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Una mattina … Diversa

La vedo tutte le mattine in metropolitana. Assieme a tutte quelle persone assonnate e nervose per la giornata che li aspetta. Lei è l’unica persona che emana un alone di allegria un po’ melanconica, come se rivivesse la notte appena terminata.

Nessuno sembra farle caso, ma io, dietro al giornale, non riesco a toglierle gli occhi di dosso: mora, occhi scurissimi e capelli corti e con un fisico che ricorda quello di un’atleta, flessuosa e sinuosa e con le curve che tendono la camicetta e i pantaloni leggermente attillati.

Come tutte le mattine godo della vista di questa protagonista di un fascino timido che mi fa girare la testa, accontentandomi di cercare di immaginare i suoi pensieri dietro ai suoi profondi occhi neri.

Questa mattina, complice la primavera alle porte, la mia mente comincia a galoppare: chiudo gli occhi e immagino quella ragazza in un bosco, vestita con un top bianco e un paio di pantaloncini molto corti, mano nella mano con me. Il paesaggio è quello di una favola: il prato verde, il bosco fitto sullo sfondo e una cascatella che forma un piccolo laghetto cristallino. Ci avviciniamo al laghetto senza scambiare una parola, lei si spoglia lentamente ed entra in acqua: è più bella di quello pensassi. Le sue gambe sono snelle, i suoi glutei sono sodi come quelli di una statua, la sua schiena è flessuosa e le sue spalle larghe come quelle di una nuotatrice. La seguo in acqua, sobbalzando per la temperatura, che provoca sensazioni strane ma piacevoli al mio membro ormai turgido. Ci abbracciamo e cominciamo a baciarci esplorando ogni centimetro della nostra pelle fino a quando lei esce dall’acqua tenendomi per mano. Ci sdraiamo sull’erba e non riesco a staccarle gli occhi di dosso: i suoi occhi sono neri e lucidi dall’eccitazione. I suoi seni sono pieni, belli come piacciono a me, non tanto grossi ma impertinenti, con i capezzoli all’insù, turgidi e duri come due ciliegie mature. La stringo a me per sentire i suoi seni sul mio petto e comincio a baciarle dolcemente il collo e le spalle, mentre le accarezzo la schiena. Scendo con le labbra sul suo seno, mordicchiando e succhiando i suoi capezzoli mentre lei mi accarezza la nuca guidando i miei baci. Le mie mani si muovono lentamente su tutto il suo corpo, come se sapessero che tutto potrebbe finire all’improvviso: le accarezzo i seni, le spalle, i fianchi mentre con le dita le apro il suo sesso e con le labbra le succhio la clitoride, entrando sempre più con la mia lingua e sentendo il suo corpo rispondere sempre più eccitato ai miei affondi. Avverto l’ondata di piacere che cresce in lei: i suoi fianchi si muovono al ritmo della mia lingua, finché sopraggiunge il suo orgasmo profondo e intenso che la lascia esausta sul prato.

Risalgo e la bacio mentre lei prende in mano il mio membro e comincia ad accarezzarlo prima lentamente, poi con più intensità. Si china e comincia a leccarne la punta, poi lo prende in bocca completamente succhiando e passando la lingua sui punti più sensibili, fino a quando arrivo vicino all’orgasmo. Lei si rialza e appoggia il mio membro sul suo sesso madido dei suoi umori. Lentamente lo spingo dentro di lei fino in fondo, godendo di quello stupenda sensazione di avere il suo corpo stretto al mio, con il suo pube che spinge sul mio e i suoi seni sodi che appoggiano sul mio petto. Presto il ritmo dei nostri movimenti si fa affannato, fino a quando i nostri orgasmi si confondono, lasciandoci senza forze ma consapevoli che il contatto dei nostri corpi ci sta dando sensazioni irripetibili.

Apro gli occhi e mi ritrovo in metropolitana, accaldato e disorientato. Cerco la musa del mio eccitamento: la vedo di fronte a me che mi guarda intenta e curiosa, come se in qualche modo sospettasse di essere la protagonista del mio “viaggio” e mi sorride. Ci alziamo nello stesso momento e noto nei suoi occhi una luce diversa.

Mi dice: “Ciao. Ci vediamo tutte le mattine e non so nemmeno come ti chiami! “. Mi accorgo che durante il nostro “incontro” non ci siamo mai parlati e che la sua voce era l’unica cosa di lei che ancora non conoscevo.

Le sorrido e rispondo: “Non ci crederai, ma io di te conosco tutto”.

Lei mi guarda e con voce dolce, dice: “Lo so, anch’io di te non conosco solo il nome”.

Ci prendiamo per mano e usciamo dalla stazione. FINE

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2 Commenti

  1. Non so perché, ma io quando entro in una stazione mi eccito tantissimo. Di meno quando si sta tutti accattati, perché mi piace l’atmosfera che si crea aspettando il treno. inizi a pensare che tipi sono le persone che stanno lì, ad aspettare come te…

  2. C’è una donna che incontro tutte le mattine allo stesso orario. Non so come fare per conoscerla, ma credo che lo voglia anche lei. Mi guarda sott’occhio, ma quando mi avvicino pare che si allontani. Però a poco a poco ci avviciniamo. A volte anche nel parcheggio, a cui do sempre la precedenza… La voglio!

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