Le sue giornate non erano mai molto stimolanti e, mentre si radeva, Roberto se ne rendeva perfettamente conto e si rendeva anche conto che per uno che aveva abbandonato il suo paese d’origine per approdare nella Grande Mela la cosa appariva ancora più strana.
Ma trattandosi di lui la cosa non doveva sorprendere, la sua vita non era mai stata particolarmente brillante ed eccitante e se anche aveva pensato che andandosene dalla sua città, dal suo paese, le cose sarebbero cambiate, l’illusione era durata poco.
Malgrado questo non poteva certo lamentarsi, dal momento che poteva tranquillamente affermare di aver sempre raggiunto gli obiettivi che si era prefisso. Si era laureato in letteratura contemporanea, per alcuni anni aveva lavorato per una famosa ed antichissima casa editrice e poi si era trasferito a New York aprendo il suo negozio di libri… un piccolo paradiso in cui gli intenditori potevano trovare di tutto, il suo piccolo paradiso, l’unico luogo in cui si sentisse veramente a suo agio.
Ogni volta che ci pensava Roberto non poteva fare a meno di concludere che in fondo la colpa era sua, non era abbastanza ambizioso, non si poneva obiettivi adeguati ma si accontentava di vivere tranquillamente, senza scossoni… quindi non doveva lamentarsi se non gli accadeva mai nulla di più eccitante che il trovare un vecchio libro in una bancarella di cose usate…
Roberto si sciacquò la faccia e terminò di vestirsi poi uscì ed andò a fare colazione al solito Bar. Aveva impiegato anni prima di riuscire a trovare un Bar in cui fosse possibile fare colazione con un cappuccino decente. Non riusciva a capire come fosse possibile fare colazione con cose come uova pancetta ed ogni altro genere di schifezze che gli americani ingurgitavano ogni mattina.
Per lui il cappuccino con una brioche era l’unico modo civile di fare colazione.
Soddisfatto pagò il conto e s’incamminò verso il negozio cercando di non far caso al traffico ed al brulicare di persone in frenetico movimento, ogni giorno si ritrovava a domandarsi perché mai un tipo come lui che odiava quel frenetico modo di vivere era andato a cacciarsi in un simile posto… non era mai riuscito a darsi una risposta plausibile. Sapeva solo che forse vedere gli altri affannarsi contribuiva ad aumentare il senso di benessere che provava entrando nel suo tranquillo negozio per immergersi nella quiete dei suoi amati libri.
Verso mezzogiorno chiuse come al solito qualche minuto per andare a prendersi un panino. Non chiudeva mai il negozio nell’intervallo. Insieme alle ore serali l’intervallo pranzo era il momento migliore per gli affari. Molti dei suoi clienti più affezionati lavoravano negli uffici circostanti e strappando preziosi minuti al pranzo passavano da lui per dare un’occhiata alle novità.
Malgrado fossero clienti affezionati raramente scambiavano con Roberto più di qualche parola e questo a lui spiaceva molto… ma quella era la ferrea legge della frenetica metropoli e quel giorno non fece eccezione.
Verso le 14 il flusso dei clienti si diradò e Roberto si mise a mangiucchiare il suo panino sorseggiando una birra. Fu a quel punto che notò la ragazza. Pensò che fosse una di quella maniache che invece di mangiare andavano a fare jogging per mantenere un improbabile linea. Roberto ridacchiò tra se mentre “Ammirava” l’inesistente punto vita della ragazza che veniva a trovarsi, quasi con matematica precisione, sull’ideale linea che congiungeva le spalle ed i fianchi.
L’aspetto complessivo era ulteriormente peggiorato dalle gambe, decisamente lunghe ma che apparivano sproporzionate rispetto alla restante parte del corpo. La ragazza sembrava galleggiare sui larghi pantaloni della tuta che indossava, quasi che fossero vuoti ed all’interno non vi fossero vere gambe ma trampoli. Roberto ricordò gli equilibristi che talvolta si esibivano sui trampoli al Central Park ed annuì. L’effetto era proprio quello.
Vide la donna prendere un libro da uno scaffale e voltarsi verso di lui scrutando la copertina mentre camminava. Roberto pensò che sembrava uscita da un fumetto, con gli irsuti capelli che spuntavano dal berrettino e gli spessi occhiali. Giunse vicino a lui.
“Questa è l’unica edizione che avete ? ” domandò con un accento che fece sentire Roberto a casa “è l’unica… ma è anche la migliore traduzione che possa trovare…” rispose lui questa volta parlando in Italiano. “La donna sorpresa di sentire quelle parole sollevò gli occhi fissandolo.
Il sorriso che si dipinse sul suo volto fu assolutamente spropositato a quella che Roberto pensava fosse la normale reazione di una turista italiana nel trovarsi di fronte inaspettatamente un compatriota. Anche le parole che pronunciò la donna subito dopo lo sorpresero “Non è possibile…. Non posso crederci…. Eppure… tu sei Roberto…Roberto Carnelli…. “.
Roberto incominciava a riprendersi un poco tanto da abbozzare una battuta “Incredibile quanto il fatto che la celebre Manuela Sanna mi riconosca e mi saluti come un vecchio amico….. ” lei fece una smorfia imbronciata “Forse non è vero ? Non sei un amico ? ” domandò poi sorrise nuovamente “Però se vuoi continuare ad esserlo lascia perdere il vecchio… è una parola che non mi si addice…. “.
Roberto annuì “Lo penso anch’io… ma allora mi devi spiegare perché te ne vai in giro conciata così …. ” Lei sorrise “Non ti piaccio ? ? Non ti piace la mia tuta imbottita…” gli disse e scherzosamente abbassò la cerniera mostrando l’imbottitura accuratamente disposta per confondere le linee del suo corpo. Lo sguardo di Roberto si fece un poco distrarre dai seni di Manuela che premevano sempre sodi e pieni sotto la leggera canottiera di cotone.
“Scherzi a parte guarda come ti riduce il successo…. Sono costretta a conciarmi così per non essere importunata da migliaia di fans …” lui sperò che la sua voce non tradisse l’emozione che la vista dei suoi seni gli aveva provocato e rispose con una battuta “Mi pare di ricordare che al liceo, pur non essendo ancora famosa, in quanto a fans che t’importunava per strada tu non andassi affatto male… eppure allora non ti camuffavi… anzi…” lei ridacchiò ma poi assunse un’espressione più seria ed aggiunse “Ogni tanto anch’io avrei piacere di potermene andare in giro per i fatti miei come tutte le persone normali sai”.
Roberto cambiò argomento “Come mai cerchi quel libro…Coppie di John Updike è un libro molto vecchio…risale addirittura agli anni sessanta ed all’epoca è stato un vero scandalo letterario, ma credo che nessuno lo legga più da molti anni…” domandò Roberto “Mi hanno proposto di fare un film tratto da quel romanzo… io non l’ho mai letto e prima di dare un’occhiata al copione che mi propongono volevo provare a leggerlo per capirci qualche cosa…”.
Roberto emise un fischio inequivocabile “Perché fai così? ” Domandò lei “Sono anni che non vado al cinema…forse quando uscirà però andrò a vederlo…. ” Lei scosse la testa “Solo perché ci sono io come interprete ? ? ” domandò e Roberto scosse il capo “Anche ma soprattutto perché io ho letto il libro…” il sorriso che si dipinse sul suo viso non lasciò dubbi a Manuela “Forte ? ” domandò e lui annuì senza parlare. Lei scosse le spalle. E disse “Vedremo… non ho ancora firmato il contratto…”.
L’arrivo di un cliente li riscosse, riportandoli alla realtà “Scusami ma è arrivato un cliente e debbo andare di la…” disse Roberto sinceramente dispiaciuto lei guardò l’orologio e lanciò un urletto iniziando a rimettersi la parrucca e gli occhiali “Sono in ritardo… in un ritardo pazzesco…. ”
Rimessasi in fretta e furia la parrucca ed il cappellino, uscì di corsa salutando con la mano, mentre Roberto stava parlando con il cliente appena entrato.
Nel lungo pomeriggio Roberto si ritrovò a pensare a quanto accaduto, Manuela era ancora bella come quando erano al liceo… forse ancora di più. Ma non gli sembrava cambiata, la stessa allegria e simpatia di un tempo… e lui di fronte a lei era tornato a provare quel senso di inadeguatezza che lo aveva tormentato in gioventù. Lei era tanto bella e desiderabile… troppo per uno come lui, ma non era mai riuscito ad imporsi di pensare a lei solo come ad un’amica… a non desiderarla.
Roberto sapeva che era sbagliato ma non poteva farci niente. Aveva sempre pensato a lei come ad un sogno irrealizzabile quello che certamente ora era diventata ma che tanti anni prima certamente non era stata. Manuela non era mai stata una di quelle che se la tirano. Pur essendo tanto bella e corteggiata era sempre stata gentile ed amichevole con tutti quelli che gli erano simpatici, anche con Roberto.
Molti l’avevano persino giudicata una ragazza facile ed al liceo circolavano certe voci…. Alle quali per altro Roberto si era sempre rifiutato di credere anche se Manuela usciva spesso con ragazzi diversi flirtando ora con l’uno ora con l’altro. Più volte Roberto aveva pensato di chiederle di uscire con lui…ma non aveva mai trovato il coraggio di farlo.
Si riscosse notando il libro abbandonato sul bancone. Manuela nella fretta se ne era dimenticata “Se sapessi in quale albergo risiede potrei mandarglielo…. ” Pensò, magari aggiungendo un bigliettino di auguri per la sua carriera…. Ma non lo sapeva. Prese il libro e lo ripose nello scaffale e per distrarsi si mise a riordinare i libri negli scaffali. Sentì il telefono squillare ed andò a rispondere
“Ciao Roberto…. ” La voce di Manuela lo fece sobbalzare “Hai trovato il libro che mi sono dimenticata sul bancone ? ? ? ” ridacchio. “Trovato e messo da parte nella speranza di avere nuovamente l’onore di vederti nel mio negozio…” rispose Roberto.
“Senti, per me è un casino… non so se riuscirò a passere…” iniziò a dire lei, ma Roberto la interruppe “Non ti preoccupare… capisco benissimo. Se mi dici dove posso fartelo avere provvedo al più presto…” si affrettò a dire.
“Sei sempre stato un vero tesoro…” cinguettò lei dall’altra parte della linea…Roberto si ritrovò improvvisamente gettato indietro negli anni riprovando quella strana sensazione che lo aveva perseguitato quando erano a scuola assieme e lei si comportava esattamente allo stesso modo.
“Senti so di approfittarne…” continuò Manuela “… ma non è che per caso potresti passare tu al mio Hotel questa sera….. pensavo che potremmo cenare assieme. Una volta tanto mi farebbe molto piacere cenare con un amico…. “.
La reazione di Roberto questa volta fu ancora più violenta. Non poteva credere alle sue orecchie…. Rimase alcuni secondi senza parlare. “pronto ci sei ? ? ? ” lo riscosse Manuela “Scusami… fai finta che non te lo abbia chiesto… sono stata una stupida a pensare che tu non avessi niente di meglio da fare che dar retta alla prima matta che ti piomba addosso…. ” La sentì dire.
“Guarda che hai capito male…. ” Rispose Roberto “…solo che la tua proposta mi ha stupito… ma se veramente vuoi io non ho nessun problema e mi farebbe veramente piacere cenare con te…. ” Riuscì a dire. “Davvero !!!! Benissimo allora… naturalmente offro io… potremmo vederci verso le 19 che ne dici…”, frenetica come sempre… o meglio come lui la ricordava, gli diede il nome dell’albergo e riattaccò.
Per Roberto fu come per passare attraverso un tornado… quando riattaccò si sentiva confuso e frastornato. Si accorse che non le aveva nemmeno chiesto dove intendesse andare e che genere di abbigliamento dovesse indossare… non voleva mettersi in tiro come un qualunque bifolco la domenica mattina per poi ritrovarsi lei vestita casual o viceversa trovarla elegantissima mentre lui indossava abiti degni di uno straccione.
Non seppe trattenersi e chiuse prima il negozio per affrontare con più calma quell’annoso problema. Alla fine optò per una scelta di compromesso, indossando un abito elegante ma dal taglio sportivo e non mettendo la cravatta che però precauzionalmente infilò in una tasca… pronta ad ogni evenienza.
Arrivò all’Hotel di Manuela con mezz’ora di anticipo e vagò nervosamente nell’isolato cercando di far trascorrere i minuti che parevano lunghi come l’eternità. Ad intervalli regolari di circa 30 secondi passava dall’euforia alla più profonda depressione, non vedeva l’ora di raggiungerla o meditava di fuggire e rendersi irreperibile.
Alla fine venne finalmente l’ora stabilita e dopo un’ultima indecisione Roberto entrò nel lussuoso atrio del Hotel in cui alloggiava Manuela.
Era appena entrato e si stava avvicinando alla reception quando un uomo gli si avvicinò un uomo “Lei è Roberto ? ” gli domandò e quando Roberto sorpreso annuì gli disse sbrigativamente “Mi segua per favore” Roberto anche se incerto lo seguì. L’uomo lo condusse alle scale ed insieme salirono un paio di piani poi imboccarono un corridoio e bussò ad una porta quindi l’aprì ed entrò.
Roberto vide Manuela. La donna si rivolse all’uomo che era con lui “Grazie Tomas, puoi andare…” gli disse poi si rivolse a Roberto con un gran sorriso “Sono contenta che tu sia venuto…” gli disse e il modo in cui glielo disse prendendolo per braccio ripagò Roberto di tutte sofferenze delle ore precedenti.
“Io ho voglia di passare una serata tranquilla… senza tanta gente intorno… avrei pensato di cenare qui tu che ne pensi ? ? ? ” gli domandò e Roberto faticò a rispondere con disinvoltura “Per me va benissimo…” gli era bastato darle un’occhiata per sentire il cuore balzargli in gola. Era vestita molto semplicemente con una gonnellina bianca di stoffa elasticizzata che le arrivava poco sopra il ginocchio ma che fasciava perfettamente la perfetta curva dei suoi fianchi e con una maglietta senza maniche di un viola intenso con una scollatura appena accennata ma sufficiente a mostrare l’inizio del profondo solco dei suoi seni. Per rompere l’imbarazzo le porse il libro “prima che ce lo dimentichiamo ancora una volta. Lei sorrise annuendo lo prese e lo posò “Avrai una fame tremenda…. Vieni che sgranocchiamo qualche cosa mentre chiacchieriamo…. ” Gli disse e lo condusse nella saletta della suite dove era stato allestito il tavolo per la cena.
La cena per Roberto fu molto piacevole. Il cibo era eccellente, persino gli spaghetti sembravano provenire direttamente da una cucina Italiana, il vino di gran classe e Manuela sembrava veramente felice di trovarsi li con lui a chiacchierare del passato, a ricordare gli anni lontani della scuola, i vecchi professori… i vecchi compagni. Entrambi mangiarono e bevvero con gusto.
Decisamente allegri dopo la cena si spostarono nell’elegante salotto accomodandosi l’uno accanto all’altra sul comodo divano.
“Certo che ne hai fatta di strada…. ” Disse Roberto guardandosi intorno ammirato. Non aveva mai visto una simile stanza d’albergo….. “Non è stato facile… ma ci sono riuscita…” rispose sinceramente lei. Roberto annuì “Si vedeva già ai tempi della scuola che avresti avuto successo…. Eri simpatica a tutti… tutti ti adoravano…” aggiunse lui. “Sei molto carino a dire così…. ” Ridacchiò Manuela…. “In verità la situazione era un pochino diversa…. non è che tutti mi adorassero… tutti mi volevano portare a letto…. Non che adesso la situazione sia molto cambiata…”.