Suoceri

La mia fidanzata, Lucrezia, ha 17 anni ed è una persona normalissima e genuina. Con lei faccio sesso da 3 anni in maniera regolare e a volte sperimentando qualche posizione piccante. Non ho mai avuto problemi con la sua famiglia, fino a quando i miei suoceri si sono convinti che la cosa era seria. Fino a che si scherza…
Il padre di Lucrezia, una sera davanti a tutti i miei amici, mi ha fatto un cazziatone memorabile, neanche da militare ne avevo avuto uno così. Non valevo un cazzo, non avevo un buon lavoro e soprattutto con le mie buone maniere da damerino non incantavo nessuno. Sua moglie lo aveva sempre detto che ero un tipo moscio.
Al contrario, a me pareva che alla signora non dispiacesse la mia compagnia. Eravamo andati in aeroporto insieme una mattina e, con il dovuto garbo, le avevo fatto i complimenti. Bella donna la signora Lucia, 42 anni ben portati, eleganza discreta, sempre con vestiti sobri e un filo di perle a incorniciare un viso gentile. Avevamo parlato tutto il viaggio e aveva ogni tanto toccato argomenti un po’ strani… voleva sapere cosa pensassi dei matrimoni misti, della società multiculturale ecc. Io, un po’ facevo discorsi generali e un po’, da gentlmen non mi esprimevo sull’argomento sesso interraziale, ma lei mi pareva turbata e incuriosita.
Qualche sera dopo, ancora carico di rabbia per l’umiliazione subita, dopo aver bevuto due litri di birra per farmi coraggio, andai a casa dei miei suoceri sapendo che Lucrezia studiava a casa di un’amica. Volevo chiarire tutto e subito.
Orazio, mio suocero, molto sbrigativamente mi mandò a cagare perchè aveva riunione di condominio (di cui era amministratore) e io restai solo con mamma Lucia. Ero sempre più arrabbiato per come mi stavano trattando e soprattutto che significava “tipo moscio” ? Lucia divenne rossa per la vergogna, il marito non avrebbe dovuto dire quella cosa… lei lo aveva detto perchè una sera, si era sentita dire da Orazio, che era attratta da suo genero che se lo sarebbe fatto volentieri perchè era una troia. Allora lei per allontanare ogni sospetto aveva detto che non le piacevano i tipi mosci come me…
Ma che succedeva ? era vero ? Avevo sentito bene ? Lei, signora è attratta da me ? Le lacrime non riuscirono più a trattenersi mentre scappava in camera da letto. Dovevo fare pipì, non ce la facevo più, dovevo assolutamente andare in bagno, la birra faceva effetto. Dopo qualche minuto, imbarazzatissimo, provai a farla uscire dalla stanza da letto e quando provai ad aprire la porta, con molta sorpresa scoprii che era aperta.
Seduta sul bordo del letto, davanti a me, mia suocera mi guardava in silenzio. Molto seria con un vestito nero leggero che le scopriva le gambe, mi fece l’effetto meno desiderato: me lo fece diventare duro ! I calzoncini corti non mi aiutarono a celare la cosa e lei, ovviamente se ne accorse subito. Con un gesto molto lento e delicato mi avvicinò a sè e cominciò a baciarmi la mano. Si asciugava le lacrime sui miei pantaloncini e mentre lo faceva si sfregava sul mio cazzo che era diventato di ferro.
Mi faceva male perchè dovevo assolutamente scaricare la birra, ma non riuscivo a staccarmi da lì. Me la sarei scopata, avevo deciso e mi sa, anche lei. Stanco dei baci sulla mano, mi sbottonai i pantaloni e lei, come se nulla fosse cominciò a baciare il mio cazzo. Non succhiarlo, baciarlo, con affetto, amore, quasi come una cosa cara. Mi aveva rotto i coglioni. Con una spinta la spinsi con le spalle sul letto e le allargai le cosce.
Non le tolsi le mutandine, gliele spostai e le infilai un dito con violenza nella fica per farla bagnare prima di ficcarglielo dentro. Un gemito mi disse che le avevo fatto male, ma non oppose nessuna resistenza. La cosa mi stava eccitando da morire, mi sarei vendicato su di lei, di tutti gli affronti subiti. L’avrei scopata facendole male. Il reggiseno era sottile e trasparente lo vedevo sotto il vestito che strappai con un colpo violento, letteralmente a metà. ebbe appena un moto di vergogna, che spezzai con un ceffone in pieno volto. Quanto sei puttana, le dissi. Lei non parlava, ma continuava a piangere.
Un vasetto di crema per il viso, sul comò, mi diede una illuminazione. Glielo porsi sapevo che aveva capito. Infatti iniziò a spalmarmi il cazzo e quando ebbe finito si voltò. Entrai senza la minima delicatezza. Un colpo solo la spaccai a metà. Urlò, ma poi iniziò ad assecondare i miei colpi stavo godendo come una bestia e quando mi guardai il cazzo vidì che era sporco di sangue, l’avevo sverginata, la troia non mi aveva detto nulla. l’afferrai per i capelli per spingerglielo più in fondo e le infilai un dito in bocca per farmelo succhiare. Non opponeva resistenza si lasciava inculare con docilità. Mi dava sui nervi e cominciai a sculacciarla, il sangue, nel frattempo stava colando sulle sue cosce e cominciava a gocciolare sul letto, mi faceva un po’ senso, così con un colpo secco che suonò come quando si stappa una bottiglia di champagne, le tolsi il cazzo dal culo e, tirandola per i capelli, la misi seduta sul letto e me lo feci pulire con la lingua. Era uno schifo, sangue e merda impastati con la crema… me lo leccò con avidità, si stava cominciando a lasciare andare.
Con uno schiaffo la ributtai sul letto e cominciai a fotterla nella fica. In quel momento realizzai che stava succedendo. Mi stavo scopando una che poteva essere mia madre io, 18 enne del cazzo, si stava fottendo, come una vacca, una donna di 42 anni, molto carina, docile, remissiva e troia. E stavo godendo come un porco. Guardavo le sue tette che facevano su e giu ogni volta che le entravo dentro e la sua smorfia di piacere mi faceva andare in tilt. le mollai un altro ceffone mentre avevo il cazzo dentro di lei e avvertii nettamente le contrazioni della sua vulva quando la colpii. Non volevo lasciarle segni ma un po’ di sangue le usci dal naso. Dovevo sborarre e poi scaricarmi oppure… mentre sembrava che stesse per godere, lo tirai fuori la presi per mano e la trascinai in bagno, perdemmo per strada i due pezzi del vestito, ormai strappato, nel corridoio e la cacciai dentro la vasca da bagno in ginocchio. Un quarto d’ora che me la stavo chiavando ed ancora aveva reggiseno e mutandine. la guardai mentre in ginocchio si lamentava per la posizione scomoda e, per la prima volta la baciai. Lungamente e appassionatamente. Poi mi rialzai entrai nella vasca e le pisciai 2 litri di birra addosso. Una pisciata violenta, forte, che la costrinse ad aprire la bocca e a berne una parte, che le entrò negli occhi e le prese tutti i capelli. Sembrava non finire mai, le inzuppai la biancheria, i capelli grondavano letteralmente e a un certo punto aprì decisamente la bocca per farsi orinare direttamente dentro.
Quando finii, mi ritornò immediatamente duro. Lei mi guardava come se mi chiedesse che doveva fare, con la mano destra caricai lentamente uno schiaffo perchè lei capisse che la stavo per colpire. Aspettò che la colpissi e quando il ceffone arrivò lei schizzo letteralmente fuori dalla vasca cadendo sul pavimento.
La ributtai nel letto e cominciai nuovamente a fotterla piano, con calma, godendo ad ogni colpo che le davo mentre la guardavo così remissiva facendosi “usare” da un ragazzino come me. Forse realizzava il suo sogno proibito o forse la cosa la stava scoprendo adesso. Non parlava, non aveva detto una parola per tutto il tempo, obbediva in silenzio ad ogni mio ordine.
Le sborrai metà dentro la fica e metà tra le cosce spalancate, volevo vederle il pelo della fica sporco del mio sperma, volevo che le colasse dalle tette ora finalmente scoperte e bellissime. Con il cazzo finalmente moscio mi presentai davanti alla sua bocca perchè me lo pulisse di tutto punto.
Non so se mi sono vendicato… di certo mi sono divertito. E anche lei.
Adesso aspetto con ansia le riunioni di condominio, bevendo molta birra. FINE

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