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Il secondo uomo della mia vita

I messaggi continuano.
Quasi tutti sono messaggi di apprezzamento, di complimenti, di ringraziamenti per l’eccitazione che la lettura dei miei racconti ha regalato.
Solo un tipo, un cafone, continua ad inviare mails in cui dubita della veridicità delle mie storie, del mio stesso essere donna.
Problemi suoi.
A me fa piacere ricevere queste che giudico testimonianze di affetto.
Mi fa piacere ricevere voti ed apprezzamenti.
Anche per questo motivo – oltre che per il mio piacere personale – continuo a raccontare le mie storie. Le storie della mia vita sessuale.
Storie piacevoli, storie che è bello ricordare.. .. Almeno per me..
Una precisazione a questo punto: sto raccontando storie mie, momenti della mia vita sentimentale e sessuale, momenti importanti.
E lo sto facendo per il puro piacere di ricordare e di raccontare.
Non perché mi sia rimasto solo il ricordo, tutt’altro.
La mia vita sessuale è molto intensa .. . quella sentimentale un po’ meno .. . ma solo per mia libera scelta .. .
Le proposte di unione stabile o di matrimonio non mi sono mai mancate .. . ma non mi interessano, perlomeno in questo periodo della mia vita.
Mi piace raccontare e raccontarmi .. .
La lettura dei racconti apparsi su questo sito mi ha dato piacere.. . mi ha spesso eccitata .. .
Alcuni soprattutto.
Questo mi ha fatto scoprire che scrivere le mie storie, saperle lette, magari apprezzate, ricevere mails .. . mi dava ancora più piacere .. . mi eccitava ancora di più .. .
Quindi posso solo continuare.. . e ringraziare Francesca, ovviamente .. .
Dopo quel viaggio a Cagliari qualcosa dentro di me cambiò.
Fino a quella notte il sesso era stato per me indissolubilmente legato all’amore, all’amore verso Paolo.
Per la prima volta avevo provato e conosciuto il piacere fine a sé stesso.
Addirittura con una persona del mio stesso sesso.. ..
Una persona che mi piaceva, per la quale addirittura provavo una forte attrazione fisica ed intellettuale, ma una persona diversa da quella che amavo.

Ne rimasi sconvolta.
Non riuscivo a comprendere i motivi del mio comportamento, delle reazioni del mio corpo.
Come e perché avevo potuto provare piacere tra le braccia di una persona diversa da Paolo, quello che ritenevo essere l’uomo della mia vita.. . addirittura tra le braccia di una donna.. .

Ci pensai a lungo. Ne parlai con Paolo, ovviamente.
Nonostante lui cercasse di tranquillizzarmi, rimasi per molto tempo sconvolta da quella notte a Cagliari.
Non riuscivo neppure a confidarmi con Giorgia e Stefania.
Era la prima volta che capitava una cosa del genere, ma avevo molta paura del loro giudizio.

Rimasi a lungo turbata.
Anche perché non finì lì.
Caterina mi intrigava profondamente ed il ricordo di quello che avevo fatto e provato quella notte con lei e Paolo mi faceva sentire molto legata a lei.
Lei sapeva qualcosa di me che non avevo il coraggio di raccontare a nessun altro.
A partire da questo segreto, sviluppammo un rapporto molto intenso, un rapporto nel quale la complicità e la condivisione dei nostri segreti costituivano un cemento potentissimo.
Ed oltre alla complicità ed alla condivisione .. . il piacere provato, i lunghi ed interminabili orgasmi che quella donna mi aveva regalato.
E poi Caterina era l’unica persona, oltre a Giorgia e a Stefy, che conosceva la mia relazione con Paolo.
L’unica persona che, essendone stata l’amante alcuni anni prima di me, poteva capire quello che io provavo per lui, le mie emozioni.
Le mie delusioni, ogni volta che Paolo non poteva stare con me.

Il mio turbamento aumentava la mia fragilità, già messa a dura prova da un rapporto come quello con Paolo.
Era molto difficile, per una ragazzina di ventun’anni reggere una situazione come quella.
Paolo era un uomo stupendo da tutti i punti di vista.
Ma non era un uomo solo mio. Giorgia, Stefania, le altre mie compagne di università vivevano degli amori ordinari, amavano ragazzi nostri coetanei, con cui studiavano, andavano al cinema, si vedevano il pomeriggio, passeggiavano nei parchi o sul corso.. . Io vivevo una stupenda storia con un uomo favoloso .. . ma era una storia clandestina .. .
Facevo molta fatica a dividerlo con sua moglie, con il suo lavoro, con la quantità di persone che lui frequentava.
Soffrivo nell’essere costretta a nascondere il mio amore per lui.
Soffrivo quando non potevo vederlo. Soffrivo nel non poter vivere tutte quelle piccole e banali esperienze che per le mie amiche erano cosa di tutti i giorni.

E Caterina era l’unica persona a cui potevo confidare le mie sofferenze.
Non facemmo più l’amore da quella notte, quasi si fosse creata tra noi una sorta di barriera invalicabile.
Ma il nostro rapporto crebbe di intensità, di tenerezza, di affetto.. .
Insieme a Giorgia e Stefania era diventata una presenza importantissima per il mio equilibrio affettivo e personale.
Paolo si recò all’estero per alcuni giorni.
Un convegno.
offrivo per la sua mancanza e perché sapevo che al convegno era presente anche una sua collega.
Una giovane ed affermata matematica che non aveva mai fatto mistero di quanto desiderasse Paolo.

Chiesi a Paolo di telefonarmi tutte le notti.
Volevo essere sicura che andasse a letto solo.
Era un comportamento assurdo.
In fondo lui avrebbe potuto scoparsi quella collega, o qualsiasi altra donna, in ogni altro momento della giornata, magari subito dopo aver appeso la cornetta, subito dopo aver fatto l’amore al telefono con me.

Perché ogni notte facevo di tutto per dimostrargli il mio desiderio, il mio amore per lui.
La mia voglia di averlo con me.
Non so se Paolo mi tradì in quella settimana.
So che ogni notte mi fece godere con il calore della sua voce.
La mia mano martoriava il clitoride, penetrava la mia fichetta bagnatissima, titillava i miei capezzoli turgidi, mentre, dalla cornetta imprigionata tra la spalla e l’orecchio, ascoltavo la sua voce calda, lo sentivo godere con me.
“Ho voglia di te, del tuo cazzo. Ho voglia di fare l’amore con te, di essere scopata. Di sentirlo durissimo, fino in pancia”
“Anch’io. E adesso sono lì con te. Mi dispiace che tu non possa vedermi. è durissimo.. . ”
“Adoro quando sei eccitato. Quando sei eccitato per me. Te lo prenderei in bocca. Lo insaliverei tutto.. .. ”
“Ahhh.. . sai quanto mi piace quando me lo succhi.. .. Quando te lo infili sino in gola, leccandomi la cappella con la tua lingua .. .. Prendi qualcosa di duro .. . qualcosa che ti ricordi il mio cazzo .. .. ”

Questo era il modo con cui mi addormentavo.. . cercando di soffocare la mia voce, i miei gemiti, i miei orgasmi.
Godevo con lui al telefono, cercavo di dimostrargli il mio amore, la mia capacità di dargli piacere, sperando che questo potesse bastare per tenerlo lontano da quella donna .. . e da ogni altra .. .

Di giorno pensavo a lui.
Andavo all’università, ma studiavo poco. Facevo fatica a concentrarmi.
Paolo mi mancava .. .
Da quando stavamo insieme non eravamo mai stati lontani per così tanto tempo.
Ed ero terribilmente gelosa.

Ovviamente ne parlai a Caterina.
Le confidai i miei sentimenti, le mie sensazioni, le mie paure ..
Caterina mi ascoltava, mi abbracciava teneramente ogni qual volta vedeva le lacrime sgorgarmi dagli occhi, faceva di tutto per consolarmi.
“Sei molto bella e sei molto intelligente. Paolo è un uomo stupendo, un amante favoloso, ma non è l’uomo della tua vita. Tu sei giovane e conoscerai molti altri uomini e molti altri amori .. . non devi rovinarti per lui”
“Ma io lo amo e non sopporto di dividerlo. Non sopporto di dividerlo con sua moglie, figurati come sto, pensando che potrebbe essere tra le braccia di un’altra, magari di quella troia della Pancotti”
“Paolo non ti tradirà, puoi starne sicura. Lo conosco molto bene. Quando ama una donna non corre dietro alle gambe delle altre, anche quando gli si aprono davanti .. . ”
“Vorrei poterti credere.. . ”
“è così, dammi retta. E poi tu non devi stare male per lui. Lui è un uomo maturo, che ha sempre vissuto la sua vita sentimentale e sessuale molto intensamente. Tu sei giovane, devi riuscire a prendere tutto da questa storia, sapendo però che finirà. Perché è giusto così. Per te, per la tua vita futura. ”
Caterina mi parlava dolcemente, abbracciandomi, accarezzando le mie spalle ed i miei capelli, mostrandomi tutto il suo affetto.
Mi sentivo bene tra le sue braccia.
E mi sentivo sempre più legata a lei.
“Vieni a cena da me questa sera? Ci saranno alcuni amici, persone interessanti e piacevoli. Servirà a distrarti e ti divertirai sicuramente”
L’invito giunse inaspettato e lo accolsi con estremo piacere.

Lasciai a Stefania il compito di informare Paolo che mi avrebbe trovato a casa di Caterina e quella sera andai a cena da lei.
La compagnia era davvero piacevole come Caterina aveva annunciato. Nonostante la mia giovane età mi trovai molto bene con Caterina ed i suoi amici.
Oltre a me e Caterina, c’erano Marco – un ingegnere aeronautico, dagli occhiali spessi quasi quanto la sua simpatia – ed Angela – la sua giovane moglie inglese – Stefano – un commercialista cinquantenne brillante e piacente, che non smise di corteggiare Caterina per un solo minuto – e Giovanna – una ragazza dagli splendidi capelli ricci e neri, iscritta a giurisprudenza, tanto brillante quanto carina.
E soprattutto c’era Andrea.

Andrea era un giovane avvocato.
Il classico avvocato emergente e di successo.
Aveva solo 32 anni ed era già socio di uno degli studi legali più affermati di Milano.
E, soprattutto, era forse uno degli uomini più belli che io avessi mai incontrato.
Aveva capelli biondi ed ondulati, occhi azzurrissimi, due simpatiche ed accattivanti fossette, spalle possenti e braccia muscolose.
Mi sono sempre piaciuti i fisici come il suo, forti, muscolosi.
Ho sempre apprezzato gli uomini che si prendono cura del loro corpo.
Più volte quella sera, durante la cena da Caterina, complice un ambiente rilassato e frizzante, pensai a come doveva essere senza vestiti .. .

Fu una serata veramente piacevole.

Caterina era una padrona di casa eccezionale e la sua mansarda un luogo veramente accogliente.
Il cibo curato ed il vino fresco e buono.
Caterina era senz’altro la più sexy.
E i miei occhi si posarono spesso sul suo corpo.
Era in bianco.
Gonna svasata a pieghe, top bianco scollato, catenella d’oro con pendente, sandali bianchi con il tacco alto, lunghi capelli lisci, la pelle abbronzata che faceva risaltare ancora di più il bianco del vestito.. .
C’era senza dubbio qualcosa di sofisticato in lei; il modo in cui sollevava il bicchiere di vino.. . il modo in cui piegava la testa di lato.. . il modo in cui rideva .. .
Anch’io ero senza dubbio molto interessante. Indossavo un vestitino rosa, molto aderente, che sembrava una specie di T-shirt, con una cintura e sandali dorati, senza reggiseno.. .
Mi sentivo veramente a mio agio in quella casa e con quelle persone.

Verso mezzanotte squillò il telefono.
“è per te Marcella. Sai già chi è. Vai pure di là, starai più tranquilla. ”

“Ciao, come mai lì? ”
“Caterina mi ha invitato a cena, ci sono alcuni suoi amici. Sto passando una serata davvero piacevole”
“Già. Immagino. Conosco bene le cene a casa di Caterina. Uno splendido preludio per delle orge favolose. ”
“Ma cosa stai dicendo? ” Aveva una voce strana, sembrava ubriaco.
“Non ti facevo così. Ma quella notte a Cagliari deve averti cambiata. Ed ora non puoi fare a meno della lingua di Caterina e delle sue maialate.. . Divertiti stasera .. . lo farò anch’io .. . Mi sta già diventando duro al pensiero del culo della Pancotti.. ”
“Ma cosa stai dicendo? Io ti amo .. . e mi manchi da impazzire .. . Se preferisci mi faccio riaccompagnare subito a casa .. . ”
Per tutta risposta ricevetti solo un click.

I miei tentativi per riprendere la comunicazione non portarono ad alcun risultato.
Il centralinista dell’albergo mi disse che “monsieur le professeur” non rispondeva, che probabilmente non era in camera.

Tornai di là profondamente sconvolta.
Caterina capì subito che era successo qualcosa di spiacevole.
Nonostante cercassi di mostrarmi tranquilla e serena le mie guance rosse ed i miei occhi umidi mostravano chiaramente a tutti quale fosse il mio stato d’animo.
“Mi spiace. Voglio andare a casa. Ti spiace chiamarmi un taxi? ”
Tutti si alzarono in piedi e cercarono di consolarmi.
“Cosa succede? ”
“è successo qualcosa? ”
“Possiamo aiutarti? ”
“Nulla. Non c’è problema. Solo uno spiacevole malinteso.. . Buonanotte e grazie per la piacevole serata .. ”
Non sopportavo di farmi vedere da loro, conosciuti quella stessa sera, in quelle condizioni.
Dimenticai il taxi e mi avviai verso l’ingresso seguita da Caterina. Presi la giacca e mi infilai lungo le scale.
“Accompagnala tu in macchina, Andrea, ti prego, non mi va di saperla sola per strada a quest’ora ed in quelle condizioni.. . ”

Andrea mi seguì e mi raggiunse nell’ingresso.
Mi cinse una spalla e mi guidò verso la sua auto parcheggiata lì fuori.
Salii.
Non parlavo e continuavo a piangere ed a singhiozzare.
Con la testa china pensavo alle parole di Paolo, all’assurdità della situazione, me lo immaginavo a letto con quella donna, mi sentivo crollare tutto intorno.. .

Andrea fu dolcissimo.
Mi chiese solamente dove abitavo.
Guidò sino a casa mia senza farmi nessuna domanda.
Arrivammo.
“Non so cosa ti sia successo, Marcella. Ma non credo sia una buona soluzione salire in casa e magari passare la notte a piangere da sola. Se ti va di parlarne un po’.. . magari ti potrebbe servire .. . ma solo se lo desideri tu .. . ”
“Non so .. . ”
“Non voglio forzarti .. . ma non mi va di tornare da Caterina e saperti in lacrime nel tuo letto .. . C’entra un uomo vero? ” mi chiese accarezzando dolcemente con un dito la mia guancia bagnata dalle lacrime.
“Si. ”
“Asciugati gli occhi. Andiamo in un piano bar qui vicino. è un posto tranquillo. Se ti va potremo parlarne un po’ insieme, altrimenti darò sfoggio a tutto il mio repertorio di scemenze, pur di vederti tornare a sorridere .. . Vuoi? ”
“Grazie .. . sei molto gentile .. . andiamo .. . anche se non credo proprio ci riuscirai” gli risposi con un sorriso, sicuramente buffo viste le lacrime che ancora mi scendevano lungo le guance.

Rimise in moto e ci ritrovammo in un locale molto carino.
Musica soffusa, luci basse, due flute di champagne tra noi.
“Va meglio ora? ”
“Si. Ti ringrazio molto. Scusami. Sono stata una stupida, ma ho provato un dolore molto forte.. ”
Gli raccontai tutto.
Gli raccontai di Paolo, di Caterina, della mia gelosia, della telefonata.. .
Ed Andrea mi ascoltò, prendendomi spesso la mano tra le sue.

Uscimmo dal locale e risalimmo in auto.
Incrociai i suoi occhi.
Lui allungò una mano e mi accarezzò tra i capelli attirandomi teneramente verso di lui.
Mi voltai a baciarlo sulle labbra, sentendomi sciogliere quando la sua lingua incontrò la mia.
Era stato così dolce con me, ed era così bello .. .
Mi rilassai completamente tra le sue braccia.
Paolo adesso era così lontano.

Andrea guidava con calma, lentamente, senza smettere per un solo secondo di accarezzarmi sul collo, tra i capelli.
Ed io posai la mia testa sulla sua spalla.
Non dicemmo più una parola ed erano quasi le tre e mezza, quando arrivammo sotto casa sua.
Parcheggiò l’auto nell’ovale di fianco alla casa.
“Vieni. Saliamo da me .. . ”
Scesi dall’auto e lì, in piedi, nella dolce brezza estiva che mi scompigliava i capelli, provai dei sentimenti strani; un misto di dolcezza, di gratitudine e di attrazione per quell’uomo così bello .. . per i suoi modi gentili ed un po’ impacciati, ma affascinanti.. .
Non avevo mai pensato, prima di quella sera, di potermi sentire attratta da un uomo che non fosse Paolo.. .

Ero attratta da lui e ne ero turbata.
Lo seguii.

Entrammo e lui riprese a baciarmi.
Sentivo il suo corpo forte e muscoloso aderire completamente al mio.

“Se me lo chiederai mi fermerò. Ma io voglio fare l’amore con te questa notte.. . sino a non poterne più .. . ”
E iniziò a baciarmi con passione, conducendomi verso il letto.
Tremavo. Andrea si sdraiò accanto a me, passandomi le dita sulla bocca, sugli occhi, sul collo.
“Io non .. . ”
“Ssshh.. . Nessuna parola, nessuna spiegazione .. . Adesso siamo insieme, soli tu ed io .. . solo questo conta .. . ”
Mi accarezzò dolcemente con il palmo della mano, mi baciò sulla gola, facendomi scorrere le sue dita sotto il vestito, sulla schiena nuda
“Sei così bella” .. . e riprese a baciarmi sulla bocca .. .
Schiusi le mie labbra e le nostre lingue si incrociarono, iniziarono a cercarsi, ad assaporarsi.
Sentivo il suo cuore battere forte, come il mio .. . ed iniziai a rilassarmi.

Lentamente, dolcemente, passò la sua lingua sul mio corpo, continuando ad accarezzarmi, a sfiorarmi con le sue dita, sulle gambe, sul pube, sul seno, sulle labbra.
Fremevo al tocco delle sue mani e della sua lingua.
Un’ondata di desiderio mi travolse.
Adesso non c’era che lui, le sue braccia, la sua bocca.
Gli passavo le dita tra i capelli biondi.

Avvertivo solo la tempesta di sensazioni che questa situazione stava scatenando, sentivo il suo fiato caldo sull’orecchio, la carezza umida della sua lingua.
Lottammo per liberarci dei vestiti e, finalmente, sentii il suo corpo nudo contro di me.
Mentre Andrea mi baciava i seni, iniziò a penetrarmi. Selvaggiamente. Mi fece gemere per il piacere.

Mi sembrava una situazione irreale, mi sentivo in un sogno.
Paolo era via, mi aveva trattato malissimo ed io stavo facendo l’amore con un altro uomo.
Con un uomo conosciuto quella stessa sera.

Lo sentii rallentare il ritmo e scivolare fuori di me.
Andrea passò la sua lingua attorno al mio capezzolo, poi lo prese tra le labbra facendomi fremere per il piacere.
Sentivo il suo cazzo pulsare di desiderio contro la mia coscia. Allungai una mano per cercarlo.
Era durissimo, turgido, proprio come i miei capezzoli.
Lo sentivo eccitatissimo.
Scivolai lungo il suo corpo, passando le mie labbra sul suo torace muscoloso, sul suo ventre, ed iniziai a succhiarglielo.
Il suo cazzo rispose prontamente e la sua passione crebbe ancora di più.
Intanto le sue dita iniziavano a farsi strada dentro di me.
Mi sentivo bagnatissima, fradicia.. .
La sua lingua adesso era sul mio clitoride.
Non capivo più nulla. In breve raggiunsi un nuovo e travolgente orgasmo.

Ci baciammo a lungo.
Sentivo i miei umori, il mio sapore sulla sua lingua, sulle sue labbra.
“Adesso ti voglio di nuovo dentro di me .. .. ”
Con una mano Andrea portò le braccia sopra la testa e con l’altra mi sollevò il bacino, entrando di nuovo profondamente dentro di me.
“Ti voglio”, mi sussurrava mentre si spingeva dentro il mio corpo con affondi lunghi e profondi.
Muovevo le anche assecondando i suoi movimenti, dolci e possenti al tempo stesso, accogliendolo completamente dentro di me.
Andrea aumentò il ritmo, rendendolo sempre più incalzante.
Sentivo i muscoli contrarsi per il piacere e strinsi le mie gambe attorno al suo corpo.
Raggiunsi un orgasmo interminabile e sussultando per il piacere ricevetti la sua sborra calda e densa sul mio corpo.

Non avevo più rimpianti adesso.
E volevo farlo ancora, farlo per tutta la notte. E fu così.
Ci amammo appassionatamente per tutta la notte.
Chissà se Paolo avrebbe sentito la mia mancanza.. .. FINE

About A luci rosse

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