Fu inaspettata quella bocciatura. Mai e poi mai avrebbe pensato che la professoressa di latino avrebbe fatto pagargliela in quel modo.
Tutto era accaduto quando Gianni era andato a raccontare al preside del liceo che la professoressa Valorani aveva intimato ad un suo compagno di classe che avrebbe dovuto acquistare i libri nella libreria del marito, pena voti cattivi.
Si sentiva un po’ Re Artù e Don Chisciotte allo stesso tempo… anche se Dulcinea non l’aveva presa tanto bene.
I genitori, gente molto giovane, di tutta questa storia non ne sapevano niente, quindi appresa l’infausta notizia, ne addossarono tutta la colpa alla svogliatezza del figlio.
Fin qui nulla di strano; Ma Giorgio, il padre di Gianni comunicò al figlio che per punizione avrebbe saltato le vacanze! Apriti cielo. Il giovane non ne voleva sapere per nessuna ragione di vedersi sfumare la programmata villeggiatura in Grecia, ma ormai il genitore era irremovibile. Avrebbe trascorso l’estate in città. A casa della nonna materna.
A niente servirono i fiumi di lacrime un po’ donnescamente versati: suo padre fu irremovibile.
Si recò a casa di nonna Luisa verso le sette del pomeriggio, subito dopo aver accompagnato i genitori all’aeroporto.
La nonna aprì la porta e ricoperse il nipote di tante feste; La signora capiva che non un gesto d’affetto spingeva quell’ometto poco più che maggiorenne a casa sua.
Nonna Luisa era una bella signora di cinquantasei anni, decisamente ben portati. Suo marito Nicola, ormai deceduto da anni, non aveva neppure provato la gioia di vedere la nascita di Gianni.
Dopo i primi convenevoli, Luisa si presentò in salotto con un vassoio pieno di lattine di coca cola. Sapeva che il nipote ne andava pazzo e così ne aveva praticamente fatto incetta, anche perché lei, che viveva tutta sola in quella casa altre bevande (se si eccettuano gli alcolici), al di fuori di qualche succo di frutta non ne aveva.
Alla vista di tanta grazia il ragazzo esclamò “Mio dio nonna, ma che hai rapinato il supermarket? “- ” No, bello mio, ma sapendo che trascorrerai molto tempo qui con me, mi sono premunita… e … potrai berne quanta ne vuoi. Ricordati che qui i tuoi genitori non ci sono e con me puoi fare tutto ciò che vuoi . “.
Nella testa di Gianni cominciò ad accendersi una lampadina: visto che tanta libertà non l’ha avuta nemmeno in gita scolastica, almeno in quella che gli appariva una fottutissima e maledettissima estate qualcosa di nuovo all’orizzonte si vedeva.
Pensando tra sé e sé si ricordò che sotto casa della nonna da qualche tempo avevano aperto una fantastica videoteca: quella sera avrebbe guardato un bel film.
Chiese quindi alla nonna il permesso per scendere al negozio e per la seconda volta si sentì ripetere: ” Ma guarda che qui non sei in carcere: poi andare dove vuoi; Guarda che sei un uomo, perché dovrei trattarti come un bambino? “.
A quel punto il ragazzo non stette più a pensarci; Prese le scale di corsa e , uscito dal grande portone ad arco si infilò nella videoteca.
Dopo aver espletato le ordinarie procedure per avere una tessera per noleggiare i film, Gianni cominciò ad aggirarsi tra i reparti. Dopo un’innumerevole schiera di film, scelse “il camorrista”, di Giuseppe Tornatore. Era sempre affascinato da quella storia, e poi sapeva che anche alla nonna piacevano i film sulla mafia. Presentatosi alla cassa consegnò il suo badge e si reinfilò nel palazzo.
Appena in casa disse alla nonna quale era stata la sua scelta.
Luisa si dimostrò contenta e disse “Bravissimo, ora fila a lavar le mani che ceniamo e poi ci mettiamo in salotto a guardare il film. -“OK”- fece lui ” sono contento che abbia scelto una cassetta che piace anche a te, altrimenti mi sarei annoiato a guardarlo da solo. “.
La cena si svolse in tutta tranquillità e appena terminarono di tracannare l’ennesimo bicchiere di vino si spostarono entrambi nel salotto.
Si sedettero vicini, sul grande divano che fa angolo. Luisa aveva indosso un camice da lavoro, che molte casalinghe usano in casa per sbrigare le faccende domestiche.
Appena sprofondò nel divano il ragazzo poté notare che bel paio di gambe avesse la sua nonnina.
Prima di accendere il videoregistratore, però, Luisa chiese al nipote di poter vedere il telegiornale e questi acconsentì, ma durante tutta la trasmissione non fecero altro che parlare della loro vita.
La nonna si interessò della vita dea del nipote, e quando costui le parlava di qualche ragazza, ella non lesinava di chiedere se l’avesse portata a letto.
Sulle prime Gianni (che nel frattempo lanciava sagaci sguardi alle gambe della nonna) rispondeva con titubanza, ma quando si accorse che i toni e le espressioni della nonna trasparivano di “libertà”, allora non ebbe più timori e arrivò a dire, parlando di Marica, la sua ex: nonna figurati che non voleva neanche prendermelo in boc…. acch scusami! “.
“In bocca… ” -fece la nonna- “non devi vergognarti di dire queste cose con me…. Che per caso mi consideri una vecchia? Guarda che queste cose le conosco anch’io…. “.
Luisa si era accorta degli sguardi del nipote e così a bruciapelo gli disse ” Gianni ho visto che mi guardi le gambe con la coda dell’occhio, ma se vuoi puoi anche fermarti e toccarle, a me fa piacere. “. Un fuoco rosso invase il viso del ragazzo. Sua nonna glie lo aveva fatto venire duro. Cercò di controllarsi e riuscì solo a spiaccicare: ” No, nonna, volevo vedere se portavi le calze o no. ”
“No, caro non le ho, fa un po’ caldo… ma perché ti piace una donna che ha su le calze? “…. ” A dirti la verità io amo le donne che portano i collant, nonna. ” Va bene, angioletto, un giorno di questi li metterò e ti farò vedere le mie gambe va bene? “. Al giovane non parve vero. Disse di si con molto entusiasmo e, per allentare l’eccitazione si alzò e accese il video, altrimenti avrebbe violentato la nonna.
Guardavano tranquillamente quelle scene di sangue, ma ogni tanto lo sguardo di Gianni si abbassava su quelle splendide gambe. Luisa poi, per facilitare la vista del nipote non trascurava continui accavallamenti scordandosi di riportare l’orlo del camice al posto che convenga ad una signora come lei.
Forse sarà stata colpa del vino, ma da quei momenti in poi Gianni pensò a sua nonna non più come tale, ma come una vera donna; Oramai una fortissima erezione del pisello del nipote fece capire alla signora che costui non restava indifferente allo spettacolo che gli stava offrendo.
Ne fu contenta. E non solo perché aveva piacere nel provocare il nipotino, ma anche perché un uomo non respingeva le sue belle ma pur cinquantenni cosce.
Ormai Luisa aspettava solo il momento per mettere le mani su suo nipote; E il film corse in suo aiuto. Difatti nella narrazione filmica entrò in scena una donna che, per vendetta mafiosa stava per essere calata in un pilastro pieno di cemento caldo. Questa donna, che era legata per le mani, aveva uno sventolante collant color carne che le pendeva dalla gamba. Gianni deglutì dall’emozione. Allora Luisa, molto lentamente si alzò, accese la luce e spense video e televisione.
“Ma nonna cosa fai? “,
” eh caro nipotino… cosa vuoi che faccia, se appena mi vedi una con un paio di calze ti ecciti così, io debbo fare anche qualche cosa no? “.
” E cosa hai intenzione di fare? ” – ribatté lui-
” Aspettami qui”.
Luisa con modo decisamente provocatorio si introdusse nella camera da letto dove vi rimase per circa dieci minuti. Quando tornò in salotto vide che il nipote aveva ripreso a vedere il film di prima. Costui, alla sola luce del televisore, dando una rapida occhiata alla nonna si rese conto che si era cambiata d’abito. Indossava infatti un vestito lungo e largo che a stento lasciava intravedere la punta delle scarpe.
“Ecco qual’era il rimedio” – penso tra sé e sé .
La donna, come se nulla fosse rifece tutta l’operazione di spegnimento del video e del televisore per attrarre l’attenzione del nipote.
“Cosa c’è nonna? ”
“Niente caro, ma mi fanno un po’ male le gambe… vuoi farmi un massaggio? ”
” Certo, accomodati sul divano”
Luisa si stese e pose le sue caviglie sulle gambe del nipote. Gianni con una mano scostò il lembo del vestito che ricopriva la caviglia destra della nonna: rimase di sasso.
Luisa aveva indossato un fantastico collant rosso velatissimo!!!
Quasi svenne, il povero Gianni.
Per mostrarsi sicuro cominciò a massaggiarle piano la caviglia fino a risalire al polpaccio. L’unico rumore che si sentiva nella stanza era il contatto della mano con il nylon. La dolce nonna gli aveva fatto venir su il cazzo più duro dell’obelisco del Bernini. Luisa gli chiese di salire ed allora egli ruppe gli indugi: con un colpo secco tirò su tutto il vestito e vide che la nonna sotto le calze non aveva indossato le mutandine. La sua mano automaticamente si indirizzò verso la fica, che aveva creato un alone di umori tanto era bagnata. Luisa emetteva dei leggeri gridolini di piacere e quando il nipote, sdraiatosi in terra vi affondò dentro il viso, venne in un generoso orgasmo. A quel punto anch’ella cambiò posizione e afferrato il viso del nipote prese a limonarle con la lingua fino a giungere ad entrare nella sua bocca. Nel frattempo gli aveva tirato giù i pantaloni ed aveva afferrato il cazzo con mano sicura. Una lenta sega seguì tutto il tempo del bacio.
” Oh nonna, fammi una sega con le gambe ti prego…. “- disse lui in preda all’eccitazione-
” Si si bambino mio, siediti che la nonna ti fa tutto ciò che vuoi…. “.
Gianni si risedette sul divano e Luisa gli afferrò il membro con le gambe, movendo su e giù, sempre più forte. Gianni sentiva piacere e dolore al contatto del nylon, un piacere ed un dolore che terminarono in una eccezionale sborrata che ricoprì di sperma le gambe di Luisa e tutto ciò che c’era attorno. La donna, ridestatasi si chinò con la bocca sul cazzo del nipote e prese a ripulirglielo con leggeri colpi di lingua, alternati a dei colpi tanto forti da farlo sparire nelle sue fauci.
Gianni era ancora estasiato quando la donna gli assestò un altro bacio.
“Oh che bello nonna… è stato il giorno più bello della mia vita! “.
” Ma no sciocchino, non dirlo… anzi, domani usciamo a far compere: compreremo tutte le calze che piacciono a te, così quando torniamo… facciamo l’amore… e metterò per te delle calze nere! ”
Il cazzo di Gianni era ritornato dritto.
“Nonna sei fantastica, ma ora mi hai eccitato e non posso andare a letto in questo stato… ”
“Effettivamente hai ragione… ma se ti aiuto stanotte dormi con me nel lettone? Ti prometto che terrò su anche le calze… ”
“SIIIIII nonna, accetto al volo!!! ”
Allora adesso te lo prendo in bocca.
Gli fece un pompino delizioso, e Gianni questa volta le scaricò tutto in gola. Quindi esausto si butto sul divano… e Luisa sospirò:
” Ah caro nipotino… hai visto a cosa servono le nonne? … la prossima volta che Marica ti da buca vieni qui, che te lo ciuccia la nonna… “. FINE

Mia nonna mi spiava in bagno quando mi masturbavo e mi piaceva così tanto che provavo orgasmi intensi. Poi mi decisi di farmi mettere la crema sulle palle e quel giorno mi fece venire con una sega. Mi pento tantissimo di non aver fatto l amore con lei. Questa è una bella storia che mi ricorda la mia nonna