Nebbia, nebbia, nebbia………. Questa mattina da Linate non è ancora partito un volo e nessuno è riuscito ad atterrare. La faccenda comincia a diventare preoccupante dopo le dieci, il volo per Londra durerà quasi due ore ed io ho la coincidenza per Los Angeles alle 14, ormai i tempi stanno diventando stretti. Nella sala d’attesa c’è un sacco di gente, quasi tutti con destinazione Nord Europa e dalle valigette si capisce che non vanno in vacanza, come me del resto. Finalmente arriva l’annuncio che il volo partirà da Orio al Serio, tutti a bordo del pullman. All’arrivo la situazione non è migliore, una coltre bianca e soffice avvolge l’aeroporto bergamasco, scendiamo e comunque ci fanno imbarcare sull’aereo, chissà. Ormai la coincidenza è persa ma ci sono altri voli da Londra per la California quindi mantengo la calma. Seduto a bordo aspetto con fiducia ma dopo più di un’ora siamo ancora fermi, i passeggeri cominciano a innervosirsi ed io anche. Sono in un sedile centrale e dall’altra parte del corridoio è seduta una donna asiatica, piccoletta, sembra giovane ma è difficile valutarne l’età. Non capisce nulla di italiano e quindi mi chiede ogni volta cosa dice il pilota, lei ha la coincidenza a Londra per Hong Kong ancora prima della mia per la California. Le spiego che ormai non ce la facciamo ad arrivare in tempo e lei sembra molto sconfortata. Alle 15, dopo tre ore di attesa a bordo senza poter fumare, l’aereo si muove nella nebbia, non so come trova la pista e decolla, un sole accecante ci accoglie alcuni secondi dopo, maledetta nebbia, qualche decina di metri di ovatta bianca e sopra il sereno. Come previsto quando arriviamo a Londra i voli per Los Angeles sono già tutti partiti, la Britsh mi ospiterà in un Hotel vicino all’aeroporto sino a domani, posso anche arrabbiarmi ma non cambia nulla. L’albergo è sfrontatamente lussuoso, suite stupenda, pigiama, chimono e tutto il necessario per una notte da nababbo. Visto che non ho problemi ad arrivare con un giorno di ritardo mi bastano un paio di telefonate per sistemare tutto e mi godo il disguido come fosse una vacanza. Scendo nella Hall dove c’è un viavai di viaggiatori internazionali, una piscina con sauna è a nostra disposizione e le consumazioni al bar sono gratuite. Approfitto subito e mi accoccolo su un sgabello al bancone davanti ad un whisky, davvero poteva andare peggio. Dopo una decina di minuti mi accorgo con sorpresa che nello sgabello vicino si è seduta la mia compagna di viaggio orientale, ha l’aria sperduta e sconfortata, cerco di consolarla come posso. Mi racconta che ha marito e due figli che la aspettano ad Hong Kong e che non è riuscita ad avvertirli a causa del fuso orario, sembra molto contrariata e triste. Chiacchieriamo un po’ e dopo un paio di drink ha gli occhi più lucidi e la risata allegra, ho fatto la mia buona azione quotidiana. Intanto la osservo meglio, deve avere più di 30 anni ma sinceramente ne dimostra parecchi di meno, glielo dico e capisco che il complimento le fa piacere. Il suo nome è impronunciabile (forse Shee Nah) così ridendo decidiamo di tradurlo in Shina è il suono che più ci si avvicina. Il bar intanto comincia ad affollarsi ed io le propongo di fare due passi nell’albergo, ci sono boutique e ristoranti a volontà, mi accompagna e scopro che è davvero piccoletta ma con tutte le cose al loro posto, il culetto e le tettine attraggono la mia attenzione e sono certo che se ne è accorta ma cammina al mio fianco sfiorandomi di tanto in tanto. Passiamo davanti alla piscina e per scherzo le propongo un tuffo, con sorpresa accetta immediatamente ed entriamo. Ci vengono forniti costumi nuovi e ancora confezionati, visto che i bagagli sono da qualche parte in aeroporto, a Shina l’unica cosa che va bene è un costume intero da ragazzina che però fatica a contenere le sue grazie da signora. Mi guarda un po’ desolata ma il mio atteggiamento di ammirazione la rassicura. In acqua nuota come una delfina e fatico a tenerle dietro, sembra perfettamente a suo agio nell’elemento liquido, alla fine sono io che mi arrendo e mi distendo sotto una lampada solare per asciugarmi. Arriva anche lei grondante d’acqua e non mi sfugge che i capezzoli sembrano forare la stoffa elastica, si, davvero la cinesina ha un fisico invidiabile, più la osservo e più mi piace. Si distende vicino a me e sorride come una ragazzina, deve aver dimenticato i suoi guai, poi si ricorda che all’ingresso ci sono alcune saune e mi chiede se possiamo provare, non lo ha mai fatto. Mi alzo e l’accompagno anche se sinceramente avrei preferito rimanere disteso a rilassarmi, una inserviente ci apre una cabina di legno dove entriamo entrambi. Sulla porta ci sono le istruzioni e le regolazioni da fare, io non ho intenzione di cuocermi perciò imposto la temperatura a livelli accettabili. Anche Shina le legge con attenzione e visto che sono in inglese non le sfugge nulla..
— Qui però c’è scritto che il costume bagnato andrebbe tolto, altrimenti la sauna non fa bene. è vero? Si, ha ragione ma non avevo osato proporglielo, in fondo ci conosciamo da un’oretta o anche meno. Sorridendo le confermo che in effetti bisognerebbe lasciar traspirare ogni centimetro di pelle, lei mi guarda con aria furba in piedi davanti a me. –
– Allora dobbiamo adeguarci, se questa è la sauna……… La cabina è piccola ma riesco a girarmi e mi sfilo il costume, poi lo appoggio sulle gambe per nascondere l’arnese che ho tra le gambe. Shina si è già sfilata il costume e mi volta la schiena, è minuta ma perfetta, una bambolina dalla pelle di latte. Resto ad ammirare i particolari, i capelli neri e lunghi, i fianchi stretti e le chiappe piccole e tonde, meno male che mi copro con il costume perchè sento un formicolio tra le gambe e qualche cosa di duro che spinge verso l’alto. Con naturalezza lei si volta e mi mostra tutto il suo corpo nudo, ha sul viso un sorriso tra il timido e l’impudente. –
– Ma siamo sicuri che la sauna si debba fare nudi? –
– Certo, l’hanno inventata di finlandesi e dobbiamo adeguarci alle sue regole. è un problema di salute e di benessere. Si siede al mio fianco tenendo in mano il costume bagnato con il quale anche lei si copre il triangolo tra le cosce, le tettine sono minute, sode e con capezzoli piccolissimi, le aureole quasi non si vedono, rimane seduta al mio fianco e mi sorride. La temperatura si è alzata e c’è vapore, siamo avvolti dal profumo di legno di betulla, almeno credo. Non c’è molta luce ma la penombra è calda, intima e rilassante. Io cerco di non guardarla in modo sfacciato ma Shina sembra a suo agio, mi lancia occhiate divertite. –
– Davvero voi occidentali siete buffi, con tutti quei peli sul petto e sulle gambe siete diversi da noi. –
– Non credo di essere un orso, ci sono molti uomini più irsuti. Voi orientali invece sembrate levigati come statue. Ridiamo di gusto e allora mi sento autorizzato ad osservare il suo corpo senza scrupoli, in effetti sembra di alabastro ma il costume bagnato sulle ginocchia deve darle noia perchè lo ha scostato e intravedo l’attaccatura del pelo, nerissimo, fine e lungo. Non crespo, sarà l’umidità ma sembra morbido come seta. Mi dice che ha parenti in Italia e si occupa di export, suo marito è il titolare della ditta, ha due figli, un maschio ed una femmina di circa dieci anni. Questo mi conferma che deve aver superato la trentina ma mi sembra di avere una bimba al mio fianco. Stiamo ancora conversando e tra di noi si è instaurata una simpatica confidenza, quasi come vecchia amici ci raccontiamo e scoppiamo in sonore risate. Mi copro con cura il bastone che non ha smesso di essere eccitato, niente di travolgente ma la vicinanza di Shina non riesce ad essermi indifferente. A volte mi sfiora il braccio ed un paio di volte ha voluto saggiare la consistenza dei miei peli sul petto ridendo come una matta. Ma l’atmosfera tra di noi rimane amichevole e niente mi autorizza a tentare un approccio. Lo squillo del timer ci avverte che il tempo è scaduto, ci alziamo a malincuore e dopo esserci infilati i costumi proviamo ad aprire la porta di uscita. Non mi è sfuggita l’occhiata di Shina tra le mie gambe mentre mi infilavo il costume e anch’io ho avuto il piacere di ammirare il suo triangolo nero e setoso. Appena fuori ci sentiamo bene, rilassati ed allegri. –
– Si, davvero voi occidentali siete diversi da noi e non solo per i peli che vi ricoprono…… –
– è vero, le donne asiatiche sembrano delle bimbe di porcellana, tu poi sei molto carina…. Ride divertita ma mi sembra di cogliere un’ombra di malizia nei suoi occhi. –
– E voi sembrate degli orsi enormi, siete molto più dotati dei nostri uomini. Non la smette di ridere ed io allargo le braccia con aria perplessa. –
– Da quel che so io le donne non disprezzano questa caratteristica, anzi. Tu come la trovi? Arrossisce, almeno così mi sembra, poi abbassa gli occhi e mi risponde con un filo di voce. –
– Non saprei, io sono una donna sposata e certe cose non posso saperle. Le donne cinesi non sono così libere come le italiane. Le rispondo con una smorfia di incredulità, scoppiamo in una risata fragorosa e raggiungiamo gli spogliatoi, rigorosamente separati per donne e uomini. Dopo qualche minuto siamo di nuovo nella hall e le chiedo se possiamo cenare insieme, in fondo siamo prigionieri della nebbia e dobbiamo aiutarci reciprocamente. Accetta e ci diamo appuntamento dopo una mezz’oretta. Quando scende mi strappa un sorriso di ammirazione, è vestita come prima ma cammina a passettini tenendo il busto dritto ed il sedere in fuori, la camicetta è leggermente aperta e mi sembra di intravedere un reggiseno nero che non avevo notato prima. Non le sfugge il mio interesse e la mia ammirazione. –
– Sono stata a fare acquisti nelle boutique dell’albergo, ma l’unico intimo che ho trovato è da donnaccia. In Cina siamo molto più pudiche. Sbircio meglio nella scollatura ed il reggiseno nero è davvero piccolo e le evidenzia il seno circondando le coppe con un sottile pizzo. Le faccio un sacco di complimenti e sono sincero, Shina è davvero affascinante. –
– Dovresti vedere il resto! Da queste parti la stoffa deve essere molto cara perchè ne usano pochissima. Vorrei approfondire l’argomento ma ormai siamo al tavolo e ceniamo conversando piacevolmente come due amici affiatati, dalle occhiate degli altri sembriamo una coppia multietnica, a Londra la cosa è abbastanza normale. Shina però regge poco gli alcolici e già a metà cena è diventata sempre più allegra e loquace, direi che fa di tutto per agevolare i miei sguardi nella sua scollatura. Si, indubbiamente la trovo eccitante, una donna arguta ed intelligente in un corpo di ragazzina, non riesco ad essere indifferente. Dopo il caffè la conversazione diventa più intima e le occhiate che ci scambiamo sono sempre meno innocenti. –
– Senti Gabriele, mi sto chiedendo se anche gli slip da uomo sono così ridotti come quelli che ho acquistato, ne ho visto certi incredibili mentre provavo i miei. –
– Io indosso i boxer, ti garantisco che sono grandi, se non ci credi posso mostrarteli. Shina ride divertita e l’argomento viene lasciato cadere, ci alziamo e andiamo nel Pub, c’è un complessino che suona musica soft, ci sembra naturale ballare abbracciati. Ha un buon profumo e quando la stringo è morbida e tenera, lei non si sottrae anzi. Inevitabilmente mi ritrovo a strofinare il mio ventre contro il suo, non sono in erezione completa ma l’oggetto deve essere ben evidente. Solleva il viso e mi sussurra all’orecchio. –
– Voi occidentali siete davvero diversi, non posso fare a meno di accorgermene. Sorrido e la stringo di più, adesso spingo senza ritegno contro il suo pube e mi strofino. Shina non si tira indietro anzi risponde e accentua il mio movimento, a questo punto la tensione tra le mie gambe è completa ed evidente. Beviamo una altro drink e balliamo per una oretta, poi di comune accordo ci dirigiamo verso gli ascensori, lei è al settimo piano io al dodicesimo. Arriva la cabina e saliamo soli, io prenoto le fermate ed in pochi secondi arriviamo al settimo piano, le porte si aprono e ci guardiamo, immagino che dovremmo salutarci, la prendo tar le braccia senza pensarci.. L’abbraccio diventa sempre più stretto e senza rendercene conto ci ritroviamo a baciarci, la sua lingua è tenera e curiosa, mi entra tra le labbra e guizza come una gazzella. Non ci accorgiamo che le porte si sono richiuse e l’ascensore è partito per il mio piano, l’apertura delle porte ci trova ancora abbracciati e persi in un bacio dolcissimo e sensuale. La prendo per mano e ci dirigiamo verso la mia stanza, apro e ci ritroviamo dentro nella penombra.. Shina sembra risvegliarsi come da un sogno, mi fissa spaventata e non riesce ad aprire bocca. Non vorrei che si mettesse ad urlare, la abbraccio di nuovo e le chiudo la bocca con una altro lungo bacio. Sento che si rilassa, la tensione scende e la sento fremere contro il mio petto, con cautela la avvicino al letto e ci lasciamo cadere avvinghiati. è sotto di me ma ho quasi paura di schiacciarla, è così minuta e morbida ma sento le sue braccia sulla mia schiena che non lasciano la presa. Bacia in modo strano, apre poco la bocca ma la lingua saetta fuori a esplorare la mia, l’effetto è travolgente, mi sento il cazzo durissimo nei calzoni che si schiaccia contro il ventre morbido e caldo. Mi fa tenerezza e istintivamente le accarezzo il viso ed i capelli, sono fini e morbidi, la pelle è liscia e setosa, non smetterei mai di stringerla a me. La guardo negli occhi e mi ritrovo due perle nere spalancate che mi fissano. Quando il respiro ci viene meno mi lascio scivolare al suo fianco sulla coperta, mi solevo su un gomito e la guardo immobile al mio fianco, è stupenda anche così vestita. Le infilo un braccio sotto il collo e la attiro sopra di me, sembra un fuscello. Adesso sorride e si solleva sulle braccia sopra di me, il suo bacino è contro il mio e mi sembra di sentire il calore attraverso la stoffa, la voglia mi sta crescendo a dismisura ma non so come fare per evitare di urtarla, la conosco così poco. Shina si lascia scivolare ai piedi del letto in mezzo alle mie gambe, con rapidità mi slaccia la cintura e mi apre la patta, ha l’aria della ragazzina che sta aprendo il pacchetto dei regali, un misto di frenesia ed eccitazione. Cerco di facilitarle le manovre, sollevo il culo e subito i calzoni cadono ai miei piedi, accidenti ho ancora le scarpe. Lei si muove con rapidità e precisione, mi toglie le scarpe e sfila i calzoni poi resta un attimo in piedi guardandomi compiaciuta. –
– Si, le tue mutande sono grandi ma non nascondono niente, sono elasticizzate. Sai che sei il primo occidentale che vedo nudo? Siete davvero strani ma molto belli, davvero. Mi accarezza l’asta ancora prigioniera dei boxer, ne saggia le dimensioni e la consistenza, ormai io fatico a restare fermo. Lentamente infila le dita di lato e mi accarezza le palle che sono ormai dure e contratte. Vorrei facilitarle le operazioni ma appena faccio un movimento lei mi blocca con decisione. –
– No, resta fermo, voglio farti provare cosa può fare una donna cinese per rendere felice un uomo. Abbandonati e lascia fare tutto a me. Non chiedo di meglio anche se per istinto avrei voglia di afferrarla e possederla immediatamente, il suo profumo mi ha inebriato. Inizia ad accarezzarmi l’asta ancora coperta dalla stoffa, due dita mi stanno titillando lo scroto sempre più contratto e duro. Adesso la mano è entrata del tutto, è piccola e calda, mi impugna le palle e le massaggia nel palmo, –
– Sei grosso anche qui e duro. Chissà quanto seme c’è dentro, da allagare il mondo. Devi essere un maschio forte e potente, mi piaci. Ho il cazzo che ormai tende la stoffa elastica e cerca di alzarsi, provo un fastidio fisico per la costrizione. Shina deve accorgersene perchè lentamente la sua piccola mano sta abbassando lo slip, finalmente anche loro finiscono ai mie piedi e la verga si alza verso l’alto finalmente libera. Shina continua a massaggiarmi lo scroto e sembra ipnotizzata dallo spettacolo, in effetti il suo viso e la sua bocca sembrano ancora più minuscoli nello sfondo. –
– Accidenti come è grosso e come è lungo? Ma siete tutti così? Ma voi le uccidete le donne! Non rispondo perchè sono troppo eccitato, adesso la sua manina va su e giù e mi scopre la cappella rossa e congestionata, sembra brillare nella luce fioca della camera. Non riesce ad impugnarlo così ci prova con entrambe le mani, la sua linguetta mi inumidisce la punta. Ho bisogno di infilarlo da qualche parte, fatico a stare fermo e Shina se ne rende conto. –
– No Gabriele, ti prego di non muoverti, mi fai paura, lascia che sia io a prendere l’iniziativa, non te ne pentirai. FINE