Sono passati vari anni dal compleanno per i mei 20 anni, ma mi ricordo quel giorno in modo molto accurato.
Mia zia per l’occasione aveva invitato la mia famiglia a mangiare a casa sua per il pranzo, aveva preparato ogni ben di dio e sebbene non fosse sposata era davvero una brava cuoca.
Era molto più giovane di mia madre, aveva circa 40 anni ma ben protati, era alquanto formosa, con un seno magnifico, di quelli in cui vedi le tette toccarsi, pesanti, con un lunga riga in cui vorresti inserire una mano o chissà che altro.
I suoi capelli neri erano lucenti e mossi, formavano un contorno perfetto con il suo viso largo, le labbra carnose erano sempre colorate di rosso fuoco come si usava allora ed i suoi occhioni grandi e scuri erano sempre accentuati da una riga nera spessa, che proseguiva ai lati.
Il suo modo di truccarsi era molto pesante, quasi volgare, infatti non le mancavano certo i corteggiatori e sebbene mia madre abbia sempre negato era anche molto chiacchierata nel paese, del resto non aveva un lavoro ma la sua casa era arredata con ogni confort e non aveva certo problemi di soldi.
Durante il pranzo mi recai al bagno, la discussione era animata come capita spesso tra parenti, pensavo che nessuno si fosse accorto della mia assenza e me la presi con calma.
Appena entrato notai subito il cesto della biancheria da lavare aperto e soprappensiero mi dimenticai di chiudere la porta a chiave.
Raccolsi un paio di mutandine nere ed un reggiseno enorme sempre nero, emanavano inconfondibilmente il profumo di mia zia e l’idea di toccare gli indumenti che avevano accarezzato così intimamente la sua pelle mi eccitò enormemente.
Malgrado avessi 20 anni e fossi giovane, non avevo avuto esperienze e l’unico mio sfogo era qualche rivista conservata furtivamente in camera.
Senza neanche pensarci poi tanto mi venne istintivo portare le mutandine al viso per meglio sentirne il profumo ed iniziai a toccarmi.
Stavo quasi per raggiungere il piacere, quando la porta del bagno si spalancò di colpo, mia zia mi guardò con aria severa ed a bassa voce per non essere sentita in salotto ma con un tono deciso disse:
– Maiale! Cosa stai combinando con le mie mutandine? Non ti vergogni? Ora chiamo subito tua madre!
Ero pietrificato, dinnanzi alla vergogna di tale situazione la implorai:
– Ti prego zia non farlo……. farò tutto quello che vuoi ma non chiamare nessuno…. –
– Va bene – rispose – ma vergognati, quando il pranzo sarà finito faremo i conti! Rivestiti e torna in sala che ti aspettiamo per tagliare la torta –
Nessuno si era accorto di nulla per fortuna, mangiammo la torta e quando giunse il momento di andarsene mia zia insistette con mia madre affinché io restassi a darle una mano a mettere in ordine.
Appena tutti se ne furono andati il tono gentile che mia zia aveva tenuto fino ad ora con gli invitati, divenne subito severo nei miei confronti, mi guardò fisso negli occhi, mentre io li abbassai umilmente e mi disse:
– Ma bravo il nostro ometto! Così ti piaciono i miei indumenti intimi? Allora li indosserai, spogliati! –
Ubbidii con rassegnazione, poi mi condusse in bagno e mi fece inginocchiare nella vasca appoggiando il petto sul bordo.
– Per indossare i miei abiti devi esserne degno, pulito dentro e fuori, quindi stai buono che non ti succederà niente di male. –
Ero completamente nudo, carponi all’interno della vasca, non avevo il coraggio di guardare cosa stesse facendo mia zia.
La sentii aprire un armadietto per prendere qualcosa, poi fece scorrere per qualche minuto l’acqua dal lavandino e si avvicinò a me.
Cominciò a carezzarmi sulla schiena, sentiva che ero teso e voleva che mi tranquillizzassi, poi si spostò lentamente verso il sedere…..
Avevo intuito cosa stava per fare e speravo che tutto finisse presto, ma quando sentii la cannula entrare non provai nessun disagio, se non l’imbarazzo dopo qualche secondo di dovermi liberare.
– Bravo, vedo che ti sei comportato bene, io vado in camera, tu fai quello che devi fare e poi pulisci tutto e vieni di la. –
Appena usì dal bagno mi liberai del mezzo litro ed oltre d’acqua calda che mi aveva inserito, mi lavai e la raggiunsi.
Mia zia vestita soltanto con una vestaglia quasi trasparente mi aspettava seduta ai bordi del letto con in mano un completino femminile composto da una minigonna, una camicetta di seta ed un reggicalze con calze nere a rete.
Mi ordinò di indossare tutto e mi accompagnò in cucina affinché lavassi i piatti come avevo promesso di fare.
Mi vergognavo in quella situazione, ma ero anche tremendamente eccitato, attraverso la vestaglia intravedevo le sue magnifiche tette e morivo dalla foglia di toccarle.
Mentre lavavo dinanzi al lavello, lei mi accarezzava le gambe ed i glutei e la mia eccitazione cresceva sempre più.
– Bene vedo che i miei abiti ti donano – mi disse – hai mai fatto sesso con una donna? –
– No – risposi
– Lo immaginavo non sei certo molto bello, ma è importante che tu possa imparare come si fa, andiamo di là in camera. –
Ero al settimo cielo, l’idea di farmi mia zia mi faceva impazzire, il solo pensiero di toccarle le sue magnifiche tette mi faceva quasi venire e come in trance la seguii.
Le cose però non stavano prendendo la piega giusta, infatti mi fece stranamente stendere sul letto a pancia sotto e prese dal comodino qualcosa che non riuscii a distinguere con precisione.
Sentii soltanto un rumore strano, come fanno quelle chiusure a strappo.
– Fare l’amore con una donna in modo soddisfacente non è facile, nipotino mio, prima bisogna imparare quali sono le sensazioni che dovrebbe provare, per cui quello che stò per fare è nel tuo interesse. –
Dopo queste parole mi accarezzò l’ano e lo lubrificò con una crema, poi la sentii entrare dentro me……
Sono passati alcuni anni da quel giorno, ma ancora fantastico su quel seno che non ho mai potuto toccare. FINE