Dopo un’estate a dir poco travagliata per Stefano quella partita suonava come una beffa. Centododici anni di storia festeggiati giocando contro il “Pizzighettone”, per di più in campo neutro dopo la squalifica del campo rimediata in “Coppa Italia”. Le proteste contro la FIGC non erano servite ad evitare la retrocessione in “C”, per illecito sportivo, ma solo a racimolare un’ulteriore sanzione. Una pagina nera, la più nera, di una storia centenaria. Nonostante tutto la fede, l’attaccamento alla propria squadra, ne è uscito immutato, forse addirittura incrementato. Per i più può sembrare incomprensibile ma per un genoano la partita contro il Pizzighettone, nonostante tutto, costituiva un’occasione particolare, da non mancare. Anche Marzia non capiva e per lei, di fede “blucerchiata”, la cosa era ancora più incomprensibile. Stefano, prima che la serie “A” appena conquistata svanisse, le aveva promesso, dopo l’anno passato in giro per l’Italia a festeggiare i successi che sancivano il ritorno nella massima serie, di rinunciare alle trasferte. Le aveva promesso di non lasciarla sola e di dedicarle tutte le attenzioni che una giovane moglie meritava. Le discussioni tra i due sono continuate per alcuni giorni ma, alla fine, Marzia ha ceduto o meglio, ha dovuto accettare, se pur controvoglia, le decisioni di Stefano. Lui, d’altronde, non voleva perdersi quella partita. Quell’incontro, per miglia di tifosi del grifone, aveva una valenza particolare e per Stefano, in particolare, rappresentava un’occasione assolutamente da non perdere. Aveva ribattuto a Marzia che, di fatto, non si trattava di una trasferta ma di una partita in casa, giocata a Torino solo a seguito della squalifica del campo, e per la quale, essendo abbonato, non avrebbe neppure dovuto acquistare il biglietto. Il vero motivo che lo spingeva a non rinunciarvi, però, era l’invito ricevuto da Rosy. Una ex collega di lavoro con la quale aveva legato in maniera particolare. Si erano frequentati spesso quando entrambi lavoravano a Torino. Quando la loro amicizia sembrava doversi tramutare in qualcosa di più, improvviso, era arrivato il trasferimento a Genova. L’occasione, per Stefano, era troppo importante e, anche se con un minimo di rammarico, aveva colto l’occasione per fare ritorno nella sua città. La distanza, seppur non insormontabile, aveva attenuato l’attrazione tra i due. Ad entrambi non restava che il ricordo di piacevoli ore trascorse insieme e di qualche bacio scambiato passeggiando in un parco. Apparentemente erano più uniti professionalmente che sentimentalmente ma in realtà, per entrambi, quella relazione troncata sul nascere era come un libro scritto a metà, una storia interrotta senza la parola fine. Nonostante fossero ormai passati diversi anni Rosy e Stefano erano rimasti in contatto e si sentivano con regolarità e non solo per questioni di lavoro. La frequentazione, seppur a distanza, tramite telefono o posta elettronica, è continuata anche quanto, prima Rosy, e poi Stefano, si sono sposati. Lei con un dirigente delle ferrovie che, per lavoro, era spesso in giro per l’Italia. Lui con Marzia conosciuta frequentando lo stesso stabilimento balneare in Corso Italia. Gli incontri invece, dopo il trasferimento, erano stati rari e carichi di tensione. Per questi motivi quell’invito, assumeva un’importanza speciale, irrinunciabile. Poco dopo le tre del pomeriggio del 7 settembre 2005, con la sua auto, Stefano ha imboccato la “sopraelevata” diretto verso Torino. Al suo fianco, sul sedile del passeggero, la sciarpa del Genoa. Quando anche Marzia è uscita dal lavoro, per fare ritorno a casa, Stefano era già a metà strada. Rimasta sola, ancora indispettita, si è dedicata alla pulizie di casa prima di regalarsi una lunga e tonificante doccia calda. Stefano è giunto allo stadio con un po’ di ritardo ma nonostante ciò, dopo aver parcheggiato l’auto nel piazzale dello stadio, ha dovuto attendere alcuni minuti prima che Rosy lo raggiungesse davanti al McDonald’s dove si erano dati appuntamento. L’ha vista attraversare la strada ed è stato subito felice di essere lì. Rosy era bella come sempre, forse ancora di più. Vestiva in maniera sportiva. Una tuta ed una maglietta bianca aderenti ed un giubbino aperto in vita quasi a voler mostrare a tutti quello che non poteva più essere nascosto. Il pronunciamento di quella pancia denunciava una gravidanza già avanzata. Rosy e Stefano si sono salutati calorosamente prima di aggiornarsi rapidamente su quello che era successo dall’ultima volta che avevano avuto modo di parlare delle loro vite. Ovviamente era di Rosy la novità più importante. Nello stesso momento in cui Rosy e Stefano si incontravano Marzia usciva dalla doccia col fermo proposito di non restare a casa da sola. Dopo aver sistemato i capelli e curato il trucco ha indossato una minigonna ed una maglietta dai colori vivaci con una generosa scollatura. Ha quindi calzato le scarpe, con un tacco non eccessivo ma comunque pronunciato, ed è uscita, diretta verso la “Fiumara”, con il proposito di fare shopping, mangiare qualcosa di particolare in uno dei tanti locali e, magari, di vedersi anche un bel film. Era tardi per trovare la compagnia di qualche amica ma non si è scoraggiata. è salita sulla sua Smart ed è partita. A Torino Rosy e Stefano, dopo una lunga coda dovuta alle nuove norme che prevedono il rilasciato di biglietti nominali, si sono procurati il tagliando d’ingresso per Rosy e quindi hanno fatto ritorno al vicino McDonald’s per mangiare qualcosa prima dell’inizio della partita. Il locale era affollato e dopo qualche minuto di coda i due hanno rinunciato per fare ingresso nello stadio. Marzia si stava divertendo. Era arrivata con il proposito di comprarsi qualcosa per se, un vestito, un costume, delle scarpe, ma neanche dopo dieci minuti dedicati alle vetrine è stata abbordata da due ragazzi. In altre circostanze non avrebbe dato loro alcuna possibilità di dialogo ma quella sera era diverso. Era una giovane donna sposata lasciata sola dal marito per una squadra di calcio; per di più di serie “C” ebbe modo di pensare. Meritava vendetta! Accettò la compagnia dei due uomini continuando con loro il giro dei negozi. Non guastava il fatto che fossero anche carini. Uno in particolare era proprio il tipo di uomo che fisicamente preferiva anche se appariva più riservato. L’altro era meno bello ma di gran lunga più spigliato, simpatico ed intraprendente. Con loro Marzia ha giocato, flirtato, per più di un ora durante la quale i giochi si sono fatti anche spinti. Provandosi un elegante paio di scarpe infatti Marzia si è consapevolmente lasciata guardare tra le gambe agevolando, con apparente casualità, la visione per i suoi occasionali accompagnatori. Rimpiangeva di aver indossato il seppur ridotto tanga. Sarebbe dovuta uscire senza biancheria come piaceva a Stefano ma quello era sempre stato un gioco riservato a loro due e prima di uscire non aveva pensato di potersi incontrare con altri uomini. Mentre Marzia accettava l’invito a cena l’arbitro dava inizio all’incontro di calcio, recupero della prima giornata di campionato, tra Genoa e Pizzighettone. Lo stadio, nonostante gli oltre 12 mila spettatori, appariva desolante. L’entusiasmo non mancava ed anche la sparuta comitiva di supporters del Pizzighettone si dava da fare per sostenere la propria squadra. Nonostante tutte le attese il mach fu una delusione, almeno per i genoani. Una partita incolore quasi priva di emozioni ed al fischio finale, per i giocatori rossoblu, non sono mancati i fischi. L’amarezza per il risultato in Stefano era attenuata dalla gioia per la compagnia di Rosy. Avevano parlato molto e lei, quella sera, era irresistibilmente sensuale. Il suo alito caldo, quando le sussurrava nell’orecchio, era estremamente eccitante e Stefano faticava non poco nel trattenersi dall’abbracciarla e baciarla con tutta la passione che provava per lei e che si sfogava in una continua e possente erezione. Era però arrivato il momento di lasciare lo stadio ed insieme si sono diretti verso l’uscita. Appena fuori Stefano ha inviato un SMS a Marzia con la quale la avvisava che la partita era finita e che, subito dopo aver mangiato un panino, avrebbe fatto ritorno a casa. è tornato vicino a Rosy ed ha ricambiato, con gran piacere, il suo abbraccio. Altrettanto felicemente ha accolto la richiesta di accompagnarla a casa e, poco dopo, erano in macchina. Quando Marzia ha ricevuto il messaggio di Stefano la cena era ormai terminata. Ha sorriso con una certa soddisfazione per il risultato ma poi ha subito chiuso. Aveva ben altro a cui pensare. Per la cena, tra le varie possibilità avevano optato, su indicazione di Marzia, per uno dei due ristoranti tex-mex. Si sono accomodati al tavolo loro destinato che, in classico stile americano, poggiava contro una parete bassa e consentiva di sedersi su due “panche”. Sedendosi per prima non ha potuto scegliere e si è ritrovata seduta contro la parete con alla destra il moro simpatico e, di fronte, il biondo che tanto le piaceva. Non era ancora arrivata la prima ordinazione che già aveva dovuto allontanare la mano che l’uomo al suo fianco, con assoluta tranquillità, le aveva poggiato su una gamba. La sua era stata una reazione immediata ad un gesto che riteneva inopportuno anche se non aveva in alcun modo commentato la cosa continuando la conversazione con la massima serenità. La situazione si è ripetuta più tardi mentre si gustava il suo piato preferito a base di carne di bisonte. Anche questa volta Marzia ha allontanato la mano senza fare scenate e solo con un po’ più di indulgenza. Ha posato la forchetta, si è pulita la bocca e solo dopo un sorso di birra ha spostato la mano dalla sua gamba. La conversazione è proseguita allegramente anche se a tratti Marzia tendeva ad estraniarsi rivolgendo il suo pensiero a Stefano e a quello che stava facendo. Certo sino a quel momento non aveva fatto nulla di particolare, se non accettare la compagnia dei due uomini, ma non aveva minimamente preso in considerazione l’ipotesi del tradimento, anzi. Stavano pizzicando delle patatine accompagnate dalla seconda “Bud” della serata quando è giunto il messaggio di Stefano. Ha sorriso per il risultato sicuramente deludente ma in lei è tornata a crescere la rabbia per la decisione di suo marito di non rinunciare alla partita. Stava ancora armeggiando con il cellulare quando sulla sua gamba è tornata ad appoggiasi la mano dell’uomo a lei vicino. Questa volta ha lasciato fare anzi, impulsivamente, ha deciso di andare oltre dedicando le sue attenzioni all’altro ragazzo seduto davanti a lei. Ha quindi allungato la gamba sinistra iniziando il classico piedino. Poco dopo, non contenta, si è spinta ancora oltre ed una volta sfilata la scarpa ha poggiato il piede tra le gambe dell’uomo percependone, nel giro di pochi istanti, l’erezione. Come se ciò non bastasse è stata lei stessa a dirigere la mano che le carezzava la gamba verso l’interno coscia e quindi più in alto sino a percepirne il contatto con la vagina. Marzia era arrabbiata ma, a quel punto, era soprattutto eccitata. Neanche con Stefano si era mai spinta a tanto in un locale pubblico ma quella sera si era lasciata trasportare dagli eventi. Era però giunta al limite. Non aveva intenzione di spingersi oltre e di tradire, nel vero senso del termine, suo marito. Per questo, prima di perdere del tutto il controllo, ha deciso di porre fine ai “giochi” comunicando ai due che doveva fare ritorno a casa. Gli uomini non si sono opposti, anzi. A quel punto entrambi erano convinti che la serata si sarebbe conclusa in maniera diversa e certo non all’interno del locale. Hanno pagato il conto, compreso quello di Marzia, e con lei hanno lasciato il ristorante. è stato ovviamente il moro a proporre, con la sua solita sfrontatezza, soluzioni per il dopo cena accogliendo, con non poca sorpresa, le risposte negative da parte di Marzia che confermava la sua intenzione di voler fare ritorno a casa. Stefano invece, sotto l’abitazione di Rosy, accettava senza alcun indugio l’invito a salire per un caffè prima di riprendere il viaggio di rientro. Il marito di Rosy era a Roma già dal lunedì e quell’invito a salire ha acceso in Stefano speranze a lungo covate. Appena entrati in casa Rosy si è scusata e velocemente si è diretta in bagno lasciandolo libero di accomodarsi come meglio credeva. Guardandosi intorno Stefano si è diretto nel soggiorno sedendosi su una comoda poltrona in pelle. Pochi minuti dopo Rosy è tornata da lui indossando, al posto della tuta, un paio di ridotti shorts tenuti bassi in vita. La gravidanza era ancora più evidente. Il ventre gonfio, la pelle tesa hanno prodotto un brivido di eccitazione in Stefano che in quella donna non vedeva certo una futura mamma ma una femmina calda, sexy e provocante. Scusandosi per averlo lasciato solo Rosy ha attraversato la sala diretta verso la cucina chiedendo conferma per il caffè. Mentre in Stefano cresceva il desiderio di possedere Rosy, sua moglie, con un certo senso di colpa, cercava di vincere la propria sete di vendetta respingendo le avance dei suoi partner occasionali ai quali, nel corso della serata, aveva concesso molto, forse troppo per potersi tirare indietro come se nulla fosse successo. In loro compagnia ha raggiunto la propria auto, che aveva lasciato nel parcheggio sotterraneo, ed ancora una volta ha ribadito la propria volontà. I saluti tradivano una certa sorpresa ed il rammarico per l’incredibile occasione sfuggita quando ormai sembrava a portata di mano. Una stretta di mano accompagnata da uno scambio di baci sulle guance è stato tutto ciò che Marzia ha concesso al primo uomo poi si è voltata tendendo la mano verso l’affascinante biondo. Si sono stretti la mano mentre Marzia si sporgeva verso di lui per i soliti innocenti baci sulla guancia. Le cose però sono andate diversamente e, con grande stupore, Marzia ha ricevuto un bacio vero divenuto sempre più passionale man mano che la sua opposizione è andata scemando. Si è ritrovata abbracciata in preda ad un’eccitazione smisurata baciando un uomo, quasi sconosciuto, ma per lei già irresistibile. A quel punto Marzia non ha più avuto la forza di tirarsi indietro neppure quando le mani del giovane si sono fatte più audaci sul suo corpo. Anzi, lei stessa, sfacciatamente ha portato una mano sulla patta del maschio e quindi, dopo aver abbassato la cerniera, ne ha impugnato il pene già teso. In pochi minuti la situazione era completamente cambiata rispetto alle intenzioni di Marzia. In quel parcheggio, fortunatamente deserto, si stava spingendo ben oltre a quelli che riteneva i propri limiti. Dopo avergli estratto il membro dai pantaloni stava masturbando l’uomo che l’aveva trascinata in quel vortice di passione. Lo baciava mentre lui e l’amico esploravano il suo corpo sempre più esposto. Presa tra i due, in un attimo di razionalità, Marzia si è tirata indietro rifugiandosi dentro la propria macchina alla ricerca di un minimo di protezione dalla vista di altre persone che, in qualsiasi momento, avrebbero potuto giungere in quella parte del parcheggio. Una volta seduta al lato guida la portiera lasciata aperta, una grossa colonna e le altre autovetture le garantivano un minimo di riparo da occhi indiscreti. I suoi propositi non sono stati subito chiari ai due maschi i quali, per un attimo, ancora una volta, hanno temuto che stesse per lasciarli. Non era così e subito dopo essersi seduta Marzia ha allungato la mano tornando a stringere l’uccello che aveva saldamente impugnato sino a poco prima. Lo ha avvicinato a se e quindi, sporgendosi in avanti, lo ha accolto nella sua bocca. Lo ha leccato per tutta la sua lunghezza dedicandosi, infine, in maniera particolare al grosso glande. Senza interrompere la sua azione ha slacciato la cintura ed i pantaloni dell’uomo per abbassarli liberando completamente il membro che ora le appariva in tutta la sua virilità. Ne ha accarezzato i testicoli prima di succhiarli con avidità poi ha dovuto dedicarsi anche all’altro uomo che le offriva il proprio cazzo da succhiare. Non le era mai successo prima di avere a disposizione due maschi ma non aveva dubbi sul cosa fare. Impugnava entrambi i membri alternandosi con la bocca, con la lingua, ora su uno e poi sull’altro. Si è dedicata ad entrambi con uguale impegno anche se aveva una preferenza per il biondino il quale incarnava, almeno nell’aspetto fisico, il suo ideale di uomo. Anche il suo membro non era da meno. Niente di eccezionale ma un pene lungo il giusto, ferreo nella sua erezione e con un glande pronunciato, morbido, succoso. L’altro cazzo era quasi una delusione, decisamente più piccolo e con un’accentuata curvatura, non era certo quanto di meglio una donna potesse aspettarsi. Ma Marzia aveva ben due uccelli a cui dedicarsi ed ha continuato a farlo con passione ed impegno. Nonostante tutto in lei prevaleva ancora la volontà di porre il più rapidamente possibile fine a quella situazione a dir poco imbarazzante se non scabrosa. Il desiderio, l’eccitazione e la voglia di coronare la serata con un orgasmo liberatorio era qualcosa che intendeva rimandare al suo rientro a casa, nella tranquillità della sua camera, dove avrebbe potuto dedicare al proprio corpo tutte le attenzioni di cui sentiva un bisogno sempre più impellente. Questi almeno erano i suoi propositi. Improvvisamente Marzia è stata distolta dai propri pensieri quando è stata colpita sulla faccia da un caldo getto di sperma. Immediatamente il pene, piccolo, ricurvo e palpitante, è sparito nella sua bocca dove ha scarico i successivi densi schizzi di seme. Per un attimo ha pensato di lasciarsi andare ad uno di quei giochi con lo sperma imparati sotto la guida del marito, il suo vero maestro di perversione. Colui che aveva trasformato una donna, se pur non priva di esperienze, in un’amante disponibile a nuove esperienze e a giochi erotici che in precedenza non aveva neppure immaginato. Quella sera decise comunque di ingoiare semplicemente il caldo seme che riempiva la sua bocca e di ripulire attentamente il membro dell’uomo che aveva rapidamente dato sfogo al proprio piacere per dedicarsi quindi, con ancora maggior passione, all’altro maschio. Quasi istintivamente, continuando ad impugnare il cazzo con la destra, ha portato l’altra mano tra le cosce per attenuare il proprio desiderio di piacere. Si è trovata copiosamente bagnata, con le labbra della vagina gonfie e sensibili. Pur continuando nel suo lavoro di bocca con una, due dita, ha cercato di soddisfare anche le proprie voglie ma poi è crollata. All’improvviso, incurante di tutto, si è alzata. Ha voltato le spalle all’uomo che stava spompinando e, poggiandosi contro la propria macchina, con voce rauca e carica di passione gli ha intimato di scoparla. Il biondo ha immediatamente accolto l’invito e, scostato il tanga, ha accostato il glande alle madide labbra vaginali scivolando dentro Marzia con una facilità estrema accolto da un rantolo di piacere. Marzia stessa si è sporta indietro per rendere ancora più profonda la penetrazione poi, saldamente trattenuta per i fianchi, ha piacevolmente subito le sempre più decise e frequenti spinte che, rapidamente, l’hanno portata all’apice del piacere. I due corpi uniti fremevano nel tanto agognato orgasmo e, nel momento in cui copiosi fiotti di sperma si sono riversati nel ventre Marzia, lei, travolta dall’eccitazione, si è morsa l’avambraccio soffocando, a fatica, un grido liberatorio. Alla domanda di Rosy, circa il caffè, Stefano ha risposto con una battuta da lui stesso giudicata banale, stupida. Preferirei un po’ di “te” ha risposto a Rosy giocando sul doppio senso te – the. Non ha però avuto il tempo di pentirsi per quelle parole. Rosy non aspettava altro che un simile invito. Desiderava Stefano. Lo desiderava da tempo, da anni. Aveva colto l’occasione della partita di calcio per organizzare l’incontro con un proposito ben preciso che, a se stessa, non aveva mai nascosto. Le circostanze poi erano state tutte favorevoli, quasi un segno del destino. L’assenza di suo marito. Marzia che non aveva accompagnato Stefano erano tutti elementi che avevano giocato a suo favore. A quelle parole Rosy si è immediatamente bloccata. Rapidamente è tornata sui propri passi andando ad inginocchiarsi di fronte ad uno Stefano quasi incredulo. Sapeva che quello era il momento decisivo. Era sicura di piacere a Stefano ma ora erano entrambi sposati. Nel suo stato poi non si sentiva particolarmente attraente anche se, con la gravidanza, il desiderio sessuale era andato aumentando nel tempo. Temeva la risposta di Stefano. Aveva bisogno delle attenzioni di un uomo. Aveva bisogno di sentirsi ancora donna a tutti gli effetti. Aveva bisogno di appagare i suoi bisogni erotici sempre più trascurati dal coniuge. Ma non avrebbe sopportato un rifiuto o la fine di quell’amicizia straordinaria. In risposta a quella battuta da film erotico degli anni ’70, quelli con la Fenech, Banfi, Gloria Guida o Alvaro Vitali, con voce tremante di paura, ma carica di sensualità, Rosy si è offerta a Stefano. La reazione di quest’ultimo non ha lasciato spazio a dubbi. Si è immediatamente sporto verso Rosy, l’ha abbracciata e baciata con tutta la passione, il sentimento, il desiderio che aveva accumulato nel tempo ed in particolare in quelle ultime ore trascorse assieme. Soni finiti sul pavimento avvinghiati l’uno all’altra. Le loro labbra, le loro lingue, impegnate nella lotta più dolce che l’essere umano abbia mai conosciuto. Le mani occupate nella scoperta dei loro corpi che, man mano, andavano liberandosi degli abiti. In quel turbine di passione Rosy ha avuto la lucidità di invitare Stefano a spostarsi nella camera da letto dove, la “lotta”, è ripresa con ugual passione. Uno dopo l’altro i vari capi di vestiario sono finiti a terra sino a ché Rosy e Stefano si sono ritrovati completamente nudi distesi sul letto matrimoniale ancora intenti a baciarsi ed ad accarezzarsi. Le calde mani di lei avevano già raggiunto il pene portandolo alla piena erezione. Lui ha spinto le proprie dita tra le calde labbra vaginali, copiose di umori, e dopo aver indugiato sulla clitoride le ha fatte scivolare dentro la sua amante. Stefano era insicuro, timoroso di nuocere a Rosy. La reazione di quest’ultima era di indubbio piacere e così si è fatto sempre più audace e deciso sino a portare la donna all’orgasmo. Sfogato il proprio piacere Rosy si è rilassata e Stefano, seppur desideroso di possedere quel corpo, ha fatto altrettanto. Lei non aveva fretta. Soddisfatta, ma non ancora appagata, si godeva le dolci attenzioni di Stefano ricambiandole con lenti movimenti della mano con la quale impugnava saldamente il membro teso. L’attesa per Stefano era divenuta insopportabile. Rompendo gli indugi ha chiesto a Rosy, lasciando trapelare la sua preoccupazione per lo stato della donna, come avrebbe preferito proseguire. Lei lo ha rassicurato lasciandogli piena libertà di scelta ma quando Stefano ha insistito chiedendole nuovamente cosa preferiva non si è fatta pregare oltre. Con Stefano sdraiato sul letto si è portata sopra di lui nella classica posizione del “69”. Ha nuovamente impugnato il cazzo del suo uomo e con la lingua ne ha assaggiato il sapore proprio come Stefano stava facendo con lei. Dopo i primi timidi contatti entrambi si sono dedicati con il massimo impegno nella ricerca del piacere reciproco. Rosy ha preso a succhiare il membro con passione. Ne ingoiava quanto più riusciva poi, lentamente, sollevava la testa lasciandolo scorrere per tutta la sua lunghezza sino a trattenere in bocca solo il glande. Sulla cappella riversava le ultime attenzioni prima di tornare a riempirsi la bocca del cazzo di Stefano. Lui intanto la baciava tra le gambe spingendo la lingua nella vagina che allargava con le dita. Giocava con il clitoride, lo succhiava, lo mordeva delicatamente e poi riprendeva a leccare ed ad usare la lingua come un piccolo pene che spingeva dentro Rosy. Erano mesi che Rosy non riceveva simili attenzione. Stefano questo non lo sapeva ma quanto lei apprezzasse quel trattamento gli è stato subito chiaro. Ha continuato con sempre maggior impegno e passione sino a che Rosy, strusciandosi sul suo volto, è stata travolta da un nuovo orgasmo. Stefano non era meno soddisfatto di Rosy anche se ancora non aveva potuto sfogare il proprio piacere. Per lui era già fonte di soddisfazione sentire una donna fremere per opera sua. Vederne il corpo sussultare scosso dall’orgasmo, ascoltarne i gemiti, i lamenti, i mugolii di piacere. Osservarne il volto stravolto nell’attimo esatto in cui il godimento raggiunge il punto più alto culminando nell’orgasmo. A quel punto poi era certo che Rosy si sarebbe dedicata con tutta se stessa a lui. Poco dopo era finalmente dentro di lei. Rosy stessa si è spostata in avanti e restando sopra a Stefano, dandogli la schiena, si è impalata sul suo cazzo. In quella posizione era lei a dettare il ritmo, a modulare la penetrazione con lenti movimenti del bacino. Stefano la assecondava tenendola per i fianchi, carezzandole le cosce ed il posteriore e poi, quando lei si è spinta in avanti, penetrandole l’ano con un dito. Sono andati avanti in quella posizione sino a quando Stefano, con l’intento di ritardare l’orgasmo che sentiva arrivare, si è tirato indietro lasciando fuoriuscire l’uccello dalla vagina. Rosy, in ginocchio, si è voltata per cercare di capire le intenzioni di Stefano e ne ha assecondato i movimenti. Liberatosi Stefano si è a sua volta inginocchiato dietro Rosy, l’ha afferrata per i fianchi avvicinandola a se e, con facilità, è tornato a penetrarla da dietro. La nuova posizione non poteva essere più felice per lui. Di fronte, le ante a specchio dell’armadio, riflettevano la sua immagine che dominava il corpo piegato in avanti di Rosy. Si è assestato dentro di lei poi, in preda all’eccitazione, l’ha afferrata per i capelli inducendola ad alzare la testa. Riflesso nello specchio il volto di Rosy, stravolto dal piacere, era quanto di più sensuale Stefano avesse mai visto. Sentendo ulteriormente tirare i capelli Rosy, dopo la testa, ha sollevato il busto. Stefano, mantenendosi con il pene dentro di lei, si è fermato. Attraverso lo specchio i loro sguardi, carichi di desiderio, si sono incrociati per alcuni secondi. Subito dopo Stefano ha ammirato il corpo nudo della sua amante. I suoi seni generosi, sodi e sormontati da capezzoli straordinariamente gonfi e pronunciati. Prontamente ha carezzato quelle sinuose curve. Con le mani ha come soppesato tanta abbondanza stuzzicando i capezzoli mentre, con lo sguardo, scendeva ad osservare con ammirazione il ventre gonfio, la pelle tesa, l’ombellico pronunciato. Come Stefano anche Rosy osservava la propria figura riflessa nello specchio. L’immagine di una donna, di una madre, di un’amante nel pieno della passione. Lentamente, riprendendo a muoversi dentro Rosy, con le mani Stefano è sceso a carezzarne il grembo. Le spinte sono andate aumentando di intensità ed i seni hanno preso a sobbalzare ritmicamente. è tornato quindi ad afferrare Rosy per i fianchi e lei si è piegata in avanti continuando però a guardare verso lo specchio. Stefano godeva di tanta visione. Il volto di Rosy. I suoi seni in un continuo movimento. La sua schiena arcuata. Il suo sedere dalla pelle liscia e vellutata. Ma soprattutto lo sguardo di lei carico di desiderio, di passione, di lussuria. Ha stretto ancora di più le sue mani sui fianchi di Rosy ed ha ulteriormente aumentato il ritmo ormai frenetico e quindi, incitato da lei, è venuto. Uno, due, tre schizzi di sperma poi un quarto ed ancora sino a quando nei suoi testicoli non è rimasta più neppure una goccia di seme che ha riversato sull’utero di Rosy la quale, da parte sua, è tornata a contrarsi per il nuovo intenso orgasmo raggiunto. A Genova, come a Torino, una volta appagati i propri ardori è tornata a prevalere la ragione. Marzia, preoccupata di poter essere sorpresa, si è rapidamente ricomposta tornando a sedersi all’interno della propria auto poi, dopo essersi rifiutata di lasciare il proprio numero di cellulare, più per una forma di cortesia che di vero interesse, ha memorizzato in rubrica quello dei due ragazzi che quindi ha salutato per fare ritorno a casa. Stefano, con meno imbarazzo e più “sentimento”, ha salutato Rosy ed è partito alla volta di Genova. Non era pentito di quello che aveva fatto. Non era pentito di aver tradito Marzia, sua moglie. Era solo ansioso di poter tornare ad incontrare Rosy. Prima di riuscire ad addormentarsi Marzia si è rigirata a lungo nel proprio letto nell’attesa del ritorno di Stefano. L’iniziale senso di colpa per aver tradito il proprio marito, e per come ciò era avvenuto, è svanito nel giro di qualche minuto man mano che in lei tornavano ad affiorare i ricordi ancora freschi di ciò che era successo, di ciò che era stata capace di fare. Quando finalmente si è addormentata in lei non prevaleva più il rimorso, il rammarico ma l’eccitazione ed il desiderio… FINE