Per quanto dotata di fervida fantasia, ben poche volte ho fantasticato di fare l’amore con una donna, le fantasie saffiche non rientravano nei mie canoni se non marginalmente, mi sono sempre ritenuta un’eterosessuale convinta, ma a volte accadono fatti che ti fanno cambiare opinione e dove la realtà supera la fantasia. Ed è di questo fatto che mi è accaduto che vi voglio raccontare.
Era autunno inoltrato ed ero di umore malinconico dovuto anche ad un periodo di solitudine. Molte persone quando sono depresse adottano le strategie più svariate. Si, lo so, il sesso è una di queste, ma io preferisco spendere. Spendo e spendo e so benissimo che mi servirà a poco, però in quel momento sono contenta. Dunque, dicevo, era autunno ed in preda alla smania di comperare. Di solito compro capi di abbigliamento e guardando nel mio guardaroba mi ero accorta che ero scarsa di biancheria intima. Così decisi che quel giorno mi sarei dedicata alla lingerie e per l’occasione, per motivi di praticità, avevo indossato un tailleur con gonna corta e calze autoreggenti, in previsione di dover provare la biancheria che intendevo comprare. Mi sono recata in un grosso negozio del centro e appena entrata, quasi senza accorgermene, mi sono trovata faccia a faccia con una commessa molto graziosa. Avrà avuto sui 23/25 anni non di più, capelli neri lunghi e ondulati, i lineamenti del viso regolari, tranne forse un’eccessiva sottolineatura delle labbra che erano dipinte con un rossetto particolarmente forte ma non volgare. Aveva sul risvolto della giacca un piccolo tesserino plastificato su cui era scritto il nome: Alice. A lei ho chiesto se poteva farmi vedere alcuni modelli di slip che desideravo comprare. Mi ha preso un paio di modelli e mi ha accompagnato in un camerino. Prima di andarsene mi ha detto “Torno fra pochi minuti con altri modelli, Lei intanto provi questi”. Tolta la gonna, incominciai a provarmi diversi capi. Dopo un po’ sento bussare ed era lei con una decina di modelli differenti. Il camerino era piccolo e la commessa appoggiate a terra le scatole si mise in ginocchio per aprirle e passarmi i vari slip. Intanto io provavo e riprovavo. Ad un certo punto Alice mi disse “Senta, perché non fa una cosa? per maggior comodità, si tolga pure i suoi di slip così vedrà meglio la misura che più è adatta”. Rimasi stupita inizialmente da questa richiesta, ma siccome ho una vena esibizionistica e non avendo pudori particolari a mostrarmi mi tolsi i miei slip rimanendo solo con la camicetta e le autoreggenti.
Non mi dispiaceva affatto vedermi allo specchio e nel contempo farmi guardare, anche se chi mi guardava era un’altra donna. Mi passò un paio di culotte da provare, poi uno slip veramente sgambato, poi ancora una mutanda alta, ma mi accorsi che i suoi movimenti si erano fatti lenti tra un cambio e l’altro e il suo sguardo indugiava spesso sul mio sesso. Mi misi un tanga ridottissimo e feci un giro su me stessa chiedendogli come mi stava. “è molto sexy” disse lei. Mi fece avvicinare con la scusa di mettermeli a posto e ne approfittò per sfiorarmi con la mano sul pube. Percepii un suo rossore sul viso e il respiro si era fatto più rapido. Oramai mi ero fatta prendere dal gioco e decisi di insistere. Nel successivo cambio mentre Alice lentamente riponeva un capo per darmene un altro mi avvicinai a lei con le gambe leggermente divaricate in modo che potesse vedere bene il mio sesso e alzai le braccia facendo finta di mettermi a posto i capelli. Lei alzò il capo e il suo viso si trovò a pochi centimetri dal mio sesso. “Ti piace? ” dissi e subito con le mani allargai le piccole e grandi labbra per mostrargli tutto il mio sesso. Sentivo il suo leggero ansimare sul mio sesso ed io ora ero completamente eccitata. Qualcosa di tiepido e umido mi risalì lungo l’interno della coscia, era la sua bocca. Mi aveva messo le mani sui fianchi e con la bocca iniziò il suo gioco. Partiva dall’inizio dalla calza autoreggente, risaliva lungo l’interno della gamba, si soffermava un attimo all’interno della coscia proprio tra il pube e la gamba, poi passava sul mio sesso solo sfiorandolo con le labbra e poi scendeva sull’altra coscia. E poi ricominciava. Non resistendo cominciai a toccarmi ma lei mi fermò dicendomi “Lo farò io, appoggia le mani sul muro, lasciati andare alle sensazioni”. Stavo quindi in piedi con le gambe divaricate e le mani al muro mentre lei continuava a solleticarmi con la sua bocca. Quando sentì con non avrei retto molto con le dita allargò del tutto il mio sesso e con la lingua iniziò a leccarmi le grandi e piccole labbra dal basso verso l’alto, quando raggiungeva la clitoride la sfiorava e poi ricominciava. Avevo cominciato a contrarmi ritmicamente e spingevo avanti il bacino e dovevo mordermi le labbra per non gridare. Con un sussurro, per non farmi sentire, gli dissi, la pregai di farmi venire. Allora scoprì completamente la clitoride e la solleticò un po’ con la lingua, poi ci appoggiò sopra tutta la bocca e iniziò a succhiarmi. Già ero al massimo dell’eccitazione ma sentire che lei con tutta la bocca mi succhiava letteralmente mi fece andare completamente fuori giri. Temevo di perdere il controllo e solo con un grande sforzo mi trattenni dal gridare dal piacere. Quando poi con le dita cominciò a frugarmi fra le mie natiche e sentii un suo dito penetrarmi con delicatezza, un’ondata di vampate di calore partì dal basso e mi esplose nel cervello. Cominciai a contrarmi senza controllo spingendo avanti il bacino mentre la sua bocca non si staccava dal mio clitoride e sembrava che volesse inghiottirlo. Spinse più a fondo il dito dietro e aumentò la suzione fino a quando con movimenti incontrollati dal bacino non venni. Dallo sforzo mi tremavano le gambe mentre lei si era messa dietro di me e mi stringeva forte le natiche e me le mordicchiava. Avevo sperimentato ad un livello parossistico quello che i francesi chiamano “petit mort”. Mi ci volle un momento per riprendermi e quando il mio respiro si fece regolare mi voltai e vidi che lei si era tolta i jeans e gli slip e mi guardava. Si avvicinò e mi mise la sua lingua in bocca mentre premeva i suoi fianchi contro i miei. Intanto sentivamo le voci nel negozio e temevamo che qualcuno arrivasse. Questo rendeva la cosa terribilmente eccitante. Lei mi disse che non avevamo molto tempo, era già un po’ che eravamo dentro il camerino e non potevamo rimanerci tutto il pomeriggio. Quindi mi mise le mani sulle spalle e mi costrinse ad abbassarmi sino a suoi fianchi. Non mi era mai capitato di vedere il sesso di una donna così da vicino. Certo, più volte mi ero guardata allo specchio nei miei giochi solitari ma prima di tutto era il mio sesso e poi lo vedevo solo di riflesso e non così vicino. Aveva un “crinis pubis” particolarmente folto e scuro e le labbra del sesso erano gonfie, turgide e il loro colore rosso spiccava in quella selva di peli scuri. Il suo bacino oscillava lentamente come in attesa della mia bocca. Mi avvicinai sempre di più. Un afrore di sudore, di mercato ittico mi giunse alla narici e sentii nuovamente crescere in me un’eccitazione. Le feci alzare la maglietta fino sotto ai seni e iniziai a baciarla a partire dall’ombelico, poi scesi lentamente con le labbra fino al suo sesso e lei emise un gridolino di piacere. Mi giunse sulla bocca un sapore nuovo, mai sentito prima che aumentava la mia eccitazione. Indugiai a lungo sulle sue piccole e grandi labbra solleticandogliele con la lingua e infine gli scoprii la clitoride, gliela presi fra le labbra, gliela succhiai, gliela mordicchiai. Il suo respiro si era accelerato e alzando lo sguardo vidi che si mordeva le labbra per non gridare. Al suo ansimare si era aggiunto un mormorio di frasi di cui capivo solo alcune parole “…. non smettere….. continua……. Ecco… così….. dai…… “. Dal suo sesso trasudavano continuamente umori che si mescolavano con la mia saliva ed avevo il viso completamente fradicio: Avevo aumentato il ritmo della mia lingua sulla sua clitoride e ad un certo punto mi spostai un po’ con il corpo in modo da potergli inserire due dita nella sua apertura, cosa che gradì molto. Sentivo tutti suoi muscoli che si contraevano ritmicamente e sempre più velocemente mentre il movimento della mia dita andava avanti e indietro. Poi presi la sua clitoride fra le labbra e senza staccarmi continuai a succhiare fino a quando non sentii “imprigionarmi” le mie dita fra le sue gambe in uno spasmo continuo e compresi che era venuta. Mi staccai di malavoglia, avrei voluto continuare, provare altre cose, ma le voci esterne si facevano sempre più vicine e temevamo di insospettire le altre commesse. Aveva il viso stravolto, ma gli occhi gli brillavano, gli chiesi di aspettare ancora un momento e rimasi a guardare affascinata il suo sesso che continuava ad aprirsi e chiudersi, rimasi lì a passare e ripassare la mia lingua ancora su quelle labbra ancora rosse d’eccitazione e bagnate di ogni sorta di umori e di saliva. Purtroppo il tempo era tiranno, si rivestì in fretta, mi disse di aspettare qualche minuto prima di uscire e poi velocemente tornò al suo posto. Rimasi da sola nel camerino. Ero frastornata ed eccitata. Mi misi davanti allo specchio ad accarezzarmi il mio sesso ancora tumido e umido di nuovi umori. Giocherellai ancora un po’ con la clitoride ed ero indecisa se andare fino in fondo e masturbarmi lì davanti allo specchio, ma poi decisi che l’avrei fatto a casa messa più comodamente. Mi rivestii e andai verso Alice con gli slip che avevo scelto. Lei ora era diventata molto formale e professionale. Mi fece pagare solo un paio di slip al posto di tre paia. Mentre pagai gli feci scivolare insieme al denaro un biglietto con il numero di telefono e gli sfiorai insistentemente le sue dita. Mi chiese se mi ero ritenuta soddisfatta dei capi scelti ed io gli risposi “Oh, sono molto soddisfatta, è proprio un bel negozio, credo che ritornerò presto” “Sarà un piacere servirla” rispose lei. Uscii dal negozio e una leggere brezza mi colpì il viso, mi incamminai lungo il marciapiede; continuavo a ripassarmi la lingua sulle mie labbra che sapevano ancora del sapore di lei e mentre avevo ancora negli occhi tutto quello che mi era accaduto dicevo fra mè e mè “Alice, Alice del paese delle meraviglie…….. “. FINE