Zia Emma

Mi chiamo R. ho 28 anni e abito a Roma, la storia che vi racconto è accaduta nella primavera di sei anni fa.
Era da qualche tempo che desideravo andare a Milano per incontrare alcuni amici di vecchia data, così quella mattina dissi a mia madre che sarei partito dopo pranzo.
dopo avermi preparato il borsone mi disse….. perchè non passi da Bologna a trovare tua zia Emma? sai dopo la morte dello zio vive da sola, l’altra sera l’ho sentita per telefono e m’è parsa un po’ giù di morale, io non diedi per certa la visita e dissi che ci avrei pensato magari di ritorno mi sarei fermato un paio di giorni.
Salutai mia madre con questa promessa, sinceramente non mi andava tanto di fermarmi a Bologna e poi andare da mia zia e vederla in quelle condizioni mi sarei depresso.
salii sul treno dopo qualche ora arrivai a Firenze,
Ero abbastanza annoiato avevo finito di leggere tutto il giornale ed ero rimasto nello scompartimento da solo, pensai che ancora c’era da fare molta strada fino a milano e probabilmente mi sarei fermato a Bologna da mia zia.
Dopo qualche tempo il treno ferma a Bologna, penso per un attimo sul da fare, mi decido e scendo.
Uscito dalla stazione chiamo un taxi e mi dirigo versa casa della zia Emma.
giunto, citofono, e sento una vocina…… chi è? zia sono io R. oh che bella sorpresa dai sali, sentii il portone aprirsi, mi avviai verso l’ascensore, arrivato all’ultimo piano trovai mia zia Emma sul pianerottolo tutta sorridente, sai sono proprio contenta di vederti dopo tanto tempo, vieni entra , e mi fece accomodare.
La casa era piccola ma accogliente aveva una camera da letto un soggiorno il bagno e una cucinetta, sai disse….. la casa è piccola ma per me e tuo zio andava più che bene poi, da quando lui m’ha lasciata mi sembra così grande.
Ti preparo un caffè disse sarai sicuramente stanco, no zia non preoccuparti sto bene così ma lei ando verso la cucina e la sentii armeggiare, dopo poco tornò in salotto con un bel caffè, si sedette di fronte a me e iniziò a parlare dei suoi guai, io all’inizio l’ascoltavo con un certo interesse ma poi cominciai ad assentarmi e a pensare ad altro mentre lei continuava a parlare.
Io ogni tanto la guardavo e pensavo che doveva essere triste e soffrire di solitudine anche perchè era ancora giovane e piacente, infatti aveva poco più di 50 anni un po’ tonda ma si teneva ancora bene, i capelli biondi un po’ sbiancati, una bella bocca, poi gli occhi mi scesero verso le sue gambe che teneva accavallate e, anche quelle risultavano ben fatte.
Ad un tratto sentii dire ma R. mi ascolti? si zia risposi repentinamente, scusa mi ero distratto. intanto guardò l’orologio, oh ! guarda è ora di cena sicuramente avrai una fame?
Io le dissi che avevo un certo appetito, vieni con me in cucina continuiamo a parlare mentro preparo qualcosa, così andammo in cucina lei si mise davanti ai fornelli io intanto preparavo la tavola, la cucina era un poì stretta e in due ci si girava male.
Lei stava davanti al lavabo e lavava l’insalata, ad un certo punto chiesi dov’erano i piatti e lei mi disse…… proprio quì sopra la mia testa sui pensili mi avvicinai e mi trovai chiuso tra il tavolo e lei, e, sporgendomi non potei fare a meno di appoggiarmi al suo sedere, scusa dissi io cercando di tirarmi indietro e lei……. figurati presi i piatti e li misi a tavola , ripetei l’operazione per i bicchieri, questa volta facendo attenzione a non urtarla, invece mi accorsi che lei si tirò indietro col bacino verso il mio sesso, li per li rimasi un po’ perplesso ma non detti peso a quanto era accaduto.
Ci mettemmo a tavola e almeno io mangiai di gusto lei spizzicava quà e là sembrava non avesse appetito.
Dopo cena andammo in salotto e guardammo un po la televisione.
ad un tratto lei si alzò e mi disse …. scusa vado in camera a cambiarmi, tornò dopo qualche istante avvolta in una bellissima vestaglia mi guardò e mi sorrise rimettendosi seduta.
Lei mi stava quasi di fronte, ad un certo punto vidi che chiudeva gli occhi dal sonno e piano piano si addormentò o fece finta di addormentarsi perchè dopo qualche istante aprì le gambe in modo spudorato, non potei fare a meno di guardare e intravedevo tutta la sua fica carica di peli biondissimi.
Ad un tratto mi alzai la chiamai dicendogli dai zia svegliati vai a dormire il film è finito ed io domani mattina devo partire, ma come così presto io pensavo ti fossi fermato qualche giorno ancora, così dicendo andò verso la sua camera augurandomi la buona notte.
Mi sdraiai sul divano letto e stavo quasi per addormentarmi quando ad un tratto sentii degli strani rumori venire dalla stanza di mia zia, incuriosito mi alzai mi avvicinai alla porta della camera da letto che era socchiusa e vidi una scena che mi lasciò di ghiaccio.
Mia zia stava sdraiata sul letto con le coscie spalancate e si autofotteva emettento dei gemiti con un cetriolo di proporzioni spaventose, hai capito la zia Emma che troia?
Mi son detto, tornai sui miei passi e mi rimisi a letto, devo dire che quella scena mi turbò un bel po’ intanto al solo pensiero il cazzo mi si era indurito in modo spaventoso e non riuscivo a prendere sonno mentre lei stava ancora li a mugulare, poi d’un tratto pensai alla scena della cucina di quando mi si appoggiò volutamente sul cazzo e, a quel punto mi assalì una libidine incontrollata, mi alzai andai a sbirciare e la vidi che si stava ancora fottondo con il cetriolo, senza fare rumore, entrai, mi avvicinai col cazzo scappellato e lo misi sulla sua bocca, lei dapprima sobbalzò aprì gli occhi e senza proferire parola si sfilò il cetriolo dalla fregna e cominciò a succhiarmi il cazzo.
Era stupenda lo leccava con una passione mai vista e io godevo da matti ad un certo punto la invitai a girarsi lei lo fece senza lasciare il cazzo, io presi il cetriolo e lo cominciai a strofinare sulla fica ormai allagata e bollente, lei leccava tutta la cappella e poi infilava quel bastone fino in gola.
Presi il cetriolo ormai bagnatissimo degli umori della fica e cominciai a strusciarle il buco del culo lei a quel punto impazzì, senza esitare un attimo cominciai a spingerlo nel suo buco, era incredibile ad un tratto dopo una leggera pressione entrò lei lasciò per un attimo il cazzo per dirmi……. sei favoloso continua così ed io cominciai a stantuffare in modo violento ad un tratto sentii che la goduria saliva sempre più forte fin quando ad un tratto non urlai…….. vengoooooooooo a sentire quella parola si ficcò il cazzo fino in gola e ingoiò tutta quella sborra calda, mi lasciò il cazzo e rimase li non sapeva che fare, io le sfilai il cetriolo dal culo la feci sistemare sul letto a gambe aperte e glielo ficcai in fica cominciandola a stantuffare con maestria dopo qualche istante cominciò a tremare e godette come una porca, sfilai l’arnese e mi andai a coricare.
Il mattino seguente mi alzai di buon ora e partii per Milano. FINE

About Hard stories

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