Terry è una cugina acquisita, di quelle che, sposandoti, ti ritrovi come parente acquisito ma del quale non ti importa niente.
Anche perché, quando l’ho conosciuta era, come adesso, alta 1, 75, ma pesava 115 kg: una balena.
Ci siamo persi di vista per un bel po’ di tempo e quando l’ho rincontrata era dimagrita di circa 35 chili.
Non so cosa è scattato, perché comunque è ancora abbondante, ma ha cominciato ad arraparmi.
Non so se fosse il suo culone o le sue tettone da extra quinta, o il fatto che comunque ci trovassimo a scherzare con reciproco piacere, ma ogni volta che la rivedevo sentivo formicolare l’uccello.
Un pomeriggio capito a casa sua per prendere dei biglietti per uno
spettacolo.
Il marito non c’è, impegnato fino a sera al lavoro.
Mi apre la porta e la trovo con un abito leggero, adatto alla stagione ancora calda; mi fa accomodare, mi offre una bibita fresca e intanto ci facciamo due chiacchiere scambiandoci alcune battute come ormai capita spesso.
Dopo un po’ cominciamo a scivolare sull’intimo e, inevitabilmente, finiamo a scherzare sul sesso.
Una battuta tira l’altra fino a che, mentre lei è china a raccogliere una cosa dal pavimento, non resisto e con una mano le sfioro una delle sue chiappone.
Per un momento temo la reazione, poi lei si gira e con un sorriso malizioso mi poggia una mano sulla coscia, molto, anzi troppo vicino all’uccello.
è il segnale che aspettavo.
Lentamente risalgo dalla chiappa al fianco palpando tutta la sua abbondanza e contemporaneamente alzandomi in piedi.
Le labbra si avvicinano e dopo un attimo le lingue si cercano e si intrecciano esplorando le rispettive bocche.
Intanto le apro il vestito, lo faccio scivolare dalle spalle mentre lei mi sbottona i pantaloni e la camicia.
Ci ritroviamo io in mutande e lei in slip e reggiseno.
Il reggiseno fa una fatica improba a trattenere le due enormi mammelle, mentre lo slip si nasconde tra le pieghe della carne ancora abbondante nonostante la dieta fatta.
Apro il gancio e i due grossi e burrosi cocomeri si liberano senza però precipitare in basso, segno che sono ancora sodi.
Li carezzo sempre più forte fino a stringerli, mentre Terry comincia a mugolare di piacere.
I capezzoli si fanno erti e duri, mentre col pollice e l’indice li pizzico quasi dolorosamente.
Ormai il mio cazzo preme dentro le mutande in piena erezione.
Lei se ne accorge e con una mano mi sfila l’indumento, mentre con l’altra afferra con sicurezza e delicatezza il mio uccello arrivato ormai al massimo dei suoi 24 cm.
Lentamente si accuccia tra le mie gambe e schiudendo le labbra comincia a baciarlo dapprima leggermente, poi sempre più a fondo, fino ad ingoiarlo per 2/3.
Sento la sua lingua vellicare la cappella e un brivido mi corre nella schiena.
Anche io mi sdraio in terra e ci tuffiamo in un furioso 69, con lei sotto e io sopra che le stantuffo l’uccello in bocca come se la stessi scopando.
Intanto con le mani le allargo le grandi labbra, che Terry tiene perfettamente depilate, cominciando a leccarle il taglio rosato della vagina.
La sua figa è proporzionata al resto del corpo, grande e carnosa, un po’ costretta tra due discreti coscioni.
La lingua va sempre più a fondo e dopo un po’ comincio a infilarle dentro dapprima un dito, poi due, poi tre.
Stantuffo con le dita e con la lingua le lecco il clitoride gonfio ed eretto,
Lei si contorce fino a perdere l’uccello che le scivola fuori dalle labbra.
Provo allora ad infilare un quarto dito, che entra nella figa ormai ridotta ad un lago senza fatica.
Resta fuori solo il pollice.
Senza sfilare la mano mi tiro su e mi metto in ginocchio a fianco a lei, facendola girare su un fianco, così da avere la visione di figa e culo davanti agli occhi.
Le dita continuano a stantuffarla e lei comincia a martorizzare il clitoride in una feroce masturbazione.
Provo a infilare anche il pollice e, senza sforzo, tutta la mano entra nella figa allagata.
Terry gode come una maiala continuando a godere e a sbrodolare succhi tra le cosce.
Anche tra le chiappe ormai è un lago, al punto che, con la mano libera mi afferro l’uccello duro come il ferro e comincio a strofinarlo sul suo buco del culo.
Come se ne accorge, con una mano si apre le chiappe, in un muto, ma esplicito invito a farsi inculare.
Non me lo faccio ripetere e lentamente ma con decisione comincio a spingere il cazzo nello sfintere.
Il passaggio non è molto agevole a causa della mano che penetra completamente la figa, ma tra le mie spinte e il suo aiuto la cappella lentamente si fa strada fino ad assestarsi dentro la corona.
Con la mano nella figa sento al cappella nel culo e l’eccitazione mi sale alle stelle.
Senza più remore do una spinta più forte delle altre e precipito nella profondità del suo culone morbido con tutti i 24 cm del mio cazzo.
Terry soffoca le grida di piacere in un cuscino, mentre io, infoiato perso, pompo a tutta forza col cazzo nel culo e con la mano nella figa.
Sento l’orgasmo che comincia a montare e per cercare di durare un po’ di più, sfilo lentamente la mano dalla figa provocando in Terry l’ennesimo orgasmo.
Ora i cazzo scivola più agilmente e riprendo a pompare, ma ormai il godimento è vicino.
Anche Terry se ne accorge e mi fa fermare, mi sfila l’uccello dal culo e girandosi se lo fa scivolare di nuovo tutto in gola.
Poche pompate e un’ondata gigantesca di sborra irrompe nella sua bocca, a ripetizione, quasi a soffocarla, mentre lei ingoia tutto, fino all’ultima goccia.
Ci stacchiamo e lei, per contraccambiare, si infila tre dita nella figa grondante e poi me le porge per offrirmi il suo sapore.
Ancora oggi sogno quella giornata FINE
