In uno dei miei sogni erotici più ricorrenti, io abito, da solo, in una piccola palazzina e la mia vicina di casa è una stupenda ragazza, sempre pronta a soddisfare ogni mio più inconfessabile desiderio.
Era passato giusto un anno dalla mia ultima, breve ma disastrosa, relazione quando mi fu proposto di passare le mie 3 settimane di ferie in un maneggio. Io avrei fatto l’istruttore, in cambio avrei avuto vitto e alloggio. Da più di un anno non salivo su un cavallo ma l’idea mi piacque e accettai. Non avevo mai visto la montagna d’estate e ne rimasi subito affascinato. Mi ospitava una simpaticissima insegnante di Sanremo ed ogni giorno, senza bisogno della sveglia, i miei occhi si aprivano mezz’ora prima delle 7, incredibilmente, in un lampo ero pronto. L’aria frizzante di Limonetto mi dava una strana energia e, benché non rientrasse nei miei compiti, spesso partecipavo alla preparazione dei cavalli. Alle 9 avevano inizio le lezioni in maneggio, il pomeriggio era dedicato alle escursioni. Tra gli allievi, di tutte le età, molte ragazze, e tra loro…
Anna sembrava timida, richiedeva più attenzioni degli altri, diceva di saper andare a cavallo ma di aver paura a causa di un brutto incidente in cui aveva rischiato di perdere una gamba. Lei passava molto tempo al maneggio, anche se non aveva lezione, così entrammo in confidenza. Le dissi che nonostante le donne mi piacessero molto, la fiducia nei loro confronti era decisamente limitata e le raccontai della delusione subita l’anno precedente. Lei ricambiò dicendo di essere stata tradita dal suo fidanzato con la sua migliore amica e proprio mentre era in ospedale per la gamba. Una sera, piangendo, mi raccontò una incredibile serie di problemi familiari, di aver trascorso molti anni in collegio e, benché fosse stata fidanzata per molto tempo, disse di essere ancora vergine… e mi si strinse addosso. Mi limitai a baciarla, poi in silenzio rientrammo in paese. La sera successiva precedeva il giorno della sua partenza e lei mi chiese di uscire. Andammo a sdraiarci su una roccia in mezzo ad un enorme prato e dopo aver parlato un po’ disse di essersi innamorata di me e che anche se io non provavo la stessa cosa per lei l’avevo comunque resa felice. Già, io non provavo la stessa cosa per lei però mi piaceva, ero in “astinenza” da un anno e lei mi si sdraiò sopra pregandomi di stringerla… il mio livello di eccitazione arrivò alle stelle. Non fu facile ma, non volendo approfittare della situazione, riuscii a fermarmi prima di strapparle i vestiti di dosso. Restammo ancora un po’ abbracciati, poi ci separammo con la promessa di risentirci, a mente fredda, dopo le ferie, per capire se, e quando, rivederci. Il resto della notte lo passai a pensare a tutto quello che mi aveva raccontato, ai suoi 23 anni, ai miei 34, ai suoi problemi ed anche ai miei.
Chiamò all’inizio di settembre, il suo “ex” la stava tormentando e lei stava ultimando i preparativi per il trasferimento all’università di Siena. Disse che aveva una gran voglia di vedermi e volle sapere se anche a me andava, risposi di si, spiegandole però di non volere una relazione fissa. Lei annuì. Le settimane successive ci sentimmo spesso ed un giorno Anna, disse che aveva la scusa giusta per venire ad Ancona. Sarebbe rimasta da sabato pomeriggio a domenica sera, quasi due giorni a disposizione… E una notte… Che mi chiese di passare con lei in albergo. L’albergo aveva un aspetto gradevole e la camera confermò l’impressione di pulizia. In mezzo alla stanza spiccava il letto matrimoniale. Anna uscì dal bagno con un leggerissimo pigiama di seta e si infilò nel letto. Io, che il pigiama non lo sopporto proprio, uscii dal bagno con addosso solo gli slip. Non sono mai stato molto propenso ai rapporti più lunghi di una notte e questo mi stava dando un leggero senso di disagio, ma il disagio sparì non appena il calore del suo corpo si unì al mio. I messaggi trasmessi dai nostri corpi, separati solo da un filo di seta, diventarono sempre più eccitanti fino a che caddero tutte le barriere, fisiche e mentali. La notte passò tra baci e abbracci, confessioni, pianti, consolazioni e, naturalmente, sesso. Anna mi aveva sbloccato ed io ero felice ma…
Non avevo mai avuto una vergine e, a parte una notevole resistenza, non notai niente di strano. La mattina successiva mi svegliai presto e, visto che Anna dormiva ancora, decisi di fare una doccia. Quando uscii era sveglia, mi pregò di non sollevare le lenzuola perché era tutto macchiato di sangue!
? ? ? Sangue! Ma quale sangue? Io addosso non ne avevo traccia ed alzandomi non avevo visto niente. Anzi a pensarci bene non avevo neanche visto i segni del grave incidente alla gamba! Oh cavolo, un’altra racconta balle! Perché? E adesso? La smaschero subito o faccio finta di niente? Feci finta di niente in attesa di capire dove voleva arrivare. La domenica passeggiammo per la città stranamente deserta poi lei partì con il treno di mezzanotte. La mattina successiva mi chiamò da Milano, disse di essere ancora “dolorante! ? “, e disse anche di essere triste perché le mancavo già. Dopo alcuni giorni lei si trasferì a Siena, io, nel frattempo, avevo stabilito che raccontava un sacco di balle. Le possibilità erano due: o mi aveva preso per scemo o aveva dei problemi talmente grandi da riuscire ad autoconvicersi di ciò che diceva. Mi rifiutai di credere di essere stato preso per scemo. Ogni volta che partivo per Siena lo facevo con il proposito di chiarire la situazione e di offrirle il mio aiuto, se ne avesse avuto bisogno, ma immancabilmente il sesso prendeva il sopravvento e dal venerdì sera, o sabato mattina, fino alla domenica pomeriggio stavamo quasi sempre a letto. Stavo usando Anna come se fosse la ragazza del mio sogno, aveva iniziato a prendere “la pillola” ed io ogni volta mi spingevo più avanti, al punto di goderle dentro, a ripetizione e senza precauzioni. Lei non si lamentava mai e se si alzava dal letto, lo faceva solo per preparare il pranzo o la cena.
In novembre, a causa di non meglio identificati, problemi di convivenza, Anna cambiò abitazione. Nella sua nuova casa non avrebbe potuto ospitarmi quindi prenotai una stanza all’hotel Duomo. Sistemate le formalità in albergo andai da lei. Ci vollero pochi minuti e quando arrivai era sola.
Lo stabile era malridotto, l’appartamento angusto ed il suo nuovo letto piccolo e scomodo ma io l’avrei scopata anche per terra. Stavo quasi per godere quando le infilai un dito nel culo. Anna urlò, io tolsi il dito e le chiusi la bocca con la mia continuando a pomparla fino all’esplosione di sperma. Ci rivestimmo in fretta per non essere colti in flagrante poi parlammo di varie cose, ed anche di noi. Le dissi di avere l’impressione che la nostra storia fosse agli sgoccioli e lei rispose che effettivamente il nostro rapporto particolare le stava creando parecchi problemi, soprattutto per gli studi. Dopo cena le dissi che non mi sarei offeso se non fosse venuta con me in albergo e che, volendo, sarebbe potuta venire senza sentirsi in obbligo di fare sesso. Sorrise e preparò il beauty-case.
Entrati nel letto, tempo due battute, Anna si fiondò con la testa sotto le lenzuola… Mi piace essere stimolato con la lingua ma quello che mi faceva letteralmente impazzire erano le vampate di calore ricevute dal mio pene immerso nei suoi umori vaginali così, dopo un po’, me la tirai sopra. Cambiammo posizione più volte ed inevitabilmente finii per avvicinare il solito dito alla sua “porta posteriore” e, stupendomi ma non troppo, lei disse “Oh siii ti prego, fammi quello che vuoi”! Oh quanto me la sarei inculata volentieri, ma non lo feci e nel modo più classico la inondai di nuovo. Una volta rilassati, Anna, tenendomi stretto, iniziò uno strano discorso, fece dei lunghi giri di parole ed alla fine mi disse di essere incinta! Non sò quanto rimasi senza fiato e non ricordo nemmeno cosa dissi dopo, però ricordo bene che l’avrei strozzata quando ridendo mi disse di avere scherzato! Le mostrai il mio cazzo ristretto, rimproverandola di averlo ucciso ma lei, mettendoci sopra le mani, disse che non ci credeva. Infatti lo shock durò poco e ricominciammo da capo.
Aveva scherzato, ma nella mia testa erano entrati nuovi tarli e quella notte mi svegliai spesso con l’incubo di un figlio indesiderato. La mattina successiva, quando Anna aprì gli occhi, io le aprii le gambe e ripresi a pomparla. Le augurai il buongiorno solo dopo aver finito e lei rispose che le sarebbe piaciuto avere un buongiorno così, ogni mattina. Fu l’ultima volta, dopo la doccia la accompagnai a casa e ripartii.
Ci risentimmo ancora qualche volta al telefono, tentai anche di affrontare l’argomento “bugie” ma lei sfuggiva in ogni modo, a volte aggiungendone altre, poi un giorno mi disse di aver litigato con le sue coinquiline e che, purtroppo, avrebbe di nuovo cambiato casa. Alla fine di novembre sparì.
L’anno successivo, attraverso una ragazza conosciuta a Siena, riuscii a farmi chiamare. Volevo sapere come stava, disse di essersi tranquillizzata e ammise in modo generico i suoi comportamenti anomali, causati, secondo lei, dai suoi vecchi ed irrisolti problemi. Non glielo dissi ma non riuscii a crederle.
Mi capita spesso di ripensare a quel periodo e a tutti i rischi corsi in quei rapporti di sesso sfrenato. L’ho fatto inconsciamente ma sono stato un egoista, ho sempre cercato di godere il più possibile senza preoccuparmi di niente altro. Chissà se quando diceva di essere distrutta era sincera? La facilità con cui si eccitava aveva dell’incredibile, non facevo in tempo a metterle le mani tra le cosce che aveva già bagnato tutte le mutandine. Il suo liquido era talmente abbondante e viscoso che il rumore prodotto, dal su e giù del mio cazzo, sembrava più quello di uno sturalavandini piuttosto che il rumore di un amplesso. Non avevo mai avuto una così, non dovevo chiedere, quello che volevo fare, lo facevo e basta, dopo di lei non ho più provato quelle sensazioni.
Certo che se cambiando casa me la ritrovassi come vicina… FINE