Mi piace quello strano intrigo di predestinazione e magia che avvolge e colora certi giorni così banali e li rende sorprendenti, speciali, unici…
La giornata in questione era una di quelle invernali uggiose e piovigginose come di un vaporizzatore enorme che versa su Milano la sua impercettibile umidità. Ci eravamo dati appuntamento per le tre e mezzo di pomeriggio all’ingresso della Fiera in via Gattamelata dove io e Vale dovevamo essere per il “Bit 2000”, la Borsa Internazionale del Turismo, per raccogliere valigie di depliants informativi, poster e nuovi programmi per la nuova stagione turistica in arrivo, e potere così rinnovare le offerte in agenzia… Al solito, cercando di coniugare lavoro e divertimento, lo avevo coinvolto (non è il suo mestiere esattamente!!! … ma avevo bisogno di un facchino oltre che aver voglia di dividere con lui una piccola occasione di mondanità, di colori e immagini e sensazioni nuove: se sono in un posto bello o in qualche situazione nuova non mi piace non poter condividere con sguardi e parole quello che vivo con chi amo… ) in questa spedizione; e avevamo preso l’occasione di questa piccola fuga per telefonare agli amici che avevamo a Milano e in zona e poterci vedere. In fondo anche se le distanze non sono insormontabili le occasioni di vederci sono davvero poche… Fatto sta che trovati giorni prima Franco, Alberto, Alessandro, Roberto e Jasmeen ci eravamo dati appuntamento li… Dopo aver trovato parcheggio io e Vale avevamo fatto un salto in Piazza del Duomo per fare acquisti musicali alla Virgin (mai perdere una occasione! ), e dopo qualche foto idiota di rito (C’era una vetrina con insegna “Mani di Fata” da non lasciarsi sfuggire… e appena la gente non vedeva mi sono messa in posa con viso “glamour” e malizioso di fronte all’insegna, mani in bella mostra da vera porcella… Ma sta di fatto che non era destino fossi io protagonista di quella giornata…. Lo ho sentito da subito… pur nel marasma di un posto già di per se catalizzato dal classico Milano Moda ci eravamo trovati abbastanza facilmente con i nostri amici. Seduta su un basamento di cemento sotto il cartello che pubblicizzava l’esposizione era seduta Jasmeen… Ve la descrivo. Ha 29 anni, laureata in Lettere, madre Yemenita, padre Italiano. Pelle di bronzo anche se non in modo marcato, alta sul “metroesettantaequalcosa”, sottile, sinuosa, occhi neri accesissimi, capelli castano biondo lunghi, riga in mezzo, rigorosamente spettinati, bellissimi; un viso particolare, non perfetto ma con carattere, sensuale, secondo me splendido. Gambe favolose, lunghe, muscolari, un bellissimo seno e soprattutto, lo dico da donna, un culo strepitoso. Insomma: una che non puoi non notare anche se normalmente veste di nero, grigio, non vistosa… Era li, seduta, giubbottino di nappa bordeaux molto “settanta”, gilet a bottoni grigio scuro, una gonna un po’ sopra il ginocchio ma non troppo, calze nere, scarpe nere con la fibbia. Gambe semischiuse… Non classe, ma stile infinito. Mi ha calamitato, non potevo smettere di guardarla. Tranquilla, calma come al solito, il sorriso bellissimo, una vena appena in rilievo sulla fronte… Fatto sta che ci salutiamo, beviamo un caffè prima di entrare e poi facciamo il giro del mondo virtuale dalle quattro alle otto e mezza di sera, tra i padiglioni: dal Madagascar a traiti, da Las Vegas al Brasile, dallo Yemen a Cuba… Anche se non come avremmo voluto di fatto viaggiamo: facciamo i chilometri camminando tra pupazzi e ballerine, box e musica, tavolini e buffet… Con carrelli carichi di ogni possibile cavolata e catalogo possibile. Ci disperdiamo più volte e ci ritroviamo, ci aiutano nel lavoro di raccolta, ci divertiamo (specie i ragazzi!!! ) nei padiglioni di Las Vegas dove chiedendo informazioni sono esattamente sotto una tettoia: spiego. Una di quelle figure da film di Starsky e Hutch, una ballerina di due metri, paillettes (poche… un bikini! ) e piume di struzzo, due bocce atomiche… insomma: io arrivo appena sotto il suo ben di Dio, mi ci potrei riparare dalla pioggia… Ad ogni modo io ottengo le informazioni e i ragazzi ci perdono gli occhi. Nello stand Bahia ci riempiono di braccialetti e poster; quando voglio ottenere qualche cd rom più raro e speciale ci vado da sola o ci mando Jasmeen che si diverte a fare un po’ di scoscio… Individuiamo gli uomini con sguardo “gallo” e ci sediamo con voce idiota chiedendo le informazioni con le spille della agenzia che mi sono portata dietro. Io ho un paio di pantaloni aderenti di pelle e un maglioncino rosso e giallo (anche quello molto “settanta”, deve essere la giornata, manco ci fossimo messe d’accordo! ), tutte e due abbiamo gli occhiali… Ci gioco anche io, ma niente a che vedere: lei mi da una lezione sull’uso scientifico dei movimenti delle gambe, sono ipnotizzata…
Fatto sta che verso le otto e mezza, carichi di spille, poster, depliants, ammennicoli vari, siamo sfiniti. Colpo di culo: nello stand di Cuba è ricostruito un piccolo villaggio all’interno del quale c’è una sorta di localino tipico-bar… è il giorno dell’inaugurazione e dentro danno a ritmo forsennato gratuitamente un rhum favoloso, dei sigari e un piccolo gruppo suona: quattro persone… Un vecchio cubano sugli ottanta anni vestito di nero, camicia bianca, cappello cubano d’ordinanza, capelli bianchi, altissimo, portamento fiero, uomo affascinante canta e invita al ballo… Il rhum che ingurgitiamo senza accorgerci, il fumo dei sigari, le percussioni e la musica meravigliosa… il fatto che è restata poca gente, per lo più personale degli stando centroamericani… : insomma io e lei iniziamo a ballare su invito del cantante. Le ragazze cubane si sciolgono i capelli e si muovono, anche quelle con qualche chilo in più, in modo incredibile, sigaro in bocca con una sessualità (non sensualità… sembra proprio che… insomma: ci siamo capiti) incredibile… E ci “obbligano” a fumare. Presto mi gira la testa. Jasmeen si è tolta le scarpe e si muove da restarci male… Il viso, le mani sulle ginocchia, i movimenti di bacino… Molto stile, ma ripeto, non classe, molto fisica, carnale… Insomma: c’è questa bellissima ragazza scalza in calze nere e occhialini rettangolari, capezzoli ben in rilievo sotto il maglioncino, che sorride piuttosto “borracha” anche lei per via del rhum, una mano tra i capelli e l’altra a tirarsi un po’ su la gonna mimando i movimenti delle ragazze attorno; che su invito del “cantante” -il quale “sostiene” che se non si impara a muovere il bacino ballando si ha capito poco della vita- si mette a gambe divaricate piegata sulle caviglie accettando il gioco… Fa effetto anche a me!!!!! Peraltro il tutto non va mai fuori luogo, eccessivo. Ma il ballo del vecchio è sensuale e lei accetta. Le piazza una gamba ben tra le cosce, una mano sul culo e la tira a se, facendola reclinare all’indietro e le si scopre l’addome, ombelico nudo. E lei balla da Dio. Ma certo non si tira indietro e si struscia sulla sua gambe: in “quel” ballo ci sta…. Ma vederlo fare mi stordisce Poi la gira e, mano sui fianchi, sulle sue, la porta a far risalire la gonna fino a scoprirsi completamente le cosce e il culo per qualche attimo… Da infarto: la pelle tra autoreggenti e slip neri ridottissimi. Lei sta al gioco e si muove con grazia: ma è la “caramella” e lo sa. Più tardi quando ancora sotto l’effetto del rhum ridiamo in macchina mi dice che, alla faccia degli ottant’anni (quasi!!! Settantotto per la precisione! ) lo aveva durissimo sotto i pantaloni, e molto grosso, che glielo aveva strusciato sul culo e che la aveva accarezzata tra le cosce sopra la stoffa degli slip praticamente masturbandola un pochino, ma che la aveva eccitata e divertita senza farla sentire a disagio… Insomma: si decide, prima della nostra ripartenza sulla Milano-Venezia, di bere qualcosa a casa di Alessandro, una villetta un po’ fuori verso Bergamo. Siamo tutti stanchissimi ma il rhum fa miracoli e il padiglione Cuba ha messo allegria. In casa io mi abbatto su una poltrona stravolta, Roberto accenna al piano uno dei motivi dei “Cubani”. Yasmeen è sul divano, tolte le scarpe si massaggia i piedi, cosce completamente aperte, calza smagliata, uno spettacolo inquietante ma fatto di istinto, senza volgarità. Ma i muscoli in rilievo, il suo odore misto di femminilità e nylon delle calze è strano, buono… fa tremare anche me e leggo l’ammirazione ed eccitazione sui visi dei ragazzi. Si mette a ballare da sola, con naturalezza, ci calamita a guardarla. Tutti seduti, con i bicchieri pieni, poi vuoti, poi pieni e poi di nuovo vuoti, lei sorride divertita dal battito di mani… Mi tira a ballare con lei. Pausa. Le faccio notare che ha la calza smagliata, si lecca un dito e lo passa sulla smagliatura, poi alza le spalle e appoggiata a me si sfila le calze e ridendo butta le calze ai ragazzi fingendo mosse da donna fatale. Accende lo stereo e balliamo. Altra musica, molto tecno e pompata. Non si parla più, lei balla a occhi chiusi, io mi muovo in trance, quasi ferma. Ma lei… lei ha gli occhi chiusi si muove… Si muove da una che ha una tremenda voglia di scopare… la guardo come fossi anche io un ragazzo, mi cerca, braccia in alto mi ondeggia contro, faccio altrettanto mentre infila una gamba tra le mie e me la strofina sulla coscia, violenta, scopandosi su di me senza toccarmi… tremo… mi siedo su una sedia, lei continua. Dopo un po’ la tensione è palpabile… Si ferma, decisa, va verso lo stipite della porta e si mette a croce, appoggiando mani e piedi sugli stipiti, va su e giù a gambe aperte, volgare, carnale, guarda verso i ragazzi, e dice solo, con espressione decisa ma tranquilla… “Ok ragazzi, vi siete goduti lo spettacolo, adesso basta. Non ne posso più, ho bisogno di cazzo: chiavatemi… venitemi addosso, sto scoppiando, vi voglio, tutti”…
Si avvicinano, le si mettono davanti e dietro, la accarezzano, lei sta li a croce come fosse legata, le sbottonano il maglioncino iniziano a baciarle le gambe, le braccia… Sembra gradire molto quando le leccano le ascelle, quando la masturbano… Poi si divincola, decisa, viene a sedersi ai miei piedi a gambe incrociate, poi scivola sui gomiti, apre le gambe e chiude gli occhi, testa all’indietro, i ragazzi le vengono attorno, lei tiene su le gambe… “Aiutami Manu, sto troppo male, ho troppa voglia… “. La guardo… piedi bellissime, caviglie muscolose, gambe stupende che vanno a caccia delle lingue dei ragazzi; le accarezzo i capelli, mi succhia le dita… Roberto le va tra le gambe. è il primo a scoparla. Lei piagnucola eccitata, lo allaccia con le cosce, gli tira su il maglione e gli pianta le unghie sulla schiena: invece che calmarla essere scopata la eccita di più, eccita tutti. Inizia una vera monta di gruppo… le saltano addosso tutti e cinque, ma è lei a comandare, a tirarseli addosso. Io sono fulminata, sto li sulla sedia incatenata a guardare, il cuore in gola, dai tendini delle sue gambe e dalle sue espressioni a occhi bianchi da invasata… Così sottile, così nobili i suoi lineamenti ma… non avevo mai visto due cazzi entrare assieme in fica a una donna… Mi gira la testa, le guardo il viso, senza respiro a cavalcioni su Franco e spingere selvaggia il culo indietro prendersi ogni centimetro di quella penetrazione doppia in fica. E poi, stufa della lentezza prendere quello dietro e portarselo verso il culo, tenersi le natiche aperte con le mani e vibrare sotto il primo durissimo colpo, le prime violente spinte. Cercarle, volerle, subirle incitando, sudata, muovendo il sedere come un serpente, farli impazzire, cercarli con la bocca, rantolare, bava alla bocca, farsi godere addosso a fiumi e mentre loro lo facevano masturbarsi fino a schiantarsi senza energie sul tappeto, convulsa di tremori con il viso in estasi sofferta totale, lacrime agli occhi… Non credo di avere mai visto uno spettacolo simile, una donna darsi in quel modo. Immobile, costretta a guardare, non potendone fare a meno, non sentendo di poter fare niente altro. Il brillare delle sue gambe nel rivestirsi è una delle cose più sensuali che ricordi. Le sue occhiaie nel guardarmi e dirmi “Mi sono sentita scopata dai tuoi sguardi… Dio quanta voglia avevo Manù, stavo malissimo… “… In macchina, di notte, in autostrada, ho i crampi allo stomaco dalla tensione. Mi addormento accanto a Vale che guida stanco… Mi sveglio tesa, le immagini confuse in testa. Sbottono i pantaloni e gioco a occhi chiusi, con le immagini che frullano in testa, vengo in modo violento…. Una giornata che era di nebbia, di pressione che schiaccia le ossa e ti fa sentire stanca… Una figura sottile che mi ha dominata e soggiogata dal primo secondo a notte inoltrata… FINE