Mi chiamo S ho 40 anni e vivo a Roma.
Quella mattina di luglio faceva un caldo boia mi aggiravo per la città alla ricerca di un posto fresco dove riprendere fiato, ad un certo punto nei pressi di San Giovanni mi venne un’idea fantastica, accellerando il passo mi recai da Coin, famoso grande magazzino della città.
L’aria condizionata era fresca al punto giusto e cominciai a girare guardandomi attorno.
Ad un certo punto mi sentii toccare sulla spalla mi girai, e con grande sorpresa vidi Grazia.
Era dal lontanissimo 1982 che ci eravamo persi di vista praticamente da quando era finita la mia storia con sua sorella.
Io e Grazia (all’epoca quasi cognati) avevamo un rapporto molto bello: scherzi, battute e qualche volta anche davanti a sua sorella le facevo dei complimenti del tipo “a bonazza” mettendole le mani un po’ dappertutto e lei si faceva fragorose risate.
Dopo aver parlato dei tempi passati mi chiese se ero disposto ad accompagnarla un po’ in giro per Coin con la speranza di trovare qualcosa di carino così l’avrei potuta aiutare nella scelta, subito risposi di sì.
Mi prese sottobraccio e salimmo al piano di sopra.
Grazia ha 50 anni più o meno ha una corporatura piena belle gambe un bel sedere il seno forse un po’ piccolo ed un viso veramente bello uno di quei visi che non smetteresti mai di guardare.
Si avvicinò ad uno stand dove c’erano dei bellissimi parei e cominciò a sceglierne alcuni di tanto in tanto me ne mostrava qualcuno ed io con cenni del viso facevo capire se mi piacevano.
Alla fine ne vide uno lo prese lasciando da parte tutti gli altri capii che la scelta era fatta, mi guardò, io annuii, lei lo indossò girandolo attorno alla vita mi riguardò e io le dissi che questo andava bene.
Proseguimmo nella visita e si fermò davanti ai costumi da bagno, si ripetè la stessa cosa come per i parei alla fine ne prese 3 o 4 e si diresse verso il camerino, io intanto rimasi nelle vicinanze in attesa.
Ad un certo punto mi sentii chiamare, mi girai e vidi che dal camerino usciva appena la testa, mi avvicinai e lei mi invitò guardare per dare un consiglio, fu più forte di me tornando col pensiero ai vecchi tempi esclamai “a bona”. Lei scoppiò a ridere fino alle lacrime a quel punto entrai lasciando la porta del camerino semiaperta così da non far sospettare nessuno e cominciai a farle un sacco di complimenti “guarda che chiappette e intanto la toccavo sul culo” “guarda che sisette spostando la mano sul suo seno” e lei dai ancora a ridere a crepapelle anch’io ridevo da matti.
Alla fine ne scelse un paio e andammo alla cassa per pagare.
Lei di tanto in tanto mi guardava ripensando alla scena precedente e rideva alla grande la commessa sicuramente si sentì presa per il culo.
Uscimmo e la invitai a prendere qualcosa al bar prendemmo un tè freddo poi le chiesi dove era diretta e mi disse che andava a casa io mi offrii di accompagnarla visto che era venuta con la metro.
Appena salita sull’auto gli salì un po’ la gonna ed io riprendendomi ancora poggiai la mano sulla sua coscia lei mi fece un sorriso questa volta non divertito ma sensuale a quel punto non tirai indietro la mano come le altre volte ma la lascia li e l’accarezzai con delicatezza.
Mi avviai verso casa sua, mi indicò la strada per il box e andai lei aprì col telecomando entrammo e la serranda si chiuse dietro di noi.
Restammo completamente al buio nessuno dei due accennò ad aprire la portiera dell’auto a quel punto un po’ titubante ritoccai le sue gambe, non ero sicuro di come l’avrebbe presa (avrebbe riso? si sarebbe incazzata? ) niente di tutto questo d’un tratto sentii la sua mano sulla patta dei pantaloni mi slacciò tirò fuori il mio cazzo e senza proferire parola cominciò dapprima a leccarlo e poi ficcatolo in bocca cominciò un dolcissimo su e giù dopo un po’ non potendone più le sborrai tutto quello che avevo dentro lei ingoiò con avidità e rimise l’arnese al suo posto.
Io intanto riportai le mie mani in mezzo alle sue cosce ed iniziai a titillarla ma lei si tirò indietro dicendomi ora dobbiamo andare.
A dire il vero rimasi un po’ perplesso.
Lei salì a casa passando dalla porta interna al box dopo qualche istante riscese e con un grande sorriso sulla bocca mi disse.. .. .
Perchè non vieni al mare per questo fine settimana? io risposi subito di si ma dovevamo passare da casa mia per prendere qualcosa (costumi, telo ecc, ) feci una corsa preparai tutto affannosamente e ritornai da lei, salì in macchina e partimmo verso il Circeo.
Durante il viaggio ci scambiavamo qualche parola e qualche sorriso intanto ascoltavamo il compact di Celine.
Finalmente arrivammo in questa splendida villetta ci cambiammo e andammo subito verso il molo della casa, li c’era ormeggiata una pilotina lei mi chiese se ero in grado di pilotarla e io risposi di si salimmo e ci recammo verso il largo giunti tirai giù l’ancora e
la aiutai a tirare su il tendalino per avere un po’ d’ombra.
Ci sdraiammo uno di fronte all’altra a prendere il sole ad un tratto cominciai a toccarla con un piede accarezzandole i suoi lei si girò e mi venne vicino.
Cominciammo a baciarci teneramente come due fidanzatini ed io con le mani cominciai ad accarezzare il seno lei era li e “subiva” emettendo lievi gemiti, cominciai a tirarle giù gli slip la baciai sul ventre e lentamente dopo averle divaricato le gambe cominciai a titillare il suo ormai bollente clitoride quando fu li quasi per venire la cominciai a leccare con delicatezza e con lentezza quando ad un tratto esplose fra le mie labbra io succhiai tutto il suo flusso con avidità, aveva un sapore di pesca.
Riprendemmo a prendere il sole scambiandoci di tanto in tanto qualche carezza.
Verso l’ora di pranzo tirò fuori un frigo portatile (non mi ero neanche accorto che in precedenza lo aveva caricato a bordo) lo aprì tirò fuori dei panini del vino bianco frizzante e un po’ di frutta.
Mi porse un panino e cominciai a mangiare con avidità poi prese del vino e me lo porse io la feci bere dal mio bicchiere dicendole di non ingoiare mi avvicinai con la bocca alla sua e la invitai a spruzzarmi il vino in bocca , lei deve aver inteso questa mossa come qualcosa di libidinoso o molto confidenziale sentivo però che le era piaciuto.
Finito di mangiare restammo a prendere ancora un po’ di sole.
Già si vedeva sul suo corpo il rossore e la invitai a mettersi all’ombra lei obbedì.
Si sdraiò sul materassino la testa reclinata un po’ all’indietro.
La guardai in quella posizione era bellissima la guardai ancora e ancora una volta mi avvicinai lentamente senza farmi notare, d’improvviso cominciai ad accarezzarle le cosce a baciarle il ventre a leccarle i bellissimi caporelli ormai turgidi, le calai gli slip e delicatamente le salii sopra facendole divaricare le gambe cominciai a stuzzicare il suo clitoride con la mia cappella e poi di tanto in tanto le scivolavo sul buco della fica simulando una penetrazione per poi tornare sul grilletto.
Questo giochino durò qualche minuto poi infoiato com’ero la penetrai e cominciai a stantuffare con una certa lentezza ritmica, lei gemeva mi abbracciò e cominciò a baciarmi dei baci caldi pieni d’amore oserei dire.
Intanto si cominciava a muovere sotto di me capii allora che era il momento di accelerare il ritmo e così feci qualche istante dopo iniziò a tremare e venne in un orgasmo bellissimo quasi silenzioso, abbandonai la sua bella tana e andai a succhiare e pulire quella profumatissima fica.
Tornai a sdraiarmi vicino a lei e le presi una mano lei la strinse e ci assopimmo. più tardi decidemmo di tornare in villa tirai su l’ancora avvolgemmo il tendalino e ci avviammo verso casa.
Arrivammo dopo circa un’ora, attraccai un po maldestramente scaricammo borse teli e quant’altro percorremmo il prato che ci divideva da casa con la stanchezza in corpo dopo una giornata di mare.
Salimmo in camera mi spogliai e andai a fare la doccia dopo un po’ arrivò anche grazia entrò e si ficcò sotto il tiepido getto iniziai ad insaponarla e le i si faceva fare senza proferire parola ma dagli occhi si vedeva la sua soddisfazione.
Ci asciugammo io indossai un paio di pantaloni tipo indiani molto larghi e restai a torso nudo lei infilò un leggerissimo body e il pareo.
Scendemmo in giardino e ci accomodammo sopra uno di quei lettini a dondolo poco dopo lei si alzò andò a prendere del vino fresco e si risedette vicino a me.
Ad un tratto cominciò a raccontarmi dei tempi passati da quando io ero andato via cioè da quando la sorella mi aveva mollato, mi disse che lei c’era rimasta molto male poichè mi si era affezionata, io le presi una mano e la baciai.
Poi continuò dicendomi che con il marito ormai da un pezzo vivevano come fratello e sorella e che le due figlie ormai grandi vivevano per conto loro.
Ormai la sua vita la viveva da solitaria visto che il marito ingegnere per la maggior parte dell’anno viveva all’estero.
Pochi incontri con persone un po’ stronze le avevano fatto prendere la decisione che era meglio stare da soli o al massimo con qualche amico vero.
Ormai era calata la sera quando mi disse.. .. .
Che ne dici se pensiamo di preparare qualcosa per la cena? io mi alzai e dissi ok penso a tutto io.
Andai in cucina e dopo qualche tempo tornai con delle linguine al limone un po di bresaola, mangiò di gusto e ad un tratto si alzò tornò con una bottiglia di vino gelata due bicchieri poi mi invitò ad alzarmi mi prese per mano e andammo sul prato ci sdraiammo sull’erba , era una sensazione bellissima quell’erba fresca a contatto con la pelle scottata dal sole.
Stavamo li in silenzio assorti nei nostri pensieri.
Ad un tratto mi infilò la mano nei pantaloni e cominciò a toccarmi dopo poco raggiunsi un’erezione bestiale, si chinò e lo prese tra le labbra poi lo scappellò e cominciò a leccare io tremavo tutto dalla goduria.
Ad un tratto si alzò vieni mi disse comincio a sentire freddo e, presomi per mano andammo verso casa.
Salimmo e ci ritrovammo sdraiati su! l letto, lei riprese lentamente a succhiarmi e intanto io girandomi mi andai a tuffare con la bocca tra le sue coscie prendendo a leccare con gusto.
Seguivamo ambedue lo stesso ritmo ad un certo punto smise si tolse il mio cazzo di bocca e si sise a pecorina io da dietro la montai le penetrai quella dolcissima fica e cominciai a stantuffare nello stesso tempo le grattavo la schiena partendo dal collo fino alle chiappe e scendendo giù per le cosce lei godeva al solito in un pudico silenzio ad un certo momento capii dalla sua voce che stava godendo emise alcuni ha! ha! ha! ha! poi un attimo di tregua tirò indietro la sua mano mi sfilò il cazzo tirandosi un po’ in avanti poi ancora con il mio cazzo in mano se lo puntò sullo sfintere e tirandosi leggermente indietro fece si che la mia cappella entrasse in lei, emise un leggero gemito, io iniziai a farmi strada delicatamente e sentivo di tanto in tanto come degli anelli che mi stringevano la cappella alla fine ero tutto dentro di lei ancora un leggero gemito mi fermai per poi ricominciare a stantuffare lentamente, man mano sentivo il piacere arrivare e presi un ritmo più veloce lei gemeva ma questa volta di piacere ancora due tre colpi bene assestati e mi esibii in una sborrata da guinness, piano estrassi l’asta mi chinai verso il suo culo e cominciai a leccare quelle poche gocce di sborra che ne venivano fuori poi la girai e la baciai passandogli tutto nella sua bocca, a quel punto cominciò ad accarezzare il mio viso a baciare i miei occhi io ero li non sapevo cosa fare, dopo un po’ ci addormentammo.
Verso le 5 mi svegliai andai in bagno lei dormiva tornai a letto e cominciai a guardarla vedevo le sue cosce splendide ed in mezzo quel folto pelo nero, di colpo mi arrapai cominciai a menarmi l’uccello quando fu dritto mi avvicinai a lei e da dietro cominciai la manovra d’assalto, lei dormiva ancora quando le fui dentro si mosse a pena capii che si era svegliata e cominciai lentamente a trombarla dopo un po venne si staccò e si rigir0′ io le leccai tutti gli umori di quella splendida fica.
Ci addormentammo.
La mattina facemmo colazione preparammo i bagagli e ci mettemmo in viaggio non ci uscì neanche una parola arrivati a casa sua fermai l’auto lei si girò verso di me e disse bhe! come va? bene risposi io e tu anch’io, nessuno dei due sapeva cosa dire si sentiva nell’aria una certa tristezza chissà se ci saremmo ancora visti lei col solito sorriso fece per scendere poi si girò e mi stampò un bacio sulle labbra con un calore incommensurabile poi si staccò e scese dall’auto io le.. .. dissi ancora un momento poi le misi in mano un foglietto con il numero del mio cellulare lei strinse il foglio girò le spalle e scomparì dietro al portone.
Rimasi li fermo sotto casa sua ancora per qualche istante con la speranza che lei tornasse sui suoi passi ma non fu così.
Mi avviai verso casa una certa tristezza mi invadeva feci mente locale .. .. . forse ho fatto qualche sbaglio o forse si aspettava qualcosa di più da me ma non seppi trovare una risposta.
Forse si era abituata alla sua solitudine chissà.
In questi giorni caldi di luglio penso a lei è già un anno e da quel giorno non ha mai telefonato io però di tanto in tanto vado a prendere un po’ di fresco da Coin.
Grazia sei sempre nei miei pensieri. FINE
