Mai e poi mai avrei pensato che a sverginarmi il culo, a sfondarmelo nel vero senso della parola fosse mio Suocero. Ho 26 anni e sono sposata da due con Mario. Abitiamo com mio suocero per questioni di opportunità. La casa è grande, mio suocero è solo, così una volta sposati decidemmo di coabitare anche per mettere da parte qualche soldo.
Mio marito è dipendente comunale ed io casalinga. Sono alta 1,65, occhi chiari, capelli castano chiari, una 2° di seno, anche se è bello sodo e capezzoli grandi. Il mio culetto è alto e sodo e, nessuno vi era mai entrato. Non abbiamo figli e quindi anche la mia fichetta è stretta. Anche a casa, durante i lavori domestici, indosso una gonna molto corta oppure pantacollant aderenti che risaltano molto la forma del mio culetto.
Sotto amo portare perizoma, le mutandine, non le sopporto. Durante i lavori di casa, molte volte sentivo gli occhi di mio suocero sul mio culetto, specialmente quando mi abbassavo, lasciando certamente intravedere qualcosa. La cosa all’inizio mi dava fastidio tanto che lo consideravo un porco. Poi mi abituai e le sue occhiate, cominciarono anche a farmi piacere. La mattina, mi alzo presto, preparo il caffè e lo porto sia in camera sia a mio marito, poi nell’altra stanza a mio suocero. è stato sempre così e la cosa mi fa piacere. Mio suocero ha 56 anni, non molto alto ma l’aspetto è giovanile e sempre allegro.
Un giorno, ritornando a casa, mio marito mi dice che, sarebbe partito per una settimana poichè impegnato in un torneo di calcetto aziendale. Mi seccava molto la cosa, ma non ho mai legato il mio lui e per questo, a distanza di una settimana partì. Rimasi a casa sola con mio suocero. Sentivo sempre i suoi occhi sul mio culetto ed ora la cosa era più insistente. Mi piegavo spesso e con la mia gonna corta mostravo il mio culetto.
Il primo giorno di assenza di mio marito, andò via tranquillo. Al mattino, preparai il caffè e lo portai nella camera di mio suocero. Lo trovai che dormiva, almeno penso, era in mutande, slippini aderenti e notai che il suo cazzo, era in erezione. A giudicare dalla forma che straspariva dalle mutande, era enorme; La cappella fuoriusciva dall’elastico; Una cappella molto grande, mai visto una cosa del genere. Sussultai, ero senza fiato; Lui si svegliò mi guardò, io un po’ imbarazzata gli porsi il caffè, ma i miei occhi, non potevano fare a meno di correrre alla sua pagnotta.
Lui capì cosa guardassi e, sorrise. Quella mattina, continuai nei lavori domestici, avendo in testa il suo cazzo; Ero eccitata al punto che, un lago di piacere usciva dalla mia fichetta e scorreva lungo le mie cosce. Dopo aver pranzato, mio suocero, disse che andava a riposare e mi chiese di svegliarlo nel primo pomeriggio magari con un caffè. Al pomeriggio, preparai il caffè e mi diressi nella sua stanza. Era in mutande e, anche questa volta il suo cazzo era in piena erezione, questa volta, non solo la cappella usciva dalle mutande, ma anche buona parte dell’asta.
Era veramente enorme, sia per lunghezza che per circonferenza. Restai lì ad osservarlo, era chiaro che non dormiva ed era chiaro che voleva me. Guardano quel cazzo, ebbi paura, poichè certamente la mia fichetta non aveva mai preso uno di quelle dimensioni. Lo svegliai e gli porsi il caffè; Mi sorrise e mi disse di sedermi sul letto accanto a lui. Piena di imbarazzo mi sedetti e lui posata la tazzina, cominciò ad accerezzarmi le gambe. Tremavo, di paura, di vergogna ed anche di piacere. La mia fichetta era tutta bagnata e, lui arrivò con le mani ed accortosi che ero un lago, mi sorrise di nuovo, mi prese la mano e mi accompagnò fino a farmi distendere sul letto.
Mi Sollevò la gonna fino al pancino e sfilò il perizoma, mi allargò le gambe e cominciò a toccarmela e ad infilarci dentro le dita; Poi arrivò a lei con la bocca, la leccò per un tempo interminabile. Godevo come non mai, non avevo mai provato quelle sensazioni ed al pensiero che chi stava con la lingua era mio suocero, mi eccitava ancora di più. Si spogliò e per la prima volta vidi totalmente il suo cazzo. Era grande, grande sul serio quasi il doppio rispetto a quello del figlio. Lo presi in mano, era duro come il marmo e pulsava da paura. Mi prese la testa e la piegò sul suo pezzo.
Lo presi in bocca e mi accorsi che quasi non entrava; Lo leccai, gli feci un pompino ma non venne. Di nuovo mi sistemò sul letto a gambe aperte e si mise in mezzo. Sentii la sua cappella che, si faceva largo tra le labbra della mia fica; Sentii la mia passerina aprirsi, dilatarsi al passaggio di quell’enorme pagnotta. Lo spinse dentro con delicatezza. Urlai sia per il dolore che per il piacere; Mi disse di stare tranquilla e cominciò a scoparmi prima con movimenti lenti, poi a sbattermi sempre più forte.
Scopava e parlava, mi chiamò puttanella, disse che ero la sua puttanella e che, la mia fichetta stretta dava tanto piacere. Mi montò per una ventina di minuti, poi uscii fuori e prendendomi per i fianchi mi girò a pancia in giù; Capii che voleva il mio culetto; Dissi di no anche perchè non lo avevo mai fatto. Disse di stare tranquilla che mi sarebbe piaciuto. Mi allargò le chiappe e cominciò ad accerezzarmi il buchetto chiuso con le dita; Il mio cuore batteva per la paura ero tesa e lui mi invitò a rilassarmi a stare morbida e mentre parlava, giocava con le dita sul mio buchetto.
Con la saliva, cominciò a bagnarmelo, usò tanta saliva che me la sentivo scorrere sulle cosce. Lo vidi mentre con la saliva bagnava la sua grande asta e poi, mi disse che con le mani avrei dovuto tenere aperte le mie chiappe e così feci. Sentii la sua cappella poggiarsi sul buchetto e cominciò a spingere piano. Il mio buchetto, si stava dilatando, si apriva ad ogni sua spinta. Sentivo dolore ma diceva di stare morbida. Con una spinta più forte, sentii la sua cappella ed un po’ del suo cazzo entrarmi in culo. Si fermò ed aspetto che il mio buchetto si abituasse alla sua verga, quando mi sentii morbida, spinse di nuovo ed il suo cazzo enorme sparì nel mio culo.
Me lo sentivo aperto, sfondato, dilatato, lui partì con colpi piani e poi a crescere sempre più forti. Urlavo dal dolore ma anche dal piacere e, più urlavo e più lui ci dava dentro con colpi più forti. Mentre mi sfondava, mi disse che da quel giorno, nel mio culo ci sarebbe entrato pure un camion; Lo sentivo godere come un pazzo. Mi diceva che prima dell’arrivo del figlio, mi avrebbe fatto fare la cura del cazzo e della sborra.
Dava colpi micidiali ed ogni tanto ruotava il ventre e di conseguenza il cazzo ruotava nel mio culo. Mi scopò il culo per una ventina di minuti, poi sentii il suo fiato sempre più forte, finchè non avvertii un liquido caldo riempire il culo, stava sborrando. Non ho idea di quanta sborra mi abbia riversato nel culo, ma doveva essere tanta, poichè una volta uscito, un po’ del suo liquido, uscì dal buchetto e bagnò anche le labbra della fica.
Restammo a letto senza fiato e senza parole. Il culo mi faceva male, ed anche la fica e capii che veramente ero stata sfondata nei due buchi che, mai più sarebbero stati gli stessi. Per tre giorni di fila ed anche più volte al giorno, lui mi prese in tutte le posizioni ed in tutti i buchi ed io oramai godevo, ero la sua troietta, la sua puttanella e questo mi faceva godere ancora di più.
Al ritorno dal torneo, mio marito volle subito fare l’amore con me; Entrò nella mia fica e mentre mi scopava, mi disse che la sentiva diversa, più calda, più aperta e che lo faceva godere ancora di più. Volevo dirgli che era merito del padre, ma poi ho pensato di stare zitta. Ora scopo con mio marito e con mio suocero quando il mio lui non è in casa, capita di dover soddisfare tutti e due nello stesso giorno, e questo sempre all’insaputa del mio lui. La mia vita sessuale conduce ritmi serrati ed io godo come una vera troietta. FINE
Ad averlo un suocero così. Però devo ammettere che farsi trombare da un uomo virile è sempre bello. Sentirsi posseduta da un maschio…