è una sera di fine estate, il treno corre veloce sui binari mentre Barbara guarda il paesaggio al tramonto.
Le vacanze sono finite e sta tornando a casa alla solita vita.
Certo che quest’anno si è proprio divertita; è stata in un campeggio e ha conosciuto un sacco di gente.
Soprattutto ha chiavato da morire con ragazzi bruni, biondi, alti, bassi, atletici e non, tutti con un bel pistolone da succhiare.
Questi pensieri mettono l’acquolina in bocca e, la nostra maliziosa amica, in piedi davanti al finestrino del corridoio, si guarda subito intorno in cerca di qualche maschione voglioso.
In giro, però, non c’è anima viva, il vagone sembra completamente deserto.
-Beh, in mancanza di meglio… – pensa
Divarica un pochino le gambe e solleva la gonna leggera reggendo un lembo con una mano; sotto, un paio di mini mutandine nere coprono a malapena la vagina cespugliosa.
Con due dita tasta il tessuto che appare già umido di rugiada e lo scosta alla ricerca dell’imene turgido.
Subito il respiro le si fa più corto e affannoso, il monte di Venere è scosso dai tremiti.
Il rischio di essere vista da qualcuno acuisce l’eccitazione e fa muovere la mano ancora più velocemente.
Poi, introduce le dita nella vagina e spinge a fondo mentre immagina un cazzo duro che la penetra.
Intanto il treno sta rallentando e passa accanto ad alcuni casolari, la gente si affaccia dalle case per salutare.
Barbara, presa dalla foga, non smette di masturbarsi, anzi, da esibizionista quale è, vuole mettersi in mostra.
Alza il top che trattiene le poppe sode e ben tornite e le schiaccia contro il vetro.
Lo spettacolo da fuori deve essere mozzafiato: una morettina slanciata, mezza nuda in punta di piedi che si struscia accarezzandosi la passera, roba da far venire tutti gli uomini del paese.
E in effetti, a giudicare dalle grida di incitamento la troietta riscuote un discreto successo:
-AVANTI FACCELA LECCARE ! -,
-SCENDI A SUCCHIARMI IL CAZZO, PUTTANA-,
-FERMATE IL TRENO CHE CE LA SCOPIAMO ! … – urlano gli uomini, eccitati come bestie.
Ad una come Barbara questi apprezzamenti non possono che far piacere.
-Peccato non avere qui il mio vibratore nero -pensa -glielo facevo rimanere in tiro per una settimana-.
Presa dallo show, non si accorge di un movimento furtivo alle sue spalle.
Ad un tratto si sente afferrare le chiappe da due mani forti come tenaglie. Senza dire una parola il bruto (perché solo di un bruto si può trattare) divarica le natiche e con un’agile mossa le pianta l’arnese nel culo.
Barbara non può trattenere un urlo di dolore, la fitta è stata lancinante.
Poi deve aggrapparsi al finestrino per resistere sotto i colpi del maschio che gli spinge dentro il cazzo fino alla radice dilatandole al massimo lo sfintere.
-NON ERA QUESTO CHE VOLEVI, TROIA-dice, tirandole i capelli e piantando le unghia nella schiena.
Beh, effettivamente…
La ragazza comincia a prenderci gusto e ulula di piacere come una cagna in calore. Nonostante lo spavento non ha smesso di masturbarsi e adesso la figa è pronta per un ulteriore assalto.
-METTITI A TERRA A QUATTRO ZAMPE- replica l’omaccione spingendola verso il basso senza staccare il nerbo dall’ano incandescente.
Appena cade a in ginocchio nel corridoio le si para davanti il bigliettaio. Solo che, invece di chiederle il biglietto, sfodera dai pantaloni un oggetto non identificato di 30 centimetri a una spanna dalla sua bocca.
-Accidenti, ma qui siete tutti porci ! – urla Barbara.
-Non hai ancora visto il meglio- sussurra il nuovo arrivato aprendo lo scompartimento al suo fianco.
All’interno quattro uomini muscolosi e completamente nudi accomodati sui sedili sorreggono una splendida ragazza dallo sguardo tenero e perverso nel medesimo tempo.
è in posizione orizzontale e indossa una sottoveste trasparente che lascia intravedere due tette, probabilmente rifatte, dritte come fusi.
I lunghi capelli biondi arrivano al pavimento e le mani si agitano tentando di afferrare i membri incredibilmente eretti dei quattro reggenti immobili.
La “vittima” sacrificale alza la testa e, leccandosi le labbra, fissa al culmine del desiderio Barbara godendosi l’omaccione che non smette di incularla un attimo. Infine allarga le gambe dolcemente sfidando la lingua della ninfomane.
Ma non c’è tempo per una leccatina.
Si apre un altro scompartimento e ne esce un nero possente, dietro di lui una donna nera muove rapidamente le dita accarezzandolo e spogliandolo.
Si abbassa e gli slaccia i pantaloni, tira giù la cerniera e gli massaggia delicatamente il cazzo.
Barbara non può credere ai suoi occhi, il membro si alza piano piano, e… continua ad alzarsi!
I boxer non riescono più a contenerlo, è già enorme.
Quando la donna finisce di spogliarlo è lungo quasi fino al ginocchio.
La nera si rivolge alla nostra eroina e dice
-ORA, PUTTANA, DATTI DA FARE, FAGLIELO VENIRE DURO. SE FAI LA BRAVA CE NE è ANCHE PER TE-.
Detto questo l’omaccione la lascia libera e così Barbara si getta carponi afferrando quell’asta a due mani. La cappella è così grande che a fatica entra in bocca.
Deve sfruttare tutte le sue doti di pompinara per riuscire nell’intento. Alla fine il membro è dritto, nero e duro come l’ebano.
Tutto è pronto per la grande scopata.
La bionda si dimena come un’ossessa e gli altri quattro si danno da fare succhiandole i capezzoli e accarezzando la figa, poi si alzano e la tengono all’altezza giusta.
Il nero si avvicina e inizia a penetrarla con quell’affare da cavallo, un siluro nero squarcia quella figa bianca.
Man mano che il cazzo si incastra nella fessura solleva di forza la ragazza in preda a spasmi di piacere.
Appena l’uomo inizia a pompare lei viene una, due, tre volte sotto gli occhi avidi degli spettatori che, intanto si trastullano tra loro.
Barbara ha intimato al bigliettaio di sdraiarsi e gli è salita sull’uccello cavalcandolo mentre la negra gli lecca le tette.
Una brusca frenata del treno le fa perdere l’equilibrio e …
Oddio, si sveglia tutta bagnata nella cuccetta.
Era solo un sogno, un bel sogno.
Peccato che certe cose non succedano nella realtà! FINE