La sveglia suonò come ogni mattina e, come al solito, Milena la spense e si stiracchiò sotto le coperte. Nel sentirla muovere il suo gatto Felix si ridestò saltando agilmente sul letto per raggiungerla e prendersi la sua abbondante razione di carezze.
La sveglia riprese a suonare segnalando a Milena che il tempo del dolce risveglio era finito, scostò con delicatezza Felix che non gradì fuggendosene agitando nervosamente la coda. Si alzò e come ogni mattina andò a farsi una doccia.
Contrariamente alla maggior parte delle donne, Milena non impiegava molto a prepararsi, una rapida doccia, qualche colpo di spazzola ai capelli tenuti allo scopo molto corti ed era pronta per una rapida e frugale colazione. Come ogni mattina, aprì l’armadio e ne trasse la divisa ed iniziò ad indossarla. Amava vestirsi con la divisa, la faceva sentire a suo agio, molto più che con i vestiti femminili che da sempre odiava.
Sin da ragazzina Milena non si era sentita a proprio agio come donna, quel suo corpiccino esile, privo di curve che si ostinava a non voler maturare al contrario di quanto accadeva alle sue amiche, l’aveva fatta a lungo soffrire, e lei aveva reagito cercando di assomigliare il più possibile ai maschi. Malgrado le continue proteste della madre aveva continuato imperterrita con quella cocciutaggine che le era tipica, ed aveva continuato anche più tardi quando finalmente il suo corpo si era deciso ad affrontare l’inevitabile trasformazione da ragazzina a donna.
Il brutto anatroccolo si era trasformato in una donna d’aspetto oltremodo piacevole e molti se ne erano accorti, anche tra i ragazzi che frequentava. L’unica che aveva continuato ostinatamente ad ignorare quei cambiamenti era stata proprio lei Milena. Malgrado il suo seno si fosse ingrandito e rassodato sino ad assumere le forme perfette di una terza misura, che le sue natiche si fossero riempite ed incurvate armoniosamente non aveva minimamente mutato l’opinione che lei aveva di se stessa. Anche specchiandosi continuava a vedere il brutto anatroccolo e non vedeva ragione alcuna per cambiare atteggiamento.
Per la verità vi era stato un brevissimo periodo in cui, sotto la spinta di forze a lei sino ad allora sconosciute si era lasciata turbare dalla corte di qualche ragazzo, ma era durato poco e le prime delusioni amorose l’avevano convinta a ritornare precipitosamente al suo vecchio modo di fare.
Sua madre, non vedendola mai uscire con i ragazzi ma solo fare gruppo con loro, aveva passato molto tempo cercando di farle cambiare atteggiamento, ma non era servito a nulla. In quel periodo Milena si era sentita molto frustrata e confusa e si era persino lasciata circuire da una vecchia amica di sua madre che insospettabile seguace di saffo l’aveva iniziata ai rapporti tra donne.
Ma anche quella esperienza era stata negativa, e Milena da quel giorno si era ferreamente rinchiusa nel suo mondo particolare riuscendo anche a trovare un proprio equilibrio interno. Ora a 23 anni viveva da sola, si dedicava al suo lavoro, un lavoro che per lei rappresentava il coronamento, seppur parziale, di un sogno.
Da quando si era diplomata Milena aveva iniziato la sua personale battaglia contro le stupide convenzioni di una società che impediva alle donne di svolgere lavori da “Uomo”. Aveva iniziato come pioniera cercando di farsi ammettere ad un’accademia militare ed aveva proseguito instancabile la sua battaglia sino a quando non era riuscita ad ottenere un risultato. Da oltre un anno, Milena indossava ogni mattina con orgoglio la sua divisa di guardia carceraria.
Quello di guarda carceraria non è un mestiere facile per nessuno e per Milena non aveva fatto eccezione, ma lei era cocciuta e decisa e col tempo era riuscita a superare la diffidenza dei colleghi e dei superiori ed ad imparare a gestire anche i reclusi.
I primi tempi era stata dura, ma lei negli anni aveva imparato a farsi rispettare da chiunque dimostrandosi decisa in ogni situazione. Anche se, dopo averla messa alla prova, i colleghi si erano dati da fare per evitarle i compiti più difficili e sgradevoli, Milena non si era mai tirata in dietro dimostrando a tutti che era perfettamente in grado di svolgere i propri compiti e soprattutto dimostrando ai detenuti che non li temeva e che non avrebbero potuto divertirsi alle sue spalle.
Ora quando, come quella mattina, andava al lavoro lo faceva con tranquillità come se dovesse andare in un tranquillo ufficio e sedersi ad una scrivania.
Milena quel giorno arrivò puntuale come al solito e prese servizio. Da qualche tempo c’era grande agitazione al carcere e tutto era dovuto all’arrivo di un nuovo ospite. Del resto lo scompiglio era stato generale e non solo nel carcere, l’arresto di quel personaggio famoso aveva dominato ed ancora dominava le prime pagine dei giornali dei telegiornali e le discussioni di milioni di Italiani.
Callistu Burneke era infatti un giocatore di calcio, un uomo famosissimo ed ammiratissimo che ogni domenica calamitava l’attenzione ed il tifo di un’infinita moltitudine di sportivi. Quando l’avevano arrestato per possesso di una eccessiva quantità di cocaina e successivamente accusato di traffico di stupefacenti il clamore suscitato era stato immenso. Per giorni e giorni il carcere era stato circondato da centinaia di giornalisti e curiosi. Col passare dei giorni per fortuna il gran fuoco era andato lentamente spegnendosi ed ora l’atmosfera nel carcere era tornata più normale anche se il carcere continuava ad essere meta di un insolito pellegrinaggio e frequentato da personaggi che mai prima di allora si erano visti in un simile posto.
La presenza di quel popolare personaggio aveva lasciato quasi completamente indifferente Milena ma aveva generato grande curiosità nei suoi colleghi sia perchè erano tutti grandi tifosi di calcio sia perché Callistu oltre ad essere un popolare calciatore era anche famoso per la sua vita mondana.
Anche se nei primi giorni il giudice aveva imposto il regime d’isolamento, passato quel periodo aveva ottenuto il permesso di ricevere visite e da quel giorno bellissime donne si erano alternate nei lunghi corridoi del carcere.
Anche se non riusciva a capire il motivo di tanto agitarsi Milena aveva con gli anni imparato ad assecondare i maschi quando iniziavano discorsi a carattere sessuale senza dimostrare ne di esserne disturbata ne particolarmente attratta. E le insolite visite che riceveva quasi quotidianamente provocavano ogni giorno commenti e battute dei secondini.
Ogni giorno si formavano capannelli in cui si commentava se la bionda del giorno fosse o meno all’altezza della bruna del giorno prima per poi scadere in fantasie su cosa accadesse nella stanza parlatorio….
Milena seppur non interessata partecipava a quelle discussioni esprimendo il proprio parere anche se quando i commenti si facevano più scabrosi preferiva evitare ogni intervento.
Quella mattina era appunto a prendere il caffè con un gruppo di colleghi preparandosi alla solita discussione di tutti i giorni quando giunse un altro collega che le disse “Milena, ti vuole subito il direttore… ” “Ok corro… ” rispose lei “Stai attenta… forse anche il direttore ha deciso di emulare le prodezze di Callistu e di iniziare con te….. ” scherzò uno, “Milena non rispose ma fece un gesto osceno con il dito medio mentre si allontanava, ma allo stesso tempo impresse ai fianchi un per lei insolito movimento ondulatorio che scatenò le risate di tutti.
Non aveva assolutamente idea del motivo di quella chiamata ma non si sentiva per nulla intimorita, giunta nell’ufficio del direttore venne subito accompagnata da lui. “Si accomodi Missori.. sono subito da lei… ” disse il direttore sorridendole mentre terminava una telefonata. Milena si accomodò attendendo pazientemente.
Finalmente il direttore terminò la sua telefonata e si rivolse a lei con mille complimenti di rito che la insospettirono non poco. Attese pazientemente che lui si decidesse a dirle il reale motivo per cui l’aveva fatta chiamare, e finalmente lui si decise. “Avrà certamente notato che il nostro illustre ospite ci ha creato negli ultimi tempi non pochi disagi… ” disse quasi distrattamente il direttore, Milena si limitò ad annuire.
“Sembra che questa storia abbia mandato fuori di senno molte persone, lei non ha nemmeno idea di quante telefonate ricevo ogni giorno, comunque spero che la cosa non si protragga troppo a lungo, troppe persone sono interessate al caso ed in fondo le accuse non sono tanto gravi da giustificare una carcerazione preventiva lunga… ” continuò il direttore esitando ad entrare nel vivo del discorso. Milena decise che era il caso di rompere il ghiaccio “Me lo auguro anch’io, anche se ci si annoiava forse un poco di più prima era molto meglio… “.
“Già, condivido a pieno, comunque dovremo sopportare ancora un poco ed è per questo che l’ho fatta chiamare…. ” Milena sollevata si apprestò a sentire cosa aveva da dirle.
“Mia cara, avrà certamente notato che mio malgrado il nostro recluso gode …. diciamo di un trattamento di favore. In particolare riceve moltissime visite… soprattutto di donne… ” Milena annuì. “Le assicuro che non è una mia decisione, ma una cosa che ho dovuto subire a causa di pressioni che vengono da molto in alto, del resto la legge anche se più restrittiva è vaga e lo consente.. ” continuò lui “Capisco… ” commentò Milena “Già, fatto sta ed è che sono costretto a sopportare questa situazione e devo confessare che i suoi colleghi non mi hanno dato una mano… ecco perché ho pensato a lei… “.
Milena lo fissò senza capire e notò che il direttore si mostrava molto imbarazzato…. ” Non vorrei scendere troppo in spiacevoli dettagli…. ma come lei sa davanti alla porta dei colloqui deve sostare in permanenza una guardia…. Lo prescrive il regolamento… e di tanto in tanto la guardia deve sorvegliare che tutto proceda secondo le regole…. ” Il direttore appariva sempre più in difficoltà… “Inutile che le dica che cosa succede in quella particolare stanza…. Ne avrà certamente sentito parlare…. È prassi normale… ma sembra che il signor Burneke e le sue… amiche rappresentino una tentazione troppo grande per i suoi colleghi … tutti quelli che ho incaricato….. diciamo che sono stati troppo coscienziosi nella sorveglianza. L’avvocato del Burneke a minacciato di rendere pubblico il caso e di inoltrare un esposto….. “.
Milena effettivamente aveva sentito i colleghi raccontare di quello che avevano visto succedere nella saletta delle udienze quando avvenivano i colloqui tra Callistu e le sue amiche, ma si era rifiutata di crederci pensando alle solite esagerazioni o al prodotto di fantasie troppo fervide, ora invece doveva ricredersi. Cercò di mostrare al direttore il proprio imbarazzo.
“Lei è la mia unica speranza Missori, sono convinto che in quanto donna non sarà vittima di manie sessuali come i suoi colleghi e saprà svolgere il suo compito nel modo dovuto….. prenderà servizio immediatamente…. Conto su di lei. ” concluse il direttore.
Milena non ebbe modo di obiettare, del resto nemmeno sforzandosi avrebbe potuto trovare validi argomenti per cercare di evitare lo spiacevole compito. Così sin dal pomeriggio stesso si ritrovò a tempo pieno addetta alla sorveglianza dell’illustre prigioniero. Tra i lazzi e le battutine dei colleghi, da quel pomeriggio iniziò il suo servizio di sorveglianza a
Callistu Burneke.
Il primo impatto con il famoso calciatore fu piuttosto difficile, dal momento che Callistu era un autentico gigante ben oltre il metro e novanta dal fisico imponente. Milena vicina a lui si sentì ancora più piccola ed insignificante di quanto normalmente non si sentisse.
Trovò Callistu nella sua cella, vestito con un caffettano chiaro che faceva risaltare la sua nerissima pelle. Era intento a leggere un libro apparentemente antico e prezioso e non si accorse subito di lei. Milena esitò un poco prima di richiamare la sua attenzione “Burneke, è ora del suo allenamento… debbo accompagnarla alla palestra… ” disse e l’uomo distolse lentamente lo sguardo dal libro per posarlo su di lei. LO sguardo calmo ed intenso di quei nerissimi occhi la turbò un poco. Poi il grande volto nero da corti capelli si aprì in un amichevole sorriso.
“Termino in pochi minuti la mia lettura del corano e sono pronto…. ” Disse per poi ritornare ad estranearsi ed ad immergersi nella lettura. Ci vollero pochi minuti poi Callistu richiuse il libro e si alzò riponendolo quindi si mosse per prendere una borsa da allenamento e si avvicinò a Milena porgendole la mano. “Sono pronto… lei è nuova, piacere di conoscerla. ” Per non sembrare scortese, Milena strinse la mano che l’uomo le porgeva, poi si mosse per accompagnarlo alla palestra del carcere.
Durante il tragitto non seppe trattenersi e disse “Lei è un vero privilegiato signor Burneke…. Non era mai capitato che un solo carcerato avesse tutta la palestra per se…. ” Calcando i toni sulla parola “Carcerato”. L’uomo non dimostrò di aver accusato il colpo. “Non è opera mia….. Quelli della mia società non vogliono che questo periodo si tramuti per me in una vacanza…. Intorno al calcio gravitano molti soldi”, Milena continuò a stuzzicarlo senza sapere nemmeno lei perché lo facesse. “Già, per lei più che un carcere questo sembra un Hotel… , Cella singola, palestra visite più che quotidiane….. ”
“Non cercò di spiegarle che sono innocente… con l’aiuto e la misericordia di Hallah i fatti parleranno per me…. Deve solo capire che sono una persona importante dalla fedina penale sino ad oggi immacolata e che le accuse nei miei riguardi non sono poi tanto gravi… ” rispose Callistu con assoluta tranquillità.
Erano giunti alla palestra. Callistu posò la borsa e si tolse il lungo caffetano, sotto indossava pantaloncini ed una maglietta. Iniziò subito a fare esercizi di riscaldamento. Milena non potè fare a meno di rimanere impressionata da quel corpo felino dal quale emanava un’incredibile potenza. Con il proseguire dell’allenamento la pelle resa lucida dal sudore ed i muscoli gonfiati dall’esercizio reso ancora più impressionante la visione di quel corpo che si muoveva sul campo con un’agilità ed una grazia assolutamente incredibili.
Callistu lavorò per quasi due ore prima che Milena lo accompagnasse alle docce e poi in cella. Prima che il suo turno finisse lo accompagnò due volte ad altrettanti incontri con i suoi avvocati.
Il giorno successivo Milena dovette trascorrere molte più ore con il Burneke, lo accompagnò anche ad un incontro con sua moglie, una giovane e splendida mulatta alta quasi come il marito. Guardò una sola volta dallo spioncino e vide i due che si baciavano, ma i rumori che in seguito provenirono dalla piccola stanza non le lasciarono molti dubbi su che cosa avvenisse dentro.
L’indomani all’inizio del proprio turno, come al solito trovò Callistu intento a leggere il suo prezioso corano, poi lo accompagnò all’allenamento mattutino e scambiarono le solite quattro chiacchiere, a Milena incominciava a piacere parlare con Callistu, era così tranquillo e sicuro ed allo stesso tempo non appariva in alcun modo presuntuoso o pieno di se come molti di quelli che avevano raggiunto una popolarità pari alla sua.
Nel primo pomeriggio Callistu ricevette una nuova visita. Facendolo entrare nella stanza dei colloqui Milena ebbe modo di vedere la donna che lo aspettava. Era molto giovane, biondissima e vestita in modo molto appariscente. Milena richiuse la porta, ma non seppe trattenere a lungo la sua curiosità e dopo pochi minuti lanciò una breve occhiata dallo spioncino.
Fu solo una breve occhiata, ma bastò per provocarle un profondo turbamento. Vide Callistu seduto sulla seggiola e la ragazza solo di spalle, ma in posizione inequivocabile. La biondina stava inginocchiata davanti a Callistu, i biondissimi capelli chini sul ventre del maschio che si muovevano ritmicamente su e giù.
Non guardò più per tutta la durata dell’incontro che si protrasse molto a lungo, i gemiti soffocati che provenivano dalla piccola stanza le ferivano le orecchie, mentre la sua irritazione cresceva. Riaccompagnò Callistu alla cella senza parlare, ma quando lo vide sedersi sul piccolo letto della cella ed iniziare a leggere il corano non seppe trattenersi.
“Lei è veramente un campione… non so se lo sia veramente nel calcio… ma sicuramente nell’ipocrisia pochi la battono… ” si lasciò sfuggire velenosa. Callistu spostò lo sguardo dal libro e la guardò stupito senza parlare. Milena sentiva il bisogno di sfogarsi e quindi continuò senza attendere risposta dall’uomo “Legge il libro sacro per chiedere perdono di aver vergognosamente tradito sua moglie ? ? ? Non sarebbe meglio evitare di farlo ? ? ? Non sarebbe più onesto ? ? ? ” era un fiume in piena che stentava a rimanere negli argini, ma Callistu non si scompose “Mia cara… a volte prima di parlare occorrerebbe premurarsi di aver pienamente compreso le cose di cui si vuole parlare… “.
“Davvero ? ? ? E che cosa ci sarebbe da capire se non che ha appena tradito sua moglie con una sgualdrinella da quattro soldi ? ? ? ” continuò imperterrita Milena ? ? ? Callistu sorrise scuotendo la testa “Ho appena tradito mia moglie con mia moglie…. ” Disse scatenando l’irritazione di Milena “Che cosa cazzo sta dicendo… mi prende in giro ? ? ? ” sibilò. Callistu scosse nuovamente la testa “No… sto solo dicendo che esistono culture diverse da quelle che lei conosce… la mia ad esempio. Io sono mussulmano… Dio e le leggi del mio paese non pongono limiti al numero di mogli che un uomo può scegliere… l’unico vincolo è di essere in grado di donare loro una vita decorosa….. ed io credo di poterlo fare… per questo attualmente ho cinque mogli… due delle quali lei ha conosciuto in questi giorni. ”
Tra di loro vi furono attimi di silenzio prima che Callistu riprendesse “Mafne, l’ha conosciuta ieri è la mia prima mogli, Katlina, la biondina di oggi l’ultima… questo la tranquillizza ? ? ? Mi consente di risalire almeno un poco nella sua stima ? ? ? ? ” Milena taceva imbarazzata…. “Mi scusi… sono stata una sciocca… ” seppe solo farfugliare prima di allontanarsi precipitosamente .
Nei loro successivi incontri l’imbarazzo di Milena rimase a lungo palpabile.. ma Callistu seppe lentamente annullarlo ed anzi creare tra di loro un’atmosfera amichevole e rilassata. “Posso farti una domanda ? ? ? ” le chiese un giorno e lei annuì “Come mai una ragazza carina come te ha scelto un simile lavoro ? ? ? “. “Non sono affatto carina… un maschiaccio direi… e poi è un lavoro come un altro… non sopporto i lavori tipicamente femminili… ” rispose schernendosi Milena.
“Un maschiaccio…. Giuro che non mi sono mai piaciuti i maschi prima d’ora…. ” Disse Callistu ridendo poi cambiarono argomento, ma lui in seguito vi ritornò spesso. Ogni giorno riceveva la visita di qualcuna delle sue mogli, a volte anche più di una. Un giorno riaccompagnandolo da un colloquio Milena si lasciò sfuggire una battuta “Sai incomincio a credere che tu sia veramente innocente…. tu hai già una tua droga personale… non hai bisogno di altre… “, Callistu fece una smorfia dubbiosa scuotendo la testa e poi domando “E quale sarebbe ? ? ? ” “Il sesso naturalmente…. Ne sei totalmente dipendente…. ” Rispose prontamente lei ridacchiando.
Callistu si unì alla sua risata e commentò a sua volta “E chi non lo è….. ” e commentò a sua volta “Già la maggior parte della gente lo è… ” acconsentì Milena. Lui notò il tono della sua voce e non lasciò cadere la cosa “E tu invece non lo saresti vero ? ? ? ” le domandò “Diciamo che ho provato ma non fa per me… ” rispose lei. “Non bestemmiare donna Hallah ha creato gli uomini e le donne per il sesso e tu non fai eccezione…. Basta starti accanto per eccitarsi… “.
Quelle parole colpirono Milena cogliendola alla sprovvista “Non mi prendere per il culo Callistu… ” replicò lei un poco stizzita lui alzò le braccia in segno di resa “Non perderò tempo a cercare di convincerti…. Basterebbe poco… se vorrai potrai rendertene conto da sola… basterebbe che tu ti vestissi un poco più da donna e facessi una passeggiata “.
Milena fece un gesto irritato “Comunque queste cose non m’interessano te l’ho detto…. ” E pose fine alla conversazione.
Il giorno successivo mentre Milena lo accompagnava ad uno degli ormai rituali incontri con le sue mogli, Callistu le disse “Se vuoi sapere quanto magico possa essere il sesso tra un uomo ed una donna che si amano… prova a guardare quanto accadrà tra poco… “. Milena non gli rispose e decise che quel giorno non avrebbe in alcun modo controllato Callistu. Immobile davanti alla porta senti i gemiti provenienti dalla stanza crescere d’intensità. In particolare quelli di
Mafne, la bellissima mulatta prima moglie di Callistu, iniziarono lentamente a sgretolare il muro che aveva eretto contro il mondo.
Quando senza nemmeno rendersene conto guardò dallo spioncino, Mafne era seduta sul tavolo dei colloqui, ed il nero volto di Callistu era affondato nel suo pube. Ciò che colpì di più Milena fu il volto della donna stravolto dal piacere mentre accarezzava dolcemente i capelli del suo uomo che le donava piacere. Milena distolse lo sguardo, ma fu incapace di trattenersi dal guardare anche in seguito. Per la prima volta vide l’immenso membro di Callistu scomparire nella bocca di Mafne, vide la lingua di lei scorrere vellutata sull’asta e vellicare dolcemente il glande.
Vide il membro affondare nel ventre della donna accolto da un gemito soffocato mentre le mani di Callistu danzavano magiche sul corpo di Mafne. Li vide baciarsi teneramente mentre Mafne seduta sopra Callistu muoveva armoniosamente i fianchi e le mani di lui accarezzavano i perfetti globi delle natiche di lei. Callistu accelerò il ritmo prorompendo in un lunga serie di gemiti mentre il suo orgasmo si liberava nel ventre della moglie, le labbra di Mafne si dischiusero per dare libero sfogo all’orgasmo che devastava anche il suo corpo.
Mentre appoggiata alla porta cercava di riprendersi mentre attendeva che i due si ricomponessero e la chiamassero, Milena sentì un vuoto incolmabile dentro di lei mentre nella sua mente ripassavano sconvolgenti le immagini che aveva appena visto. Da quel pomeriggio i suoi rapporti con Callistu divennero freddi mentre lei si richiudeva sempre più in se stessa.
Una mattina andando al lavoro, si fermò a comprare il giornale e vide il titolone “Riconosciuta l’innocenza di Callistu. Il giocatore liberato nella notte”, Milena fissò il titolo del giornale senza riuscire a capire quale emozione prevalesse in lei. Era felice per il riconoscimento dell’innocenza di Callistu dal momento che nei lunghi giorni passati con lui aveva imparato ad apprezzarlo e si era convinta dell’innocenza dell’uomo. Ma allo stesso tempo sentiva come un senso di vuoto che non riusciva o non voleva spiegarsi.
La giornata al carcere le parve interminabile, ma si sforzò di dissimulare il proprio malumore dal momento che tutti i colleghi sin dalla mattina avevano iniziato a prenderla in giro con frasi del tipo “Milena !! Come farai adesso senza il tuo prigioniero preferito ? ? ? ? ? “. Finalmente venne l’ora di tornare a casa e sentendosi depressa, Milena passò dal supermercato per comperare una gran quantità di cioccolato e dolciumi…. Il suo rimedio preferito contro la depressione.
Posteggiò la macchina e salì le scale che portavano al suo piccolo appartamento, ma si arrestò all’ultima rampa fissando stupita il pianerottolo ingombro di una gran quantità di mazzi di fiori di ogni genere e di pacchi. Le ci volle più di un minuto prima di decidersi a salire gli ultimi gradini ed appena giunse al piano, la porta dell’appartamento di fronte si aprì e comparve la signora Gilda, un’anziana signora che da anni viveva nel palazzo “Milena… anno portato questi per te… gli ho aperto io…. È una cosa tanto insolita che ho temuto di aver fatto male…. ” Disse la vecchietta guardandola timorosa. Milena sorrise forzatamente “Hai fatto benissimo… anche se non ho idea di chi possa mandare tutta questa roba… ” la tranquillità “Un ignoto ammiratore ? ? ? Com’è romantico… ” Sospirò la vecchietta.
Milena scosse la testa “Avranno sbagliato… “rispose e si mise a frugare tra i pacchi ed i mazzi alla ricerca di un biglietto, ma non ne trovò. Impiegò molti minuti per portare tutto in casa, ed a sistemare i fiori in modo da potersi ancora muovere in casa. Poi si mise ad aprire i pacchi. Il primo pacco conteneva una giacca in pelle molto bella ed elegante, Milena la guardò stupita. Il secondo un ridottissimo Top Rosa, il terzo pacco una microscopica minigonna in pelle. Gli altri contenevano biancheria intima, scarpe dai vertiginosi tacchi a spillo, raffinatissime calze a rete.
Milena guardò quella montagna di cose sempre più incredula e confusa, ma non seppe resistere alla tentazione d’indossare la giacca. Si meravigliò di quanto le stesse bene e di come la misura si adattasse al suo corpo. Davanti allo specchio si ammirò spostandosi più volte, infilando le mani nella grandi tasche laterali ed assumendo una posa da modella. Si arrestò percependo la carta a contatto dei polpastrelli. Incuriosita estrasse il biglietto accuratamente piegato e con un poco di ansia lo aprì ed iniziò a leggere.
“Ti chiedo scusa per questa intrusione nella tua vita privata ma….. da quando mi hanno liberato non riesco a pensare ad altro che all’angelo che ha allietato le mie buie giornate in prigione…. Mi piacerebbe poterti ringraziare questa sera a cena…. E mi piacerebbe tu indossassi queste piccole cose che ti dimostrerebbero quanto sei bella….. ”
Il biglietto si concludeva con la firma di Callistu.
Le mani di Milena tremavano mentre cercava di capire che cosa potesse aver spinto quell’uomo a scriverle quel biglietto ed a farle tanti regali. Milena non riusciva a capire perché Callistu si ostinasse a dire che lei era bella… un uomo come lui che aveva molte mogli tutte veramente stupende… che poteva avere ogni donna desiderasse… “… mi piacerebbe tu indossassi queste piccole cose che ti dimostrerebbero quanto sei bella… ” le parole conclusive del biglietto le risuonavano ossessive nella mente senza che riuscisse a scacciarle.
Milena lasciò le cose gettate alla rinfusa ed andò in camera, si spogliò meccanicamente ed andò a farsi una doccia sperando che l’aiutasse a riprendere il proprio equilibrio. Avvolta nel soffice accappatoio andò al frigorifero e prese ada bere sedendosi al tavolo per frizionarsi con forza i corti capelli. S’interruppe e le sue dita sfiorarono la seta delle nerissime calze, il delicato pizzo dei reggicalze e delle mutandine… immaginò la morbida carezza della seta sulla sua pelle e rabbrividì, arrossendo immaginandosi con quelle cose addosso.
Non si rese nemmeno conto di quello che faceva… ma alla fine si ritrovò vestita con le cose che Callistu le aveva regalato. Si guardava allo specchio senza riuscire a riconoscersi… ma anche se quell’immagine la faceva arrossire… le piaceva quello che vedeva… per la prima volta notava la linea perfetta delle lunghe e sottili gambe…. La pienezza del seno sodissimo esaltata dal reggiseno a balconcino che lo faceva premere contro la delicata stoffa del Top, la morbida curva delle sode natiche sotto la cortissima ed aderente gonna.
Non seppe mai quanto rimase lì, a guardare l’immagine riflessa nello specchio…. Venne interrotta solo dallo squillo del campanello. Senza pensare andò a rispondere “Si ? ? ? ” la voce piena e baritonale di Callistu si diffuse in tutto il suo corpo facendola tremare per la sorpresa e le strane e sconosciute emozioni che scatenò “Sono venuto nella speranza che tu accettassi il mio invito….. “. Per Milena i secondi che passarono prima che si decidesse a rispondere sembrarono ore “Ti ringrazio… ma proprio non posso… ” recitò con voce malferma.
Callistu parve non udirla “Hai indossato i vestiti che ti ho mandato ? ? ? ? ” domandò “Si sono bellissimi… ma davvero Callistu… non posso” cercò di insistere Milena “Voglio vederti… anche solo per un istante ma voglio vederti. Scendi un attimo te ne prego… ” la supplicò lui. Milena non ebbe la forza di rifiutare.
Quando lui la vide un caldo sorriso si dipinse sul nerissimo volto “Non dire nulla te ne prego… mi vergogno tanto… ” quasi pianse Milena dal volto completamente congestionato. Mai in vita sua aveva indossato abiti simili “Solo una parola… sei stupenda… ” le disse lui e le si avvicinò Milena non osava guardarlo e teneva lo sguardo basso “Vieni… voglio che tutti sappiano che questa sera vado a cena con la più bella donna della città… ” le disse prendendola delicatamente sotto braccio ed accompagnandola alla scura Mercedes 600 che li attendeva.
In auto Milena tentò ancora di ribellarsi, di farsi riaccompagnare a casa, ma Callistu era troppo forte per lei ed alla fine si arrese. La condusse nel più lussuoso ristorante della città, meta abituale di divi e membri del JetSet. Mentre attraversavano la grande ed elegantissima sala, Milena si augurò che la luce soffusa nascondesse il rossore del suo viso. Si guardava in giro titubante e timorosa, immaginando gli sguardi divertiti dei presenti di fronte ad una brutta ragazza che si atteggiava a Vamp. Ma gli sguardi che incontrò apparivano tutt’altro che divertiti. In particolare gli occhi dei maschi sembravano avere una luce a lei sino ad allora sconosciuta.
Vi erano divi del cinema e della televisione che , sino a quel giorno Milena aveva visto solo sulle pagine dei rotocalchi, ma anche nei loro occhi brillava quella strana ed incomprensibile luce. Con sollievo si sedette al tavolo “Cazzo… mi è parso di morire… mi guardavano tutti… ” Sussurrò piegandosi leggermente verso Callistu. Lui le sorrise “Ti desideravano tutti… questa sera sarò l’uomo più invidiato d’Italia.. ” le rispose. Milena scosse la testa con forza fermamente intenzionata a negare anche l’evidenza… ma fu scossa da uno strano brivido.
La cena con Calistu fu un autentico sogno… il cibo stupendo, la conversazione di lui affascinante, e le ore volarono. Milena si sentiva meglio, più a suo agio. Quando uscirono dal locale, non si nascose più, ma camminò eretta stretta al braccio che lui le porgeva. Con piacere notò che gli altissimi tacchi a spillo non servivano solo a renderle difficoltoso ogni passo, ma le consentivano anche di giungere con il capo all’altezza della spalla di Callistu.
Non si oppose quando lui la accompagnò in un elegante Piano bar, non sapeva perché ma desiderava che quella serata da sogno non finisse mai..
Ad un tratto però si sentì nuovamente confusa e persa… lui si era alzato e l’aveva presa per mano dicendo “Vieni andiamo a ballare…. ” Milena non aveva mai ballato in vita sua… non sapeva come fare “Non so ballare… non poso… ” Disse, ma lui non se ne preoccupò “è un lento… è facilissimo e ti guiderò io… devi solo lasciarti condurre. ”
I primi passi furono per Milena un disastro… si sentiva goffa e rigida… avrebbe voluto fuggire, male forti braccia di Callistu la tenevano saldamente e la guidavano. Dopo il panico iniziale si accorse che non era così difficile seguirlo… e lentamente si rilassò giungendo quasi ad apprezzare quella situazione assai coinvolgente.
Ma il sollievo durò poco. Una nuova sconvolgente sensazione s’impossessò di lei. I loro coprisi muovevano quasi all’unisono, separati da pochi millimetri, ma spesso quella distanza si annullava e Milena sentiva premere contro il suo giovane ventre l’ingombrante presenza del membro eretto di Callistu. Lui non faceva nulla ne per accentuare ne per distogliere quella casuale pressione.
La serata si concluse a notte fonda. Callistu la accompagnò sino alla porta di casa e Milena tremò al pensiero che lui le chiedesse di salire. Ma non accadde invece accadde qualche cosa che per Milena fu ancora più sconvolgente “Domani parto, ho bisogno di tranquillità per potermi rimettere in forma… la mia società ha affittato una fantastica villa su di un’isola in mezzo la mediterraneo… un posto incantato… ” Milena provò una fitta al pensiero che la fiaba stesse per terminare. L’indomani la sua vita sarebbe ripresa come al solito. Un pensiero che avrebbe dovuto rassicurarla se non fosse stato per il fatto che ormai quella vita non le piaceva più.
“Voglio che tu venga con me… una settimana… solo una settimana” lo sentì dire “Ci verrai. ? ? ? ” Continuò Callistu e subito dopo Milena sentì una voce rispondere “Ci verrò… ” e le ci volle qualche istante per capire che era stata proprio lei a rispondere. Il gran volto di Callistu si avvicinò al suo e lui la baciò. Milena non si oppose.
Chiusa nella lussuosa stanza, Milena guardava dalla finestra spalancata il verde degradare dei fianchi dell’isola che si fondeva con l’azzurro intenso del mare inondato dal sole. Guardava ma non vedeva. La sua mente era altrove, intenta a tormentarsi domandandosi come avesse potuto accettare di seguire Callistu, come avesse potuto accettare di trovarsi in una casa sola con lui e le sue cinque mogli. Una situazione che credeva di non essere in grado di affrontare. Ma allo stesso tempo la terrorizzava il solo pensare di andandosene.
Si portò sul balcone. In lontananza vide Callistu che si allenava correndo sotto il sole impietoso poi voltando lo sguardo vide la piscina e le tre donne che, distese sui lettini da sole trascorrevano il tempo chiacchierando piacevolmente. Non potè fare a meno di domandarsi come potessero quelle donne accettare di dividere l’amore di Callistu. Non riusciva a capire, ma guardandole le appariva evidente che tra di loro non vi era astio ne competizione… anzi apparivano affiatate ed a proprio agio. Vide una mano agitarsi salutandola.
La giornata, malgrado la presenza di Callistu, fu difficile da trascorrere e Milena si ritirò presto anche se sapeva che quella notte non sarebbe riuscita a dormire. Sentì bussare alla porta e si avvicino domandando “Si ? ” “Sono Callistu… posso entrare… “. Le emozioni ebbero nuovamente il sopravvento su di lei “Non credo sia il caso… non mi sento bene… ” rispose esitante. “Solo un attimo… sei mia ospite e debbo essere certo che stai bene. ” Insistette lui.
Milena indossò la vestaglia ed aprì “Come vedi sto benissimo… ” disse sfoderando un sorriso forzato”. Lui sorrise “Non hai motivo di sentirti a disagio, qui sei ospite gradita… e lo sei per tutti, non solo per me… ” le disse prendendole le mani. “Lo so ma… è colpa mia sono una stupida ma non posso farci niente. Disse Milena sottraendosi, ma Callistu la fermò afferrandola per le spalle con dolce fermezza. Milena rabbrividì sentendo il suo caldo fiato sfiorarle il collo. Callistu non parlò più, ma parlarono per lui le sue mani, sfiorando la sua pelle che reagì come al tocco di un vento gelido… ma assai piacevole.
La vestaglia cadde a terra, lui la prese tra le possenti braccia sollevandola come una bambina. La potenza di quel corpo la sconvolse e restò li incapace di alcunchè sino a che lui non la depose sul grande letto. Le grandi e nere mani sfiorarono la sua candida pelle, la liberarono di ogni indumento, sfiorarono i suoi seni ed il suo ventre, poi lui si chinò su di lei ed iniziò a baciarla. Milena non ricordava di aver mai provato sensazioni simili. I capezzoli s’inturgidirono quasi dolorosamente e un liquido calore s’impadronì del suo ventre. Le dita di Callistu la sfiorarono nel punto più sensibile ed un gemito sconosciuto le sfuggì dalla gola.
La grande testa dai nerissimi capelli scivolò sul suo ventre scendendo verso il pube, le mani divaricarono dolcemente le cosce della ragazza, il tocco della lingua di lui sul clitoride fu per lei sconvolgente. Ci vollero pochi minuti prima che per la prima volta in vita sua il corpo di Milena venisse scosso dalla furia devastante di un furioso orgasmo. Quando la vista le si schiarì, e si accorse di non essere morta come invece aveva creduto, Milena si ritrovò l’enorme membro di Callistu di fronte alla bocca. Per un attimo rimase esitante, poi ricordò le fugaci immagini rubate attraverso lo spioncino della sala dei colloqui alla prigione. La biondissima moglie di Callistu china di fronte a lui che lo succhiava. Le labbra si schiusero istintivamente, la lingua accolse invitante l’enorme glande lambendolo delicatamente. I gemiti d’approvazione che ne derivarono la convinsero a continuare.
Attento a non interromperla, Callistu lentamente si stese sul letto, mentre con sempre maggiore foga Milena assaporava il piacere di donare piacere con la sua bocca. Quel membro dalle proporzioni spaventose avrebbe dovuto terrorizzarla… ed invece l’affascinava. Non si sarebbe mai fermata se non fosse stato Callistu a bloccarla, costringendola a stendersi sul suo nerissimo corpo. Milena sentì il membro sfiorare la delicata pelle delle cosce, insinuarsi tra di esse e risalire verso la meta agognata. Sentì la pressione dell’enorme glande sulle grandi labbra e le sentì cedere e dilatarsi per lasciare libera la strada al membro sussultante ed avvolgerlo in un caldo ed umido abbraccio.
La penetrazione continuò ed a Milena parve che dovesse dilaniarla, tanto si sentiva riempita da quell’enorme arnese che però si muoveva in lei con delicatezza… regalandole sensazioni che mai nemmeno aveva sognato. La bocca di lui si era ormai impadronita dei suoi seni e giocava con maestria con i turgidi capezzoli. Le mani vagavano sul suo corpo, inseguite da un intenso brivido di piacere, afferravano le piccole e sodissime natiche con forza e dettavano ai fianchi di Milena il ritmo desiderato.
Ruotando su se stesso e trascinandola con se con la stessa facilità con cui avrebbe ruotato una bambola, Callistu la rovesciò sul letto e le fu sopra e la penetrazione divenne ancora più profonda. Mai Milena si sarebbe potuta immaginare di accogliere quell’immenso membro tanto profondamente in se eppure ad ogni affondo gemeva di piacere. L’orgasmo la colse nuovamente alla sprovvista ottenebrandole la vista, riducendola ad un corpo gemente tra le braccia del gigantesco nero. A malapena lo sentì staccarsi da se, arrampicarsi sul suo corpo.
Non capì quali intenzioni avesse sino a che il grosso membro non si adagiò tra i seni e le grosse mani non strinsero i perfetti globi di carne intorno all’asta che iniziò a scorrere avanti ed indietro perfettamente lubrificata dagli umori di Milena. Il nerissimo glande avanzava e si ritraeva come la testa di un antico ariete puntando deciso verso il suo volto per poi arrestarsi ed indietreggiare. Milena fissò il viso di Callistu stravolto dal piacere ed a sua volta gioì di essere in grado di regalare tanta felicità. Il ritmo dei fianchi del nero accelerò “Apri la bocca… ” disse lui con voce roca… Milena non ebbe esitazioni e la aprì… giusto in tempo perché i primi e più copiosi schizzi di sperma la raggiungessero inondandola. Altri seguirono piovendo sul suo viso come pioggia infuocata. Milena nel sentirsi investita dal piacere del maschio provò un’eccitazione incredibile che la portò ad un nuovo orgasmo. I suoi mugolii vennero soffocati dal membro che Callistu spinse nella sua bocca. Milena deglutì lo sperma che ancora le ingombrava la bocca e poi succhiò amorevolmente il nero bastone.
Adagiata sul possente petto di Callistu si addormentò ripetendo instancabilmente “Ti amo… ”
La mattina si svegliò all’alba, felice nel sentire ancora accanto a se il corpo caldo di Callistu. Ma l’iniziale felicità fu ben presto travolta da una valanga di sensi di colpa. Si sentiva in colpa per essersi abbandonata in quel modo, per aver fatto all’amore con un uomo sposato. Immaginava le mogli di Callistu intente a maledirla. Quando Callistu si svegliò lei tentò di dissimulare il suo reale stato d’animo ma non vi riuscì. Lui le prese il viso tra le gigantesche mani e la costrinse a fissarlo “Smetti di recitare e dimmi che cosa è successo… ” Milena abbassò lo sguardo “Pensavo a cosa penseranno di me le tue mogli…. ” Ammise alla fine lei.
Callistu scoppiò in un’allegra risata “In questa casa per tutti sei la benvenuta, le mie mogli amano le persone che io amo… ” disse lui serio. Milena provò un brivido nel sentirgli dire che l’amava. “Tra poco ne avrai una prova… ” aggiunse Callistu che poi la abbracciò.
Non dovette attendere molto, pochi minuti dopo la porta della camera si apriva e Mafne, la splendida mulatta prima moglie di Callistu faceva la sua comparsa portando il vassoio della colazione. Per Milena furono attimi di grande imbarazzo. Non osava guardare la moglie di Callistu, e si rannicchiò coprendosi alla meglio con il lenzuolo. “Qualche cosa non va ? ? ” domandò allora Mafne accortasi della situazione “Nulla… solo che Milena crede di avervi fatto un grave torto e che voi siate arrabbiate con lei… ” rispose Callistu.
Mafne depose il vassoio e Callistu ne prese subito un fragrante tortina iniziando a mangiarla con gusto mentre sorseggiava il caffè. Mafne si sedette a fianco della spaventatissima Milena. “Mia cara Milena… non devi temere… non ci hai fatto alcun torto. Anzi hai reso felice Callistu, l’uomo che amiamo più di ogni altra cosa e per ciò te ne siamo grate.
La splendida mulatta si chinò e sfiorò con le labbra il viso di Milena che si sentì un poco rincuorata “Brava moglie… io amo tutte voi in egual modo e ciascuna di voi più delle altre. “… disse Callistu che poi attirò a se Mafne baciandola. Subito dopo si spostò e baciò Milena “le mie mogli… le mie amate mogli… ” sospirò Callistu. Senza che avesse bisogno di fare nulla, Mafne si mosse, scoprendo il corpo nudo del marito e si chinò. Il membro ancora flaccido venne avvolto dalle morbide labbra che iniziarono a massaggiarlo ed si erse rapidamente in una prepotente erezione.
“Vieni anche tu Milena… ” disse Mafne interrompendosi per un attimo, timidamente Milena la raggiunse chinandosi verso il nerissimo membro. Mafne lo vellicò con la tumida lingua e subito dopo Milena la imitò, ben presto le loro lingue incominciarono ad intrecciarsi sul membro di Callistu. Davanti agli occhi di Milena, Mafne incominciò ad ingoiare il gigantesco membro, le labbra carnose iniziarono a dilatarsi mentre l’asta scivolava sempre più in profondità sino a scomparire completamente nella gola della donna. Il gemito di piacere di Callistu penetrò nell’anima di Milena sconvolgendola.
Quando Mafne lentamente invertì il movimento e porse l’asta alla bocca di Milena dicendo “Prova anche tu… ” lei non esitò a cercare d’imitarla. Dovette accontentarsi di molto meno, ma Callistu la incoraggiò ugualmente. Poi Lui le interruppe, baciandole entrambe, quindi spinse i visi delle due l’uno accanto all’altro. Le labbra di Mafne si posarono su quelle di Milena e la mulatta la baciò regalandole nuove sconvolgenti sensazioni. Mafne la fece stendere sul letto, scivolò sul suo corpo, baciando i seni di Milena, scese con la lingua sul piatto ventre della giovane facendola fremere ed infine raggiunse il clitoride. Quando la lingua lo sfiorò una fitta di piacere ne scaturì trafiggendo con un dolce tormento l’anima di Milena. Quando si riprese, vide Callistu alle spalle di Mafne che le penetrava. Provocò una fitta di gelosia subito lenita dall’abile lingua di Mafne.
A Milena pareva di essersi persa in uno sconosciuto oceano di piacere, Quando Callistu la fece sollevare e spinse la sua testa tra le cosce di Mafne, Milena non esitò ad iniziare ad leccare il sesso della mulatta. S’interruppe solo per gemere di piacere quando il membro di Callistu la penetrò. Soffocò gli sfrenati gemiti dell’orgasmo affondando il volto nel folto vello pubico di Mafne.
Quando si riprese si ritrovò distesa sul letto, Mafne stava sopra di lei con il pube calato sul suo volto, il membro di Callistu la penetrava proprio davanti ai suoi occhi. Di tanto in tanto lui lasciava che l’immenso membro sfuggisse dal ventre della mulatta per ricadere sul viso di Milena che subito si affrettava a leccarlo e succhiarlo incurante degli umori di Mafne che ricoprivano l’asta.
Per l’ennesima volta Callistu lo sottrasse dolcemente alle sue labbra e lo rialzò, ma questa volta a Milena parve di notare qualche cosa d’insolito. Callistu si era rialzato ed ora il glande si appoggiava non sulla rosea fessura di Mafne ma più su, tra le sode natiche. Vide le gradi mani dilatare i globi di carne, il glande avanzare ed appoggiarsi allo sfintere della donna. Poi udì il gemito gutturale di Mafne mentre con una spinta imperiosa il glande dilatava lo sfintere penetrandovi. Quasi a voler lenire quelle che credeva essere le sofferenze di Mafne, Milena si sollevò leggermente e leccò l’asta lubrificandola con la propria saliva. Immensa e lucidissima la nera asta continuò ad avanzare scomparendo sempre più nel culo di Mafne.
Milena osservò incredula ed estasiata il ritmico vai e vieni del membro nel culo della mulatta sino a che Callistu non iniziò a gemere ed estraendo il membro lo diresse sul volto di Milena scaricandovi tutto il suo piacere. Pronta Mafne si mosse e raggiunse la giovane leccando il seme dal volto di Milena per poi fondere le loro bocche in un perverso bacio che scatenò l’ultimo devastante orgasmo di Milena.
Quando molto più tardi Milena uscì dalla sua camera e raggiunse le altre sul bordo della piscina non si sentiva più a disagio… sapeva di essere diventata una di loro… la sesta moglie di Callistu Burneke FINE