Anni fa portando mia figlia alla scuola materna ho avuto modo di conoscere e di frequentare poi per qualche tempo la ragazza più incredibile che (almeno a mio parere) sia dato di incontrare ad un essere umano di sesso maschile.
Ora capirete perchè.
Devo premettere che, a differenza della maggior parte dei miei amici e coetanei, posseggo tre notevoli caratteristiche che mi hanno indotto a ritenere che il sesso sia la mia vera vocazione.
Anzitutto la carica di testosterone che si aggira nel mio corpicino deve, a mia personalissima stima, essere 5 volte il normale. Riesco a farlo diventare duro, venire, farlo ridiventare duro e così via per un numero di volte che non ho mai testato completamente ma apparentemente senza limite. Con l’unica condizione di avere davanti un essere di sesso femminile che mi piaccia.
Secondo, le dimensioni del mio pene sono sicuramente al di fuori della norma.
In piena erezione raggiunge i 35 cm ma questa non è sicuramente la sua dote principale che è il diametro o, se volete , la sua circonferenza. In stato di erezione riesco a raggiungere il ragguardevole risultato di 10 cm di diametro e più di 16 di circonferenza .
La terza caratteristica è che non soffro di ejaculatio precox o, per dirla in francese, se voglio non vengo mai e quindi, se le energie mi assistono posso continuare senza problemi per un tempo (quasi) indefinito .
Ovvio che ad un certo punto è bello anche venire perchè oltre un certo limite il tutto si risolverebbe in puro esercizio di resistenza.
Di norma sono un bravo ragazzo fedele e buon padre di famiglia.
In questo caso feci un’eccezione.
Quando la vidi per la prima volta rimasi scioccato per una caratteristica saliente che dire che attirò la mia attenzione è dire poco.
Per farla breve Patrizia, così si chiamava la maestra d’asilo che per un breve periodo di tempo sconvolse la mia esistenza era un concentrato, in un metro e sessanta scarso di altezza, di piacevolezze da poterla definire senza esitazione, un sogno su due gambe.
Devo premettere che la conobbi sul finire dell’estate, periodo in cui si torna dalle ferie e si è, di norma, più in forma che nel resto dell’anno.
Patrizia era una brunetta con i capelli corti e gli occhiali, con un faccino tondo e due occhietti neri e furbi.
Una bocca che si apriva in un sorriso dolce e accattivante, mettendo in mostra una fila di bellissimi denti bianchi e regolari.
Portava un paio di jeans stinti e attillatissimi che mettevano in mostre due belle gambe dritte e un culo sodo e tondo.
Ai piedi calzava un paio di deliziosi sandaletti di cuoio aperti a mostrare un piedino delizioso con unghie perfette e regolari dipinte di un favoloso rosso fuoco.
Una magliettina striminzita e attillata mostrava abbondantemente il pancino tondo e delizioso e metteva in risalto le tette più incredibili che mi fosse mai stato dato di vedere.
Patrizia portava senza dubbio una misura che oscillava tra la settima e l’ottava.
Le tette erano talmente grosse che, pur sorrette dal reggiseno, arrivavano quasi all’altezza dell’ombelico e sporgevano in maniera incredibile.
Completavano il quadro due capezzoli sporgenti che sembravano voler perforare il tessuto del reggiseno e della maglietta.
Patrizia assumeva la postura tipica delle ragazze con tanto seno che si vergognano un po’ del dono a loro elargito da Madre Natura : le spalle un po’ ingobbite a compensare parzialmente e inutilmente la enorme sporgenza delle mammelle.
Il mio incontro con lei avvenne per puro caso e senza la minima programmazione.
Una sera, d’accordo con mia moglie, mi recai a prelevare mia figlia alla scuola materna e, una volta parcheggiata la macchina ed entrato mi resi conto che Giulia (mia figlia) non c’era.
Allarmato, chiesi spiegazioni a Patrizia che stava per andarsene a casa.
“è già passata sua suocera, ha detto che era d’accordo con sua moglie e che vi sareste trovati a casa loro a cena”.
Inutile dire che mi incazzai come una belva , telefonai a mia moglie che già si trovava a casa dei suoi e feci le mie rimostranze.
“almeno avresti potuto avvisarmi” Dissi.
Lei si scusò e mi rispose che si era banalmente dimenticata di avvisarmi.
“Ok” Dissi io che non sono il tipo che si mette a fare polemiche sterili . Lasciami il tempo di tornare a casa, cambiarmi e poi vi raggiungo verso le otto”
“Sta bene” disse lei.
Avevo due ore davanti a me e stavo per ritornarmene a casa quando vidi Patrizia che si apprestava ad uscire con la borsa a tracolla..
“Torni a casa ? ” Chiesi.
“Si vado a prendere il pullman, abito a Via dei Mille”
“Ma è vicino a casa mia, se vuoi ti do un passaggio, tanto devo andarci comunque”.
“Grazie accetto volentieri”
In macchina iniziammo a conversare del più e del meno anche se il mio occhio ogni tanto cadeva su quelle immense tette che, ad ogni sobbalzo, si muovevano come delle montagne di carne soda.
Patrizia probabilmente colse il mio sguardo e mi sorprese dicendomi : ” Mi stai guardando le tette vero? ”
Ammetto che mi prese alla sprovvista perchè inizialmente non seppi dire altro che: “beh lo ammetto, non sono delle tette che passano inosservate! Scusami! ”
“No figurati, anzi, mi fa piacere. Pensa che per un certo periodo di tempo avevo il complesso delle tette grosse e le mie non sono grosse, sono enormi. Ma poi me ne sono fatta una ragione e ho iniziato ad amarle”
Detto questo si prese le tette tra le mani foggiate a coppa e se le pastrugnò un po’.
Potete immaginare la mia reazione. Ci mancò poco che uscissi di strada.
“Ti piacerebbe guardarle e toccarle? ” disse con un sorrisetto.
“Beh non è una proposta alla quale un uomo normale direbbe di no”
A quel punto già immaginavo che mi dicesse qualcosa del tipo ” Andiamo a casa mia o a casa tua ? “.
E invece fece una cosa che assolutamente non mi aspettavo.
Si sganciò la cintura di sicurezza e con un gesto rapido si tolse la magliettina rimanendo in reggiseno.
Era un delizioso balconcino di pizzo nero che sorreggeva e spingeva quei giganteschi meloni ancora più all’infuori.
Con un movimento continuo e sciolto sganciò il gancetto posteriore e si tolse anche quello, rimanendo a tette nude in macchina.
Fortunatamente non c’era moltissima gente in giro e quella poca non fece caso alla deliziosa scenetta.
Beh signori, che dire. Lo spettacolo era di quelli che lasciano senza fiato.
Due tette gigantesche e sodissime si mostravano senza veli alla mia vista.
” Dai toccale, sento che muori dalla voglia ! ”
Non me lo feci ripetere e posai la mano destra sul suo seno sinistro per saggiarne la consistenza.
Dio mio erano fantastiche ! Morbide e sode allo stesso tempo, dotate di capezzoli enormi e sporgenti.
Una meraviglia della natura !
Inutile dire che le mie parti basse erano in uno stato pietoso e non vi dico la reazione che ebbe il mio “bambinello” quando Patrizia, con movimenti rapidi e sicuri si tolse i sandaletti appoggiando i suoi deliziosi piedini abbronzati sul cruscotto della macchina.
Favolosi ! Graziosi con delle ditine cesellate e un arco plantare molto arcuato indice di grande sensualità.
“Che fai! Sei pazza! E se ti vedono? ”
“Ancora non hai visto tutto. Tu pensa a guidare che al resto penso io ! ”
Immaginate la mia situazione. Una deliziosa ragazza con le tette più belle e più grosse che mi sia mai stato dato di vedere si stava spogliando in pubblico ed io non potevo fare niente se non guardare. Il vero supplizio di Tantalo.
Supplizio destinato a diventare ancora più feroce perchè Patrizia non sembrava intenzionata a fermarsi li.
Slacciò la cintura dei jeans e muovendo i fianchi se li abbassò e li tolse rimanendo in mutandine.
Una breve nota sulle mutandine di Patrizia. Da una dolce maestra di asilo uno si sarebbe aspettato delle regolari mutandine bianche con il bordo alto e invece…… !
Dio santo ! Indossava il perizoma nero più ridotto che si possa immaginare ! In pratica un minuscolo triangolino di pizzo trasparente e due misere “cordicelle” che coronavano i fianchi torniti.
Avevo gli occhi fuori dalla testa e LUI aveva raggiunto una dimensione tale che iniziava a farmi male da come premeva sul tessuto dei boxer e dei pantaloni.
E non potevo fare NULLA !
“Ora preparati ! ” Disse,
“Ora vedrai una cosa che di solito sorprende ma che non a tutti piace”
Sbalordito, domandai con voce un po’ tremante”
“Non sarai mica un travestito!
“Direi di no, guarda tu stesso! ”
Si abbassò il perizoma e , per la seconda volta quasi lasciai il volante rischiando di finire fuori strada.
Allargò le cosce per bene in modo che potessi guardarla con comodo e sorridendo mi chiese “Ti piace? ”
Signori, Patrizia, a mio modesto giudizio, non aveva MAI usato un qualsivoglia strumento di depilazione in commercio da quando era venuta al mondo.
Davanti ai miei occhi si parò il cespuglio più folto e rigoglioso che avessi mai visto.
Una spessissima coltre di pelo nero copriva il suo pube.
Il pelo era talmente rigoglioso che formava una specie di cuscino senza soluzione di continuità che proseguiva tra le cosce e probabilmente arrivava anche nella zona del perineo.
“Non mi piace radermi, mi piace il mio pelo. Non mi rado nemmeno le ascelle. Guarda! ”
Sollevò un braccio e mi mostrò una fitta coltre di peli sotto l’ascella.
Era troppo !
Tentai di sbottonarmi la patta dei pantaloni per tirarlo fuori ma lei me lo impedì con un gesto deciso.
“No. Tu devi solo guardare e non toccare o toccarti. Ora guarda! ”
A quel punto si abbassò sul sedile sollevando contemporaneamente le cosce con i polpacci ripiegati in modo da posizionare la passera quasi verso l’alto.
Con la mano sinistra si fece largo tra quella foresta di peli e aprì per bene le labbra della passera che a quel punto doveva essere bagnata perchè l’aria era pregna del tipico odore di fica.
L’odore migliore del mondo !
Con la destra foggiata a cuneo iniziò a sondare l’apertura e lentamente, ma inesorabilmente, con lente ma decise spinte e rotazioni, la infilò in quella calda e accogliente apertura.
Ora la mano era completamente avvolta dalle pareti della vagina che, abbondantemente lubrificata dai suoi succhi le consentiva di iniziare un movimento di avanti e indietro: fino al polso e poi fuori completamente.
Patrizia si stava masturbando con l’intera mano e io non potevo fare nulla!
Questo gioco al massacro continuò per alcuni minuti fino a che mi disse con voce rotta
“Ora ferma la macchina e guarda! ”
Con pochi e rapidi colpi portò la sua fica al culmine di un orgasmo squassante che la pervase tutta.
Fu allora che ruotò decisamente versò sinistra per mostrarmi il suo piacere.
La mano uscì dalla sua fica aperta per l’ultima volta seguita da un potentissimo getto di liquido vaginale che mi schizzò tutto e qualche goccia mi bagnò il viso e la bocca.
Non ne potevo più. Dovevo venire anch’io. E lo feci nel modo più doloroso per un uomo. Strofinandomi il membro attraverso il tessuto dei pantaloni. Venni con un getto potentissimo e interminabile che mi inondò i pantaloni.
Patrizia mi sorrise e mi disse
“Ora devo pisciare”.
Immaginai che intendesse significarmi che voleva che io mi fermassi.
Anche questa volta mi sbagliavo. Non solo non mi lasciò il tempo di arrestare la macchina ma non si mosse nemmeno dalla posizione in cui si trovava (rivolta verso di me) e con una contrazione dei muscoli pelvici iniziò ad orinare. Il getto di liquido caldo era potente e mi inondò completamente.
Non sapevo più che fare. L’auto era un disastro . Io ero un disastro. L’unica tranquilla era lei che sorridendo mi disse
“Oh ecco Sono arrivata”
“Quella è casa mia”.
Raccolse i suoi vestiti, si rivesti rapidamente, mi diede un veloce bacio sulla guancia e mi disse
“Beh grazie per il passaggio” e scese dalla macchina.
Rimasi li un po’ inebetito, la salutai, tornai a casa e non la rividi più. FINE