Il suo primo assaggio
IL tredici maggio del 1999 fu per Francesca l’anno della svolta e all’età di ventitré anni e quarantadue giorni capì appieno la differenza tra amore e sesso.
Sino alle otto e trenta del tredici maggio Francesca aveva sempre fatto sesso scambiandolo per amore, o meglio, cercava l’alibi dell’amore per avere rapporti sessuali.
Aveva avuto solo due ragazzi con cui aveva fatto sesso sempre con poca passione e senza ricerca del piacere.
Il suo timore, di apparire al mondo come una poco di buono, inevitabilmente lo trasferiva al suo compagno che non osava chiederle di più che una semplice penetrazione.
Francesca aveva anche provato con la masturbazione ma aveva subito smesso nel timore di entrare in dipendenza tanta era la passionalità che le davano pochi tocchi alla sua esigente vagina.
Forse era anche per questo che non amava esibirsi nuda di fronte a se stessa in innocenti atteggiamenti come dormire o rassettare il bagno dopo la doccia.
Quella mattina il suo ragazzo stanco di non potersi esprimere liberamente decise di forzarle la mano.
Non le chiese nulla di eccezionale; le chiese, offrendole un superbo membro eretto: un pompino.
Francesca non fu più in grado di controllarsi; le cadde ogni maschera di convenienza e abbandonata dalle false regole del buon vivere non seppe più cosa rispondere.
La forte contraddizione interiore e l’angoscia la stravolse scatenandole le paure più nere per l’ignoto.
Volle rimanere sola e senza mezzi termini cacciò di casa il suo ragazzo.
Francesca rimase a piangere e a disperarsi sul letto sino alle sedici del pomeriggio e la sua considerazione era sempre la stessa
“.. gli ho negato un pompino ed ho cacciato Armando … ho fatto fuggire …”
La sua testa rimbombava di quella parola, di quella cosa sconosciuta ma al contempo per lei esecrabile.
Immagini e situazioni le rimbalzavano davanti esaltate ed amplificate dallo sconvolgimento emotivo in una escalation di sensi di colpa che la avviluppavano in una morsa ferrea.
Sei ore passate a giudicarsi, giustificarsi e accusarsi la prostrarono oltre modo e la stanchezza fisica ebbe la meglio sulla psiche facendola cadere in un sonno profondo e senza sogni.
Quando si risvegliò verso le diciotto, Morfeo indugiò un attimo prima di liberarla dalle sue spire ed ella per un attimo non ricordò nulla della mattina.
Appena riaffiorò alla mente quella parola proibita e tanto abusata come d’incanto cambiò approccio e rivoltasi a se stessa si rispose semplicemente:
“Cos’è un pompino ? Un rapporto orale dove la donna stimola il glande maschile per provocare l’eiaculazione per la susseguente stimolazione delle papille gustative femminili al contatto con lo sperma”
La frase le piacque e più la ripeteva e più si eccitava, vampate di calore salivano alla testa e la vagina cominciava a gonfiarsi e a dolerle imprigionata nelle mutandine.
In ginocchio sul letto si guardava allo specchio appeso alla parete e si stupì a guardarsi con occhi diversi e maliziosi.
Capiva che doveva assecondare la sua natura
“.. e al diavolo le convenzioni quelle le avrebbe tenute per gli altri” si impose risoluta.
Cominciò aggiustandosi i capelli neri corvini, acconciati a caschetto, per poi togliersi la camicetta da camera rimanendo a torso nudo.
Quella sensazione di libertà le provocò un progressivo ed eccitante indurimento dei capezzoli.
Più si guardava e più si eccitava, e si piaceva avvolta in quel caldo eccitamento sempre represso; senza timore si lasciò andare a briglie sciolte.
Passò delicatamente il palmo teso delle piccole mani sul turgido seno fino a scivolare sui fianchi, giù fino alle gambe tornite.
La morbida e sensuale sensazione delle sue mani sul suo corpo si interruppe bruscamente quando incontrò la stoffa delle mutandine.
Quell’elemento alieno sul suo corpo le ricordò la costrizione della sua vagina.
Con impeto strappò via l’indumento, con un gesto di estrema liberazione, lanciandolo il più lontano possibile.
Nuda e a gambe aperte sul letto incominciò a masturbarsi dolcemente, con una mano teneva aperte le grandi labbra mentre con l’altra stimolava il clitoride.
La sua fantasia viaggiava libera, sincera e sognante.
Venne quasi subito ma non smise assolutamente, continuando a massaggiarsi la vagina umida sino a quando accidentalmente si mise in bocca le dita bagnate dei suoi umori.
Un botto di libidine la fece librare alta e leggera per effetto di quell’assaggio inusitato e inebriante.
Venne altre tre volte quindi solo in parte appagata si attaccò ad Internet e ricercò per la voce pompino.
Adesso voleva leggere un po’ di letteratura pornografica per capire quanto c’era da scoprire e quanto da evitare.
Una parte di raziocinio le ricordava che la sua era normale pulsione sessuale, un erotismo libero e sano.
Voleva evitare violenze di ogni tipo e ogni forma di perversione avulsa dal sesso, ponendo dei seri paletti a qualsiasi tipo sopraffazione.
Aprì il primo sito che la ricerca gli propose.
Appena le prime immagini arrivarono sullo schermo la mano destra sul mouse la sinistra sul clitoride Francesca cominciò a studiare le foto.
In centro campeggiava un 69 tra due ragazze chiamato il perfetto auto erotismo femminile.
La prima supina di schiena offriva la sua vagina perfettamente rasata e luminosa alla sua amica che a ponte appoggiava delicatamente sulla sua faccia l’altrettanto levigata vagina resa lucida da saliva ed umori.
“Due fighe due lingue” pensò Francesca che era di nuovo bagnata ed eccitata.
Non era mai stata attratta da una donna e non lo era neanche adesso, era l’idea di leccare un’altra vagina che la attraeva: era la condizione di perfetta assonanza tra masturbazione e rapporto orale.
Anche adesso quando guardava quelle immagini non era attratta sessualmente dai corpi perfetti delle ragazze fotografate ma dalle loro vagine umide di umori.
Il suo sguardo cadeva inesorabilmente sempre indistintamente sui loro sessi.
Apprezzava in ogni caso la loro bellezza e sapeva distinguere una modella da una racchia ma non era quello il suo parametro di scelta: lei cercava una stimolazione orale che da sola non avrebbe potuto avere.
Mentre il dito continuava a correre sul clito l’occhio si posò sull’uomo dietro la ragazza a ponte che aveva il suo glande nell’ano
della ragazza per niente infastidita e al lato opposto dell’incrocio magico un secondo uomo poggiava il suo membro in bocca della stessa ragazza che si divideva tra pene e vagina.
Altre foto più piccole e meno definite ma pur sempre accattivanti attirarono la sua attenzione.
La prima mostrava il primo piano del viso di una ragazza raggiante mentre stimolava con la lingua due peni che stavano eiaculando in bocca alla fortunata; Francesca sempre più eccitata si leccò le labbra come se fosse sua la bocca della foto.
Nella seconda c’era un uomo sdraiato che aveva infilato completamente il suo pene nell’ano della ragazza riversa sopra di lui che contemporaneamente leccava la figa che le veniva offerta dalla ragazza accucciata sopra la sua faccia.
Non aveva mai avuto una penetrazione anale e mai nessuno le aveva fatto una simile offerta ma ora non l’avrebbe certo rifiutata.
Ricordi di studio e articoli di giornale le ricordarono che la pratica della sodomia era in uso nell’antichità e che il retto è fornito di zone erogene ne più ne meno come il collo della vagina e tanto bastò a fugarle ogni suo dubbio.
Francesca era attratta dalla pelle vellutata della vagina della splendida ragazza della foto, meticolosamente depilata, molto più
femminile della sua, incolta e animalesca.
Adesso che si guardava finalmente senza paraocchi, ed ora che aveva capito che il vestito di gala per fare sesso era il suo corpo, si vergognò della sua stessa peluria.
Prese quindi forbici e rasoio e cominciò a liberare la sua vagina da quei peli neri e duri che già depilava dalle ascelle; d’ora in poi si sarebbe depilata dal pube fin sotto l’ano.
Come tutte le ragazze brune Francesca aveva la sfortuna di avere molta produzione pilifera che comportava una depilazione giornaliera se voleva essere sempre pronta a scambi sessuali.
Prima eliminò con facilità i peli del pube raggiungendo un ottimo risultato e specchiandosi si trovò molto più bella ed attraente.
Rimanevano ancora i peli intorno alle grandi labbra e vicino all’ano che eliminò mettendosi in ginocchio di fronte alla specchio e con la testa fra le gambe.
A lavoro finito si soffermò a guardare la sua vagina pulita e si ripromise di tenerla cosi finché la sua vita sessuale avesse avuto un significato.
L’occhiello bruno la guardava invitante e lei cominciò a stimolarlo con il manico dello spazzolino, prima lo spinse dentro poi cominciò a rigirarlo fino a quando si accorse che doveva liberarsi.
Si liberò ripromettendosi di farlo sempre quando c’era in previsione un incontro sessuale per evitare di dire
“non posso perché non l’ho fatta”
Si lavò accuratamente e tornata sul divano cominciò a stuzzicare il buchino di dietro con il manico di una spazzola
“doveva preparasi per ricevere un membro eretto e duro” pensò eccitata.
Le ore passavano e lei non si accorse che era ora del rientro della sua compagna con cui divideva l’appartamento.
Quando Veronica entrò e vide Francesca nuda che guardava un sito porno rimase di sasso.
Francesca che non aveva pensato ancora come spiegare le sue nuove esigenze sessuali all’amica adottò la tattica diretta: o la va o la spacca.
Veronica portava un corpetto attillato e una tuta leggera, normalmente non indossava reggiseno e usava solo tanga.
Veronica presa alla sprovvista non ebbe tempo di pensare, e se la psiche non reagì prontamente il suo corpo tuonò in preda all’eccitamento.
Sentiva la vagina fradicia di umori ed era quasi sicura di aver inzuppato il suo tanga.
Era attratta dalla sua amica, o meglio da quello che stava facendo: nuda e senza inibizioni si stava masturbando guardando altri che presto avrebbe imitato.
La trovava bella, non era lesbica e le piacevano gli uomini
“ma quante volte ti sei sognata di masturbarsi da sola con la lingua?” pensò veronica.
Peccato che non era possibile, ma lei poteva, Francesca poteva leccare la sua e lingua?” viceversa.
Non conosceva il sapore dei suoi umori, ma era stato lo stesso quando aveva assaggiato di nascosto lo sperma del suo ex.
Dopo la penetrazione aveva messo due dita nella sua vagina ed aveva portato alla bocca lo sperma unito alle sue secrezioni.
Ancora oggi si eccitava moltissimo al ricordo di quel sapore e se la natura non la ingannava era sicura che il sapore di Francesca era altrettanto buono.
Francesca si avvicinò con dolcezza all’amica e le abbassò la tuta e le mise delicatamente la mano sul monte di venere cercando di stuzzicare il clito da sopra le mutande.
Veronica non si ritrasse e si irrigidì solo un attimo prima che la sua amica le sussurro in un orecchio:
“Non sono lesbica e sono una ragazza normale. E c’è dell’altro: io la lecco a te e tu la lecchi a me ed è meglio del dito credimi!”
Veronica sentite quelle parole si eccitò ancora di più, quasi avesse vinto alla lotteria, lo aveva sperato tanto in quei lunghissimi secondi di ricevere una simile spiegazione per quello che a lei sembrava molto naturale.
Ed ora la guardava con forte interesse e Francesca non si fece perdere l’occasione.
Con mano un po’ tremante le abbassò il tanga
toccandole con soddisfazione la sua vagina che si aprì già bagnata. Le infilò delicatamente il naso in quel posto delizioso che sapeva di buono e le sussurrò “adesso ti metti in tenuta da gala e passi dall’estetista”
La spogliò completamente facendola accomodare sul divano e con estrema solennità le apri le gambe affusolate.
Veronica la lasciò fare perché aveva intuito le sue intenzioni.
La splendida rasatura era stata la prima cosa che aveva notato in lei che la valorizzava, che la liberava da quel simbolo poco femminile: il pelo.
Il pube, superato l’ostacolo delle mutandine, doveva essere rasato come veniva fatto per le gambe e le ascelle.
Lei aveva sempre avuto l’impulso di farlo, e in parte lo faceva, ma le era sempre mancato il coraggio per eliminarlo completamente.
“adesso signorina se non vuole assomigliare ad un maschio ci radiamo” detto ciò si mise a cavalcioni dell’amica per raderle meglio la vagina ed avvicinò il culo alla faccia di Veronica.
“comincia ad assaporare la mia fragranza” le disse dolcemente Veronica appoggiò delicatamente il naso sulla sua vagina
“E’ inebriante” riuscì solo a dire per la moltitudine di emozioni che le stavano confermando le sue idee; non si era sbagliata, come non si era sbagliata con lo sperma, era tutto così naturale.
Naturale come quando inesperta aveva accolto felicemente la sua
prima penetrazione.
“Si, ti stai eccitando hai già i capezzoli duri” notò Francesca con libidine e spostò leggermente la coscia destra di Veronica
dove un attimo prima poggiava la vagina dell’amica.
Era umido, aveva ragione e un caldo afrore le solleticò il naso.
L’operazione non durò molto anche perché quando fu il momento di radere i peli dell’ano Veronica si mise alla pecorina e vagina e culo furono alla portata di Francesca che non perdeva occasione per umettarle il monte di venere.
“D’ora in poi io la rado a te e tu a me” impose Francesca che si sdraiò di schiena ed invitò l’amica a salirle sopra e con la
faccia in mezzo alle sue cosce.
Veronica non credeva ai suoi occhi ed al suo naso; riusciva a sentire le campane e le vampate di calore che venivano da quella magnifica vagina le appannavano gli occhiali.
Ma non poteva e non voleva toglierli perché avrebbe perso ogni particolare di quel corpo caldo e voluttuoso.
Francesca si sentiva eccitata ma allo stesso tempo calma e sicura che l’amica non le aveva mentito circa le sue attrazioni sessuali; era chiaramente una ragazza con una normale attrazione etero e con pulsioni verso l’auto erotismo femminile.
Francesca non aveva niente contro le lesbiche “ma una cosa è fare del sesso di gruppo o masturbarsi con la propria amica, un altra era condividere le attenzioni sentimentali di un’altra donna” pensò prima di dedicarsi
alla vagina rasata che aveva sopra di lei.
Con ambedue le mani aveva preso dolcemente le cosce di Veronica e le aveva tenute larghe.
Alcuni secondi più tardi la bocca era andata a visitare quel posto di delizie.
Veronica non riuscì a trattenere un gemito quando le dita di Francesca penetrano la sua oltremodo umida vagina.
Le sue dita si muovevano esperte nella fessura, la percorreva per tutta la sua lunghezza soffermandosi con sempre maggior frequenza, in alto, a premere sul clito ormai turgido.
Veronica mugolava il suo piacere, con le gambe stupendamente divaricate e continui brividi la pervadevano per tutto il corpo e i suoi fremiti si trasformavano in un godimento crescente attimo dopo attimo.
Francesca golosamente beveva le stille che gocciolano dalla vagina di Veronica, la penetrava con la lingua più in fondo che poteva per succhiarne il dolce nettare per inebriarsi.
Veronica si toccava i capezzoli, stiracchiandoli con le unghie, per darsi più godimento, per farsi percorrere il corpo da fremiti di goduria finché urlò di gioia.
“ci sono quasi, lo sento sto per venire, e li, e li, …” aveva gridato per l’eccitazione.
Francesca succhiava e leccava e succhiava quella figa che le stava dando tanto piacere, beveva e ingoiava la linfa che continuava a fuoriuscire abbondante dalla vagina che si contraeva negli ultimi spasimi del godimento.
Appena Veronica ebbe l’intenzione di rilassarsi fu subito redarguita da Francesca “Non ti fermare continua, ho voglia di sentirmi dentro la tua lingua vellutata, non smettere vai avanti !”
Francesca, non appagata, con delicatezza sondò l’anello bruno prima con un dito poi con un pennarello affusolato e sempre con delicatezza cominciò a stantuffare.
La penna scorreva liscia e Veronica si inarcava ritmicamente e quando la sua figa ricominciò a gocciolare Francesca la fece venire
abbondantemente a colpi di lingua.
Esausta veronica si sedette sul divano sudata ma appagata riprese fiato ed ebbe a dire
“pensavo che fosse solo doloroso o quanto meno non potevi senti niente a prenderlo nel secondo buchino”
Francesca che aveva ancora in mente un superbo smorza candela tra un uomo di colore ed una bionda replicò con dolcezza “è doloroso se non lo abitui ma poi … e come la penetrazione vaginale, la prima volta fa sempre male. Inoltre devi sapere che il retto ha delle zone erogene e sembra che farsi penetrare in entrambi i posti è il massimo della goduria”
“come fai , anzi come fanno a mettertelo davanti quando ti sono già di dietro ?”
“E’ la figura del panino .. il primo uomo si distende di schiena e ti penetra l’ano con la posizione smorza candela. Quando ti è entrato tutto ti distendi sopra di lui, il secondo cavaliere invece ti monta da sopra”
Francesca decise che era ora che mostrasse il materiale erotico trovato su Internet perché a volte i visi delle modelle estasiati dal numero erotico erano meglio di qualsiasi racconto.
Trovò subito la penetrazione che ancora la affascinava e la mostrò orgogliosa a Veronica
“vedi che equilibrio che ha la ragazza a rimanere in piedi con tutto quel popò di uccello in figa ?”
indicando con il dito il punto dove il membro d’ebano scompariva nella bianca levigatezza della ragazza nordica.
“In quei momenti hai solo voglia di godere e il corpo corre libero con lo stantuffare dello stallone che ti sta penetrando” chiosò Veronica che già pregustava di provare quella posizione.
Guardarono foto per qualche ora poi come due dee si addormentarono felici di essersi scambiate a vicenda le loro pulsioni e i loro liquidi.
E nel dormiveglia Veronica rifletté a quanto più facile poteva essere la vita, adesso che poteva masturbarsi con Francesca quando voleva; avrebbero invitato amici, fatto sesso assecondando le loro naturali pulsioni in piena libertà.
“e se un giorno troverò l’uomo ideale ?” chiese Veronica a Francesca
“saprai di averlo scelto non perché ha un bel fisico o perché tromba da dio ma perché c’è dell’altro.”
Francesca si era tirata su appoggiata ad un gomito e il suo seno sodo troneggiava nella parte di torace visibile
“D’ora in poi se punterai un uomo sai che è per attrazione fisica. Magari lo conosci perché pensi che il suo pene sia la fine del mondo, o ha un non so che di attraente”
Francesca di era infervorata e il suo capezzolo si era indurito.
“Ti fai trombare, anzi ci facciamo trombare, e se sono rose fioriranno”
“Non hai paura che scappi ?” Veronica era sicura della risposta dell’amica ma voleva una conferma.
“Non posso credere che sia geloso di una trombata.
Se non ha l’intelligenza di capire che il sesso ricreativo è una indispensabile esigenza fisiologica, come la nutrizione, è meglio che lo molli. Per me sarà la stessa cosa e anche quando starò insieme a qualcuno spero che sia come me e mi presenti a qualche sua amica. Per adesso ho solo ventitre anni e prima dei trentatre non ho intenzione di fare passi definitivi”
Era stata categorica ma giusta.
Si addormentarono nel letto di Francesca nude e abbracciate.
La sveglia suonò crudele e Veronica si tirò in piedi perché aveva lezione all’università.
Non dormiva cosi da anni ed era riposata; andò in bagno lasciando Francesca addormentata e ne approfittò per liberarsi e lavarsi con cura la vagina che si stava già svegliando dopo la frizione della lavanda.
Francesca che era un anno fuori corso doveva solo studiare e non aveva orari precisi da rispettare ma quella mattina sentì l’amica andare in bagno e si alzò.
Mentre lei si faceva la doccia approfittò per liberarsi, lavarsi e controllare la sua produzione di peli.
Veronica la salutò dal box doccia e Francesca mise dentro una mano e le toccò la vagina in segno di saluto.
Tornò in camera e sedutasi sul letto il suo corpo si mosse automaticamente inarcandosi e allargando le gambe.
Al suo ritorno Veronica la trovò così invitante che non poté rifiutarsi e tuffò la faccia tra le gambe affusolate dell’amica.
La lingua di Veronica sentiva come un caldo fuoco mentre carezzava ed assaggiava ogni gustosa regione della sua vagina.
Mentre continuava a massaggiarsi le tette, per eccitarsi di più, Francesca sentiva un’onda di piacere crescere dentro il suo corpo.
Un secondo più tardi la vagina di Francesca cominciò ad eruttare nella bocca di Veronica in costante attesa.
Mentre lei succhiava e leccava i suoi liquidi, Francesca continuava a mugolare e a contorcersi in quella che era una gioia incontrollabile.
Al terzo coito erano decise a fare il proprio dovere.
Erano appena uscite dalla doccia e si stavano rivestendo quando sentirono la porta aprirsi ed era Armando che era venuto a prendersi la propria roba.
“E’ Armando” sussurrò Francesca che si liberò all’istante della biancheria appena indossata e incitò l’amica a fare altrettanto
“spogliati non farti trovare in mutande non è bello”
“ma come ?” Veronica non capiva
“Se gli offri un pompino, una scopata ..lo fai cosi, vestita? E come se tu ti presentassi ad una cena di gala con una tuta da meccanico!”
Di nuovo nude si misero sul letto in posa.
Armando, pensando di non trovare la sua ex, tranquillamente entrò in camera per raccattare le sue cose e mai lontanamente si aspettava di trovarla disponibile e in compagnia di un’altra ragazza.
Veronica si tirò in ginocchio si passò un dito sulla vagina che fini subito in bocca e quindi disse
“Non siamo lesbiche, anzi siamo ragazze che hanno capito cosa significa fare sesso e se ti interessa adesso siamo disponibili”
“si, ma solo per fare sesso” puntualizzò Francesca
“Adesso non posso darti altro che il sesso perché voglio capire cosa voglio da te. Se stavo con te solo per fare sesso o per amore”
Armando si toccò il pene che cominciava a crescere e non cercava di nasconderlo.
Allora Veronica si avvicinò e liberò il membro duro cominciandolo a leccare e fu subito raggiunta da Francesca che tranquillamente divideva la preda con l’amica.
La sensazione che provava Francesca era bella, adesso non la spaventava più, anzi, le piaceva sentire quel muscolo prendere possesso della sua bocca.
Lei assaporò quel gusto unico che le risultò gradevolissimo.
Lo sentiva palpitare in gola, lo faceva uscire e poi lo risucchiava un poco alla volta e ingoiando i primi umori, e quando Armando urlò “vengo” Veronica le lasciò il posto alla amica.
Francesca preso in bocca il glande si preparò a ricevere il bianco nettare che Arrivò caldo e copioso tanto che un po’ fu costretta ad ingoiarlo.
Una piccola prepotenza verso l’amica, ma il resto lo condivise con Veronica in un bacio lungo e saporoso.
Nel frattempo Armando alla vista di quei corpi in amore e in particolare attirato dal culo di Veronica non resistette.
Si inginocchiò dietro di lei accettando l’invitante proposta.
Lei aveva alzato il sedere mostrando contemporaneamente vagina ed ano belli ed invitanti; lui aveva appoggiato delicatamente il suo glande contro l’anello bruno e aveva cominciato a spingere.
“Spogliati prima ! cosa sei un troglodita che fa una sveltina in macchina” lo redarguì Francesca.
“Ha ragione noi siamo nude. E’ come andare ad un ricevimento senza il frac! Non è bello” ripeté Veronica che le piaceva molto quella similitudine.
Armando con il fallo in completa erezione si spogliò alla svelta e dolcemente appoggiò di nuovo il suo membro sull’ano di Veronica.
Sotto di lei Francesca continuava a leccarle la figa.
Dopo averla stuzzicata per alcuni secondi, Armando aveva spinto il suo membro
dentro l’ano invitante.
Ad occhi chiusi, Veronica aveva lanciato un grido di piacere mentre Armando cominciava a pompare dentro e fuori di lei.
Aprì subito gli occhi perché non vedeva dove la sua lingua passava e non era intenzionata a perdere neanche una goccia della rugiada di Francesca.
Afferrando le sue anche, Armando pompava il suo pene dentro e fuori dall’ano di Veronica e nelle piccole pause Francesca, che era rimasta a tiro di lingua, continuava il suo lavoro orale.
Lei da sotto vedeva la vagina aperta e gocciolante di veronica e il suo ano splendidamente aperto offriva il giusto attrito per la stimolazione di Armando.
Lui la incitava a fare piccole oscillazioni orizzontali e quando queste si fecero più ritmiche la ragazza cominciò a mugolare di massimo di godimento.
Grazie alla stretta dell’ano di Veronica sul suo pene, Armando fu il primo ad avere l’orgasmo.
Cosciente del ritardo di Veronica intensificò il ritmo degli stantuffi e dopo aver emesso un forte sibilo spinse il suo membro fino in fondo sbattendo i testicoli contro la sua vagina.
Allora era esploso generosamente dentro di lei; la sua verga riempiva e le dava la giusta ricompensa allagandole generosamente l’intestino.
Una volta che Armando l’ebbe tirato fuori di mala voglia dalla sua gemma bruna, la ragazza rotolò sul letto e tenute le gambe aperte aspettò sulla sua faccia la vagina di Francesca.
Veronica e Francesca si succhiavano a vicenda le vagine cercando di penetrarsi il più profondamente possibile per bere i loro umori quasi all’unisono.
“Trasuda di buono la tua vulva” le diceva Veronica che con le mani prendeva le natiche di Francesca e la teneva stretta contro di lei; la sua bocca affamata ora leccava, l’anello bruno, ora la vagina.
Francesca la penetrava con due dita perlustrando in lungo e in largo l’ano alla ricerca di un po’ di sperma rimasto mentre Veronica
iniziava una lenta masturbazione sul clitoride della compagna.
Negli attimi successivi Francesca aveva avuto una folgorazione.
Un chiaro riferimento le venne in mente che la stimolò ulteriormente: una bella scopata collettiva.
Un incontro sessuale a quattro, a cinque, .. o di più.
Una seratina all’insegna dell’eros e dell’appagamento sessuale senza legami di sorta; una serata solo per divertirsi e per scambiarsi vicendevolmente i propri corpi ed umori.
Si impose, quindi, di fermarsi perché aveva da fare i preparativi per l’incontro di quella sera per fare dell’ottimo sesso di gruppo e diede subito un compito ad Armando
“Ora vai a lavarti e torna questa sera con un po’ di cassette porno e giornaletti, di quelli buoni senza schifezze come sadomaso o altre pratiche naziste” Chiese Francesca.
“Cosa ci devi fare” chiese lui
“I giornali sono per noi due” e indicò Veronica
“poi voglio dare una festa e porta un paio di amici, ma vedi che siano fidati noi siamo ragazze per bene e non vogliamo storie. Se si comportano bene possiamo organizzare altri incontri altrimenti hai chiuso anche tu”
Francesca era stata dura ma giusta.
“Si capisco ed anch’io voglio cosi” chiuse Armando dirigendosi verso il bagno.
Intanto veronica era stesa con la faccia sognante e quando Francesca le chiese come era stato lei ripose
“E’ magnifico senti tutta la sborra che ti gira nel sedere e se ti inarchi bene è favoloso”
“te ne deve essere rimasta poca perché molta lo presa io”
“si ma dopo che io lo raccolta tutta nella mia pancia. E poi lo sai che l’unica preoccupazione che hai e quelle di facilitare il su e giù e non vedi l’ora che ti sborri tutto dentro senza altre preoccupazioni”
Francesca stava studiando l’ano dell’amica che ora era bello chiuso e pulito
“E’ bello come un fiore e non è intaccato minimamente”
“Ho sentito solo piacere e il suo glande che strusciava nel mio sedere” puntualizzò Veronica.
Armando quando fu pronto per uscire chiese dalla porta
“… e se portassi anche qualche altra donna ?”
Francesca saltò in piedi e cominciò a stilare una scaletta di priorità “Primo le deve anche piacere questa” disse indicando la sua vagina
“secondo c’è anche il secondo canale e terzo l’igiene”
“esatto” avallò Francesca e continuando disse
“figa rasata, sfintere vuotato e doccia fatta prima e quest’ultima vale anche per gli uomini”
Valeria alzando il culo e mostrando la sua parte più attraente precisò
“rasata fin qui ed indicò l’ano”
“tranquille, quello l’ho già visto e vistato …” replico Armando
“se invitiamo qualche donna la mandiamo prima qui”
“Bravo ma ricordati che il numero giusto è due uomini per una donna” precisò Francesca.
“Perfetto” fu la risposta di Armando che usci a passo spedito.
FINE