pezzo di torta per Carmela
-magari ci fai colazione domani- le disse; poi aggiunse
-sei cosi magra, lo lasciato di la in cucina vieni a prenderlo Lino per favore- cosi Mario e Carmela rimasero di nuovo soli, in piedi nell’ingresso di casa, si gettarono l’uno verso l’altro le bocche si incollarono e le lingue si intreccciarono in un bacio osceno, i corpi schiacciati tra loro, le mani di Mario abbrancarono le chiappe di Carmela che ondeggiando strofinava la figa sul cazzo di nuovo rigido del signor Mario.
-non male per un VECCHIETTO EH-si vantò spingendo la mazza dura contro il pube e con le mani ancora saldamente sul culo la stringeva fino a farle mancare il respiro
-mettimelo dentro- boficchio Carmela.
-abbassami le mutande e scopami-lo pregò. -ma ancora una volta udirono i passi dei due ignari cornuti, velocemente si divisero assumendo un aria falsamente tranquilla . si salutarono di nuovo e i due fidanzati lasciarono la casa. in macchina Carmela disse a Lino di fermarsi in un posto tranquillo e appartato aveva voglia di scopare, trovato il posto adatto, allungo il sedile e si fece montare, Lino la trovò eccitatissima, bagnata calda e scivolosa; venne dopo pochi colpi, si tirò su rimettendosi al posto di guida, anche Carmela si risistemò. non aveva goduto, ma non fece capire al fidanzato quanto fosse delusa da quel veloce rapporto, era sicura che il padre sarebbe stato un amante migliore non solo per le dimensioni del cazzo un bel po’ maggiori di quelle del figlio, ma anche per la maggiore libidine che di sicuro possedeva . arrivati sotto casa di Carmela si salutarono, Lino premurosamente aspettò che Carmela richiudesse il portone. poi riparti; Carmela entro in casa stando attenta a non far rumore per non svegliare i suoi genitori, si diresse in cucina mise la torta nel frigo e andò in bagno, si guardo allo specchio e si diede della troia. aveva nella figa la sborra del fidanzato, e in testa il cazzo del genitore. appoggio una mano sul lavandino, con l’altra si sistemo la gonna sopra i fianchi, poi abbasso le mutandine fino a metà coscia allargò un po’ le gambe si piegò leggermente in avanti, si infilo due dita in figa e le fece andare su e giù strusciandosi contemporaneamente il clitoride, si masturbava guardandosi allo specchio si passava la lingua sulle labbra un filo di saliva le colava dall’angolo della bocca, lo specchio le rimandava l’immagine del suo viso sfigurato dalla libidine, con la fantasia immagino il signor Mario dietro di lei che la penetrava . di li a poco raggiunse l’orgasmo mordendosi il labbro . appagata rimase in piedi lasciando che gli umori dell’orgasmo mischiati alla sborra del fidanzato colassero all’interno delle cosce.
RELATIVAMENTE soddisfatta si infilò sotto la doccia, fresca e profumata. si coricò, smaniando nel letto, faticò a prendere sonno, l’immagine del cazzo di Mario la perseguitava, ne sentiva ancora la durezza, la calda e abbondante sborra che dalla cappella le colava sulle dita, gli schizzi possenti che gli si spiaccicavano in faccia, si masturbo di nuovo.
E subito dopo si addormentò, rammaricandosi di aver avuto due cazzi a disposizione e aver goduto solo grazie alle sue dita. FINE