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Un interessante conferenza

Vi ho già raccontato alcune mie avventure mi chiamo Dido e all’epoca dei fatti avevo 22 anni, avevo cominciato a lavorare in un cinema di periferia era il mio primo lavoro e consisteva nel proiettare i file e occuparmi degli impianti elettrici e fonici oltre che della SIAE e rapporti con le istituzioni varie.
Avevo una collega Giorgia diciottenne molto carina e vi ho già detto come la nostra conoscenza fosse diventata molto intima, da allora erano passati 4 mesi divertenti e di sesso, sesso che non mi mancava anche grazie a Lidia (una nonnina cinquantenne molto arrappante).
Eravamo a Pasqua e la primavera tardava ad arrivare e il tempo era piovoso l’ideale per un cinema avevamo in cartellone un film d’amore e grazie alla pioggia la gente non mancava oltretutto il sabato di Pasqua avevamo la mattina una manifestazione del Comune perciò stavo facendo più ore dell’orologio, la mia collega si era presa una settimana di ferie e la sostituiva sua madre Adele, una signora di 45 anni mora piccolina e molto burbera, per me era una rottura e oltretutto non potevo godermi le grazie di Giorgia.
Ma torniamo a quel sabato mattina alle 6. 30 ero già nel locale a preparare gli impianti come al solito avevo lasciato il cancello accostato e dopo un po’ senti una voce chiamarmi dall’ingresso era Franca la vicina macellaia che avevo scopato con Lidia.
La salutai e lei mi disse che aveva un problema all’impianto elettrico se potevo dargli un’occhiata, la segui nel negozio erano saltati alcuni fusibili e dopo 5 minuti avevo aggiustato tutto.
“Sei proprio bravo Dido anche in questo” disse Lidia avvicinandosi “avrei un altro problemino mi puoi dare una mano” e così dicendo si era sbottonata la cappa rimanendo in mutandine e reggiseno
“Certo è sempre un piacere” risposi stringendola e palpandole il sedere
“Abbiamo solo 20 minuti, fammi godere”
Sentendo così la feci girare sfilandole la cappa e la appoggiai sul ceppo per tagliare la carne le scostai le mutandine e dopo aver estratto il cazzo glielo infilai di colpo
“E questo il muscolo che cercavi” le dissi fottendola e palpandogli le tettine ancora nel reggiseno
“Si è un bel muscolo, lavorami bene che ne ho tanta voglia”
continuavo a scoparla gustandomi quella fica elastica e sditalinandola
“Siiii dai fottimi, è bello di prima mattina” e se ne venne allagandomi l’uccello, io ero ancora distante dal venire così uscii da lei e lei si rivestii
“Scusa Dido se ti lascio così ma devo aprire il negozio, sono sicura che troverai qualcuna che ti sgonfia.
Ritornai al cinema cercando di dissimulare l’erezione dopo poco arrivò una segretaria del Comune per gli ultimi preparativi, appena entrata fissò lo sguardo sul mio pacco ma non disse niente, cominciammo ad attaccare i manifesti e altro materiale per la manifestazione notai che la segretaria , una trentenne, aveva una gonna a portafoglio con una spilla che evitava che si aprisse troppo e una maglietta un po’ scollata ma aderente che metteva in risalto il seno una terza misura inoltre quando si piegava notai il suo sedere piuttosto abbondante, tutto ciò mi provocò un’altra erezione e sperai non se ne accorgesse.
Iniziarono ad arrivare le autorità e io mi defilai imbarazzato nella saletta della regia audio che era un lato sopra al palco e alla quale si accedeva sia dal palco che dai camerini.
Iniziò la conferenza e mi stavo quasi addormentando quando vidi entrare la segretaria che mi bisbigliò ” la sala è piena e voglio seguire la conferenza, posso restare qui” asentii con la testa notando che non aveva più la spilla alla gonna e sedendosi mi mostrò una bella porzione di cosce.
Ero ormai nel pallone il mio cazzo era durissimo e non riuscivo a staccare lo sguardo dalle sue gambe, lei si muoveva molto sulla seggiola consentendomi di vedere che portava le autoreggenti nere e delle mutandine nere di pizzo, cercai di concentrarmi sulla conferenza ma ad un certo punto sentii una mano sul pacco mi girai e lei mi bisbigliò “se non ti sfoghi un po’ farai dei casini” e mi aprii la lampo infilando una mano nei miei boxer ed estraendo il cazzo durissimo, ero esterrefatto ma mi sconvolsi ancora di più vedendola abbassarsi e prendere a leccare il mio cazzo, leccava il filetto fino alla cappella e poi tornava ai coglioni, le presi la testa e la spinsi ad imboccarlo lei esegui pompando da vera maestra e portandomi al settimo cielo, la accarezzavo il seno da sopra i vestiti e cercavo di non urlare, non ressi più di dieci minuti e le feci segno che stavo per venire ma lei in risposta accellerò il movimento delle labbra e me ne venni nella sua bocca.
Si rialzo bisbigliando “ci vediamo dopo” e se ne andò, la conferenza terminò dopo un’ora ma io ero ancora stralunato per quel gustoso imprevisto, le persone uscirono e rimanemmo io e la segretaria per staccare il materiale, la guardavo con uno sguardo da lupo e lei non perdeva occasione per strusciarsi, andammo in ufficio dove avrei dovuto consegnagli le cassette.
Appena entrati le mi disse “non ci siamo neanche presentati mi chiamo Gianna… piacere” io ridendo “Dido il piacere è stato mio” e la tirai a me cercando la sua bocca, ci baciammo infoiatissimi
” voglio restuirti il piacere” le dissi e la feci sedere sulla scrivania dell’ufficio le sganciai la gonna e mi piazzai in mezzo alle sue gambe che leccai dal ginocchio alla coscia ripetutamente arrivando alle sue mutandine, dapprima le scostai disegnando con un dito il contorno delle sue grandi labbra poi gliele sfilai e mi apparse un figa completamente rasata mi ci incollai con la bocca e dopo averle aperto le labbra presi a leccarle il clitoride infilandole ogni tanto la punta della lingua nella vagina.
Gianna mi prese la testa spingendola ancora di più verso il suo pube
“Come la lecchi… dai fammi venire”
Io obbedii curando particolarmente il clitoride sino a che sentii che godeva mi impiastricciò il viso con il suo succo.
Mi alzai e la baciai in bocca facendole assaggiare il suo nettare mentre mi sbottonavo i calzoni e presi a strofinarle il pene sulle grandi labbra, lei si separò dal bacio e fissandomi negli occhi gridò “fottimi”
Entrai in lei lentamente gustandomi quella topa calda intanto le sfilai la maglietta e le sganciai il reggiseno, non mi ero sbagliato aveva una terza bella piena con il seno leggermente a pera e due bei capezzoloni duri che presi subito a leccare mentre continuavo a limarla lentamente
“oohhh siii porcellino ciucciami e scopami più forte” gemette, ritmavo dentro di lei ruotando il bacino le lasciai i capezzoli e cominciai a leccarla tra i seni per risalire al collo e all’orecchio dove le bisbigliai ” sei una gran troia tra poco ti riempo anche la fica” lei rispose “no non prendo nienteeeee, stai attentooo” e venne di nuovo.
Ero infoiato e un po’ incazzato “girati troia” le dissi e appena mi mostro il sedere le leccai il buchino e poi posizionai la cappella sullo sfintere e spinsi a fondo, tirò un grido sentendomi entrare nel suo culetto e cercò di scansarsi ma io la tenevo per le tette e presi a montarla con decisione
“bastardo mi rompi il culo, fai piano non l’ho mai preso lìììì”, avevo spostato le mani sui suoi fianchi e mentre con una la sditalinavo con l’altra la sculacciavo dolcemente
“L’hai voluto tu, hai un culetto fantastico e ora te lo riempo” accelerai il ritmo mentre anche lei godeva un po’ per la penetrazione un po’ per il ditalino
“ora ti allago troia” e venni nel suo intestino
“siiiiiii quanta ne haiii” e venne anche lei
restai nel suo culetto mentre l’uccello si afflosciava “Gianna sei proprio una gran fica hai tre buchi da favola”
lei girò la testa “tu sei un porco hai fatto una sveltina con Franca stamattina ma non eri venuto ho sentito il suo sapore mentre ti leccavo, e ora mi hai fatto il servizio completo”
uscii da lei interdetto per le sue parole ma lei mi prese il volto tra le mani e mi tranquillizzò ” sò tutto perché conosco Franca e anche io l’ho assaggiata, … sono la figlia di Lidia, e stamattina ho colto l’occasione per verificare se le lodi che ti faceva erano vere” e aggiunse “la mamma ha ragione sei un gran porco” e mi bacio.
ero ancora allibito e il mio sguardo si fermò sull’orologio erano le 14. 30 3 tra poco sarebbe arrivata Adele ad aprire la cassa, feci rivestire Gianna e le chiese se ci saremmo rivisti
“certo magari con la mamma, ti piacerebbe porcello” e mi tastò l’uccello che si era già indurito all’idea.
Gianna uscii e dopo poco arrivò Adele, mi tirò uno sguardo traverso e mi salutò, aprimmo il cinema e il pomeriggio passò regolarmente, cenammo ordinando in un ristorante che ci portava i pasti e verso le 21 arrivo il signor Tobia papà di Giorgia e marito di Adele facemmo due chiacchiere e poi mi ritirai in cabina di proiezione.
Passo un quarto d’ora e sentii bussare aprii pesante porta antifiamma in acciaio e mi si parò di fronte la signora Adele
“Ti devo parlare Dido, cosa combini con mia figlia” io la guardai sorpreso lei continuò “oggi ho visto che hai la passione per i culetti e ho notato che mia figlia cammina in modo strano a volte, quell’imbecille del suo fidanzato lo fà solo alla missionaria perciò sei stato tu a romperle il sedere” ero allibito sia perché aveva scoperto tutto sia per il linguaggio molto diretto e volgare che usava, farfugliai che non era vero che si sbagliava, lei intanto si avvicinava “vediamo se c’è l’hai d’oro per essere così richiesto” mi aprii la zip e infilò la mano nei boxer lo tastò e poi afferratolo lo estrasse e prese a segarmi, nonostante la situazione mi si rizzò “però non è male”, diede ancora due colpi e soppeso i coglioni, dopodiché si sfilò la gonna tubo sotto il ginocchio e tolse la maglia a girocollo svelandomi che sotto era nuda, vidi un bosco di peli neri e due tettine da seconda, non era male soprattutto aveva un culetto alto e all’apparenza sodo, si appoggiò ad uno sgabello e mi ordinò “Lecca bastardo” mi inginocchiai davanti a lei e spartiti i peli obbedii leccandola a lungo infilando prima un dito poi due nella sua vagina torturandole nel contempo il clitoride col la lingua e con i denti. Adele grugniva e poi mi intimo “scopami” e si mise alla pecorina, ero infoiato da matti e glielo infliai tutto nella fica fino a toccare l’utero lei godeva
“e bravo lo sai usare l’uccello brutto bastardo” la sua fica era larga ma mi inguainava bene lei rotava il bacino e mi accarezzava con una mano i coglioni
“sii fottimi piccolo bastardo, stò godendo” ero incazzato e volevo vendicarmi glielo sfilai da dentro e glielo piantai nel culo senza preparazione, era bello sodo e lo schiaffeggiai ripetutamente, feci poca fatica ad entrare segno che era usato parecchio
“brutta troia hai culo bello spanato ne prendi tanti di uccelli” e presi a fotterla a fondo lei sbatteva la testa da una parte all’altra “siii mi piace prenderlo in culo, mi faccio sfondare da chiunque” dicendo questo si aprii le chiappe con le mani ed io potei affondare fino allo scroto, uscivo e rientravo in quel buco elastico e lei godeva senza toccarsi, continua a incularla per mezz’ora, lei godeva a ripetizione
“sborra Didi non ce la faccio più diedi gli ultimi affondi e le sborrai nel culo
“tieniii troiaaa, rotta in culoooo”
lei venne gridando “siii bastardo allagamiii”
Dopo un po’ uscii da lei e lei si girò di scatto prendendomi l’uccello in bocca e ripulendolo bene
“Allora Didi avevo ragione, ma io non avevo il culetto vergine, ti è piaciuto lo stesso”
“si vaccona, mi è piaciuto spaccare il culetto di tua figlia, ma anche farti il tuo”
“Meglio perché d’ora in poi dovrai servire anche me bastardo” e dicendolo mi strinse il cazzo scoppiammo tutti e due a ridere.
Giorgia non mi sarebbe mancata molto. FINE

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