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La spiaggia

Quante volte avevo fantasticato di farlo sulla sabbia, di notte, lo sciabordio delle onde a ritmare furiosi amplessi con donne da sogno….
Ed ora che tutto stava diventando una piacevole realtà il mio corpo vibrava eccitato al pensiero di quello che mi aspettava.
Non era stato difficile notarla nel caos della discoteca sul mare.
Centinaia di corpi sudati che si dimenavano al suono di musica tribale e poi lei.
Vederla e desiderarla fu un istante e la mia mente già la immaginava nuda mentre mi avvicinavo a lei. Il mio sforzo di immaginazione fu veramente piccolo.
Più che un vestito il suo sembrava un indumento intimo, così pensavo mentre con gli occhi seguivo la danza dei suoi seni sodi, liberi di muoversi al di sotto del vestitino rosso trafitto dai capezzoli.
Quando si girò mi estasiai alla vista delle sue lunghe gambe abbronzate che finivano in un culetto talmente sodo da sembrare scolpito.
Nel turbinio di pensieri che quella vista mi aveva creato non mi ero accorto che nel frattempo lei si era girata e mi sorrideva con fare malizioso mentre roteava a ritmo di musica la sua cascata di capelli biondi.
Nella bolgia della pista vedevo il suo corpo fantastico muoversi al ritmo della musica assordante emanando una carica di sensualità che mi fece trasalire.
Mi osservava con quei suoi occhi da gattona e sentivo il mio cuore che batteva all’impazzata.
Ormai le ero praticamente attaccato, i suoi capelli morbidi sfioravano il mio viso e il profumo della sua pelle abbronzata mi stava inebriando.
Presi coraggio a due mani e le proposi di andare a prendere qualcosa da bere.
Lei all’inizio mi guardò con aria interrogativa, probabilmente non aveva sentito nulla in mezzo a quella musica assordante, allora la strinsi a me e le ripetei l’invito in un orecchio.
Sentivo i suoi seni che si appoggiavano morbidamente su di me, il desiderio di possederla era diventato fortissimo.
Il suo sorriso conturbante ed il suo cenno verso il bar fu l’eloquente dimostrazione che aveva accettato.
Mentre si dirigeva al bancone il suo splendido culetto sodo mi aveva ipnotizzato, avrei dato qualsiasi cosa per poterlo tastare, leccare.
Lei si era già seduta su quegli alti sgabelli da bar, per quanto possibile si era tirata sù il vestitino per mettersi più comoda.
Ordinammo due cocktail molto alcolici, per lei non doveva essere il primo perché quando la sentii parlare mi era sembrata molto sù di giri.
Non mi dispiaceva affatto.
Non ricordo di cosa parlammo in particolare, sorseggiavo il mio cocktail e osservavo il suo corpo perfetto, la mia unica ragione di vita in quel momento.
L’eccitazione mi pervadeva come una nebbia fitta, sentivo caldo, molto caldo.
Fu una cosa quasi necessaria proporle di uscire fuori a fare una passeggiata nel fresco della spiaggia.
Non mi disse nulla.
Semplicemente si alzò , mi prese la mano e mi condusse fuori.
Sentivo che stava per succedere qualcosa di fantastico.
Come avevo immaginato l’aria fresca della spiaggia non aveva mitigato per nulla il fuoco che mi sentivo in corpo.
Se bastava tenerle la mano per sentire tutte quelle emozioni non osavo pensare a cosa sarebbe successo di lì a poco.
Durante il tragitto non parlammo.
Non ce ne fu bisogno. T
utti e due ci desideravamo ardentemente, unire i nostri corpi in un esplosione di piacere.
Eravamo quasi arrivati nella zona più buia della spiaggia deserta.
Sentivo le onde infrangersi indolenti sulla battigia.
Alzai lo sguardo sul cielo stellato e per un attimo chiusi gli occhi, inebriato dall’eccitante profumo della notte estiva e dal profumo di sesso che emanava il suo corpo.
Fu un attimo. Da dietro le sfilai il vestitino e le avvinghiai i seni grossi e sodi e cominciai a leccarle un orecchio.
Per niente sorpresa del mio gesto improvviso cominciò a mugolare di piacere.
Il mio membro diventò in un attimo durissimo.
Freneticamente infilai una mano tra le sue cosce.
Le mie dita si erano bagnate della sua eccitazione.
Non portava le mutandine.
Cominciai a leccarmi le dita avido di assaggiare il suo nettare.
Mi infilò la lingua in bocca e mi strappò letteralmente la maglietta di dosso finendo per mordicchiarmi i capezzoli.
Contemporaneamente mi liberò dei jeans e il mio membro fece capolino dai boxer.
La vista del mio cazzo la fece vibrare di piacere.
Lo prese dolcemente in mano e cominciò a leccarmi il glande, lo baciava, lo succhiava e in un attimo si infilò tutto il cazzo in bocca con le mani strette tra i coglioni.
Mi stava stantuffando come la più porca delle troie.
Stavo già per venire ma c’era ancora tanto da fare. La staccai dal mio cazzo e la buttai sulla sabbia fresca della notte.
Lei spalancò le gambe e la luna che si stagliava nel cielo mi permise di osservare la sua fica completamente depilata, il luccichio del suo nettare che colava dalle grandi labbra.
Mi fiondai sulla fica e cominciai a leccarla affamato.
Le sue gambe mi avevano cinto la testa e mi spingevano contro il suo sesso. Io in risposta le avevo afferrato i seni e le stringevo con forza i grossi capezzoli.
La sua vagina era completamente bagnata dal copioso nettare e dalla mia saliva. Il mio cazzo era talmente duro da essersi infilato nella sabbia.
Aprii le gambe di lei ed a carponi cominciai a sfregare il glande contro la sua fichetta bagnata.
Poi mi gettai su di lei ed il cazzo si infilò interamente nella vagina.
I colpi frenetici dell’amplesso si mischiavano al rumore delle onde.
I mugolii di lei erano diventate urla di piacere, ci muovevamo all’unisono come un corpo solo, un unico corpo che godeva.
Stavamo per avere un incredibile orgasmo ma io volevo finire quello che avevamo iniziato.
Tolsi il cazzo dalla vagina molto lentamente in modo che si preparasse a prenderlo in bocca per farmi godere.
Non aspettava altro.
Mi distesi sulla sabbia e cominciò a lavorare di lingua sul cazzo, leccate voraci insaziabili e poi se lo infilò tutto in bocca andando sù e giù come una troia.
Ed io gli urlavo troia, troia, quando di lì a poco venni e cominciai a sborrargli in bocca, lei ingoiava avida tutto lo sperma che scendeva a rivoli lungo il mio cazzo eretto ed alla fine non ne lasciò nemmeno una goccia.
Dopo quell’eccitante lavoretto mi guardò con lo sguardo ancora pieno di sesso.
Il mio cazzo si era ammosciato ma ci pensò lei a rianimarlo facendomi una spagnola.
Sentivo il mio pene che ridiventava duro sfregato e stretto dai suoi grossi seni.
Era fantastica.
Mi alzai eccitatissimo e infilai la faccia in mezzo al suo culetto.
Cominciai a tastarlo e leccarlo tutto e nel mentre le avevo artigliato il suo grosso clitoride facendola impazzire di piacere.
Ci mettemmo a 69 ed ognuno cominciò a leccare il sesso dell’altro in maniera sempre più focosa.
Il suo nettare colava copiosissimo dalla vagina completamente spalancata dai miei colpi di lingua e le mordicchiavo il clitoride facendolo urlare di goduria ogni volta.
Lo voleva ancora dentro.
Mi mise supino e tutta da sola si infilò nuovamente il cazzo nella fica.
Comiciò a dimenarsi sù e giù ed io annebbiato dall’orgasmo che stava per sopraggiungere vedevo il mio cazzo che entrava e usciva dalla sua vagina ed i suoi seni che si muovevano freneticamente davanti ai miei occhi.
A piene mani gli afferrai i seni e me li misi tra la mia faccia estasiata.
Poi cominciai a leccarli ed a ciucciargli gli enormi capezzoli scuri.
Stavamo per godere insieme.
Lei continuava a cavalcarmi come impazzita insaziabile del mio cazzo ed alla fine urlammo di goduria mentre sentivo i fiotti di sperma
caldissimi inondargli la figa.
Con il cazzo ancora infilato in lei e i suoi enormi seni che mi avvolgevano il petto la strinsi a me e con i residui di orgasmo che ci restava ci baciammo furiosamente incrociando le nostre lingue e morsicandole labbra a vicenda.
Per un attimo osservai il cielo stellato e vidi una stella cadente che si infrangeva nel cielo stellato.
Ero avvinghiato ad una donna bellissima con cui stavo facendo l’amore nella spiaggia, come avevo sempre sognato… secondo voi dovevo esprimere un altro desiderio? FINE

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