Ero una sera di dicembre, e come mi succedeva ormai da settimane, mettendomi a letto mi sforzavo di pensare a lei, immaginarla.
Lei, Elena, l’ho conosciuta ad una festa, appena le ho visto i suoi occhi, sono impazzito.
Lei è stupendamente bella, bionda con i capelli lisci molto lunghi fino ai glutei, un seno di quelli non molto grandi anzi leggermente più piccolo della norma ma durissimo e con i capezzoli che curvano il seno all’insù.
Un viso che sembrava quello di un angelo, anche se il trucco la faceva somigliare molto più ad una troia.
Un sedere perfetto, compatto.
Vestiva con dei jeans molto attillato che mettevano in risalto le favolose chiappe e una T-shirt che gli arrivava all’ombelico, senza maniche di color rosa sfumato.
-ciao come ti chiami?
-Elena e tu?
-Enrico
-piacere Enrico…
ma subito un’amica la chiamo e lei se ne dovette andare, cosi mi lascio imbambolato ancora con il palmo della mano che porgeva il piacere ad Elena.
Questo è quello che si chiama un autentico colpo di fulmine.
Non sapevo ne quanti anni avesse ne dove abitasse cosa facesse nella vita nulla insomma, eppure mi lascio cosi stordito che sono giorni che non faccio che pensare a lei.
Immagino a come potrei sedurla se la rincontrassi, a tutti i metodi d’approccio, che potrei inventare, per averla, soltanto io.
Penso sia successo a tutti, la notte, di pensare alla propria donna prima che il sonno ci freghi.
Penso sia un metodo per allenare le sofferenze e aumentare la passione.
Pensavo a come mi sarei comportato se l’avessi trovata sul letto nuda proprio quando andavo a dormire, se l’avessi trovata sola per qualche strada isolata, se mi avrebbe
telefonato o cercato, ma sapevo che erano soltanto fantasie e con tutto ciò sotto le coperte aspettavo inesorabile il mattino seguente.
Tutto questo fino a eri.
Mai avrei pensato che si fossero avverati i miei sogni.
Andai a mettermi a letto e mentre pensavo a lei, sentii picchiettare il vetro della finestra che ridà sul balcone (abito al primo piano e essendoci la cuccia del cane proprio sotto il mio balcone è facile salire sul balcone).
Al sentire del picchiettio non mi mossi, pensai che forse era stato soltanto il vento o il cane oppure me l’ero immaginato, ma inconsciamente mi misi con le orecchie ben tese.
Il picchiettio non era stato una mia immaginazione, ma era vero poiché dopo poco il rumore riprese e più passava il tempo più era insistente.
Decisi di andare alla finestra ma non accesi la luce e feci il più cautamente possibile per non svegliare i miei genitori che dormono alla stanza accanto.
Aprii dapprima la tendina ma fuori era notte fonda e non si vedeva nulla cosi aprii anche la finestra (potevano essere anche dei ladri per cui mi stavo anche spaventando).
Appena aprii la finestra un’ombra si avvicino a me e una voce femminile mi saluto, e abbastanza irritata mi disse
-perché ci ai messo tanto, qui si congela!
-ma chi sei e che vuoi a quest’ora della notte?
-sono Elena, ti sei già scordata di me?
-Elena?
Mi vergognai terribilmente ero tutto insonnacchiato e avevo un pigiama tutto rovinato e pendente di quelli col cavallo bassissimo.
-ciao Elena scusa se non ti avevo riconosciuta, ma che ci fai qui e chi ti ha detto dove abito?
-sai, alla festa quando Mirka mi ha chiamato, tu te ne sei andato e io non ti ho ritrovato più, davvero pensavi che ti avrei lasciato li come un baccala? Non è nel mio carattere, non lascio mai le cosa a meta.
-come mai sei venuta qui?
-se mi fai entrare ti racconto tutto
-ahh… ehmm, si scusa entra che imbranato che sono.
Ci siamo accomodati sul letto e lei mi ha detto che si doveva sfogare con qualcuno (meglio se estraneo), perché il ragazzo la trattava malissimo e a volte la picchiava.
Siamo stati tutta la nottata a discutere del più e del meno e dopo essersi calmata potemmo parlare anche di argomenti un po’ più divertenti e allegri.
Mi sentivo bene con lei anche se era molto triste quella notte, si notava una spiccata allegria e un comportamento molto simpatico.
Credo che si sia accorsa che io le sbavavo dietro per certe mie piccole battute fuori luogo durante la conversazione, ma lei fece finta di nulla.
Finimmo per prenderci molta confidenza l’una con l’atro, cosi inizia a farle il solletico lei dimenticatasi dei suoi problemi e trovandosi a suo agio, inizio anche lei a farmi il solletico ma dovetti frenare il suo entusiasmo per non svegliare i miei.
Ci lasciammo con un tenero saluto, mentre lei usciva dalla finestra in cui era entrata, tutto ad un a tratto mentre si voltava per andar via, si giro di scatto e mi diede un bacio sulla bocca.
Per giorni rimasi sconvolto, cercai di rintracciarla ma non aveva voluto dirmi ne il numero di telefono ne dove abitava, per cui rimasi chiuso in caso aspettando invano un suo ritorno.
Giorni fa, tornò.
Era ancora più bella, si era truccata molto meglio e non da sgualdrina e sembrava una top model.
Questa volta venne di pomeriggio, per puro caso quando ero solo in casa (puro caso? ).
Sentii il campanello suonare e andai ad aprire la porta, non pensavo fosse lei avevo aperto la porta cosi distrattamente credendo fossero i miei genitori, che non la notai quasi.
Lei mi saluto e mi diede un bacio sulla guancia.
Ero rinato.
Andammo in camera da letto, perché se sarebbe entrato qualcuno sarebbe potuta uscire dalla finestra, ci accomodammo sul letto e lei mi disse che a aveva lasciato il suo ragazzo facendogli una scenata davanti agli amici, e mettendolo cosi in ridicolo, che i suoi amici a stento riuscivano a contenersi dal ridere, mi descriveva la faccia del suo ex ragazzo, di come era diventato un agnellino indifeso di fronte alla sua forza.
Poi mi decisi di dirgli quanto la amavo, non potevo farlo prima era venuta da me per fare pace col suo ragazzo che l’aveva picchiata, cosa avrebbe pensato se in alternativa al suo ragazzo mi fossi proposto io?
Ma ora potevo, e gli disii in faccia ciò che avevo provato in quei giorni.
-Elena, da quando ti ho vista alla festa non faccio che pensare a te in ogni momento, la notte ti sogno, e sono allegro e gioioso solo quando sei con me, penso proprio che mi sia innamorato di te….
Lei rimase stupita e commossa mi bacio sulle labbra, restammo a baciarci per più di dieci minuti proprio come fanno i ragazzini, poi lei si stacco e mi disse che sarebbe stata volentieri con me, era contenta di provare una relazione con il sottoscritto, e mi ribaciò.
Poco dopo ci avvolse la passione, quello che all’inizio era soltanto un bacio d’amore divenne passionale.
E vista la sua insistenza iniziai a spogliarla.
Vestiva con una camicetta leggera e una gonnellina larga con delle calze nere e delle scarpine come quelle delle bambole.
Presi a sbottonarle la camicetta e ben presto scoprii il suo seno che era un po’ più grande di come me lo aspettavo gli palpai il seno prima di toglierle il reggiseno.
Poi le lasciai il petto nudo e lei prese ad eccitarsi sul serio, non si controllava più, non riusciva a fermarsi, non era lei ma era la sua passione e la sua voglia di sesso che mi stava baciando.
Si stacco dalla mia bocca mi tolse la T-shirt, come una forsennata cerco di togliermi i pantaloni, eravamo seduti sul letto e questa operazione era impossibile per cui mi alzai e mentre mi toglievo i pantaloni vedevo lei che ancora seduta con la testa all’indietro con una mano si menava un capezzolo e con l’altro era scesa fino in mezzo alle gambe.
A quella vista anche io divenni inarrestabile la presi per la mano e la portai in
cucina la feci sedere sul tavolo e le tolsi gonna e mutandine lasciandole pero le calze che le davano un’aria più da troia.
Io ero completamente nudo con il cazzo in tiro, stava ancora menandosela quando capi che ero pronto, con una velocità impressionante prima che potessi scoparla, lei scese dal tavolo e si avvento sul mio cazzo, lavorando solo di bocca mentre con le braccia avvolte alla mia vita mi palpava il culo, cose che mi ritrovai in una sorta di morsa umana, con le mani le presi la testa e la aiutavo nel movimento del suo favoloso pompino.
Non avrei mai pensato che fosse cosi brava a fare bocchini.
Arrivato all’apice delle mie resistenze umane e psicologiche sentendo che stavo per venire, la allontanai.
Lei capì, e si risedette sul tavolo allargò per bene le gambe e si inizio a masturbare violentemente: con una mano giocava sul clitoride roteando per benino intorno ad esso dopo essersi inumidita le dita con la sua saliva con l’altra mano si auto sfotteva con due dita, aspettando che ritornassi alla ribalta.
Mi calmai qualche secondo, ma solo la vista di quella bellissima donna che si
masturbava era da orgasmo multiplo senza bisogno di toccare nemmeno l’uccello.
Ma non potevo rischiare che lei venisse prima che io la sfottessi non sapevo come si sarebbe potuta comportare.
Cosi non aspettai a lungo che glie lo misi dentro dopo aver giocato anche io col suo clitoride tramite la mia cappella durissima.
Mentre io la sfottevo lei ansimava e mi abbraccio, per contenere le spinte.
-Dai fottimi ti prego
-fammi godere
-suuuu
-dai
-fallo per la tua Elena
-ahh
-siiii
-palpami tutta, fa di me quella che vuoi ma scopami ora!
Poi venne investita irrimediabilmente dal suo orgasmo tanto che i suoi gemiti erano diventati quasi urli.
Anche io stavo venendo e in un momento di silenzio assoluto venimmo insieme.
Gli sborrai dentro tutto il mio sperma.
Rimanemmo in quella posizione per quasi un quarto d’ora.
Lei era ancora stordita.
Quando apri gli occhi si ritrovò il mio viso a pochi centimetri dalla sua faccia.
-ti amo
-anch’io ti amo Elena.
Ci baciammo ancora e poi lei si rivesti e se ne andò dopo avermi lasciato numero di telefono e indirizzo.
Nell’arco di una settimana la mia vita si era mutata radicalmente ora ero fidanzato avevo un appartamentino tutto mio in centro
Ma cosa sarebbe successe se non sarei andato a quella festa?
Chi può dirlo la vita è cose IMPREVEDIBILE:
Ma d’altronde è affascinante proprio per la sua imprevedibilità. FINE