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Il massaggio benefico

“Aspetta ancora alcuni minuti e potrai raffinare le tue abilità di massaggiatore. ” “Si, come al solito. Verrà il momento in cui sarai tu a farli a me? ” “Dai, lo sai tanto come comincia e come finisce. Aspetta ancora un pochino. ”
La telefonata preannunciava una serata davvero interessante. Erano oramai anni che io e Manuela passavamo le giornate di pioggia domenicali in casa a farci i massaggi. Questa, per dire la verità, era la scusante che accompagnava delle splendide serate di sesso. Era ed è stato sempre così. Fino da piccoli passavamo le giornate assieme, dopo la scuola. Crescendo abbiamo pure giocato “al dottore”. Ora eravamo già delle persone formate in tutto e per tutto. Avevamo i nostri rispettivi partner e stavamo bene assieme a loro ma, immancabilmente, i nostri incontri sfociavano in qualcosa di più profondo che un’amicizia. Era peggio di una droga.
Driin Il campanello stava suonando e potevo già sospettare chi aspettava fuori dalla porta. “Ciao bella, entra. TUTTO tranquillo. ” Era sempre stata la nostra espressione per capire se la casa era libera da genitori. “Avrai un po’ da lavorare quest’oggi. Ho avuto una giornata stressante al lavoro e non passava giorno per sentire dolori vari; alla schiena soprattutto. ” “Prego, si spogli e si sdrai sul letto. ” Era diventato come un rito. Io preparavo la mia camera con un piccolo asciugamano e aprivo il séparé. Manuela si avvia dietro il séparé e comincia a separarsi. Accende la luce posta dietro di esso, in modo da farmi vedere la sua sagoma. Sapeva che tutto ciò mi eccitava, sembrava uno spogliarello in diretta. Io intanto mi reco in bagno per svestirmi ed indossare un camice da laboratorio.
Entro nella mia camera addobbata come un salottino da terapista. “è pronta signorina? Posso entrare? ” Entro nella stanza e Manuela è nuda, distesa sul mio lettino. A posta su di esso a pancia in giù. Il suo sedere è coperto da un piccolo telo, nel qual caso l’asciugamano. è l’unica cosa che riesce a coprire a stento il suo corpo. Le sue gambe sono rilassate e distese, come il resto del corpo. La sua schiena è traboccante di sudore. Le gocce si possono vedere ad occhio nudo. Stanno scendendo lungo tutta la spina dorsale fino alle sue natiche. Manuela aveva ventidue anni ed era una gran bella ragazza: quasi un metro e ottanta d’altezza, snella ma con gambe ben tornite e un seno alto e generoso, un viso incantevole con meravigliosi occhi scuri, contornato dai capelli, neri e lisci, che le ricadevano sulle spalle.
“Mi raccomando, sono tutta tesa, faccia piano. ” Comincio così il mio lento e intenso massaggio. Parto dai fianchi, con le mani adese ai suoi fianchi. Salgo in su, fino alle spalle e sfiorandole i seni schiacciati sul letto. Manuela sembra calma e distesa. è ora di iniziare. I miei movimenti si fanno più audaci e temerari. Il suo seno ora è quasi tutto avvolto dalle mie mani che lo accarezzano. Scendo sulle sue natiche sode. Il telo si sposta un po’ ed io accentuo il suo movimento fino a farlo cadere. Indietreggio un poco per poterle osservare bene il sedere. Scorgo vicino al letto il suo fiorellino. Ora indietreggio ancora, fino a sedermi sulle sue gambe, sempre a cavalcioni su di lei. Manuela sembra capire cosa ho intenzione di fare. Indietreggia il busto, sollevando i fianchi. Le mie mani si portano sul mio fallo desideroso di trovare riparo. La sua passera è vicinissima al mio fallo. Non lo abbiamo mai fatto diversamente dalla canonica posizione del missionario, tranne rare volte. Sembra strano che non abbai esitato alle mie azioni. Mi sarei aspettato un rifiuto, gentile, garbato ma pur sempre un rifiuto. Il mio membro pulsa nell’attesa. Manuela ha capito che voglio finalmente divertirmi un po’ mentre facciamo l’amore. Porta le sue dita sopra le sue grandi labbra e con due dita le allarga. Io approfitto delle sue azioni e la penetro da dietro. Manuela intanto si masturba con le dita mentre io la penetro lentamente ma con decisione. Le mie mani sono prima sui suoi fianchi e poi sul suo seno generoso. Sento i suoi capezzoli turgidi e ritti. Si sta eccitando e lo sento dal suo ansimare e dalle sue parole. Non aveva quasi mai parlato durante il rapporto. Ora sembra una di quelle attrici porno che non sanno stare zitte durante il rapporto. Le su gambe si stringono ancora di più. Il mio membro sembra scoppiare ma continuo lentamente senza accelerare per poter far godere la mia Manu. Ad un tratto lei si sposta. Si sdraia sul letto supina. “Voglio dei massaggi più intensi. Subito. ” Mi avvicino a lei mentre solleva il busto per poter alzare il suo bacino sul cuscino. Mi avvinghia le gambe sul collo e mi trasporta davanti. Perdo l’equilibrio e la mia faccia cade sulla sua passera. Comincio così un lento e diffuso movimento di lingua dentro e fuori le sue grandi labbra. La sua passera sembra appositamente depilata per l’occasione. Il clitoride sembra gonfiarsi sempre più. è dritto e circondato di umori. La mia lingua passa sempre più velocemente, entrando sempre più in lei. Non ho più spazio. Come vorrei una lingua più lunga, più grossa per poter far godere appieno Manu della mia lingua. Decido di penetrarla. Mi alzo. Prendo il mio pene tra le mani e lo dirigo verso la sua piccola grotta. La penetro senza indugio aiutato dalle cure precedenti. Manu muove le gambe su e giù alternativamente. “Spero non ti dispiaccia. Ho letto che facendo così… le donne godono. Godo. Siii. Ancora, Godo. Fammi venire. ” Per la prima volta Manu è la prima a godere e io seguito. Sembra soddisfatta di aver cambiato le carte in tavola. Siamo tutti e due appagati e soddisfatti. Ci riprendiamo un poco fumandoci la sigaretta di rito. Spegnendo la sigaretta, mi guarda con fare malizioso. Non so cosa abbia in testa ma sicuramente mi piacerà. “Senti, amore, aspetta qui. Vado in cucina ma torno subito. ” Ritorna in camera con un panetto di burro. Manu è sempre stata contraria a violarle il suo orifizio e per questo mi chiedo cosa voglia fare con quel panetto di burro. “Tieni, fanne buon uso. ”
Si sdraia sul letto supina e ciò avvalora la tesi di prima. Allarga le gambe come un invito. “Penetrami, con la tua mano, fino a quando non la inserirai tutta. ” Non sapevo che fosse così perversa. Aveva si una bella passera dilatata ma durante i preliminari non riesce a raggiungere le tre dita. Solo tre dita hanno potuto violarle contemporaneamente la sua caverna accogliente. Cospargo la mia mano con il burro, ne afferro un bel pezzo tra le dita e lo porgo tra le sue gambe. Comincio così a farle “bollire” il burro tra le sua cosce. I miei movimenti si alternano da lenti ma profondi a veloci e frettolosi. Quando sembra ben rilassata, comincio a violarle la passera con due dita, con tre. Continuo così per capire fino a quando potrà sopportare. Quattro e infine cinque. La mia mano accenna ad entrare. Le cinque dita sono appena affondate tra le grandi labbra. Spingo dentro dolcemente fino a portare dentro perfino le nocche. Sono dentro e posso godere di tutta l’accoglienza di quella piccola grande caverna. Apro la mano e la espando fin quando posso. Manu è completamente in estasi. I suoi ansimi sono lunghi e profondi. Manu mi guarda e mi fa cenno di si con la testa. Entro in lei con tutta la mano. Manu lancia un urlo quasi atroce. Ritiro la mano ma Manuela mi blocca il braccio. Tenendomi il braccio si alza a carponi sul letto. Mi fa rimanere dentro e mi fa passare dietro di lei. Sono nella stessa posizione di prima ma ora è la mia mano che provoca tanto piacere. Manuela chiude ulteriormente la gambe. La presa si fa sempre più profonda. Sento le pareti delle sue cosce spingere una contro l’altra. Manuela appagata, mi fa togliere la mano dalla sua farfallina per concedermi un piccolo regalo mai assaporato.
Non sapevo avesse una figa così grande ed accogliente e soprattutto che fosse così porca. FINE

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