Precisiamo subito: non era realmente mia zia.
Era zia di Marta.
All’inizio del mio primo anno di liceo ho cominciato a frequentare e corteggiare Marta quindi, Luisa è diventata anche mia zia.
Fin da piccola Marta ha vissuto con la zia Luisa e lo zio Bruno dal momento che era rimasta orfana di tutti e due i genitori.
Una notte, l’automobile che suo padre stava guidando, è sbandata ad una curva e si è scontrata con un’altra macchina che arrivava nel senso contrario.
Lo scontro ha ucciso istantaneamente entrambi i suoi genitori.
Così i coniugi C. zii della piccola Marta si sono presi cura di lei.
Gli zii di Marta vivevano in una villetta con giardino e piscina ed io potei andare a nuotare quasi ogni giorno da quando avevo conosciuto Marta.
Marta è una bella ragazza di 16 anni ed è considerata la più bella tettona della nostra scuola; ma, quell’estate, quando ho visto sua zia Luisa in costume da bagno, mi convinsi che il seno di Marta non poteva reggere il confronto.
Luisa C. aveva circa 50 anni e non ha avuto figli.
In costume da bagno mi è sembrata migliore della nipote e fatta meglio della maggior parte delle ragazze di 2o anni.
Quell’estate, dal momento che il sig. Bruno (che è rappresentante di commercio) era spesso fuori città per lavoro e si assentava anche per settimane intere, mi sono offerto volontariamente per aiutare Luisa e Marta nei periodici lavori di manutenzione del giardino e di pulizia della piscina.
Benché Luisa si sia offerta di pagarmi questi servigi, ho rifiutato poiché l’uso della piscina era un pagamento più che sufficiente.
E poi, un po’ di movimento e di sano lavoro all’aria aperta mi poteva solo far bene.
Un mercoledì Marta era in città per organizzare un campeggio con altre ragazze di un club al quale apparteneva e non sarebbe ritornata che all’ora di cena.
Invece io, come ogni mercoledì, stavo tagliando l’erba al prato mentre zia Luisa era impegnata a sarchiare le radici dei fiori e potare alcuni arbusti.
Quando ho finito il lavoro ho riposto il tagliaerba sotto la tettoia e mi sono avvicinato alla signora Luisa per salutarla prima di fare ritorno a casa ma lei subito mi ha fermato dicendo:
“Gianni, è caldissimo oggi e anche molto umido! Guardami: sto sudando come un mulo! ”
Mi ha sorriso ed ha continuato:
“… andiamo dentro casa a bere una birra fresca. Mentre tu bevi io vado a farmi una doccia rapida, mi infilo il costume e facciamo un tuffo nella piscina… Ti va l’idea? Anche se non c’è Marta puoi rimanere se vuoi… Hai portato il costume? ”
Io ho sempre il costume nello zainetto e quindi ho risposto affermativamente.
La signora Luisa, mostrandomi un gran sorriso, ha detto:
“Bene! Faremo un bel bagnetto! ”
Mi sono seduto e lentamente ho sorseggiato la mia birra fredda.
Sentivo il rumore della doccia e zia Luisa che cantava una canzone di Vasco.
La immaginavo nuda sotto il getto dell’acqua corrente, immaginavo i movimenti delle sue mani mature ed esperte che accarezzavano spalmandosi sul corpo un sapone profumato…
Mentre ho fatto questo pensiero, il mio giovane cazzo ha iniziato a diventare sempre più duro, come quando Marta, per esempio, me lo aveva strusciato sui suoi capezzoli nudi facendomi venire e quasi … svenire!
Marta mi fa toccare e giocare con le sue tette ma non vuole che la tocchi in mezzo alle gambe… almeno per il momento.
In quel momento, coperta da un accappatoio, comparve zia Luisa la quale mi indicò la direzione del bagno per lavarmi e cambiarmi e mi disse che mi avrebbe aspettato alla piscina.
Quando ho sentito allontanarsi la signora Luisa ho tolto rapidamente i miei shorts, la maglietta e le scarpe da tennis, ho indossato il costume e mi sono diretto verso la piscina.
Quando sono arrivato in prossimità della vasca ho visto Luisa sdraiata su un lettino prendisole con entrambi i piedi a penzoloni nell’acqua della piscina.
Mi sono avvicinato lentamente, un po’ intimidito dalla visione di alcuni peli biondi che fuoriuscivano dal suo costume nonché dalla forma del suo monte di venere che potevo notare con buona definizione vista la
posizione in cui mi trovavo.
Ho sentito il mio pene cominciare a gonfiarsi di nuovo allora mi sono tuffato nell’acqua, sperando che la zia non avesse notato la mia erezione.
Dopo alcuni minuti ho detto:
“L’acqua è deliziosa signora C. , perché non si tuffa anche lei? ”
Per tutta risposta ebbi un sorriso e mi disse:
“Ai ragione, vengo subito. Penserò più tardi alla mia abbronzatura. Ma ti prego Mario, non chiamarmi signora: chiamami semplicemente Luisa! ”
“D’accordo signora… hmmm… Luisa… “, ho risposto.
Dopo circa 15 minuti Luisa uscì dall’acqua per dedicarsi alla sua abbronzatura.
Mentre camminava sulla terrazza non potei non notare il delicato ondeggiamento del suo culo e l’accappatoio bagnato e sottile che ormai aderiva ad ogni sua curva.
Luisa si è stesa prona sul lettino ed ha appoggiato la testa sul suo braccio.
I suoi piedi erano rivolti verso la piscina e le gambe leggermente allargate quel tanto da permettermi una vista libera dei suoi lineamenti.
Poco dopo ha scoperto la schiena e il culo.
Il mio uccello era ormai a regime.
Luisa ha quindi chiamato il mio nome dicendomi:
“Per favore, mi potresti spalmare l’abbronzante sulla schiena? ”
Deglutì un paio di volte e mi feci coraggio prima di rispondere affermativamente.
Ho sperato solo che non aprisse gli occhi e mi vedesse il rigonfiamento enorme il mio cazzo stava modellando all’interno del mio costume.
Ho preso la lozione, ho messo alcune gocce nel palmo della mia mano e ho iniziato a spalmare la crema sulla pelle di Luisa.
Lei mi disse:
“Ungimi le gambe in primo luogo e soprattutto le caviglie… ”
Questo non ha fatto altro che aumentare ulteriormente la mia eccitazione.
“Quando hai finito con le gambe e le caviglie, spalma la crema sulla schiena e sulle spalle. Sai Mario, sei bravo con i massaggi… ” disse poi.
Sono passato con le mani sopra la spessa cinghia del suo reggiseno ed ho messo più lozione sulle sue spalle.
Raggiungendolo da dietro, lei ha sganciato il clasp del suo reggiseno e ha detto: “Hai dimenticato un punto, Mario… ”
Così gli ho spalmato la parte che avevo omesso.
Mentre spalmavo la crema abbronzante sulle gambe e sulla schiena della signora Luisa, mi sono meravigliato per quanto fosse ancora morbida e liscia la sua pelle.
Mentre spalmavo mi sono seduto sul lettino ed ho provato a pensare ad altre cose per limitare la mia erezione: i fiori sulle viti che arrampicavano sulla parete di mattoni che circondava la piscina, le farfalle che si posavano su quei fiori, ecc…. , tutto ciò che avesse potuto distogliere la mia attenzione dal suo corpo bello e lasciare che il mio cazzo duro ritornasse ad abbassarsi…
Niente però ha funzionato: il mio uccello era rimasto rigido come un albero d’acciaio.
Dopo una ventina di minuti Luisa ha detto:
“Mario, mi puoi rimettere un po’ di crema? ”
Ho pensato che desiderasse rimetterla sulle spalle ma, quando mi sono avvicinato, lei si è girata verso di me.
Non aveva riallacciato la cinghia del reggiseno e le sue grandi mammelle mi sono apparse in tutto il loro splendore.
Non ha fatto nessun tentativo per coprirsi ed io mi sono sentito quasi svenire per l’emozione!
Vedendomi arrossire come un peperone ha detto:
“Non dirmi che è la prima volta che vedi un paio di tette! ”
Ho scosso il capo e ho detto:
“Di tette ne ho viste ancora, ma mai grandi e belle quanto le vostre… “.
“Sei gentile Mario, grazie… ” ha risposto,
“… è la cosa più carina che nessun altro mi avesse mai detto. Ora però mettimi un po’ di crema prima che si brucino! ”
Per un momento ho esitato.
Luisa ha sorriso e ha detto:
“Non essere impaurito, non mordono mica! ”
Mentre spalmavo la crema sulle sue mammelle, Luisa ha chiuso gli occhi ed ha respirato profondamente.
“Mmmm… “, ha detto, “… che sensazione piacevole…
” Quando ho finito di applicare la lozione sulla sua pancia, sul torace e sulle spalle, ho pensato che il suo seno aveva bisogno di un secondo passaggio.
Mentre massaggiavo con molta crema le sue tette un grande sorriso è comparso sul suo viso; ha aperto gli occhi e si è girata verso me.
Ha mosso piano la sua mano, l’ha infilata sotto il mio costume raggiungendo il mio sesso, ha afferrato il mio cazzo e sorridendo maliziosa ha detto:
“Che cos’è questo? ”
Sedendo sul lettino ha detto:
“Questa potrebbe essere una cosa seria. Sarebbe meglio se gli dessi un’occhiata! ”
Così fece.
Senza che me ne rendessi conto, lei mi ha tolto con un solo gesto il costume, con una mano mi toccava l’uccello e con l’altra mi cullava le palle.
In quel momento ero in estasi! Ha dato alla mia asta alcuni colpi delicati e poi mi ha baciato leggermente il prepuzio.
“Ho pensato… ” ha detto con un sogghigno,
“… che tu hai una cosa seria. Ho comunque in casa la giusta medicina per guarire il tuo malessere. Così facciamo anche una pausa, altrimenti, se rimaniamo qui, finiamo bruciati! ”
Detto questo, Luisa si mise un asciugamano intorno alle spalle, raccolse da terra il suo reggiseno, mi prese la mano e, dopo che ebbi risollevato il mio costume, mi condusse in casa.
Una volta entrati mi disse:
“Prima ci facciamo una doccia per toglierci di dosso tutta questa crema. è una lozione molto buona per l’abbronzatura ma mi lascia la pelle molto sensibile, unta ed appiccicosa. ”
Mi ha condotto nel bagno, mi ha tolto nuovamente il costume ed ha registrato la temperatura dell’acqua.
Un attimo dopo si è tolta la parte inferiore del costume rivelando un cespuglio, rigoglioso ma ben tagliato, di peli pubici biondi; poi mi ha condotto sotto la doccia.
Ero talmente preso dall’immagine bellissima di questa matura signora che quasi scivolavo nella vasca: mi aggrappai al corpo di Luisa la quale divertita mi disse: “Attento! Non vorrei che ti rompessi qualcosa! ”
E ridendo mi picchiettava l’uccello.
Luisa ha preso una spugna, del sapone ed ha incominciato a insaponarmi tutto il corpo prestando un’attenzione particolare al mio rigido cazzo e alle palle pendenti.
Quando ha finito di sciacquarmi ha sorriso e ha detto:
“è il tuo turno ora! ” e passatomi il sapone e la spugna si è messa di fronte a me aspettando il mio trattamento.
Ero particolarmente attratto dal suo seno ma ho ugualmente lavato tutto il suo corpo.
Ho rimesso un po’ di doccia-schiuma sulla spugna e le ho insaponato la schiena, la pancia, le gambe e il pube.
Bisbigliandomi all’orecchio mi ha detto:
“Usa le mani nude per lavarmi fra le gambe. è più bello che con la spugna! ”
Ho insaponato la mia mano e delicatamente ho lavato la lunghezza della sua fessura.
Ho toccato la sua figa!
Non mi pareva fosse vero!
Con le dita toccavo il piccolo bottone posto sulla parte superiore della sua fessura ed ogni volta che lo sfioravo lei premeva più saldamente la sua fica contro la mia mano emettendo suoni lamentosi ma di soddisfazione e di godimento.
“Ohhh! bambino mio. Mi fai morire! Se non ti fermi mi farai venire subito… ” disse ansimante,
“… e invece desidero avere un po’ di energia anche per dopo! ”
Allora si è girata e si è appoggiata in avanti mostrandomi il suo culo abbronzato.
Io ho ripreso la spugna ed ho lavato il suo sedere ben fatto.
Poiché non mi davo per vinto, cercavo di strofinare con la spugna il suo piccolo bottone che tanto la faceva godere (In seguito Luisa mi ha detto che si trattava della clitoride).
Ogni volta le toccavo la clitoride si irrigidiva e ansimava voluttuosamente, ma, ancora una volta, Luisa mi ha fermato e mi ha detto:
“Fermati ti prego, mi stai facendo godere come una matta ma non voglio perdere completamente le forze: dopo voglio scopare con te! ”
Sorridendo maliziosamente è uscita dalla vasca trascinandomi per l’uccello e ha detto:
“Vieni un po’ con me! ”
Mi ha condotto nella sua camera matrimoniale e, indicandomi il letto ha detto:
“Sdraiati caro. ”
Luisa si è inginocchiata sul letto al mio fianco e con aria eccitata continuò a parlare:
“Ora dobbiamo fare qualcosa per ridurre questo rigonfiamento!
Forse, se la zia Luisa lo bacia scommetto che il gonfiore sparirà, almeno per un po’, e tu ti sentirai meglio! ”
Detto fatto Luisa ha iniziato a baciarmi la cappella, poi a leccarmela ed infine a succhiare con grande potenza fino a quando, dopo pochissimi momenti eiaculai copiosamente, sporcando di sperma sia le coperte del letto che il corpo della mia adorata zia. FINE