Vivo in una villetta a schiera confinante con quella di Giusi la sorella di mia moglie, sono Paolo sposato da circa 8 anni e vivo una bellissima vita familiare insieme a Monica, mia moglie, e i miei due pargoletti.
Accanto a noi vive Giusi, sorella minore di Monica, sposata anch’essa con Massimo e con due figli.
La mia vita scorreva tranquilla, anche se ogni volta che passavo davanti al terrazzino di mia cognata il mio sguardo era attirato alla biancheria intima di Giusi stesa ad asciugare. Era sempre della biancheria intima o di colore nero merlettato, bianco o rosa, sempre delle stupende culotte ricamate e capitava spesso dei perizoma o brasiliani che mi lasciavano un tantino scossi.
Mia cognata non era molto alta , scura di capelli, magra di corporatura con un seno piccolo (una seconda o falsa terza in base ai push up) ma in compenso aveva un culo che è tutto un programma e non ho vergogna a dirlo che, anche se ho una buona vita sessuale, è stata oggetto dei miei sogni erotici.
Tutto procedeva in modo regolare fino ad un giorno di fine luglio quando per un problema in ufficio fui costretto ad interrompere le mie ferie per tre giorni.
Ritornato a casa salutai mia cognata la quale mi chiese come mai ero ritornato dalle ferie, dopo avergli spiegato il motivo lei fu lieta di invitarmi a cena anche per farle compagnia in quanto suo marito Massimo era fuori per lavoro e le loro ferie sarebbero iniziate solo dopo la prima settimana di agosto.
La sera mi recai a casa di Giusi portando del gelato che avremmo consumato come dessert, lei per praticità indossava un pantalone corto molto largo di colore bianco con sopra una maglietta chiara.
Mi sedetti a tavola e la guardavo mentre si destreggiava con pentole e fornelli, il pantalone era trasparente e si intravedevano un bel paio di brasiliani chiari credo rosa che mettevano in evidenza il suo stupendo fondoschiena.
La cena andò avanti in modo sobrio con discorsi banali e di convenienza verso le 9 e 30 lei portò a dormire i due pargoli e io sedutomi sul divano guardavo la televisione ma più per far trascorrere il tempo che per altro.
Dopo circa una trentina di minuti ritorno e mi disse che era esausta e che i due piccoli la facevano impazzire ed era una gioia infinita quando si addormentavano perché ritornava la pace.
Si sedette affianco a me e si afflosciò sul divano, io mi spostai tutto su di un lato e gli feci posto per potersi stendere un po’. Lei eseguì ma dato che il divano era un due posti e mezzo dovette stare con le gambe piegate.
Fece un sospiro di sollievo e disse che era stanchissima io allora dissi che se voleva dormire io sarei ritornato a casa mia, ma lei mi disse che non c’erano problemi e potevo ancora restare.
Così restammo a guardare la televisione, dopo circa una ventina di minuti notai che Giusi aveva socchiuso gli occhi e quasi stava dormendo. Iniziai a guadarla tutta ed ammirare il suo bel corpo ed iniziai a sentire una strana eccitazione ma non osavo provarci.
Dopo altri dieci minuti mi decisi a provarci, così poggiai una mano sul suo ginocchio in modo che potesse sembrare un appoggio da poltrona tanto per crearmi una scusa nel caso avesse reagito, ma lei non diede segno di risposta, così diedi inizio ad un lento massaggio e man mano iniziai a scendere verso la coscia a roteandoci sopra mi spostavo sul retro coscia fino ad arrivare ai glutei.
Sudavo freddo ma la pelle liscia e profumata di Giusi non mi dava modo di connettere ed ad ogni passaggio di mano diventavo sempre più audace e mia avvicinavo sempre di più alle parti intime.
Arrivai ai glutei e all’inizio dei pantaloni che essendo larghi davano modi di proseguire, lei quasi in modo naturale divaricò leggermente le gambe; ora potevo proseguire giocarmi il tutto per tutto.
Risalii il lato interno della coscia e man mano che avanzavo sentivo la pelle diventare sempre più calda, ad un tratto sentii l’elastico degli slip i primi peluzzi che contornavano il sui inguine, rimasi immobile era a pochi centimetri dalla fica e Giusi non dava segni di coscienza o almeno così sembrava.
Mi giocai il tutto per tutto e con un gesto delicato feci scivolare il dito medio sotto l’elastico e dopo aver superato la folta peluria la infilai tra le labbra vaginali trovando un lago di umori.
Iniziai a muoverlo delicatamente in senso rotatorio notando nell’espressione di mia cognata una aria giuliva e ricca di godimento, così iniziai a penetrarla con il dito e presi a muoverlo in un lento via-vai che lei assecondava con lenti movimenti del bacino.
Ero al settimo cielo e il mio sesso era diventato enorme e pietrificato tanto da farmi male e il mio pantalone non riusciva più a contenerlo.
Ad un tratto il clima fu interrotto bruscamente dallo squillo del telefono.
Giusi saltò ed io istintivamente ritirai la mano facendo finta di nulla , lei si alzo ed andò a rispondere tutta rossa in viso e con aria sconvolta.
Era Massimo, lei cerco di mascherare la voce giustificandosi con una botta di sonno avuta sul divano.
Conversava con Massimo dandomi le spalle china sul mobile dove era appoggiato il telefono. Io da dietro ammiravo il suo bel culo ed ero ormai in preda ad una sconvolgente tempesta ormonale che non mi permetteva di essere lucido, così spinto anche dal fatto che durante tutta la conversazione tra Massimo e Giusi lei non aveva accennato minimamente alla mia presenza, anzi aveva lasciato intendere di essere sola, decisi di giocarmi il tutto per tutto.
Mi alzai dal divano e senza far rumore mi avvicinai a lei che mi dava le spalle e le diedi un bacetto sul collo tanto per saggiare la sua reazione che con mia grande sorpresa fu positiva.
Non disse nulla così iniziai a carezzargli la schiena e scesi fino a toccargli il suo fantastico culo, gli carezzai il solco e dopo essere risalito fino all’orlo superiore del pantaloncino iniziai ad abbassarlo, lei intanto era passiva e mi lasciva fare come se nulla stesse accadendo.
Una volta abbassato il pantaloncino mi chinai ad ammirare il sui fondoschiena da record, era stupendo, un culo tondo avvolto da uno slip a brasiliano rosa che non faceva altro e aumentare la mia tempesta ormonale.
Mi alza e una volta tirato fuori il mio arnese gli scostai leggermente lo slip e lo feci affondare in cerca della sua cavità pelosa.
Lo sentii penetrare nella fica ed era una sensazione stupenda , sentivo la mia cappella avvolta da un calore e dallo strusciare dei suoi peli sul mio glande.
Lei intanto aveva gli occhi socchiusi e si giustificava con Massimo dicendo che aveva un gran sonno ed era stanchissima, mentre io la stantuffavo dolcemente con un ritmo blando.
Così si salutarono e Giusi riallacciò sistemandosi con le masi appoggiate al mobile e con la schiena inarcata nella migliore delle pecorine che mi sono mai fatte.
Vistò ciò iniziai ad aumentare i mie colpi fino a fare entrare quasi i testicoli in quella che ormai era la sua fica fradicia di umori e di goduria, ma non volevo venire e cercavo di fa durare quel sogno il più a lungo possibile.
Dopo una quindicina di minuti sfilai il mio cazzo dalla sua fica e lo appoggiai vicino al suo buco del culo, lei inarcò ancora di più la schiena quasi a favorire la mia penetrazione e di li a poco sarebbe stata.
Dopo una leggera esitazione la mia cappella prese possesso del suo foro posteriore ed un leggero gridolino soffocato usci dalla bocca di Giusi ormai ero dentro. Così con un colpo lento ma continuato feci affondare tutti i miei 20 centimetri tra le sue chiappe e mi arrestai per far adattare il suo culo alla mia asta.
Poi iniziai un lento via vai che non durò molto, dato che avevo sempre desiderato quel culo dopo pochi colpi riversai un fiume di sborra nelle natiche di mia cognata che sempre ad occhi socchiusi dimostrò di gradire un una smorfia di piacere.
Restammo fermi ad occhi chiusi entrambi, io proteso in avanti quasi a far entrare anche l’ultimo millimetro della mia asta e lei china in avanti con la testa tra le mani appoggiate al mobile del soggiorno.
Mi staccai da lei e rimasi immobile alle sue spalle lei si alzo voltandosi, la accolsi tra le mia braccia quasi a proteggerla in un gesto tenero come per scusarmi dell’accaduto.
Tutto si svolse in un clima di silenzio surreale, nessuno dei due aveva voglia di parlare.
Stando in quella posizione il mio pisello strisciava vicino agli slip di Giusi e dopo un po’ iniziò a dare segni di risveglio, avevo sempre desiderato Giusi e vedere i suoi slip (in particolare quello che indossava) non stesi sull’asciuga-biancheria ma indossati e quel colore rosa in netto contrasto con la sua folta peluria nera mi eccitava.
Così la stinsi forte accentuando lo spessore del mio pene che premeva insistentemente contro il suo basso ventre.
Lei era frastornata, avevamo appena finito di scopare ma io ero ancora arrapato.
Con un gesto fulmineo lei si liberò e si sedette sul divano con la testa spinta all’indietro sullo schienale.
Io preso un attimo in contropiede ero indeciso se andarmene o riprovarci.
Spinto dalla mia forte eccitazione mi recai al suo cospetto quasi ad offrirgli la mia asta turgida e desiderosa. Lei mi guadò negli occhi in cerca di una scusante all’accaduto, ma io spinsi in avanti il mio pisello quasi ad dirgli “dai sai cosa fare”.
Sempre in silenzio lei si avvicinò alla mia asta e con molta delicatezza fece scorrere le sue labbra sul mio glande che in un batter d’occhio si ritrovò nelle sua fauci.
Era stupendo Giusi mi stava una magistrale pompa e il mio cazzo le sagomava le guance facendole gonfiare ad ogni penetrazione.
La mia mente era confusa ma di una cosa ero certo non volevo umiliare Giusi godendole in bocca, così quando sentii che l’eccitazione stava raggiungendo il preludio di un orgasmo terrificante tolsi il mio cazzo dalla bocca e con molta delicatezza feci alzare mia cognata e riprenderla a stantuffarla dal di dietro.
La girai e le feci appoggiare le mani al bordo del divano, ma questa volta le tolsi lo slip per godermi il suo fantastico culo al naturale.
Rimisi la mia cappella al contatto con il suo orefizio anale e la penetrai reiniziando un lento ma inesorabile movimento a stantuffo che questa volta durò di più rispetto alla precedente.
Riversai un mare di sperma nelle natiche di Giusi la quale esausta sprofondò sul divano con il culo per aria che cacciava residui del mio nettere.
La baciai sul collo quasi a ringraziarla della stupenda cena e dopocena.
Mi ricomposi e rincasai, a casa, nel mio letto da solo, pensai per tutta la notte all’accaduto senza quasi crederci, avevo inculato per ben due volte la sorella di mia moglie senza che ci fosse stato nessun segnale di preavviso.
Da allora non e più successo nulla con Giusi, continuando ogni uno la nostra vita anche frequentandoci, anche se a me, continuano a tubarmi i suoi slip stesi ad asciugare. FINE