Avevo 18 anni e conoscevo Caterina, che aveva la mia stessa età, da due; dapprima come conoscenza casuale, poi come migliore amica della mia ragazza. Pochi uomini potevano guardarla senza provare desiderio; aveva la più bella serie di tette che avessi mai visto: grandi, piene e sode, con quel genere di rotondità perfetta che tutti sogniamo; aveva un viso dal bell’ovale e capelli castani mossi e il suo culo stretto era il perfetto accompagnamento a quelle mammelle fantastiche. Molte notti mentre ero sdraiato sul letto pensavo a lei accarezzandomi il cazzo e sognando quelle tette, infatti devo ammettere che mentre fottevo la mia ragazza o la guardavo succhiarmi il cazzo, spesso fantasticavo che fosse la bocca di Caterina, la micia di Caterina, ed immaginavo che le sue belle tette fossero incuneate tra le mie cosce mentre mi succhiava o sobbalzassero mentre la chiavavo. Non dico che la mia ragazza fosse deficitaria in qualche maniera; Alice era una bella ragazza, con un piccolo viso particolarmente affascinante ed una bocca a cui piaceva succhiare.
Nessuno osservando la sua espressione contegnosa e l’atteggiamento perfetto avrebbe potuto indovinare che questo piccolo pulcino fosse una dinamo sessuale, adorava semplicemente il cazzo e avrebbe voluto succhiarmi e fottere ogni volta che fossimo rimasti soli. Per un ragazzo di diciotto anni che non aveva avuto quasi nessuna esperienza sessuale prima di allora, questo era un sogno che diveniva realtà. Il corpo di Alice era perfetto, come una scultura o un dipinto, e guardarla muoversi su di me mentre si trafiggeva sul mio cazzo duro era una cosa che mi sconvolgeva. Ciononostante non potevo fare a meno di pensare a Caterina ora e sempre. Quanto Alice era piccola e dalla pelle olivastra e perfetta, tanto Caterina era come un inserto centrale di Playboy. I grandi seni sodi, la vita snella e il culo stretto e rotondo non potevano sfuggire al mio desiderio, nemmeno se era meraviglioso fottere Alice. Erano amiche e non potevo rischiare di perdere il mio piccolo amore dato che Caterina aveva mostrato solo un interesse come amico per me, tuttavia il mio desiderio non diminuiva.
“La fantasia è innocua, ” ho pensato, “e allora perché non dovrei goderne? Non nascerà mai niente. ”
Era la festa di Capodanno che si svolgeva nella casa dei genitori di un nostro amico comune ed Alice era andata a visitare dei suoi parenti. Ci aveva detto che al paese aveva uno o due vecchi ragazzi ed io ero il tipico diciottenne paranoico , pur sapendo di sbagliare, la vedevo nella mia mente sdraiata su di un letto intenta ad esercizi “ginnici”. Non ero del mio miglior umore. E neppure Caterina lo era. È arrivata tardi alla festa ed indossava un vestito sorprendentemente fuori moda. Era sempre stata orgogliosa del suo corpo, specialmente del suo torace, che esaltava portando T-shirt strette e gonne corte. Quella sera indossava un informe vestito grigio che nascondeva ogni curva. Doveva aver pianto dal rossore che le si vedeva negli occhi e dal naso che colava leggermente, sicuramente non era una vista allettante. Era seduta sola sulla scala e questo era insolito in lei che era sempre circondata da ragazzi che cercavano di guardare nella sua camicia; ma quella sera non aveva nulla di sexy, e quindi non c’era alcun motivo di avvicinarla.
Ho sentito pietà per lei, evidentemente c’era qualche cosa di serio che la preoccupava. Mi sono seduto vicino a lei sui gradini e le ho domandato cosa c’era che non andava e prima che me ne accorgessi era appoggiata alle mie ginocchia e singhiozzava. Ho saputo che quello che era il suo ragazzo da 6 mesi l’aveva lasciata perché lei si era rifiutata di andare oltre il sesso orale con lui e lui aveva perso la pazienza. Mi dispiaceva per lei, pensavo a come si sarebbe sentita Alice se l’avessi lasciata, tuttavia sentivo il mio cazzo agitarsi alla sensazione della sua tetta contro la mia gamba. Le sue lacrime avevano cominciato ad attirare l’attenzione degli altri e Caterina era imbarazzata, così siamo andati in giardino e seduti vicino ad una siepe abbiamo parlato. Mi ha aperto il suo cuore per due ore buone e mi sono vergognato per essermi eccitato al suo contatto.
Gli piaceva la masturbazione ma non si sentiva pronta ad andare oltre. Lui era il tipico fusto maschilista, lei era troppo giovane per capire quanto effettivamente si preoccupasse di lei ed io ho cercato di farle capire come operano questi individui; le ho raccontato di come alcuni ragazzi parlano delle ragazze nello spogliatoio, di come scherzano sulle ragazze “ben dotate”, ma lei sembrava diventare sempre più triste. Alla fine l’aveva lasciata davanti alla porta di quella festa dopo aver litigato per tutta la strada. Mi sono offerto di accompagnarla a casa; la festa era al clou ed avevamo difficoltà a sentirci. Sulla strada di casa ho cercato di pensare a cosa dire per tirarla su di morale. Le ho detto che avevo sempre pensato che non sarebbe durata con quel tipo e che a scuola c’erano molti ragazzi interessati a lei, e così via, ma niente sembrava aiutarla.
“Sì, lo so, ” ha detto, “ma ci sono abituata. Quando hai un bel corpo hai sempre dei ragazzi attorno. Questo non vuol dire niente per me. ”
“Bene, tu rispetti la mia opinione? ” Ho domandato.
“Sicuro, naturalmente. Sei uno dei migliori ragazzi che io conosca. ”
“Allora, allora, se non ti dispiace voglio dirti una cosa che se non fosse stato per Alice, ti avrei detto molto tempo fa. ” Ho visto la sorpresa nei suoi occhi, e per fortuna c’era anche interesse.
“Mi sei sempre piaciuta, Caterina. Sei schietta ed è bello stare con te, avrei voluto essere il tuo ragazzo”. Sono sicuro che altri le avevano detto la stessa cosa, per cercare di entrare nelle sue mutandine, naturalmente; ma dovevo dirlo. È trascorso un momento di silenzio, poi ha cominciato a piangere di nuovo. Ho cominciato scusarmi ma lei ha alzato una mano per fermarmi.
“No, no, sei stato molto dolce. Ho sempre sperato… Non so. Dico solo che è bello sentire che tu come me… ” Era evidentemente agitata; quando siamo arrivati a casa sua ho visto che le luci erano tutte spente e che non c’era alcuna macchina eccetto la sua. I suoi genitori e la sorella non erano evidentemente in casa.
L’ho accompagnata alla porta attendendo che l’aprisse, poi stavo per andarmene quando mi ha domandato se non volevo una tazza di caffè o una bibita. Ho accettato, ma a quel punto ero sicuro che la sua offerta era innocente. Ci siamo seduti nel soggiorno su un grande divano, comodo, a bere caffè, ascoltare la radio e parlare, e la cosa è sembrata consolarla notevolmente. Ha aggiunto del bourbon al nostro secondo giro di caffè, e ha detto ridendo che quella sera quello che ci voleva era un irish coffee. Anch’io ho riso, ma non ho capito il riferimento. Cominciavo ad essere un po’ nervoso da quando avevo osservato che quando era ritornata coi caffè aveva anche sbottonato i primi tre bottoni del vestito ed i seni facevano amabilmente capolino; vedevo anche il pizzo del reggiseno. Il mio cazzo diventava spiacevolmente duro e l’ho scoperta mentre lo guardava più di una volta mentre versava altro bourbon nelle tazze.
“Non so dirti quanto mi hai fatto sentire meglio, ” ha detto con voce gorgogliante. Si è appoggiata indietro sul sofà e ha sospirato.
“Ad essere onesta, è bello non essere sotto pressione con lui che ti chiede di fotterti ogni cinque minuti. ” La nuova posizione ha fatto salire il vestito sulle cosce e potevo vedere la stoffa blu cielo delle mutandine. Penso di aver rantolato un po’ a quella vista e perché non avevo mai sentito Caterina parlare in quella maniera prima di allora, lei ha sorriso alla mia reazione.
“Alice mi ha detto tutto quello che fate voi due. Non c’è ragione per la quale non possiamo parlare di sesso, siamo amici, non è vero? ” Ho ingoiato con forza, questo era il soggetto dei sogni bagnati che avevo fatto nell’ultimo anno, ubriaca, che mi mostri le tette, ed infine parlare di sesso. Non so come ho fatto, ma ho appoggiato il caffè e ho detto
“Quindi non pensi che Alice resterebbe colpita se entrasse proprio ora, non è vero? ” Caterina è stata zitta per almeno un minuto, poi si è chinata in avanti e ha detto
“È via, Stefano, anche la mia famiglia è via. Nessuno può comparire. ” Aveva un viso serio ora e gli occhi le brillavano.
“Ti voglio, ho veramente bisogno di te. Lo so che è domandare troppo. ” Quella era la goccia che faceva traboccare il vaso. Avrei potuto potere resistere a una semplice seduzione, ma questo era troppo. Mi implorava. Mi sono chinato in avanti e l’ho baciata più delicatamente che potevo. Ho sentito la sua lingua carezzarmi le labbra e quando ho sondato con la mia le sue labbra, queste si sono aperte e ha preso la mia lingua profondamente nella sua bocca. Mi ha tirato lentamente finché non si è trovata sdraiata sulla schiena nelle pieghe del morbido sofà ed io la cullavo tra le mie braccia. Il nostro primo bacio è durato per almeno cinque minuti, mentre le nostre lingue e labbra si sondavano, si accarezzavano e si baciavano. Ho appoggiato la destra al suo seno sinistro e ho sentito il capezzolo gonfiarsi nel mio palmo.
Che capezzolo, sembrava una piccola pietra nella mia mano. Ha cominciato a succhiarmi la lingua come un cazzo, dentro e fuori, mentre si slacciava i bottoni del vestito e poi il fermaglio del reggiseno. Ho spinto via la stoffa e ho potuto osservare i più bei seni che avessi mai visto, compresi quelli pubblicati sulle riviste per soli uomini. Erano così rotondi e sodi e perfetti; le areole erano rosa e grandi ed i capezzoli erano in piedi e simili a bottoni. L’ho baciata scendendo lungo il collo, ho fatto correre la lingua sulla clavicola e poi ho preso in bocca un capezzolo succhiandolo affettuosamente. La sua respirazione è divenuta un poco più profonda e rapida e potevo sentire il suo cuore battere rapidamente mentre le massaggiavo un capezzolo e le succhiavo l’altro, poi cambiavo.
“Oh, Dio Stefano, è trooppooo bello. Um, fallo. Ohhhhhhhh” le sue parole si sono perse in un basso lamento e ho gettato uno sguardo al battito delle sue palpebre. Ho fatto scendere la sinistra tra le sue gambe, che lei ha aperte, per accarezzarle le ginocchia delicatamente. Le ho strofinato la micia attraverso le mutandine ed il suo respiro si è trasformato in un piccolo lamenta di delizia. Il mio cuore batteva come un treno merci. Ha agitato le anche quando ho tirato da parte le mutandine e ha lasciato che le mie dita le sondassero la micia.
Era calda e bagnata ed il suo respiro è diventato più profondo quando ho cominciato ad accarezzarle la clitoride col pollice e contemporaneamente le facevo un ditalino col medio. La micia era aderente al dito, Alice mi aveva detto che Caterina era vergine e, sebbene avessi fatto fatica a crederle, ho dovuto ammettere che era tremendamente stretta. Le sue anche oscillavano lentamente e ritmicamente al ritmo della mia mano che carezzava e sondava la sua piccola fica stretta; lei ha messo una mano dietro la mia testa e ha tirato la mia bocca di nuovo sopra il suo seno. Ho succhiato i capezzoli per qualche minuto e le sue anche hanno cominciato a muoversi gradualmente più velocemente, poi ha rantolato leggermente e ha spinto la mia testa verso la micia.
“Per favore… Oh, cazzo… mmmmmmmm, è così bello… Ah, Stefano. Ti dispiace… uhhhhh… succhiarmi la micia? Uhhhhhhhh… Conosco alcuni individui… a cui non piace… uuuuuuuhhhh. ” Le ho baciato l’ombelico e ho alzato la testa, i suoi occhi erano aperti solo un po’ e le ho fatto l’occhiolino. Li ha chiusi di nuovo e ha sorriso, poi ha cominciato lamentarsi ed agitare la testa avanti ed indietro. Ho tolto la mano dalla micia e le ho tolto completamente le mutandine. Lei si è morsa le labbra in attesa ed io ho avuto l’opportunità di baciarle la micia delicatamente. Si è morsa ancora le labbra e ha riso. Quel riso si è trasformato in un lamento quando ho cominciato a leccare le labbra della fica. Sono proprio molto bravo a scendere di testa. Alice era un’amante molto espansiva e nell’anno che eravamo stati insieme avevo imparato esattamente come eccitare una donna.
La micia di Caterina era bella, aveva alcuni ciuffi di peli ricci sopra la clitoride e labbra totalmente senza peli, proprio come piace a me. Le labbra della micia erano leggermente aperte e l’umore era distribuito nel buco. Ho preso il ritmo succhiando alternativamente le labbra e colpendo delicatamente con la lingua la clitoride mentre il mio indice dolcemente le sondava la micia. Quando ho pensato che fosse pronta per venire, ho preso la clitoride tra le labbra e ho cominciato a succhiarla e leccarla. Dopo pochi colpi immergevo la lingua nella micia poi, dopo una pausa, cominciavo di nuovo a leccare la clitoride. Per tre volte è stata vicina a venire, il suo corpo si è inarcato ed i suoi lamenti hanno raggiungono l’apice, e per tre volte mi sono tolto, leccandole dolcemente le labbra e salendo sino ad accarezzare i fianchi e la parte inferiore delle tette. Ogni volta che mi sono tolto si è lamentata e ha riso con un po’ di disappunto, ma sapeva quanto sarebbe stato bello quando l’avrei fatta venire completamente.
“Vuoi venire ora? “, ho domandato tra una leccata e l’altra.
“Ummmmmm, sì. Oh, sì. Voglio venire, veramente, ahhhhhhhhh, voglio venire. Che buona idea… Ahhhhhhhhhhh, fammi… ” io miravo al piacere. Ho cominciato a succhiarla sul serio, senza smettere. Gradualmente ho inserito un secondo dito nella micia e lei ha rantolato, ma le sue anche hanno cominciato ad agitarsi sempre più selvaggiamente. Ho sentito un piccolo contorcimento nelle sue anche e nelle ginocchia, e ho capito che era ora. Le ho succhiato la clitoride profondamente ed è venuta. Le sue cosce hanno stretto le ginocchia sulle mie orecchie quando ha avvolto le gambe intorno alla mia testa. Le sue anche si sono agitate ed hanno sgroppato selvaggiamente, come se cercasse di scappare, ma mi tratteneva su di se con le gambe. Il rumore che faceva era alto e dolce e proveniva dal fondo della gola.
Una sorta di un Mmmmm… mmmmmmmmmmmmmm che si è trasformato in un lamento gutturale quando le sue labbra si sono aperte. Mi piace guardare il viso di una donna che gode. Che amore, che gioia. Il viso di Caterina era completamente rapito mentre le succhiavo e leccavo la micia. L’ho fatta venire per almeno un minuto poi, quando il piacere ha cominciato a decrescere, le ho mordicchiato la clitoride delicatamente finché non è venuta di nuovo. Alla fine, dopo che l’avevo portata all’orgasmo tre volte, mi ha accarezzato i capelli, ha liberato la mia testa dalla presa delle sue cosce e ha detto “Ecco tutto quello che volevo, amore. Ah, dio, sei stato il migliore, il migliore. ” Il suo viso era tutto sorridente mentre mi abbracciava e mi baciava il viso. Mi aveva sbottonato la camicia e sentivo quelle tette enormi spingere contro il mio torace mentre mi stringeva. Dopo aver ripreso fiato, mi ha slacciato la cintura dei pantaloni e vi ha fatto scivolare dentro una mano. Mi ha leccato un orecchio mentre mi massaggiava il cazzo e bisbigliava
“Ti succhierò il cazzo finché non mi verrai in bocca, baby. Ti farò il miglior pompino che ti abbiano mai fatto. Te lo leccherò e succhierò finché non mi darai la tua sborra. Poi ti succhierò di nuovo con forza e penseremo a qualche cosa d’altro da fare. ” Non mi ha detto altro ed io osavo a mala pena sperare che con “qualche cosa d’altro” avesse voluto dire che l’avrei chiavata. Dopo tutto non l’aveva lasciato fare al suo ragazzo ed era vergine. Ho deciso per il momento di stare seduto e di godermi il pompino. Si è spogliata completamente poi mi ha fatto segno di alzarmi. La mia camicia è volata via e si è inginocchiata davanti me, mi ha tolto le scarpe e le ha gettate lontano, poi in una sola volta mi ha tolto pantaloni e mutande.
Non si può dire cosa fosse vedere quella bella ragazza in ginocchio di fronte a me, nuda, che mi toglieva i pantaloni. Il mio cazzo era, naturalmente, duro come il ferro ed è scoccato sotto il suo mento quando mi ha tirato giù le mutande. Mi ha accarezzato l’interno delle cosce con le unghie e ha cominciato a baciare la cappella delicatamente, amorevolmente, quasi castamente. I capelli morbidi che le incorniciavano il viso e l’espressione di totale attenzione nei suoi occhi mentre mi baciava il pene e mi strofinava le gambe era quasi sufficiente a farmi venire subito, ma io volevo resistere. Dopo un attimo ha cominciato a accarezzarmi il cazzo con una mano mentre prendeva in bocca la cappella e cominciava a farvi correre intorno la lingua, ancora così lentamente, attentamente, amorevolmente.
Sentivo ogni contorno della lingua e delle labbra mentre mi leccava, pizzicava, succhiava la testa ed il glande. Mi ha accarezzato delicatamente le palle con le unghie della destra, mentre tratteneva l’asta nella sinistra e accarezzava. Questo era paradiso, puro e semplice. La concentrazione di piacere era intensa e completa. Poi il campanello ha suonato. Io ero un po’ in panico ma Caterina ha reagito con calma, ha dato una leccata finale al cazzo, poi mi ha baciato con le braccia intorno al mio collo. Il cazzo le premeva sulla pancia quando mi ha bisbigliato nell’orecchio
“Probabilmente è lui. ” Mi ha pizzicato il lobo dell’orecchio poi si è alzata e si è diretta alla porta che distava solo tre metri. Molte cose mi attraversavano la mente. La domanda di chi ci fosse dall’altra parte della porta era in alto nell’elenco ma sicuramente in prima posizione vi era l’interruzione del miglior pompino della mia vita. Ho ascoltato. Il mio cuore balzava ma si è calmato quando ho compreso che lei stava guardando dallo spioncino e non aveva aperto. Sentivo una voce smorzata sull’altro lato della porta dire
“Caterina? Sei in casa? Su, apri la porta… ” È ritornata da me e mi ha accarezzato il cazzo alcune volte con la mano, sorridendo di un sorriso birichino. Ha bisbigliato
“Andiamo nella mia camera da letto, così saremo più comodi. Questo può aspettare un momento. ” Non ho capito se “questo” era riferito al pompino od al suo ex ragazzo che bussava insistentemente alla porta. Come per rispondere alla mia domanda non profferita, letteralmente mi ha fatto attraversare la stanza tirandomi per il cazzo e mi detto
“Hai un tale bel cazzo, non voglio fare in fretta. ” Il cazzo si era ammosciato leggermente per il pericolo percepito, ma la visione di lei nell’atrio illuminato dalla luna, le piccole natiche strette che sobbalzavano mentre camminava davanti a me, la sua mano che delicatamente mi stringeva il cazzo mentre camminavamo, penso me l’abbia fatto aumentare di tre centimetri. La stanza era leggermente illuminata dalle luci della strada attraverso le tende sottili.
“Potrebbe venire alla finestra, ” ha bisbigliato, “ma non ti preoccupare. Non è sicuro che io sia qui e non c’è alcuna possibilità che quel cazzone entri. Ora, ” ha detto spingendomi sul letto.
“Sdraiati sulla schiena e lascia che Caterina succhi il tuo bel cazzo. ” L’ho fatto, naturalmente. Lei ha messo un cuscino dietro la testa, chinandosi su di me per aggiustarlo ed io le ho dato un’altra succhiata ai capezzoli per buona misura. Poi mi ha aperto le gambe e si è sdraiata sullo stomaco tra di loro. Era proprio come avevo sognato, tanto simile al sogno che per un momento, grazie alla luce misteriosa ed alla perfezione della situazione, ho pensato che si trattasse ancora di un sogno. Mi ha baciato il cazzo dalla base alla punta, sotto la cappella, poi ha fatto turbinare la lingua sopra la testa e l’ha presa in bocca.
Tutti i pensieri di sognare hanno lasciato la mia mente alla sensazione dello scivolare della bocca sul cazzo mentre la lingua si muoveva da un lato all’altro. Di nuovo è scesa lentamente applicando la quantità giusta di suzione e pressione da farmi sentire ogni papilla sulla sua lingua ed ogni vena sul mio cazzo. Alzava ed abbassava lentamente la testa ed ad ogni discesa potevo vedere il suo culo stretto, laggiù tra le mie caviglie, ed ad ogni salita potevo vedere i suoi bei seni, schiacciati l’uno contro l’altro ad enfatizzarle la rotondità. Ed ad ogni colpo lei sospirato di piacere. Dopo una dozzina di profonde carezze, ha alzato la bocca dal cazzo e ha cominciato a leccare e baciare di nuovo la parte inferiore, la sua sinistra mi accarezzava la pancia, poi ha succhiato ognuna delle mie palle delicatamente e ha accarezzato l’asta con la destra. I nostri occhi si sono incontrati di nuovo quando ha alzato la testa per riprendermi in bocca e mi ha soffiato un piccolo bacio. Ha stampato sulla parte inferiore del mio cazzo un bagnato bacio di lingua e con gli occhi semi chiusi aveva l’espressione più sexy che avessi mai visto. A quel punto ha ripreso con colpi profondi muovendo la lingua da una parte all’altra sulla parte inferiore del cazzo. Non è possibile descrivere una sensazione così.
Era incredibile. Ha preso il ritmo. Una dozzina di profonde carezze, poi ha leccato e baciato l’asta e le palle, quindi altre carezze, altre leccate. Ogni volta che saliva succhiava un po’ più forte e ben presto ho sentito la sua saliva sgocciolare dalle mie palle sopra le lenzuola. La sesta o settima volta che ha guardato in su dalle mie palle, ho osservato i suoi occhi allargarsi per la sorpresa e soffocare una piccola risata. Ho guardato sopra la mia spalla e ho visto la silhouette del suo ex ragazzo che con le mani a coppa intorno al viso cercava di sbirciare attraverso la finestra. Non si capiva se vedesse qualche cosa attraverso quelle tende sottili, ma lei ha ripreso a succhiarmi con vigore rinnovato e mi è sembrato di sentirlo dire
“oh, merda” prima di sparire nella notte. Forse era solo adirato che non fosse in casa, ma dal tono della sua voce potevo scommettere che aveva intravisto l’immagine di Caterina che succhiava il cazzo di un altro uomo. C’è la giustizia, ho pensato. Caterina ha alzato la bocca dal mio cazzo, si è leccata le labbra sensualmente e ha detto
“Sei pronto, Stefano? Vuoi venire nella mia bocca ora? ” Ha sorriso, ed io ero, infatti, dannatamente pronto.
“Uh huh” è stato tutto quello che sono riuscito a dire e lei ha sorriso e si è messa in ginocchio. “Facciamo sul serio allora” ha detto e mi ha posizionato le mani in maniera che fossi in grado di spremere ed accarezzarle le tette mentre mi succhiava. Questo era comportarsi seriamente. Dal primo colpo ho visto cosa era per lei questa nuova angolazione, ora prendeva il mio cazzo, completamente giù in gola. Non me l’avevano mai preso in gola prima di allora. Ha cominciato a prenderne un centimetro, poi sempre di più, l’ha preso tutto in bocca, ci turbinava sopra la lingua, giù nella gola. Le sue mani erano ai lati delle mie anche, si sosteneva ed io accarezzavo, spremevo e toccavo col palmo le sue tette mentre la sua testa si agitava sempre più velocemente. Questo non è durato a lungo; ho sentito l’orgasmo cominciare dalla base della spina dorsale, salendo rapidamente attraverso le palle e nell’asta. Proprio in quel momento, proprio prima di venire, quando la pressione era al massimo, ho detto
“vengo” in un bisbiglio gutturale. Caterina ha preso il cazzo completamente in gola e ha dato alla parte inferiore una lunga, forte carezza con la lingua mentre succhiava. E sono venuto. Lei ha cominciato a lamentarsi, poi il torrente furioso della mia sborra le ha allagato la bocca. Ha ingoiato una volta, due volte, poi si è tirata indietro e ha inspirato stando sulla punta del cazzo. Pulsava ancora, spediva ancora sperma nella sua bocca ed un po’ ne usciva anche. In poco tempo il mio cazzo ha cominciato ad abbassarsi e l’ha lasciato scivolare fuori dalla bocca per poter leccare la sborra che era finita sui miei peli pubici e sopra le mie palle. Ha leccato il cazzo per pulirlo ed è tornato semi duro di nuovo, poi baciando è risalita sino al mio viso ed è scivolata accanto a me. La sua destra era dietro alla mia testa, la sinistra mi accarezzava il torace.
Ero quasi incosciente, ma ero completamente consapevole delle sue carezze, le sue mammelle erano schiacciate contro il mio fianco, e del fatto che il mio cazzo cominciava ad indurirsi di nuovo. Il suo viso era schiacciato contro il mio orecchio, la sua lingua delicatamente lo scandagliava. Ho sentito il suo respiro accelerare quando ha cominciato a giocare col mio cazzo usando la destra. Masturbava l’asta lentamente, ha alzato la testa e ha guardato il mio cazzo crescere gradualmente alla sua lunghezza completa. Accarezzavo dolcemente i peli della micia con la punta di un dito della destra mentre le stringevo con la sinistra le piccole natiche strette. Siamo stati sdraiati a lungo, i suoi occhi erano sbarrati e nervosi mentre accarezzava il mio cazzo ora rigido. Sembrava cercasse di venire ad una decisione, ma quando le mie dita accarezzavano la sua clitoride, il suo respiro diventava un piccolo rantolo ogni volta che colpivo il suo piccolo bottone. “Non sono mai andata sino in fondo, ” ha detto finalmente, girando il suo viso verso di me, gli occhi dentro i miei.
“Sono un po’ spaventata, ma lo voglio. Voglio che tu mi chiavi. Mi hai tanto eccitato… Io… ” Ha chiuso gli occhi e ha seppellito il viso nel mio torace, raddoppiando gli sforzi sul mio cazzo e carezzando la mia mano che la scandagliava. Dolcemente l’ho spinta sulla schiena e mi sono inginocchiato tra le sue gambe. Lei me le ha aperte esponendo le labbra rosa della micia che sembrava tanto piccola. Pensavo a quanto doveva essere stretta ma ho anche osservato che aveva chiuso gli occhi e si mordeva le labbra.
“Non aver paura, Caterina, ” ho detto, “Lo faremo molto piano. Non ti farò male. Prometto. ” Mi ha guardato con uno sguardo che diceva
“Ti credo, ho fiducia in te” e ha accennato col capo leggermente. La sua micia era estremamente bagnata ed il mio cazzo era più duro di quanto fosse mai stato. Delicatamente ho spinto dentro solo la testa, poi l’ho tirata fuori e ho strofinato i suoi umori sulle piccole labbra perfette, accarezzando la clitoride con la punta del cazzo. Di nuovo ho spinto dentro la testa, l’ho mossa un po’, poi l’ho tirato fuori e ho accarezzato la clitoride. I suoi occhi erano di nuovo chiusi e teneva il labbro inferiore tra i denti, ma questa volta lo sguardo era di desiderio, non di paura. Ho messo di nuovo la testa dentro di lei e lei ha alzato il culo dal letto, forzando il mio cazzo un po’ più profondamente. Ho messo una mano dolcemente ma fermamente sulla sua pancia e l’ho spinta giù.
Ha sorriso e si è lamentata un po’ poi ha rantolato un po’ quando ho spinto il cazzo a metà dentro di lei. Era così stretta e calda. Stavo per venire subito ma ho resistito e ho aspettato che la pressione si abbassasse. Essendo già venuto una volta nella sua bocca riuscivo a trattenermi, sono sicuro che contrariamente non sarei riuscito. L’ho chiavata a metà per una dozzina di colpi tenendola giù con la mano sulla sua pancia, poi ho tolto di nuovo e ho strofinato le sue labbra ed il clitoride. Il suo corpo si scuoteva e ho capito che era vicina a venire.
“OK Caterina, ” ho detto, “penso che tu sia pronta, ” e ho cominciato a spingere il cazzo completamente dentro di lei. L’ho rimesso dentro a metà strada di nuovo e ho cominciato una lunga, lenta carezza, ogni volta impercettibilmente più profondamente. Nel frattempo le accarezzavo la clitoride col pollice facendo dei piccoli cerchi e mantenendo la pressione. Ho sentito i muscoli delle sue cosce tendersi, la schiena ha cominciato ad inarcarsi ed un alto e morbido piagnucolio usciva dalla sua gola. Ha cominciato a venire e come ho sentito il suo caldo, dolce fluido sommergermi il cazzo, l’ho spinto dentro completamente. Ho sentito l’imene rompersi, ma l’intensità dell’orgasmo ha superato il dolore e ha cominciato a sgroppare le anche ed alzare il culo ad incontrare i miei colpi. Sentivo la sua micia incredibilmente stretta e sembrava come se fosse la prima volta per me, come se una fica non fosse mai stata avvolta intorno al mio cazzo prima di allora. Il suo orgasmo è aumentato e ha rantolato
“Oh beeellooooo” mentre la sua micia mi stringeva il cazzo e teneva il suo culo tremante in aria. Il suo orgasmo ha cominciato a diminuire, così ho intensificato le mie spinte e mi sono abbassato a succhiarle i capezzoli eretti. È venuta di nuovo, questa volta sibilando attraverso i denti e tirando la mia testa al suo seno. Ho sentito che ero arrivato al limite e ho detto
“Sto per venire, sarà meglio che lo tolga. ” Lei ha tirato il mio cazzo profondamente dentro di lei e mi ha trattenuto là con le gambe avvolte intorno alla mia schiena. Mi ha messo una mano sulla schiena e ci ha fatti girare, così ora lei era sopra di me, coi capelli che le pendevano mollemente sulle tette. Si è alzata sino a quando il mio cazzo non è stato quasi completamente fuori della sua micia, poi lentamente è scivolata giù. La sua mano ha afferrato la base della mia asta mentre faceva più volte lo stesso movimento. I suoi occhi erano chiusi ed aveva un’espressione di concentrazione completa sul viso. La sensazione era incredibile, ma sapevo che non sarebbe durata a lungo.
La sborra ha cominciato a bollire salendo dalle mie palle e lei deve averlo sentito perché a tirato fuori il cazzo ed è scivolata giù a prendere di nuovo il mio carico in bocca. Sono venuto con cinque lunghi spruzzi, ho emesso un lamento lungo e profondo e gli ha risposto uno dei suoi, le vibrazioni nella sua gola erano fantastiche. Siamo rimasti sdraiati per alcuni momenti, il mio cazzo che si ritirava nella sua bocca, le sue mani che mi accarezzavano le gambe, le sue lacrime che cadevano lentamente sulle mie cosce. Finalmente si è mossa verso il mio viso e ci siamo abbracciati strettamente per un periodo che deve essere stato un’ora. Alla fine ha detto
“È stato proprio come avevo sempre sperato che fosse. Non lo dimenticherò mai. Dio, com’è stato bello. ” Più tardi ho chiamato i miei genitori e ho detto stavo da un amico. Ho dormito con Caterina tutta la notte, un sonno profondo, pacato. Penso che avevamo raggiunto un stato di calma che non avevamo provato da lungo tempo. Abbiamo fatto l’amore di nuovo la mattina, poi abbiamo fatto la doccia insieme. Ho preparato la colazione e lei mi ha fatto un altro pompino:
“Ho finito per prima di fare colazione e la mia bocca non ha nulla da fare” ha riso. Abbiamo chiavato sei volte in quel week-end e ci siamo succhiati l’un l’altro innumerevoli volte. Non sono venuto mai venuto tante volte in un giorno ne prima ne dopo di allora. Quando ci siamo lasciati ambedue sapevamo che tutto era finito; Alice ritornava e Caterina ed io non eravamo innamorati. Ma era stato un momento che né l’uno né l’altro avrebbe mai dimenticato, ed inoltre mi ero fatta un’amica che non avrei più perso, anche dopo che Alice ed io ci siamo lasciati. Più di una volta trovandoci con altri amici o in altre occasioni, ci siamo ritirati in qualche luogo nascosto a goderci una sveltina o a succhiarci. Sono passati più di dieci anni ma è bello sapere che riusciamo ancora ad eccitarci per il nostro amico del cuore. FINE