Come da due anni a questa parte, io e la mia ragazza siamo andati in una casa in montagna nei pressi di Reggio Emilia con gli amici per le vacanze di fine anno. Anche questo anno la madre di Marta ci ha dato il permesso di andare da soli con gli amici. Arriviamo nei pressi della casa con una certà puntualità ma non si vede nessuno dei miei amici ad aspettarci. Decidiamo di ritornare dentro la macchina perchè la temperatura esterna è piuttosto bassa. Marta indossa quella collana che le piace molto, perline nere e in fondo il piccolo crocifisso sulla sua scollatura abbondante. Anche a me piace, la guardo, approvo, accarezzo le perline e scivolo con una mano sotto la scollatura, a cercare il pizzo del suo body nero. Il grande seno di lei accoglie l’abbraccio della grande mano calda.
Ci guardiamo, si avvicinano i nostri visi, sentiamo i nostri odori e profumi, ci aspiriamo, ora sono vicinissimi, e la voglia sale. Arriva finalmente il proprietario della casa con un paio di nostre amiche. Ci ricomponiamo ed andiamo a salutarli. La serata passa tranquillamente con noi maschietti a cucinare la carne fuori dalla casa su un barbecue e le ragazze a cucinare primi e contorni. Arriva la mezzanotte e, fatti i soliti auguri con gli amici e con le ragazze, dopo aver bevuto e brindato all’anno nuovo, ci siamo messi a festeggiare con musica ed alcool. Marta è vicina a me e sembra abbastanza brilla. Non lo ammette e perciò la lascio stare con il suo mal di testa. Quasi tutti sono addormentati o poco ci manca. Anche Marta è sul dormi-veglia e non capisce più nulla. Alle 4 di notte le sole persone che sono sveglie o comunque non sono completamente rintronate, sono Marta, io e Cecy (Cecilia).
Cecilia per tutta la festa mi ha fatto gli sguardi maliziosi mentre Marta non la osservava. Portava una mini turchese chiaro che faceva sognare chiunque sulle sue lunghe e snelle gambe. Per tutta la serata aveva fatto di tutto per farmi notare la sua mini e le sue gambe. Tentavo in ogni modo di distrare il mio sguardo altrove ma con difficoltà. Marta si rivolge a me chiedendo dove fosse il bagno.
“è sopra. Ti devo acompagnare? ” “No, non ti preoccupare, faccio da sola” Va verso il bagno passando per una coda di gente ubriaca e lei entra nella porta aperta. Mentre chiude si accorge che sono entrato dietro di lei. C’è troppo poco spazio perchè possa girarsi a guardarmi, e io gli stò addosso, chino la testa sul collo di lei e le lecco le spalle, allungo le mani davanti, a cercare l’apertura dei pantaloni. Faccio scendere la cerniera, arrivo al body nero, lo sbottono e finalmente la tocco. Mentre le parlo sussurrandole nell’orecchio, porto le dita alla bocca e gusto, le succhio e poi ritorno alla calda grotta di lei fino all’ultima goccia, l’ultimo rigagnolo. è bagnata quasi completamente dai suoi umori. L’accarezzo e succhio ancora le mie dita fin quasi ad asciugarla completamente. Lei che si è fatta cullare in quel gioco sino a quel momento, ora è troppo eccitata, mi fa sentire il suo desiderio, vorrebbe che la prendessi, lì, in fretta. Apro il giacchino sotto la scollatura, scosto il body, le libero i seni ed ora vedo solo le due grandi coppe rosa e il crocifisso nero della collanina. L’accarezzo, prendo i seni tra le mani e li tengo come per reggerli, li spingo in alto. Faccio scoppiare la loro arroganza. Marta cerca l’apertura dei miei pantaloni, passa la mano tutt’intorno, entra nella tasca e trova tra le stoffe il mio pene. Apre solo alcuni bottoni dei miei pantaloni, entra con la mano nella fessura, scosta i miei boxer e lo tira fuori. Lei ora può toccarlo e tenerlo nella sua mano. Io le apro la cerniera, sbottono il body e le mette una mano sotto. è bagnata.
Le entro dentro con un dito, lei segue il mio movimento e anche la sua mano sul mio pene segue quel ritmo. I pantaloni di Marta scivolano a terra, lei se ne libera, resta così, quasi nuda, con le sue scarpe sul tappetino del bagno, e le gambe larghe. Le nostre parti sono libere ora, all’aria, al vento che soffia lentamente dalla finestra aperta e ci fa tremare. Lei si libera del mio abbraccio, si accascia di schiena sulla lavatrice, e mentre lo fa prende il mio capo con le due mani, e lo spinge in basso, su di sè, sulla sua voglia bagnata, allagata.
” Leccami dai… fammi vedere cosa sai fare… ” Mi tiene fermo, lì, ed inizio ad amarla con la mia bocca, la lingua e tutto il mio viso. Gemo ad ogni suo gemito, godo mentre lei gode, e dopo, quando lei viene, lecco e gusto tutto il suo succo, ne ingoio anche l’ultima goccia. Risalgo, l’abbraccio, la stringo, la bacio. ” Buon anno amore mio. ” Dopo essersi ripresa dall’alcool si rivolge verso di me e mi dice:
“Ti ha fatto arrapare la tua amichetta Cecilia? Vi ho visto. Ho visto i suoi sguardi maliziosi. Il tuo sguardo che si posava sulle sue gambe fino ad arrivare alla mini. ”
“Se dopo, quando scendiamo, indossassi una minigonna come la sua e mi sedessi di fronte a te accavallando e disaccavallando le cosce come ha fatto lei… cosa faresti ? ? ? ? “. Al ricordo provai una fitta all’inguine accentuata dal fatto che la mano di Marta era risalita ulteriormente. Con una certa nota di imbarazzo e, calcolando il suo stato alterato dall’alcool, le risposi:
“Credo che cercherei di scoprire se hai messo le mutandine… ” risposi. Non parlammo più per pochi istanti. Si ricompose come meglio potè e scese giù da basso. Ero ancora eccitato e la mia mano si fermò per pochi istanti sul mio fallo. No. Non potevo farlo ora. Scesi anche io con gli altri in salotto. Marta non c’era. Probabilmente era andata a dormire. La raggiunsi in camera da letto delle ragazze dove vidi Cecilia addormentata con le gambe rivolte verso la porta. Le sue gambe erano raccolte e non si poteva vedere il suo monte di venere. Marta era andata in bagno. Uscì dalla porta e vidi che indossava una mini corta rossa fuoco. Si era cambiata come aveva detto.
“Allora come faresti a vedere se porto le mutandine… ” mi canzonò. Appoggiai una mano alla parte interna della cosce accarezzando la pelle vellutata.
“Non so potrei risalire con la mano… ” dissi iniziando a muoverla verso l’alto.
“ma farei troppo in fretta… ” dissi arrestandomi mentre la sentivo fremere sotto le mie dita.
“Chissà se reagirebbe così anche Cecilia… ” pensai e mentre fissava le gambe di Marta rividi quelle della bella Cecilia. Le sue gambe ora erano aperte e facevano notare chiaramente che non portava le mutandine. Marta mi tastò intanto il mio pacco eccitato per la situazione e per la vista di Cecilia senza mutandine.
“Potrei anche iniziare a baciarle ed approfittarne per sbirciare… ” ripresi mentre mi chinavo ed iniziavo a sfiorare la pelle di Marta con le labbra. Era poco sopra le ginocchia e finsi di guardare sotto la mini-gonna.
“Non sono abbastanza vicino… ed è troppo buio.. ” continuai ed iniziai a risalire. “queste minigonne sono così strette… ” dissi mentre il dolce profumo dell’eccitazione di Marta mi colpiva le narici.
“Chissà quale sarà il profumo di Cecilia… ” tornai a pensare e per scacciare il pensiero risalii con maggiore decisione sollevando la corta gonna. Marta non portava le mutandine ed il naso prima e le labbra poi raggiunsero la vagina ed il vello dorato. Marta trasse un gemito. Era tutta bagnata. Mentre iniziavo a leccare la carne profumata ed il morbido vello ancora una volta ripensai alle gambe di Cecilia esposte al mio sguardo.
“allora hai visto per bene le gambe aperte di Cecy? Come è la sua passera? ”
“La tiene depilata ed ha le grandi labbra grosse e gonfie che probabilmente fremono ad ogni colpo di lingua…. ” “Vieni con me” mi disse prendendomi per mano e raccattando una coperta velocemente. Mi portò fuori, dietro la casetta di legno delle ragazze, dove la temperatura era scesa nuovamente. “Scopami, qui, sulla neve” Ci stendemmo sulla coperta distesa sulla neve. Slacciai la mini di Marta facendola scivolare fino alle sue gambe e, tornando verso la sua faccia, soffermavo il mio sguardo sulle sue gambe, sulle sue coscie, sul suo monte di venere. La presi con forza, sollevandole il bacino da terra. Marta mi passò le gambe intorno alla vita. Con mosse frettolose mi slacciò i pantaloni mentre la baciavo, il membro era durissimo, lo strofinai un poco tra le grandi labbra di Marta per lubrificarlo, lei rispose con un nuovo gemito soffocato dal bacio.
La penetrai e scivolai facilmente in lei e la vagina di Marta si contrasse richiudendosi intorno all’asta per assaporarne la forza ed il calore. La sentii fremere in preda all’orgasmo, iniziai a scoparla con foga, deciso a farla godere ancora mentre le mie mani accarezzavano le sue potenti ma sode natiche. Lei si slacciò la camicetta e ne estrasse i seni generosi spingendoli verso la mia bocca, offrendo i rosei capezzoli alle mie avide labbra. Li baciai e li succhiai ma ancora una volta pensai al seno di Cecilia, alle sue gambe, alla sua passera scoperta. Deve essere duro come il marmo… con grossi capezzoli scuri. Il pensiero mi spronò ed accentuai ancora la forza dell’amplesso facendo gemere ancor più forte Marta. Sentivo il mio orgasmo iniziare irrefrenabile. Improvvisamente l’eccitazione aumentò. Ero venuto e la grotta di Marta raccolse tutto il liquido caldo che il mio pene poteva darle. Ci arrestammo. Abbracciandoci anche per tenerci caldo data la temperatura. Il mio fallo si stav pian piano ritirando data la temperatura. Si stese accanto a me e mentre iniziava ad accarezzarmi il petto mi domandò:
“Se avessi qui Cecilia al posto mio e ti facesse riscaldare il tuo pene, cosa faresti? ? ? ” la sua voce era leggermente arrochita mentre potevo percepire il suo delicato aroma di donna eccitata.
“Niente… ” risposi dandole un leggero bacio sulle labbra. “Bugiardo… ” rispose lei. A mia volta incominciavo ad accarezzarla.
“Per me è una puttana e vorrei trattarla da puttana… ” risposi e la mia mano accentuò la pressione sul bel seno.
“Me la immagino seduta davanti a me, io stò seduto di fronte a lei e le guardo le gambe. Lei si muove e lentamente fa risalire sempre più la corta gonna per provocarmi. La stoffa sale sempre di più, sino a che non giunge ad aprire le cosce mostrandomi la sua fichetta che immagino perfettamente depilata” Descrissi, mentre la mia mano scendeva lungo il ventre di Marta per iniziare ad accarezzare il pube.
“E ti limiti a guardarla? ? ? ” Mi stuzzicò fissandomi intensamente. Scossi la testa.
“No a questo punto mi alzo e mi avvicino a lei dicendole che anch’io ho qualche cosa da mostrarle e poi ostentatamente mi abbasso la zip e estraggo il mio cazzo duro ed eccitato e lo faccio sobbalzare davanti al suo viso da puttana” la mano di Marta si allungò e s’infilò sopra il mio membro eccitato. Me lo accarezza dapprima dolcemente poi lo impugna ed inizia a masturbarmi mentre si lecca perversamente le labbra. Io le appoggio una mano sulla testa e la attiro a me. Ora le sue labbra sfiorano il mio glande. ” Senza smettere di parlare, posi la mano sulla bella chioma di Marta ed iniziò a spingere verso il basso e le sue labbra si ritrovarono a contatto con il mio glande, si dischiusero e lo accolsero in bocca con un gioioso frullare di lingua. Smisi di parlare, mentre Marta si dedicava con foga a me ed io la ricambiavo accarezzandola dolcemente tra le cosce. Sentii che si bagnava sempre più, che palpitava sotto i miei tocchi.
La faccio alzare e la giro costringendola ad appoggiarsi al letto. Le prendo dolcemente i fianchi posando lo sguardo sulle sue chiappette abbronzate e sode. Mi chinai a baciarle le natiche, le divaricai spingendo la lingua verso la rosea vagina e sfiorandola dolcemente. Marta rispose con un gemito inarcando la schiena in modo da esporre la vagina e facilitarmi il compito. Solo un colpetto tanto per assaggiarla. Ruggii sculacciandola con un colpetto secco che arrossò leggermente le natiche. Poi iniziai a sfregare con decisione il pene sulla vagina della mia ragazza. Immediatamente trovai la giusta strada affondando in lei con un sol colpo, accolto da un potente gemito che inarcò nuovamente la schiena per farlo penetrare ancor di più. Presi a scoparla rumorosamente, mentre le mie mani scodellavano i seni pieni di Marta, iniziando a palparli ed a stuzzicarne i sensibilissimi capezzoli. Posai il mio sguardo su Cecilia che stava osservando tutto lo spettacolo offerto da Marta e da me. Affondai nuovamente ma con maggiore foga nel ventre di Marta al pensiero che Cecilia che ci osservava.
“Non è niente male questo spettacolino” disse Cecilia verso noi due.
“Non preoccupatevi, non mi sono scandalizzata. è una cosa normale per due ragazzi di sesso opposto come voi due nel pieno della giovinezza. ” Mi sentivo una strana sensazione in corpo, un misto di eccitazione e di imbarazzo al solo sguardo di Cecilia che ci aveva osservato. FINE