Era la primavera del 1970 ed il sottoscritto aveva 18 anni, e a quell’età si ha una fame di sesso insaziabile ed io non ero da meno dei miei coetanei, ero sempre eccitato ed ogni occasione era buona per masturbarsi, mi bastava vedere un bel paio di gambe o una camicetta riempita da un bel seno che la fantasia partoriva avventure erotiche a non finire. Erano tutte mie vittime, insegnanti, la panettiera, la giornalaia, le mie cugine e soprattutto le mie zie, una in particolare mi faceva impazzire, zia Laura. Quando andavo a letto fantasticavo situazioni erotiche che avrebbero potuto coinvolgerci e la mia mano inesorabilmente partiva….
Zia Laura aveva un figlio, mio cugino Andrea, con il quale mi trovavo molto bene, aveva un anno meno di me ed eravamo cresciuti insieme condividendo tutto, abitavano in un paesino di campagna a pochi chilometri dalla casa di mio nonno, dove io passavo tutta la mia estate.
Quasi tutti i giorni io e Andrea ci vedevamo, spesso io andavo da lui con il mio motorino ed a volte rimanevo a dormire, ne facevamo di tutti i colori, a volte ci masturbavamo a vicenda e facevamo a gara a chi schizzava più lontano. Zia Laura aveva 36 anni, mora, occhi azzurri, un bel seno, belle gambe, era sempre molto dolce con me, quando mi baciava mi stringeva forte forte soffocandomi con il suo seno, ovviamente mi veniva subito duro e temevo che lei se n’accorgesse (oppure lo speravo).
Un giorno che eravamo in casa da soli, mio cugino mi portò in camera di zia Laura, aprì un cassetto del suo comodino e mi fece vedere un pacco di riviste porno ed un meraviglioso vibratore, eravamo eccitatissimi, c’era ancora attaccato uno dei suoi peli riccioli, lo annusammo, sapeva di sesso, ovviamente ci masturbammo ferocemente. Il mio passatempo preferito era spiare zia Laura: in casa indossava sempre dei grembiuli a fiori con i bottoni davanti ma zia Laura ne usava sempre pochi di quei bottoni, sotto aveva sempre una sottoveste intonata con la sua biancheria intima. Cercavo di coglierla quando si piegava per raccogliere qualcosa per terra e guardavo sotto il suo vestito, oppure quando lo sollevava per sedersi e accavallava le gambe, e sempre da seduta gli passavo vicino per tuffare i miei occhi in quella meravigliosa scollatura. Quando eravamo a tavola facevo cadere il tovagliolo e mentre mi piegavo a raccoglierlo ne approfittavo per sbirciare sotto la gonna la sottoveste di zia Laura, teneva le gambe sempre un po’ divaricate, vedevo il reggicalze e le sue mutandine che mi eccitavano da morire. Erano i primi di Luglio, quando come di consueto andai da lei ma mio cugino non c’era, era andato all’oratorio, per salutarmi mi strinse a lei come al solito ma mi diede un bacio sulla bocca invece che sulla guancia, io rimasi stupito, pensai che forse non l’aveva fatto apposta, certo il contatto con quelle labbra umide mi era piaciuto molto, era la prima volta che mi capitava di baciare sulla bocca una donna.
Mi offrì un ghiacciolo e ci sedemmo sul divano, lei accavallò le gambe scoprendo una coscia sino a mostrarmi dove le calze nere si agganciavano al reggicalze, poi improvvisamente mi fece una domanda a bruciapelo
“Ma a tè piacciono le donne? “, subito il mio cuore andò a 10000 giri, come mai mi faceva quella domanda?
“Certo che mi piacciono” risposi,
“Mi è sembrato di vedere che tu e Andrea vi tocchiate”, mi disse,
“è capitato una volta ma per scherzo” dissi per tranquillizzarla e sperai che tutto finisse lì.
Ma non era finita
“Ma io ti piaccio? ” disse zia Laura,
“Molto” risposi con un groppo in gola e diventai tutto rosso mentre la fronte mi si imperlava di sudore, improvvisamente mi venne un gran caldo,
“Sai mi sono accorta come mi guardi e che fai cadere il tovagliolo per guardarmi sotto la gonna, ti piacciono le mie gambe? “,
“Si” dissi, con un filo di voce avendo la gola secca come un deserto d’estate. Zia Laura rincarò la dose
“Come sei diventato rosso, non c’è nulla di cui vergognarsi, anzi mi fa piacere sapere che piaccio ancora” mi strinse a sé e ancora mi baciò sulle labbra, poi prese la mia mano e se la mise sulla coscia scoperta dicendomi
“Senti come sono ancora sode”. Sentivo il suo profumo ed il nylon delle sue calze sotto la mia mano, abbozzai una carezza ma ero come impietrito per quello che mi stava succedendo,
“Ma non hai la fidanzata? ” disse,
“No” risposi,
“Eppure sei un bel ragazzo! Scusami non volevo essere invadente. Domani Andrea va in montagna con la colonia per una settimana ed io sono qui da sola, verrai a trovarmi lo stesso vero? Cosi mi fai un po’ di compagnia e mi aiuti a fare qualche lavoretto, ti và? ,
“Va bene” dissi, sprofondando nei suoi occhi azzurri,
“Ora devo andare a stirare, ci vediamo domani. “, disse sorridendo e si alzò dandomi una carezza sulla guancia.
Io rimasi per un attimo sul divano come uno scemo, ero confuso, poi andai in bagno, avevo gli slip e la tasca dei jeans bagnati di sperma, ero venuto senza nemmeno accorgermi. Mi lavai la faccia per riprendermi, poi con il motorino tornai a casa del nonno, mi sentivo stanco come se avessi lavorato per ore, quella notte feci fatica a dormire, mille pensieri mi turbinavano per il cervello.
Il mattino dopo alle 10 in punto ero da zia Laura, per salutarmi, ancora mi baciò sulle labbra e poi mi disse
“Devo lavare le tende, mi tieni la scala per favore? Così puoi guardarmi sotto la gonna”, la guardai negli occhi e scoppiammo a ridere,
“Va bene zia” dissi, e sentii come se si stesse creando un clima di complicità tra noi due, improvvisamente mi sentii più grande ed aumentò il mio affetto nei suoi confronti. Lavorammo sino all’ora di pranzo, io stavo sotto di lei a reggere la scala e mi beavo di tutto quello che potevo vedere, ad un tratto mi chiese di tenerle le gambe perché doveva salire sul gradino più alto e non poteva tenersi alla scala, facendomi coraggio ne approfittai subito, le infilai le mani sotto al gonna e le appoggiai sulle cosce stringendole, sentivo la sua pelle calda sotto il morbido nylon delle calze, ero già tutto bagnato ed il cuore batteva all’impazzata, aveva un paio di mutandine nere trasparenti, se si girava le avrei visto anche il sesso.
“Te ne stai approfittando è, ti piacciono le mie mutandine di pizzo? “, mi disse,
“Sono molto belle zia” risposi e giù a ridere, lei rideva ma io mi eccitavo di brutto ed avevo già gli slip bagnati.
Dopo aver pranzato mi disse
“Sono un po’ stanca vorrei riposarmi, ti và di sdraiarci un po’, magari ci guardiamo un film”,
“Volentieri zia”, andammo in camera sua, lei si tolse la vestaglia e si slacciò il reggiseno poi si sdraiò rimanendo in sottoveste, io non sapevo che fare, poi mi tolsi i pantaloni e rimasi in mutandine e maglietta. Prima di sdraiarmi andai in bagno dove cercai di asciugarmi un po’ gli slip e mi bagnai il sesso con un po’ di acqua fredda per cercare di sgonfiarlo, poi mi sdraiai vicino a lei.
Era bellissima; non c’era niente da fare dopo un attimo il mio sesso era già durissimo, speravo che non se ne accorgesse (o forse si), la mia mano era vicina alla sua, facevo finta di guardare la televisione ma in verità non vedevo niente, pensavo alla situazione, noi due spogliati…, sdraiati cosi vicini…, ma cosa stava succedendo? Ero molto agitato, decisi di prendergli la mano e stringerla nella mia, se lei avesse detto qualcosa mi sarei giustificato dicendo che era solo un segno di affetto chiedendole scusa, mi sembrava un ottimo piano, lei non si ritrasse e mi lasciò fare.
Non era normale quello che stava succedendo, o forse sì, ero io che immaginavo chissà cosa, in fin dei conti ero solo a letto con mia zia e ci stavamo riposando guardando un film. Ma a chi volevo darla a bere, io ero eccitatissimo e speravo o temevo che succedesse qualcosa, sentivo che eravamo vicino al limite tra il lecito e l’illecito, e mi domandavo se e chi avrebbe superato tale limite non ben definito, forse avrei dovuto osare di più, ma se erano solo mie fantasie e poi la zia si arrabbiava che figura avrei fatto, magari avrebbe spifferato tutto a mia madre, se invece stavo perdendo l’occasione della mia vita?
Non ci capivo più niente, di nuovo il cuore mi batteva forte e la gola era secca, girai leggermente lo sguardo verso mia zia e la guardai con la coda dell’occhio, lei se ne accorse e mi sorrise dicendo
“Vieni qui, abbracciami forte”, mi passò il suo braccio intorno al collo e mi strinse a lei, io contraccambiai l’abbraccio, la mia guancia era appoggiata alla sua. Sentivo il suo profumo e mentre le accarezzavo la schiena percepii come un fremito da parte sua, mi staccai leggermente e la guardai negli occhi, mi sembrò di vederci un velo di tristezza ed una dolcezza infinita, decisi che volevo oltrepassare quel limite qualsiasi cosa fosse accaduta dopo.
Iniziai a baciarla sulle labbra e poco dopo le nostre lingue si incontrarono, le accarezzai il viso e poi i capelli, i suoi occhi erano lucidi come se stesse per piangere, in seguito capii il conflitto che scoppiò dentro di lei, ci stringemmo ancora di più ed una delle mie gambe si infilò tra le sue e lei ci si avvinghiò, era tutto un fruscio di nylon che mi eccitava da morire.
Una delle sue gambe si strusciava lentamente sulla mia accarezzandomi con il nylon delle calze, mentre il mio sesso era appoggiato sull’altra le mie mani sentivano il morbido della sua sottoveste, ad un tratto mi prese la mano e se la mise su un seno, era morbidissimo, lo strinsi e cercai il suo capezzolo e quando iniziai a torturarlo attraverso la sottoveste lei emise un suono di piacere e tutto il corpo scattò come se avesse preso la scossa. Sapevo di essere un po’ imbranato e poi ero molto emozionato perché era la prima volta, ma cercai di fare quello che avevo visto sui giornaletti porno,
le scostai la spallina e dopo averle scoperto il seno incominciai a leccarglielo soffermandomi sul capezzolo che diventava sempre più turgido, le scosse del suo corpo si ripetevano ad ogni contatto.
Poi zia Laura, con la sua mano scese piano piano ad appoggiarsi sui miei slip, che ormai a malapena riuscivano a contenere il mio sesso e dopo una carezza vi si introdusse avvolgendomelo con le sue dita ed iniziò ad accarezzarmelo, non feci in tempo a fermarla che l’avevo già inondata di sperma bagnandole anche la sottoveste.
Ero imbarazzatissimo, riuscii a malapena a pronunciare
“Scusa… non volevo…”,
“Non preoccuparti” mi sussurrò dolcemente e mi chiuse la bocca con un bacio mozzafiato, continuò ad accarezzarmi e poco dopo il mio sesso era già turgido, poi prese la mia mano e la accompagnò in mezzo alle sue gambe riempiendomela con il pizzo delle sue mutandine. Accarezzandole sentivo umido sotto il palmo della mano e percepivo la sua peluria che usciva dai bordi, dopo un po’ mi infilai sotto le sue mutandine e toccai il paradiso, mi riempii la mano del suo sesso e provai una sensazione incredibile, era un miscuglio di carne calda morbida e bagnata, non sapevo bene cosa dovessi fare ma sentii subito che le mie carezze le piacevano ed allargò le gambe per facilitarmi. Sentivo l’apertura del suo sesso e poco per volta mi ci infilai con un paio di dita ed iniziai ad esplorare il suo interno, zia Laura ansimava sempre di più, ad un tratto mi prese la mano e la fece scorrere sino al vertice del suo sesso facendomi sentire sotto le dita un rigonfiamento di carne invitandomi ad accarezzarlo. Ma certo, che stupido, il clitoride, ero proprio un imbranato, iniziai la mia opera e dal respiro e dai movimenti di zia Laura capii l’importanza di quel punto, per un attimo mi sentii come un alunno ad una scuola un po’ speciale.
Smisi di baciarla ed abbassai un po’ il capo appoggiandolo sul suo seno, volevo guardarla mentre ci accarezzavamo, vedevo la sua mano che mi masturbava e la mia, sprofondata sotto le sue mutandine nere trasparenti sollevava la sottoveste nera, le sue gambe inarcate e divaricate erano inguainate da un paio di morbidissime calze di nylon dello stesso colore e muovendosi mi indicavano quanto zia Laura stava godendo. Lo specchio dell’armadio di fronte raddoppiava lo spettacolo e la cosa incredibile è che io ero protagonista di tutto ciò, quella vista mi diede il colpo di grazia e sentii che stavo di nuovo per venire, accelerai le mie carezze sperando che zia Laura mi raggiungesse, e poco dopo all’unisono dalle nostre bocche usci un rantolo liberatorio, il suo corpo si contorceva e sussultava come non avevo mai visto.
Lei abbassò le gambe e si mise ad accarezzarmi la testa ancora appoggiata al suo seno che ansimava per lo sforzo, sentivo che il suo cuore batteva forte, io rimasi così, con la mano tutta bagnata nelle sue mutandine, non volevo muovermi per non rompere quel momento meraviglioso e prolungarlo il più possibile. La testa mi girava, affollata da mille pensieri e sensazioni, felicità, vergogna, orgoglio e cosa sarebbe successo dopo? E lei a cosa stava pensando? Decisi di lasciar fare a zia Laura e piano piano ci addormentammo così.
Ci svegliammo più tardi, zia Laura si rivestì senza dire niente, tranquilla e sorridente, apprezzai molto quel suo far finta di niente che mi metteva a mio agio, lei aveva da fare ed io andai a fare un giro in motorino meditando su quello che era successo. Più tardi quando tornai, zia Laura stava stirando e mi chiese se gli facevo un po’ di compagnia, mi sedetti ed ascoltammo della musica, la vedevo da dietro e quando ogni tanto si piegava per prendere la biancheria dal cesto il vestito si alzava e mi offriva uno spettacolo che mi fece venire subito voglia.
Il mio sesso era già duro ed avevo voglia di toccarla, mi avvicinai a lei ed iniziai ad accarezzarle una coscia da sotto il vestito, sentivo il nylon delle sue arrapanti calze nere e della sua sottoveste,
iniziai a salire con la mano sino a toccare l’elastico del reggicalze, poi infilai la mano tra le calze e la sua pelle morbidissima, poi di nuovo su sino a toccare le sue mutandine di pizzo. Lei continuava a stirare facendo finta di niente, con l’altra mano le sollevai il vestito in modo di poter vedere lo spettacolo, le sue mutandine nere trasparenti mi lasciavano vedere la rotondità del suo bel sedere, glielo accarezzai avidamente ed iniziai a far scivolare la mano a cucchiaino tra le sue cosce.
Era una libidine di nylon, pizzo e carne tiepida, dopo poco zia Laura divaricò leggermente le gambe ed io scivolai ancora sino ad arrivare dove le sue mutandine custodivano il tesoro più prezioso, sentivo il suo sesso sotto il pizzo e mi misi ad accarezzarlo, capii che stava apprezzando il mio lavoro perché divaricò ancora un poco le gambe, allora le infilai la mano sotto le mutandine riempiendomi la mano del suo sesso, poi con il medio e l’anulare entrai nella sua vagina e con l’indice le stuzzicai il clitoride.
La mia penetrazione venne salutata da un suo mugolio di piacere, intanto con l’altra mano mi infilai nel suo reggiseno per stuzzicarle i capezzoli, il suo respiro si fece pesante e poco dopo iniziò a esprimere il suo godimento con dei rantoli che sfociarono in un violento orgasmo che le fece inarcare tutto il corpo. Senza dire una parola si girò, aveva gli occhi lucidi, mi fece sedere sulla sedia e mi slacciò velocemente i jeans, mi infilo le mani negli slip estraendo il mio sesso già turgido e se lo mise in bocca, la sua lingua lo percorreva veloce e le sue labbra me lo massaggiavano avidamente, non resistette molto e presto zia Laura si dissetò con il mio sperma che le inondò la bocca. Poi si sedette sopra le mie gambe e stringendomi al suo seno mi disse
“Ti andrebbe di rimanere a dormire questa sera? “,
“Volentieri” risposi immaginando già cosa sarebbe successo.
Mangiammo tranquillamente e pi ci mettemmo sul divano a vedere un film, io non vedevo niente continuavo a pensare al dopo, ero già eccitato, decisi di prendermi un anticipo, le appoggiai una mano su una gamba e le accarezzai quelle calze di nylon che mi facevano impazzire, mi sarebbe piaciuto averle per ricordo,
“Ti piaccio le mie calze? ” disse zia Laura,
“Da impazzire” risposi e poco dopo iniziai a salire verso il suo sesso, lei allargò subito le gambe sorridendo. In breve ero con la mano nelle sue mutandine che le massaggiavo il sesso, ad un tratto lei mi baciò infilandomi la lingua in bocca e mi disse
“Andiamo a letto”, zia Laura si spogliò completamente tranne calze e reggicalze e si infilò sotto le coperte, capii subito che le teneva perché mi piacevano, ci avvinghiammo in un abbraccio e proseguimmo con baci e carezze intime, io le infilai subito nella vagina un paio di dita facendola sussultare e le accarezzavo il clitoride con il pollice.
Poco dopo stava già mugolando di piacere, mi venne voglia di sentire il suo sapore, infilai la testa tra le sue gambe ed inizia a leccarla, era bellissimo, le titillavo il clitoride e poi mi infilavo dentro più che potevo nella sua vagina bagnatissima, continuai così sino a quando mi fece segno di andare sopra di lei. Avvicinai il mio sesso al suo, lei lo prese in mano e mi aiutò a penetrarla, lo spinsi dentro, era incredibile stavo facendo l’amore con una donna fantastica, le sensazioni erano indescrivibili, vedevo il suo corpo sussultare sotto i miei colpi e sentivo che godeva.
Presi le cosce tra le mani e gliele sollevai divaricandole le gambe, lei a sua volta le prese aprendole a V, la vista del mio sesso che entrava ed usciva dal suo e di lei che teneva le gambe divaricate e inguainate di nylon per accogliermi dentro di lei mi portò ben presto all’orgasmo, venimmo contemporaneamente urlando di piacere. Mi sdraiai appagato vicino a lei e ci addormentammo tenendoci teneramente per mano, lei mi svegliò più tardi e facemmo ancora l’amore.
Il giorno dopo zia Laura si cambiò la lingerie e si mise tutta in bianco, la colsi mentre stava riponendo i barattoli di conserva nel ripostiglio, la spinsi contro il muro baciandola e subito le infilai una mano sotto il vestito cercandole le mutandine, le infilai dentro la mano ed iniziai a masturbarla. Poi mi misi in ginocchio ed infilai la testa sotto la sua gonna, le spostai di lato le mutandine e mi misi a leccarle il sesso furiosamente, la portai vicino all’orgasmo ma mi fermai per penetrarla poco dopo con il mio sesso spingendola ritmicamente contro il muro. Lei venne urlando di piacere, allora tirai fuori le sue tette dal reggiseno e mi misi a succhiarle i capezzoli mentre continuavo a penetrarla, volevo farla venire ancora una volta, iniziò di nuovo ad ansimare e questa volta venimmo assieme. Passammo assieme una settimana meravigliosa facendo l’amore appena uno dei due ne aveva voglia, ma purtroppo venne domenica e prima che tornasse mio cugino zia Laura mi regalò un pacchettino dicendomi di aprirlo quando sarei stato da solo, poi mi congedò con un lungo bacio. Il nostro rapporto durò alcuni anni e fu meraviglioso, oggi ogni tanto riapro ancora quel pacchettino che mi regalò, accarezzo le sue calze nere che sprigionano il suo profumo preferito e penso ancora a quei giorni in cui zia Laura mi fece conoscere l’amore. FINE
Questo è uno dei migliori secondo me, sottolinea l’aspetto romantico e non volgare.