Le giornate di lavoro trascorrono tranquille. Cinzia è tornata la donna di prima: bella, affascinante, provocante e, soprattutto, con tanta voglia di fare sesso con me. Più che altro, sta conducendo un gioco malizioso, ma non oso lamentarmi. Non passa giorno che, approfittando di essere in stanza da soli, non mi viene a cercare per ricordarmi la dolcezza delle sue carezze e dei suoi baci, la delicatezza delle sue mani e delle sue labbra, sempre pronte a gustarsi il mio sesso. Lo fa apposta! Se intuisce che sono al telefono per qualcosa di importante, si avvicina alla mia scrivania gattoni e si intrufola sotto, accucciandosi davanti la poltrona e cominciando un assolo di bocca e di mani da svenimento, e guai se interrompo la conversazione!!
L’ho fatto una volta, e mi ha lasciato lì come un cretino, con la patta aperta e il palo che svettava fuori, ancora lucido dalla sua saliva. “ora te la sbrighi da solo, se vuoi… ” mi aveva rinfacciato mentre, imbronciata, tornava al suo posto.
Ci siamo chiesti cos’è che ha scatenato questo cambiamento in noi e la risposta è stata univoca: Luca! Il ritorno del suo primo fidanzatino e, soprattutto, l’avermi raccontato cosa combinava durante gli ultimi anni di scuola con i suoi compagni è stata la molla che aspettavamo da mesi.
In questo momento sono seduto alla mia scrivania e ho davanti a me un gruppo di foto di quei tempi che la ritraggono da sola o insieme ad alcuni dei suoi cavalieri. è una pazza!! A quanto pare il primo dei suoi compagni a decidere di immortalarla in pose osè, se non addirittura vietate, fu Stefano, ma poi – una volta che le prime foto fecero il giro del gruppo – divenne un’abitudine per tutti e sette cercare di inquadrare ognuna delle quattro ragazze in occasione dei loro incontri a base di sesso. è questa matta ha conservato gelosamente quelle che la riguardano; tutte, nessuna esclusa!
“.. ma se le becca tuo marito, che gli dici? ”
“non può, le tengo nella cassetta di sicurezza in banca e lui neppure sa dell’esistenza della cassetta. ”
“ma sei una pazza lo stesso! Ormai sei una donna, che senso ha ricordare com’eri? Guarda questa, per esempio.. che figura ci fai? ” Cerco di provocarla, nella speranza che si decida a venirmi a trovare per regalarmi due minuti di attenzioni. La verità è che ogni volta che la osservo in una delle foto ho un immediato rigonfiamento nei pantaloni.
“Cose che ha di particolare quella foto? Chi c’è con me? ”
“Antonio” ormai li conosco tutti e sette “sei appoggiata ad un mobile basso. Indossi una mini di camoscio marrone, con tre bottoni sul davanti, l’ultimo è sbottonato. Una mogliettina azzurra che ti esalta il seno. ”
“ed allora, cosa c’è di strano? ” Fa la cretina, sa perfettamente in che posizione sono lei ed il suo amico, ma sto al gioco.
“Antonio è chinato. Sta dinanzi a te con la destra sul bordo della mini, la tiene alzata, e la sinistra su quello delle mutandine, all’altezza della tua gamba sinistra. Sono già a metà coscia, è un bel nero quello che vedo, non c’è che dire!! Ah, questa deve averla scattata prima. ” Sono seduti sul letto, lui la tiene in braccio con una mano magistralmente tra le gambe mentre si scambiano un bacio appassionato. Lei è veramente bella!! Passo ad un’altra “ma sei tu? ”
“Perché me lo chiedi? ”
“Non si vedono le facce. è un primo piano… ” ingoio la saliva mentre parlo. So perfettamente che è lei, oramai è inconfondibile, ma la scena è per me eccezionale e, allo stesso tempo, imbarazzante.
“Fai vedere? ” è venuta subito accanto e mi ha strappato la foto dalle mani “si che sono io!! Chi vuoi che sia? L’abbiamo scattata lo stesso giorno, un po’ più tardi. ” Si vedono due persone, due ragazzi, poste l’una di fronte all’altra in ginocchio; la foto li ritrae dai piedi sino a quasi il petto.
Lei è completamente nuda mentre lui ha i pantaloni aperti e leggermente calati, col pene eretto che svetta fuori. Una mano del ragazzo gioca sulla natica nuda – si vede perfettamente che le dita scompaiono nel bel mezzo del solco – mentre quella di Cinzia impugna saldamente quel palo di carne.
“Oggi voglio stare con te, smettila di guardare le foto. ” Resto di sasso! Dovrei essermi abituato, ma non è così. Si è seduta sulla mia scrivania, proprio davanti ai miei occhi, e la gonna che indossa, corta e con uno spacco laterale, è subito risalita, lasciando intravedere il perizoma. “Vuoi rimanere come un cretino o scendi a divertirti? ” Ancora imbambolato chino la testa in mezzo a queste cosce magnifiche, già il suo profumo mi inebria.
“A proposito, vai tranquillo, prendiamoci tutto il tempo che vogliamo. Questa mattina siamo soli in ufficio.. ” e me la prendo comoda. Lecco, bacio, accarezzo, pizzico … lentamente la porto al suo primo orgasmo della giornata; quando mi rialzo la vedo sorridente e soddisfatta.
“ben gentile… ora mi consenta… ” sfotte. Si alza dalla scrivania per prendere posto sulla sedia vicina e mi indica di avvicinarmi. Arrivo da lei già con la patta aperta e con lui pronto per le sue attenzioni. “Buongiorno, siamo in gran forma oggi!! ” non passa un secondo che ne prende una buona dose tra le labbra, iniziando una pompa pacata, rilassante. Per un po’ la trovo piacevole, poi, però, inizio ad avere voglia di potermi sfogare. Le poggio le mani sulla nuca per farle capire che desidero un ritmo meno blando e … lei si stacca. La delusione mi si legge in viso. “Invece di fare l’offeso, ti dispiace togliermi camicia e reggiseno? ” Inizio a capire. Le mie mani corrono veloci sui bottoni e sul gancio a denudarle il petto e subito dopo lei si posiziona sulla sedia leggermente scivolata in avanti. Si porta le mani al seno “vieni qui in mezzo, bello. Bravo, proprio così ti volevo. Peccato non poterci fotografare.. ”
“Ma qui c’è la macchina fotografica! Ne abbiamo una in ufficio! ”
“Bene, prendila allora.. ” Sarò un pazzo scatenato – e se dovessero finire in mano a suo marito o a mia moglie? – però mi allontano dalla stanza, senza ricompormi, e dopo un attimo sono di nuovo pronto in mezzo alle sue mammelle. La macchina è posizionata sulla sua scrivania, il telecomando per gli scatti lo ha in mano lei. Incomincio a scivolare nel solco stando attento a non fare movimenti troppo veloci, non vuole che le foto vengano mosse.
Divago dalla sua bocca, alla mano libera, ai suoi seni, secondo le sue richieste; sembra un direttore della fotografia più che la donna con cui sto facendo sesso. “Stai arrivando, vero? ” Le faccio un cenno di assenso. “Spostati, così va bene… ecco… su di me, su di me… siiiii… No, non ti rivestire, scopiamo. ”
COSA!! ? ? Sono anni che le vado appresso e adesso si è decisa!!! Sto ancora sgocciolando, le ho riversato un litro di crema sul seno ma, per fortuna, lui è rimasto in piena erezione. Lei ha già preso posizione. Mi da le spalle, con un ginocchio poggiato sulla scrivania, la gonna rialzata e il perizoma spostato. “Dai, amore… ”
Vorrei che durasse un secolo questo momento tanto atteso, ma ho appena il tempo di poggiare la punta sulle sue natiche scoperte che lei spinge il bacino indietro e si penetra. Mi sento in estasi, come un ragazzino alle prime armi. Ho mille sensazioni dentro di me e, per fortuna, che Cinzia mi ha fatto godere tra le sue labbra poco fa perché mi squaglierei come burro nel fuoco in un attimo. Invece, deve e sarà una scopata indimenticabile per tutti e due.
“Ehi! Ma che fai? ” Senza smettere di martellarla, mi sono chinato leggermente in modo da raggiungere e avvinghiare la caviglia dell’unica gamba che poggiava a terra e l’ho alzata sino a poggiarla sulla mia spalla destra. Ora è oscenamente aperta di fronte ai miei occhi. Le abbranco le mammelle, stringendola a me, e spingo più affondo. Lei lo apprezza e, dopo un momento di sorpresa, comincia ad assecondare i miei movimenti, accompagnandoli con urletti di soddisfazione.
“ma sei matto!! Così cado.. ” è stato il turno dell’altra gamba. Prenderla da sopra la scrivania e poggiarla sulla spalla sinistra sembrava più semplice ma, in ogni caso, ci sono riuscito ed ora, chissà perché, mi sembra di ricordare l’immagine di una carriola per come siamo accoppiati. è una posizione che le consente di apprezzare il mio palo sino alla radice e, per come si dimena e geme, lo sta apprezzando eccome. Andiamo avanti così per un po’, poi vuole baciarmi, abbracciarmi e ci gettiamo a terra. Diventiamo un unico ammasso di carne, tentacoli che si stringono, si accarezzano, si solleticano, si pizzicano. Due forsennati che baciano, leccano e mordono ogni cosa trovino davanti la loro bocca, mentre i bacini sono chiamati a uno sforzo immenso per soddisfare la voglia di spingersi l’uno nell’altro. Sto sudando come se fossi in una fornace, inizio a spogliarmi senza rendermene conto e lei, continuando a stantuffare, mi aiuta; poi è il suo turno, via la gonna, la camicia, il reggiseno, siamo nudi come due vermi, ma felici come mai.
La sento dimenarsi sotto di me, sfuggirmi via per schiacciarmi sotto di lei e cavalcarmi con una forza e un’intensità da farmi male, gode!! Continua a montarmi, ondeggiando e spingendo con un ritmo indemoniato, mentre urla di piacere. Non l’ho mai sentita così, sono vere e proprie urla. Per fortuna che in ufficio non c’è nessuno. Si butta su di un fianco ma non vuole che esca, devo continuare a trombarla. Le mie mani le abbrancano i fianchi e la tirano a me. Uno, due, tre colpi possenti poi esco via, ma la sua delusione rimane per un secondo, sino a che non sente la mia punta premerle sull’ano e spingere in avanti. Lo accetta!! Non dice una parola ma mi ha assecondato spingendo indietro il suo culetto da favola e, finalmente, ci sono dentro.
All’improvviso diventiamo due cuccioli, teneri e affettuosi nelle loro manifestazioni d’amore. Baci appassionati, carezze delicate e movimenti lenti, soft, come se anche quel che accade in basso sia una grande carezza.
“dimmi quando arrivi… dimmelo prima.. ” ma continuiamo per molto, ancora. Sono sfinito, lei pure, ma non ci arrendiamo. Ritorno a penetrarla davanti, poi cerco nuovamente il suo forellino posteriore e …. Cazzo!! Qualcuno sta aprendo la porta d’ingresso dell’ufficio!! è una corsa sfrenata quella mia, mi divincolo da lei, corro alla porta della stanza per chiuderla a chiave, girandomi verso Cinzia indicandole di fare silenzio. Il suo viso traspare la paura di essere scoperti, poi il suo sguardo corre alla mia asta, bagnata di umori e ancora dritta. “poverino” sussurra “se dobbiamo essere scoperti, almeno che capiti dopo che sia soddisfatto” e le sue labbra corrono veloci. FINE
