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Di tornare in mare

Mentre erano a cena insieme capiva perchè alla maggior parte delle colleghe non era simpatica; finchè avevano parlato del più e del meno non avevo scoperto nulla di sè; tutta la sera a parlare di cura dei bambini, lampade, lifting, cerette… Dio, non che le dispiacessero le lampade, pallida com’era ne avrebbe avuto forse bisogno, anche per risvegliare gli appetiti del marito, piuttosto scarsi da un po’ di tempo…

Fortuna che aveva anche altri interessi…

E Valeria le piaceva, e molto…

Sempre curata, ben vestita… Non si scopriva molto neanche da quel punto di vista, ma a ben guardare il suo occhio clinico, l’occhio di una donna, vedeva un corpo proporzionato, che molte avrebbero voluto, un bel seno, non troppo voluminoso, piccolo forse per i gusti abitudinari degli uomini, ma sodo, ed un sederino alto e ben portato, che sapeva muovere come la grazia ed il bon ton comandano…

Ora però l’atmosfera era diversa… il Chianti con cui avevano pasteggiato, preso ad arte dalla vineria sotto casa, aveva fatto il suo effetto sulla sua commensale…

Quando si alzarono dalla tavola, portandosi sul divano, vide che Valeria un pochino barcollava, pur mantenendosi lucida a sufficienza; aveva preso a scherzare ed a ribattere al fuoco di fila delle sue battute, sempre più impertinenti, sempre più intriganti, che miravano a creare quel che di intimità che le serviva…

Chissà come ti diverti con tuo marito, le diceva, appena i bambini si addormentano… chissà quante capriole fate in quella casa così grande, nella vostra bella cucina… (sapeva quanto le piaceva sentir lodare il suo genio di padrona di casa).

Le risate di Valeria si facevano sempre più allegre e complici… Allora riprese su un altro piano…

Io invece sono sfortunata, non ho nessuno con cui passare le notti ora che mio marito è fuori, mi sento sempre sola… Fece la sua aria da cane bastonato… le riuscivà così bene…

La vide rabbuiarsi, con quell’aria da compassionevole che per Valeria era ideale… Come sperava le si avvicinò e l’abbracciò per le spalle… Lei ricambiò l’abbraccio e prese a carezzare i suoi capelli, morbidi, freschi di balsamo e vide che si cominciava a sciogliere… Le disse che le voleva bene, continuò a coccolarla con le parole e con le mani, le accarezzò a lungo la schiena e vide che Valeria non si sottraeva all’abbraccio, anzi, ne accentuava l’effetto stringendosi di più a lei, cercando a sua volta parole di conforto.

Decise di osare allora e la baciò su una guancia, molto dolcemente… Valeria emise un gemito debolissimo, sveglia ma resa incapace ad altre reazioni dalla sua pietà sfidata all’azione e dall’effetto dell’alcool; le si appiccicò con tutto il corpo, e rese più audaci le sue carezze. Dalla schiena arrivarono sulle natiche, presero a tirar su e lasciar cadere l’orlo della sua gonna…

I mugolii aumentavano, così non ebbe più remore e portò le sue labbra su quelle di lei; le appoggiò dapprima, e lei in risposta le socchiuse, tracciò con la lingua il percorso delle sue labbra… poi si abbassò davanti a lei, e prese a carezzarle il seno da sopra la camicetta leggera. Una carezza concentrica, partiva dal lato, finiva a stuzzicarle il capezzolo, che si fece evidente sopra il tessuto…

Le slacciò i bottoncini, uno dopo l’altro, senza smettere di baciarla… raffinata anche lì sotto Valeria… comparve un reggiseno di pizzo, di Chantelle, che valorizzava al meglio il suo seno, piccolo come lo immaginava, tirandolo su e slanciandolo verso di lei… fu un piacere grandissimo slacciarlo e lasciarlo cadere per terra…. mettere le mani su quei seni bianchi, perfetti nelle proporzioni, vedere i capezzoli appuntirsi sotto i suoi rapidi ma decisi colpi di lingua, vedere al contempo Valeria che iniziava a reagire inarcando il corpo ormai presa dal piacere crescente… Era decisa a farla impazzire per lei; continuò a torturarle il seno prendendolo ora tutto in bocca, ora torcendolo un poco con la mano, attenta a non farle male, e riuscì nel suo intento… Come svegliandosi da un lungo languido torpore, Valeria si getto con la sua bocca su di lei, e con le mani prese a strapparle letteralmente di dosso la canottierina leggera che indossava, aggredendo direttamente i suoi seni, senza protezione, grandi e gonfi per l’eccitazione…

Superato lo stupore per l’improvviso risveglio riprese lei l’iniziativa… quella gatta morta, ora che lei l’aveva risuscitata alla vita, non poteva averla vinta anche stavolta, come sempre sul lavoro.

La fece cadere sdraiata sul divano e prese a sfilarle la gonna, facilitata da Valeria che evidentemente ormai non vedeva l’ora di liberarsi di quell’incomodo. Vide il pizzo bagnato delle sue mutandine e portò su di esso le sue labbra; Valeria mugolò e porto anche le sue mani nella stessa zona; lei le respinse indietro e le tolse quell’ultimo baluardo, scoprendo finalmente il suo sesso… Era depilata sui lati, solo una striscia centrale, lavoro da estetista pensò lei ammirandone la precisione… Le grandi labbra erano aperte e lucide dei suoi umori, lasciavano vedere il resto… in particolare un bottoncino gonfio e eretto che per il momento decise di lasciare fuori dal gioco… si mise in ginocchio per terra di fronte a lei e prese a leccarle le labbra, con una lentezza esasperante, da sotto in su, poi viceversa… si fece largo all’interno e succhiò pian piano, poi prese a baciarla con foga, come prima sulla bocca… Valeria ormai gemeva senza sosta, ed era un fiume in piena… di colpo prese in bocca la sua clitoride… l’urlo che seguì al suo gesto fu di forza pari all’orgasmo che prese a scuotere Valeria, che si muoveva come impazzita sul divano, mentre lei compiaciuta la teneva giù stringendone ferme le cosce…

La lasciò, e si lascio cadere spossata sul divano accanto a lei… ora sarebbe venuto il suo turno… ed era certa che sarebbe stato solo un inizio… nel frattempo, mentre Valeria era inebetita sul divano, prese lentamente ad accarezzarsi sotto le mutandine… era sola anche quella volta… forse per l’ultima volta però… e finalmente venne, si sciolse come un onda che si spande sulla sabbia.. e che attende di tornare in mare… FINE

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