Accidenti, bloccata in casa perché il nonno non poteva essere lasciato solo.
Ha un febbrone da cavallo, causato dalla doccia imprevista che l’altro giorno ha inondato la città. Il nonno ha 69 anni (ehm, ehm), un vecchio pensionato, per niente interessante. La nonna c morta da circa 10 anni, e
lui c rimasto in casa nostra, in verità non da nessun fastidio, autosufficiente, non borbotta mai, qualche volta molla un deca, insomma un classico nonno da 8+.
Ormai sono le 10, i miei non torneranno prima di mezzanotte, il nonno dorme, ed io devo trovare un sistema per passare il tempo. A 20 anni, con un boy friend lasciato da due mesi, mi sento come un pesce fuor d’acqua, decido di rimettere in ordine lo studio, ed ecco che riordinando la libreria del nonno trovo, ben nascoste da un mucchio di libri, un fascio di riviste porno.
Comincio a guardarle con interesse, le foto non sono perfette, non c play boy o Hustler, con delle donne statuarie, queste sono molto ordinarie, non
giovanissime, capelli disordinati, qualche chilo di troppo, volti da troia.
Anche gli uomini non sono dei modelli, grassi e brutti, non sempre giovani,
insomma sono proprio le riviste che più di tutte mi fanno arrapare. Guardo
le foto sempre con maggiore interesse, e la mano corre in mezzo alle mie
gambe. Sono seduta alla scrivania, con una mano scosto il lato della mutandina ed il dito sprofonda in un lago. Sono due mesi che ho lasciato Roberto, per cui sono affamata di sesso. Continuo a tormentarmi il grilletto
sfogliando le pagine della rivista. Il dito non mi soddisfa, ho bisogno assoluto di un cazzo che mi sfondi. Mi guardo attorno, e sulla scrivania vedo la zannetta di avorio che mamma comprò in Kenia l’anno scorso. Sono buoni 35 cm di lunghezza e 8 cm di larghezza. Non penso alle dimensioni, ma solo al fatto che ho un disperato bisogno di un cazzo che mi trapani e mi faccia ritrovare la pace. Lascio aperto uno dei giornali al paginone centrale, dove c immortalata una gigantesca sborrata sulla faccia e sulle tette di un transessuale con un cazzo durissimo, e scostandomi anche l’altro lato della mutandina comincio a tormentarmi l’ingresso della mia micina con la statua di avorio. Comincio a gemere sempre piu forte, mentre continua a strusciarmi quel dildo improvvisato sul clitoride, e finalmente sento l’orgasmo che monta dalle visceri. Quando sento di essere sul punto di scoppiare e di non farcela più, con un colpo secco infilo l’avoria nella vagina “aaahhhhhhhh, che bello! ! ! ! ! Come c lungooooooo lo voglio tutttttooooooo nella figaaaa ssssiiii sborroooooo”. Con l’avorio ancora nel ventre mi accascio sulla scrivania ed aspetto la fine dell’orgasmo.
Improvvisamente “piccola stai male? Ho sentito che ti lamentavi” Accidenti, è il nonno, che svegliato dai miei mugolii si c alzato ed c venuto nello studio. Improvvisamente si rende conto della situazione, i giornali aperti sulla scrivania non mi danno scampo. è confuso per avermi trovato in quelle condizioni, e perché ho scoperto il suo piccolo segreto. La mia faccia alterata dall’orgasmo gli deve aver fatto un grosso effetto, vedo tra le sue gambe un gonfiore che non lascia adito a dubbi. Di nuovo quel morso alla bocca dello stomaco ! La figa c ancora in fiamme, mi alzo, mi avvicino al nonno e senza lasciare il tempo di dir nulla gli infilo la mano nelle mutande. La sua pelle brucia, forse c la febbre, il suo calore mi eccita ancora di più. Sento nelle mani un cazzo mostruosamente grande e deforme. Lo tiro fuori dai pantaloni, la cappella c incredibilmente rossa e lucida, e sembra volere esplodere da un momento all’altro. Mi inginocchio davanti al nonno, che c rimasto senza parole; il pube ha pochi peli bianche, ma le palle sono gonfie a dismisura e dure come un pallone di basket.
Meccanicamente comincio a menargli il cazz0.. Lo sento mugolare mentre comincia a spingere il bacino verso la mia bocca che rimane ben serrata.
Voglio solo farlo venire con le mani, non mi va farlo godere in bocca, si tratta sempre di mio nonno. Saranno i suoi intensi movimenti o le sue invocazioni, ma sento il calore farsi largo nuovamente tra le mie cosce.
Meccanicamente comincio a baciargli il glande ed avvolgerlo sempre di più con la lingua, ho ceduto. Il nonno infila una mano nel mio reggiseno ed
inizia a pastrugnarmi le tette. “Che belloooo grazie Mina, erano anni che non godevo tanto. Ti prego continua a menarmelo. Ohhhh siiii continuaaa cosiiii, stringilo di piuuu ti pregoooooo” e di nuovo “Ahh non cose veloce, sssiiiiii, fallo scorrere tuttooooo”. I mugolii del nonno mi hanno infoiata tutta, e perdendo ogni ritegno comincio a succhiargli il cazzo come una forsennata. Sento che l’orgasmo del nonno sta arrivando e cerco di finirlo con le mani, ma non c’c verso, il nonno animato da una improvvisa forza mi blocca la nuca continuando a pomparmi la bocca. Sento il glande che mi scende quasi in gola, ed improvvisamente l’esplosione “aaaaahhhhhhh sborrrroooooooo, ingoia tutto piccola miaaaaa” Cerco di sfuggire all’assurda imposizione, ma la bocca c satura di sborra che sono costretta ad inghiottire “uurgghhhh mmmmmm ahahahaha”. Finalmente sento in bocca che il cazzo riprende le dimensioni normali, e finalmente posso respirare. Mi passo il dorso della mano sulle labbra, e mi rendo conto che sono piene di sborra.
Provo un sentimento misto di schifo e di eccitazione. Mi vedo come le modelle delle riviste che sono sul tavolo. Ho soddisfatto il vecchio porco, ma mi rendo conto che la mia micina reclama ancora il suo pasto. Il nonno barcolla sulle gambe, non ha il coraggio di guardarmi. Sono io a rompere il
ghiaccio, “guardami, sono la tua troia, ti ho fatto sborrare, ma adesso tocca a me”. Un lampo si riaccende negli occhi del nonno, anche se il suo uccello non da ancora segni di vita. Mi tolgo la maglietta ed il reggiseno e vengono fuori le mie poppe. Sono enormi e ritte. Ci sputo sopra la sborra che mi c rimasta in bocca e comincio ad impastarle. Intanto mi tormento la
figa sullo spigolo del tavolo dicendo al nonno “dai, stasera sei il mio uomo, lo voglio, voglio il tuo cazzo, stasera mi devi fottere senza alcun ritegno. Voglio sentire il tuo cazzone scavare nella mia topina, voglio che mi allaghi di sborra. Sei un vecchi porco ed io una verginella che non vuole essere sfondata. Voglio essere tua, fottimi, ti prego fottimi, fammi godere come io ho fatto godere te”. Lo spettacolo osceno, e la lunghissima astinenza fanno il loro effetto sul nonno. Il suo cazzo comincia a ridare segni di vita. Avvicino le mie tette al suo cazzo e comincio a massaggiarlo
in maniera libidinosa, mentre con la lingua struscio il filetto del suo glande. Finalmente lo sento che riprende una dimensione ragguardevole. Devo stare attenta a non farlo venire troppo presto. Quando le dimensioni raggiungono il loro splendore, comincio a guardarlo. è un cazzo bellissimo, e spaventosamente osceno. è irregolare, non lunghissimo, ma che riempie per la sua circonferenza. Mi siedo sulla scrivania spingendo il pube verso l’esterno e tiro l’uccello del nonno verso la mia figa. Ma c lui che inizia a giocare come il gatto al topo, si limita a strusciarlo sulla figa dicendomi “ti piace il cazzo, vero porcona, dimmi la verità quanti cazzi hai preso nella figa, ne hai mai visti di cose grossi ? Ma se lo vuoi devi implorarmi” ” Si nonno, dammelo subito, fai godere la tua nipotina, dai che
lo desidero da morire, sfondami tutta” Ma ad ogni tentativo di avanzare per alloggiare il suo cazzo nella mia figa, il nonno si ritraeva. Ero sempre più arrapata, “lo voglio alla pecorinaaaaa, dammelo subitoooo”, e mi girai pancia in giù sul bordo della scrivania. Non so se fu un errore, o una scelta dell’inconscio. Il mio culo era in tutto il suo splendore alla portata della devastante mazza del nonno, che cominciò a stantuffarmi senza alcun ritegno nella figa “siii, prendilo tuttoooo nella figaaaa, ahahahah come godoooooo”. Mentre mi pompava mi resi conto che aveva preso dalla scrivania la mia crema per le mani, ed aveva cominciato a lubrificarmi il culo. Aveva delle mani deformate dall’artrite, ma le dita storte che mi sfioravano il culo mi davano un piacere immane. Volevamo entrambi la stessa cosa, ma non osavamo. Toccava però a me fare la prima mossa, cominciai quindi ad implorarlo “dai nonno, dai ti prego chiavamiiiiii, sfondamelaaaaa non ce la faccio piuuuuu voglio godereeeee il cazzooooo, lo voglioooo” Il nonno aumentava il ritmo, mentre con le dita mi allargava lo sfintere “dai piccola prendilo tutto nella tua caverna, che bello cavalcartiiii”.
Sflilarlo dalla figa e portarlo sul buco del culo fu tutt’uno. Ebbi un attimo di terrore perché nessuno mai me lo aveva messo in culo “no nonno nooooo nel culo nooooo ti prego sono vergineeeeee NOOOOO NOOOOOO AHAHAHAHA”
Dai troia prendilo e non dire nulla, siiiiiiii che culo burroso che haiiiiii” Il piacere prese il posto del dolore e venimmo insieme. Fu una esplosione “ahahahah riempimim tuttaaaaa sborrooooo, godooooooo, sssisisisiiiii” ed il nonno rovinn sulla mia schiena e giacemmo alcuni secondi sulla scrivania. Quando mi rialzai, sentivo la sua sborra che mi colava lungo le gambe, la raccolsi tutta spalmandola sulle tette, ed imponendo al nonno di leccarla gli dissi “dai vecchio porco, succhiami i capezzoli, puliscimi della tua brodagliaaaa”. Dal canto mio, giratami in un 69 succhiavo le ultime gocce di sborra da quella che era tornata ad essere una misera e vecchia appendice in mezzo alle sue cosce.
I miei tornarono a casa alle 23. 30 e ci trovarono ciascuno nel suo letto a dormire come angioletti. Ma se io sorridevo nel sonno era solo perché pensavo alla mia futura attività di infermiera del nonno ! FINE