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La baracca

Domenica pomeriggio.
Vagando in auto per la città senza nulla di preciso da fare per la testa, ci ritroviamo in una zona di bassi fabbricati industriali.
Ad un tratto intravedo da lontano una baracca da cantiere.
Arrivati davanti, ci accorgiamo che è abbandonata; infatti , la porta è aperta e tutt’intorno travi e masserizie abbandonate da tempo ci convincono a fermarci per dare almeno un’occhiata.
Parcheggiamo l’auto.
Io scendo e le apro la portiera, le faccio tirare giù una gamba e la invito a bloccarsi così , a cosce aperte.
Con la minigonna e, come al solito, senza le mutandine, le sue cosce sono oscenamente aperte di fronte a me, che ho ormai il cazzo duro come un paracarro.
Le impongo di toccarsi, perchè a lei piace molto ricevere ordini su quello che deve fare.
Poco dopo, invitandola a non smette di sgrillettarsi, mi dirigo verso la baracca per dare un’occhiata all’interno e, dopo una beve perlustrazione, torno a prenderla.
Lei, intanto, sta languidamente continuando a sditalinarsi.
L’aiuto a scendere, la faccio piegare leggermente, le infilo un dito nella fica per controllare che sia pronta per la monta.
Entriamo nella baracca e subito di fianco alla porta lo tiro fuori e glielo metto in bocca.
Lei lo succhia avidamente, mentre si sgrilletta allo stesso ritmo con cui lo succhia.
A questo punto la faccio alzare e la metto alla pecorina.
La monto velocemente perchè questa atmosfera che si è creata, la paura e l’eccitazione insieme di essere scoperti o spiati, ci porta irrimediabilmente ad un orgasmo indimenticabile.
Ma ormai la troia è surriscaldata.
L’ambiente ti condiziona a fare ancora sesso, e lei, quando comincia, non ne ha mai abbastanza.
Infatti, sfilandosi il cazzo dalla fica, si gira e comincia a farsi leccare in mezzo alle gambe la fica sbrodolante di umori.
Poi comincia a spogliarsi.
Dice che sente caldo, ma in realtà quello che le interessa è di raggiungere il massimo della depravazione per poter godere di un altro orgasmo subito.
Rimane nuda , solo con le calze autoreggenti e muovendosi sui tacchi a spillo come una vacca, si posiziona di fianco alla porta appoggiandosi allo stipite.
Mi invita ad andare a sedermi in macchina per godermi lo spettacolo che mi avrebbe mostrato.
Quasi in trance, mi posiziono
sul sedile lasciando la portiera aperta.
Nel frattempo la troia ha cominciato a toccarsi, talvolta uscendo completamente sull’uscio, oppure scomparendo per poi riapparire mostrando il culo mentre si mena la fica.
Io, nel frattempo, faccio andare la mano sul palo duro come un albero.
A questo punto lei, al massimo dell’eccitazione, esce dalla baracca completamente nuda e percorsi i pochi metri che la separano dall’auto, mi monta immediatamente salendomi a cavalcioni e raggiungendo in un istante l’orgasmo, ricevendo in cambio una enorme sbrodolata nella fica. FINE

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